Brando Madonia: “Au Revoir” il  brano chiude sia l’EP che la stagione estiva e va alla ricerca dell’autodeterminazione come unico sollievo dalla solitudine

Brando Madonia: “Au Revoir” all'estate
“Au Revoir” – Brando Madonia

Brando Madonia è un artista che viene dalla Sicilia con furore, un catanese doc cresciuto assaporando le sonorità di una terra in costante evoluzione. Fin da piccolo ha respirato la magia e l’essenza della musica grazie al papà, il cantautore Luca Madonia, consacrando il famoso motto “Di padre in figlio”.

Nell’arco di un anno ha rilasciato un particolare progetto discografico con 4 EP, uno per ogni stagione con 5 tracce ciascuno, a formare una sorta d’opera con tanti piccoli quadri. L’ultimo si chiama “Estate Lachea” e all’interno è contenuto il nuovo singolo pubblicato, “Au Revoir”, dando un ulteriore seguito al suo percorso da solista. Il brano racconta il cinismo degli allontanamenti, la frattura di quando ci si scompone ritrovandosi svuotati.

Brando buongiorno e benvenuto nel nostro spazio. Come hai accolto l’eredità musicale a casa?

Tutto nasce da mio padre, essendo musicista da una vita, mi ha inconsciamente influenzato fin da piccolo, sentendolo suonare, provare e andando ai suoi concerti. Lui non mi ha mai forzato o spinto a fare musica per seguire le sue orme, ma io ne ero molto attratto, specialmente dagli strumenti, mi piaceva molto suonarli.

Qual è lo strumento che ti piace suonare di più?

La mia formazione di base è chitarra e canto però mi diverte suonare il basso, le tastiere e la batteria. Lavorando da autodidatta, mi occupo personalmente della produzione e ho a che fare con diversi strumenti ogni volta. La fase più bella è creare una canzone, comporla. La registrazione è la parte più intima perché sono solo, è una vicenda personale.

Chi sono stati i tuoi punti di riferimento agli esordi?

I Beatles sono stati un ascolto fondamentale, ho divorato la loro discografia e li considero ancora adesso un punto di riferimento. A livello di melodie ed armonie sono stati sempre un passo avanti a tutti.

Sei nato e cresciuto a Catania. Che rapporto hai con la tua terra?

Mi sento molto legato, ho costruito la mia vita qui, ho le mie radici, il mio studio di registrazione. L’idea di vivere nella mia terra mi fa stare bene, però a volte sento l’esigenza di evadere un po’ per staccare la spina e respirare un’aria diversa.

Brando Madonia: “Au Revoir” all'estate 1
Brando Madonia

La Sicilia, dal punto di vista musicale, che momento sta vivendo?

In generale credo sia proprio cambiato l’approccio alla musica. Non riesco a misurare bene la scena musicale siciliana, però qualcosa si respira sempre. Ho notato che purtroppo i locali dove puoi suonare live, parliamo di palchi medio piccoli, adesso sono sempre meno, almeno a Catania. Si è scelto di ridurre questi posti ed è un gran peccato perché potevano dare la possibilità a qualche artista emergente di farsi conoscere e calcare le prime impronte su questa strada.

Parliamo del tuo nuovo singolo, “Au revoir”. Di cosa parla questa canzone?

È la quarta e penultima canzone del mio ultimo EP, “Estate Lachea”. Affronta in modo ironico la solitudine, voluta o meno, e rivaluta anche il concetto stesso. Ogni ascoltatore percepisce qualcosa di diverso, l’importante è che arrivi qualcosa. Mi piacerebbe che il brano scuotesse e creare una reazione alle orecchie di chi ascolta. Tra l’altro, a proposito della Sicilia di cui parlavamo prima, Lachea è un’isola piccolissima vicino ad Aci Trezza, spesso ci vado d’estate in barca o con la canoa; volevo dare un riferimento alla mia terra, specialmente alla mia zona.

In questo ultimo EP, cosa hai tirato fuori di tuo e allo stesso tempo cosa ci hai messo all’interno?

Ti rispondo in modo più ampio. Da settembre 2023 ho vissuto un anno intenso perché ho iniziato un progetto particolare: ho rilasciato 4 EP, uno a stagione con 5 tracce all’interno, praticamente un singolo ogni 3 settimane. Ho dato un contesto ad ogni brano e nell’ordine sono usciti “Autunno 80”, “Inverno cenere”, “Primavera aria” e l’ultimo “Estate Lachea”. Mi era venuta in mente l’idea di questo puzzle: ogni stagione è un quadretto e tutta insieme fanno parte di un’unica opera. Sono molto contento e soddisfatto dei risultati ottenuti, il duro lavoro ripaga sempre.

Ho visto che in questi anni hai stretto qualche featuring. Cosa hai acquisito dagli artisti con i quali hai collaborato?

Mi piaceva l’idea di fare un feat per ogni EP. Non è facile scegliere chi, bisogna trovare la persona giusta per la canzone giusta. Ho trovato persone serie e con le quali condividevamo la stessa idea di musica. In questo modo il quadro è risultato più variegato.

Hai intenzione di portare in giro questo progetto? Che programmi hai per il futuro?

Sto organizzando un tour autunno/inverno per il resto d’Italia e terminarlo poi in Sicilia. Voglio far uscire meno musica e concentrarmi più sui live perché il repertorio c’è.

Brando Madonia: “Au Revoir” all'estate 2
Brando Madonia

Che emozioni hai provato nell’aprire il concerto di Max Gazzè a Noto?

La grandezza del palco è relativa però ogni volta che salgo sento qualcosa; l’adrenalina, quella strana ansia però piacevole, un mix di sensazioni che ti danno carica. È una delle migliori palestre.

C’è un episodio che per adesso collochi in cima alla tua carriera o che ricordi con piacere?

Ne ho diversi, quando suonavo nella band tanti anni fa abbiamo partecipato a Sanremo giovani. Da solista invece ho aperto ad artisti del calibro di Gazzè, Daniele Silvestri, sono momenti belli ed indimenticabili. Quando senti il pubblico che reagisce bene ai tuoi live ti dà una soddisfazione enorme. Per me conta sempre far arrivare un messaggio.

Com’è andata con Sanremo giovani?

Una settimana lì vale un anno di gavetta. Foto, interviste, suonare su quel palco, quando esci da lì sei veramente formato. Sanremo è un tritatutto, è un frullatore di emozioni ed esperienze senza rivali in Italia. Mi auguro di ritornarci da big in gara, questo è il mio sogno più grande che spero di realizzare.

Nella tua gavetta, da quando hai esordito ad oggi, come ti vedi?

Mi vedo cambiato e con più esperienza. Più suoni e più ti formi, ti fai le ossa e col tempo impari a gestire meglio il tutto. La gavetta è fondamentale se si vuole crescere, non si smette mai. Anche quando fai il salto di qualità non si finisce mai di imparare, la vita ha sempre qualcosa da insegnarti.

L’incertezza che ti dà l’entusiasmo di andare avanti è il motore della musica, poi la benzina sta a te metterla nel serbatoio.

Cosa consiglieresti oggi ad un giovane che vuole mettersi in gioco in questo settore?

Il primo consiglio, che può sembrare banale ma non lo è, è quello di fare, creare. Se ti abbatti ai primi no che ricevi non vai avanti perché gli ostacoli ci saranno sempre. Bisogna continuare a perseverare se vuoi fare questo nella vita, i risultati in un modo o nell’altro arrivano prima o poi, non ho dubbi. L’importante è metterci entusiasmo, bisogna godersi il viaggio.

Articolo a cura di Simone Ferri

Ferrinis “La Fine dello Show” un singolo che svela un lato inedito del duo romagnolo e segna una svolta artistica tra archi, pianoforte ed emozione

Ferrinis, svolta artistica con “La Fine dello Show”
Con “La Fine dello Show” la svolta artistica dei Ferrinis

I Ferrinis dopo aver conquistato tutte le classifiche indipendenti con ritmi coinvolgenti e spensierati,  tornano con un brano che si discosta dalle precedenti release, mostrando una profondità emotiva inaspettata e una versatilità che li consacra come artisti capaci di reinventarsi continuamente, sorprendendo per la loro maturità autorale, interpretativa e la capacità di catturare l’attenzione fin dal primo ascolto. “La Fine Dello Show”, il loro nuovo singolo, è un tuffo intimo e struggente in universo sonoro più intimo e riflessivo, accompagnato dalla dolcezza del pianoforte e degli archi.

Un brano che si fa portavoce di un dolore sussurrato, ma non per questo meno intenso, che racconta la fine di una relazione segnata da “tira e molla”, da speranze e illusioni, fino alla consapevolezza che la separazione è l’unica strada possibile. «E se il cielo crolla sopra di noi, so che prima o poi sarà tutto ok», cantano i due fratelli romagnoli, con una sincerità disarmante, mostrando il loro lato più vulnerabile.

Un netto cambio di direzione che rende ancora più evidente il successo dei Ferrinis: se in passato Maicol e Mattia ci avevano abituati ad un sound energico, frizzante e ballabile, perfetto per i momenti di leggerezza, questo nuovo progetto segna un ritorno all’essenziale, spogliato di ogni artificio, per mettere a nudo le emozioni più autentiche. Il testo, intriso di malinconia, narra la fine di un rapporto di coppia con una delicatezza che accarezza ogni parte della traccia: «Mi hai buttato via come fossi niente, sparisco solo dietro le quinte, anche se piango ancora un po’, oggi finisce il nostro show».

La produzione raffinata e curata nei minimi dettagli enfatizza la versatilità dei Ferrinis, capaci di passare con naturalezza da sonorità pop-dance e latin a ballate dal sapore intimo e cinematografico.

«Abbiamo voluto condividere una parte di noi che finora non avevamo mai mostrato – raccontano Maicol e Mattia -. Questo brano è nato in un momento di riflessione, quando ci siamo resi conto che alcune storie, nonostante i presupposti e tutti i tentativi di farle funzionare, devono ineluttabilmente arrivare ad una fine. È stata una scelta difficile, ma necessaria, e con “La Fine Dello Show” volevamo trasmettere questa sensazione di chiusura, ma anche di rinascita».

I Ferrinis, con questo singolo, si allontanano momentaneamente dall’immagine leggera e festosa che il pubblico ha imparato a conoscere, per abbracciare una dimensione più intima e indifesa. “La Fine Dello Show” assume i tratti di uno specchio musicale sull’inevitabilità del cambiamento e sulla forza che nasce dalla consapevolezza. La grazia del pianoforte e degli archi accompagna il viaggio emotivo dei due artisti, rendendo il pezzo un esemplare accompagnamento sonoro per tutti coloro che conoscono la necessità di porre fine ad un capitolo importante della propria vita per scriverne uno nuovo.

Inoltre, questa traccia segna un importante punto di svolta nella carriera dei Ferrinis, dimostrando che, pur rimanendo fedeli alla loro identità, sono capaci di evolversi e di affrontare temi più maturi e complessi. La scelta di un arrangiamento minimalista, ma carico di emozione, testimonia la loro crescita e la volontà di sondare nuovi territori musicali, aprendo la strada ad una fase in cui la loro musica potrebbe raggiungere un pubblico ancora più vasto.

Ferrinis - La Fine Dello Show - Cover
Ferrinis – La Fine Dello Show – Cover

Con “La Fine Dello Show”, i Ferrinis dimostrano di essere capaci di reinventarsi continuamente, abbracciando nuove sfumature della loro musica e della loro sensibilità artistica. Questo brano segna l’inizio di un nuovo capitolo per il duo romagnolo, che non ha paura di mostrare il proprio lato più fragile e umano. Un brano che parla di addii, ma anche di nuovi inizi, e che invita l’ascoltatore a riflettere sulla complessità dei rapporti interpersonali e sulla bellezza della vulnerabilità.

I Ferrinis, duo composto dai fratelli Maicol e Mattia, nati a Forlì con un anno di differenza e spesso scambiati per gemelli, hanno coltivato sin dall’infanzia una profonda passione per la musica dance, passione che li ha accompagnati fino all’adolescenza.

Nonostante un periodo di pausa, la loro dedizione non ha mai vacillato: la quarantena ha rappresentato per loro un momento di riscoperta e rinnovato interesse, spingendoli a mettersi in gioco con maggiore determinazione.

Adottando il nome d’arte Ferrinis, simbolo della loro unione fraterna, hanno iniziato a comporre brani originali. Il loro debutto con il singolo “Balla Con La Luna”, uscito il 26 giugno 2020, cattura un messaggio di libertà e spensieratezza, invitando ad abbandonare le preoccupazioni legate al contesto sociale dell’epoca. Questa prima release ha riscosso un notevole successo, consolidando il loro ingresso nel mercato italiano.

L’ascesa dei Ferrinis nel panorama musicale, però, è stata suggellata nel dicembre 2023 con l’uscita del singolo “Nessuno” e, il mese successivo, con il rilascio del loro primo omonimo album, che ha rapidamente conquistato oltre 300.000 streams. Questo incredibile traguardo ha aperto la strada a “La Voglia Che Mi Fai”, brano che segna una preziosa evoluzione nella loro carriera, esplorando le sfumature dell’innamoramento e del desiderio con profonda intensità.

Ferrinis, svolta artistica con “La Fine dello Show” 2
Ferrinis

La traccia, vibrante anteprima della versione deluxe del disco d’esordio, è un vero e proprio inno all’amore in chiave pop-dance. La musica dei Ferrinis parla direttamente al cuore, esprimendo sentimenti autentici e viscerali, avvolti da sonorità dance che invitano all’ascolto e al movimento.

Con radici profondamente ancorate nella musica dance e un’innata capacità di reinventare il genere infondendovi nuova energia e profondità emotiva, i Ferrinis si configurano come artisti innovativi e narratori di storie di vita vissuta.  La loro ambizione è quella di creare canzoni dall’accezione universale, capaci di unire generazioni diverse, dai bambini agli adulti.

Con una visione che punta ad un’ascesa significativa nel panorama discografico, i Ferrinis sono determinati a lasciare un’impronta indelebile nel settore, introducendo generi inediti e portando freschezza con le loro idee innovative.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Astol: “Amori (Giu ’23 – Mag ’24)” è l’ultimo lavoro dell’artista dove l’amore è il tema centrale, 7 canzoni che raccontano 7 storie diverse

Astol, l’amore declinato in 7 storie diverse
Astol – Amori (Giu ’23 – Mag ’24) – Cover

“Amori (Giu ’23 – Mag ’24)” è l’ultimo lavoro di Astol, un EP dove l’amore è il tema centrale, con 7 canzoni che raccontano 7 storie diverse, vissute dall’artista e raccontate con diverse sfaccettature. Emozioni scandite in un periodo ben preciso, quello tra il giugno 2023 e il maggio 2024. Un anno ricco di emozioni, impegni e attimi, che Astol ha saputo mettere in musica, riuscendo anche ad ottenere risultati superlativi sulle piattaforme digitali. Ad accompagnare Astol in questo progetto, importanti collaborazioni, come: Daniel Cosmic, I Desideri e Biondo. Noi abbiamo raggiunto Astol per farci raccontare questo anno ricco di storie e questo progetto.

Ciao Astol, è un piacere averti tra le nostre pagine, parliamo di “Amori (Giu ’23-Mag ’24)”, come nasce questo EP?

Nasce dalla volontà di racchiudere questo anno di crescita personale e di tanti cambiamenti. Questo per me è un progetto di transizione, ma sono felice di aver racchiuso questo periodo in questo progetto. Sento di aver chiuso un cerchio, mi sono sentito ispirato nel realizzare questo EP.

Astol, l’amore declinato in 7 storie diverse 1
Astol

Diverse sono le collaborazioni presenti in questo album, come: Daniel Cosmic, I Desideri e Biondo. Come si sono sviluppate queste collaborazioni?

C’è un grande rapporto di stima con questi artisti. Musicalmente mi hanno portato tanto e mi piaceva l’idea che in questo progetto ci fossero artisti e amici che per la mia carriera hanno dato tanto. Con loro ho condiviso momenti importanti e che porto nel cuore. Sono storie differenti quelle che raccontano, ma rappresentano una forma di coerenza e sono grato della loro presenza in questo progetto.

Il tema centrale è quello dell’amore, anche se presentato con diverse sfaccettature. Sono tutte storie vissute quelle che presenti?

Le storie che racconto le ho vissute in prima persona e ho cercato di raccontare le parti più emozionanti di esse. Per me è molto spontaneo scrivere una canzone, lascio che mi ispiri l’emozione. Ogni storia ha contribuito ad una mia crescita personale.

Cos’è per te l’amore?

Non mi reputo un esperto, ma ho vissuto l’amore nelle sue diverse sfumature. Secondo me l’amore è alla base di ogni movimento del mondo. Esistono tante sfumature dell’amore e da anni racconto quelle che ho vissuto.

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Astol

E cosa speri di far arrivare al tuo pubblico con questo EP?     

Spero di far arrivare la mia musica e le mie idee. Poi sarebbe bello se riuscissi ad arrivare anche io come artista e come persona, ma questo è un discorso più approfondito che necessita di tanti ascolti e di una sorta di fidelizzazione. Spero però di coinvolgere il pubblico e rappresentarli nei miei scritti.

In un mercato discografico legato prevalentemente ai singoli, ha ancora senso proporre un progetto completo come il tuo?

Per me l’EP è stato il terreno ideale per raccontare le mie emozioni e le mie avventure. Per me è stata un’esigenza portare avanti questo mio progetto con queste modalità. Sono felice di poter raccontare una mia crescita personale e artistica, e spero di riuscire in futuro a realizzare dei progetti a lungo termine. Ovviamente continuerò a proporre dei singoli, ma l’idea è di stare nel mercato con dei progetti completi e delle storie che raccontino me, la mia musica e le mie esperienze.

Articolo a cura di Francesco  Nuccitelli

Le Nozze Chimiche, il disco d’esordio, intitolato “5”, narra in chiave introspettiva il viaggio dell’autore, sia fisico che metaforico

Le Nozze Chimiche, “5” il viaggio fisico e metaforico

Le Nozze Chimiche è il nuovo progetto musicale di Giuseppe Chimenti, realizzato con la collaborazione di Fabrizio Massara, ex tastierista e arrangiatore dei Baustelle, nel ruolo di produttore artistico.

Giuseppe Chimenti, cantautore calabrese di adozione romana, intraprende una nuova avventura artistica, che segue la sua lunga esperienza discografica sotto il nome di Modì. Un progetto che fonde e riassembla la canzone d’autore con sonorità elettroniche, attraversando territori sonori che spaziano dall’elettropop alle pedalate kraut, dai respiri di aria cosmica alle malinconie twang.

Il disco d’esordio, intitolato “5”, narra in chiave introspettiva il viaggio dell’autore, sia fisico che metaforico. “5” rappresenta simbolicamente il movimento, il divenire e la trasformazione, qualcosa che si svolge sia all’esterno che all’interno di noi stessi.

Ogni traccia dell’album rappresenta una tappa: in “Amanti e stazioni” entriamo dentro di noi, incontriamo mete sconosciute e affascinanti, dove passione e sofferenza si intrecciano indissolubilmente, rivelando momenti di inaspettata poesia; “Lungo i binari” ci porta di stazione in stazione, una collezione di nuovi inizi piuttosto che di traguardi; “Viaggio di non ritorno” unisce il percorso interiore e quello fisico in una partita a scacchi tra la vita e la morte; “Il canto delle cicale” rievoca un ricordo di una giornata d’estate, con immagini malinconiche che emergono dal suo rapido scorrere, evidenziando la natura effimera del tempo. In chiusura, un racconto dark e riflessivo – “Di venerdì tutto succede ancora” – che custodisce una visione surreale e romantica del trapasso.

Un mondo fatto di treni, navi e mari, lungo la costa e attraverso stazioni ferroviarie, metafore potenti per le esperienze di vita. Il cuore esplode in relazioni intense e appassionate, fonte di gioia ma anche di profondo dolore. E mentre le stagioni passano rapidamente, riflettiamo sui nostri percorsi e sui cambiamenti inevitabili della vita.

Le Nozze Chimiche - 5 - Cover
Le Nozze Chimiche – 5 – Cover

IL TITOLO: (GIU) + M + (CHI) = 5

Sulla copertina compare una formula simile a un’equazione, composta da lettere, il cui risultato è 5. Si ispira alla numerologia Caldea, che assegna un valore numerico a ciascuna lettera: le lettere diventano così un codice che genera la frequenza 5.

Il 5 rappresenta velocità, viaggio, denaro, comunicazione, inganno e astuzia. Associato all’archetipo di Hermes, simboleggia lo psicopompo, colui che transita tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Artista poliedrico e insegnante, Giuseppe Chimenti ha militato in numerose band romane come chitarrista fino al 2009, anno in cui ha esordito come solista, come Modì, con l’EP “Odio l’estate”, stampato in vinile in tiratura limitata dal Circolo degli Artisti.

Sempre sotto il nome Modì, ha pubblicato tre LP: “Il suicidio della formica” (2012), “Testa di balena” (2017), e “Tsunami” (2021), quest’ultimo prodotto da Fabrizio Massara (ex Baustelle).

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Alèm: “Dinero” il nuovo singolo, per ricordare il valore della nostra vita, un brano che fa divertire, ballare e ci invoglia a cantare

Alèm, “Dinero” per ricordare il valore della nostra vita 
Alèm

È uscito lo scorso 6 settembre “Dinero”, nuovo singolo di Alèm.

Così lo presenta l’artista: «Dinero è l’anti Hit, per quanto riguarda il contenuto. Tutti i singoli più famosi degli ultimi anni, appartenenti al genere Rap/Trap e anche pop, trasbordano vanto e ricchezza, la maggior parte delle volte farlocca.

Siamo tutti pronti a cantare i milioni che non abbiamo, le super-car che non guideremo mai e le centinaia di ragazze che non fanno la fila per noi. In questo brano trionfa la realtà, un brano che fa divertire, ballare e ci invoglia a cantare.

Non i cliché scritti da un autore dopo aver fatto copia- incolla di un singolo in voga oltreoceano. Le serate del 90% della popolazione non sono certo quelle di Tony Stark o Bruce Wayne. Non siamo influencer, ma a volte con un bicchiere di troppo siamo rockstar.

Perché ci vergogniamo della normalità? Accettare la nostra vita con le vicissitudini annesse rimane il più grande tabù di questi tempi. Vogliamo solo far credere attraverso i social che la nostra esistenza sia colma di mirabolanti avventure.

Ma lavoriamo durante la settimana, paghiamo le bollette e cerchiamo ogni tanto lo svago. Niente di più, niente di meno».

Questo singolo riprende il famoso ritornello di “No tengo dinero” dei Righeira, scostandosi totalmente però dal concetto di cover.

Il brano ha coinvolto svariati musicisti ed è stato trasformato in una canzone con sfumature reggae, come gli altri singoli è stato prodotto presso l’Artigian Studio.

Il video che lo accompagna, come la canzone stessa, prende in giro le dinamiche del quotidiano e l’assenza di ricchezza materiale. Un video semplice, dove vengono messe in scena parodie di personaggi legati al denaro come sceicchi e giocatori d’azzardo.

Alèm - Dinero - Cover
Alèm – Dinero – Cover

Além, nome d’arte di Alessandro Minichino, è nato a Maratea (PZ) nel maggio 1999. Vive i primi due anni della sua vita in un piccolo paese della provincia di Salerno ai confini con la Basilicata poi si trasferisce in Veneto, nella provincia di Belluno.

Frequenta il liceo artistico a Cortina d’Ampezzo e poi il MITA a Udine.

A 16 anni col nome d’arte di Ale ice scrive e pubblica un ep, “È solo l’inizio” (2015) un lavoro prettamente rap. In questo, come in tutti i lavori che seguono, Alessandro cura gli artwork e le cover.

Negli anni successivi seguono due mixtape “Equilibrio” (2017), rime dirette e molte riflessioni su un mondo ingiusto nella quale bisogna trovare posto, e “Nirvana” (2018) che include il primo street video, del singolo “Tieni duro” con la regia di Samuele Dalò e successivamente recensito dagli “Arcade Boyz” noti youtuber.

Alèm, “Dinero” per ricordare il valore della nostra vita  2
Alèm

L’anno dopo esce “Alessandro” (2019), il suo secondo e ultimo Ep col nome d’arte Ale ice: acustico, chitarra e voce, si distacca molto dai lavori precedenti ispirandosi al cantautorato italiano che ascoltava fin da piccolo, in “Nato fuori tempo” il featuring con Simone Da Prà (Oxi).

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Frencys, in “Millennial” la musica diventa un’esperienza completa. Dal cuore dell’Italia al futuro della musica: il perfetto connubio tra arte e tecnologia

Frencys: album di debutto
“Millennial” album di debutto di Frencys

Frencys, pseudonimo di Francesco Ferrarelli, musicista, compositore e produttore romano, è pronto ad incantare pubblico e critica con il suo primo album solista, “Millennial”. Questa raccolta di dieci brani promette di tenderci la mano per guidarci in un percorso emozionale alla scoperta delle diverse sfumature di esperienze e sentimenti, vissute e da vivere.

Un viaggio interiore nel tempo e nello spazio, tra luci ed ombre, metafore e realtà. Un viaggio nel quale prendono vita canzoni dalle vivaci e vertiginose sonorità elettropop, unite a momenti strumentali, meditativi e d’atmosfera.

L’ascoltatore può tuffarsi in questa esperienza sonora immersiva senza aver mai voglia di tornare a riva, incalzato da taglienti riff di chitarre elettriche, ammaliato da nostalgiche melodie rock, sferzato da approdi sonori inaspettati, incisivi e mai invasivi, provenienti da raffinati strumenti elettronici utilizzati con sapienza e buon gusto.

Di questo lavoro d’esordio, Frencys è produttore, arrangiatore, autore e polistrumentista. La sua versatilità è evidente in ogni traccia, dove si percepisce la sua capacità di padroneggiare vari strumenti e stili musicali.

L’artista capitolino non si limita infatti a creare melodie accattivanti; la sua esperienza come produttore gli consente di orchestrare ogni elemento del brano, dal più piccolo dettaglio ai complessi arrangiamenti strumentali. Questo approccio integrato dà vita ad un’opera coerente, riconoscibile e ricca di sfumature, in cui ciascun accordo, ciascun elemento, è frutto di una visione artistica completa e matura.

Frencys: “Millennial” album di debutto 1
Frencys:

Ospite speciale dell’album è la voce femminile di FairyOne, che aggiunge un ulteriore strato di profondità e finezza alle composizioni, cantando su “Diorama”, “When are we now?”, “Sei tu”, “Somewhere” e “Virgo” e recitando su “Anni Luce” e “Gravità Zero”.

“Millennial” si apre con “Anni Luce”, evocando e contemplando in musica un senso di vastità e distanza che invita a lasciarsi andare al suono e alle sue vibes. “Fenice” segue con un messaggio di rinascita e speranza, mentre “Diorama” offre uno sguardo dettagliato sui frammenti della vita, come in una vetrina illuminata. “La Nuit” impreziosisce il progetto con un alone di mistero e contemplazione, illuminando le ombre della notte con la sua atmosfera suggestiva e avvolgente.

Con “Gravità Zero”, Frencys solleva dalle zavorre quotidiane, creando una dimensione parallela alla nostra, dominata da leggerezza e libertà. “L’Istante” cattura momenti di pura bellezza in una culla di serenità e contemplazione, mentre “When Are We Now?”  ci interroga sul tempo e la memoria.

 

Frencys: “Millennial” album di debutto 2
Frencys:

La dolcezza di “Sei Tu” celebra l’intimità e la connessione, mentre “Somewhere” trasporta in luoghi lontani e inesplorati, dove è ancora possibile trovare rifugio e pace. L’album si chiude con “Virgo”, un brano in cui fluiscono forza e delicatezza, simboleggiando la purezza e la complessità delle emozioni.

Con una base operativa nel cuore dell’Italia, Frencys ha già collaborato con numerosi progetti discografici di successo, tra cui Randevu (Bassa Fedeltà Records), Emanuele Inserto (La Stanza Nascosta Records) e Chromaki (Radici Music Records).

Ogni progetto ha beneficiato della sua abilità di combinare sonorità innovative con arrangiamenti sofisticati. Nel 2024, Frencys ha esordito con il suo progetto solista, pubblicando, nel mese di settembre, l’album “Millennial”, un’opera in grado di rivoluzionare il panorama musicale contemporaneo.

Frencys: “Millennial” album di debutto 3
Frencys

L’uscita del disco, per l’etichetta Orangle Records, rappresenta una nuova tappa nella carriera di un artista che non smette mai di esplorare e reinventarsi.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Azzena: “Ci pensi mai”, il brano ha una sonorità che si sposa con la commedia italiana: l’amore porta a scoprire cos’è la felicità e a vivere bene

Azzena: “Ci pensi mai” …ciak si canta!
Azzena alla premiere del film ‘Amici per caso’

Daniele Azzena, in arte “Azzena”, eredita la passione per la musica dai nonni e fin da giovanissimo inizia a cantare, suonando anche chitarra e pianoforte. Dopo aver partecipato a diversi contest e concorsi, arriva per lui una bella chiamata: scrivere la colonna sonora di “Amici per caso”, un film di Max Nardari. La canzone parla di quanto la vita possa cambiare in fretta, pregiudizi e schemi mentali che possono essere superati. Dal prossimo e dalle esperienze che viviamo abbiamo solo da imparare perché essere compresi e comprensivi aprendoci all’altro, si butta giù il numero delle incertezze e si ha un quadro più chiaro del senso della vita.

Daniele benvenuto tra noi! Parto con il chiederti come stai e che periodo è della tua vita?

Mi sento molto bene, sto vedendo tanti progetti che si realizzano dopo tanto lavoro, sono molto ottimista per il presente e per il futuro.

Da dove viene la tua passione per la musica?

Ho avuto entrambi i nonni musicisti. Il mio nonno paterno era un chitarrista e il mio nonno materno era un grande fisarmonicista. All’inizio era tutto legato solo all’ascolto. Crescendo, spontaneamente, ho capito che volevo farlo come lavoro e ho iniziato a studiare i primi strumenti e da lì è stato tutto un evolversi.  Ad oggi per una scelta stilistica preferisco più la chitarra elettrica rispetto al pianoforte.

Hai subito influenze di qualche artista in particolare?

Ho una visione a 360 gradi della musica, mi piace molto scoprire e sperimentare, ascoltare ogni novità del settore. Il cantautorato italiano mi ha dato molto in termini di scrittura, quindi Lucio Dalla, Battisti, Venditti, ma anche andando più indietro negli anni con Modugno; ho preso spunto da ognuno di loro. Adesso il mio progetto sta avendo un sound più indie-rock. Voglio specializzarmi in questo genere. Attualmente molti riferimenti li sto prendendo dagli Arctic Monkeys.

Che rapporto hai con Vigevano, la tua città?

Un rapporto di amore e odio, lì sono cresciuto, ho studiato e ho coltivato le prime amicizie. Non ho mai ricevuto tutto questo supporto, musicalmente parlando. È una città molto paese da questo punto di vista, la mentalità è chiusa e un po’ mediocre; infatti, mi sono trasferito a Milano per diversi motivi.

Azzena: “Ci pensi mai” …ciak si canta! 1
Azzena

Arriviamo a “Ci pensi mai”, la colonna sonora che hai scritto per il film “Amici per caso”. Ci racconti com’è nata tutta la storia?

È una canzone scritta appositamente per il film. Mi è arrivata la proposta dal regista, Max Nardari, c’era la possibilità di inserire un brano per una scena dove sarei comparso anch’io. Mi è stata data la trama ed è stato un processo molto veloce perché in due ore è nato il brano e in un anno abbiamo realizzato tutto e il film è uscito nelle sale cinematografiche. Ricordo che ho intrapreso questo progetto in maniera super carica, ero molto felice di partecipare e quando ho iniziato a viverlo in prima persona mi sono divertito.

Il film ha un suo messaggio di fondo. La tua canzone invece che significato ha per te? Si porta dietro qualcosa?

Scrivere questo brano mi ha dato modo di riflettere tanto sul fatto che dalla vita ti puoi aspettare di tutto e tutto può cambiare da un momento all’altro. Dai pregiudizi puoi ribaltare gli schemi, maturi e capisci come affrontare la vita. È una canzone volta anche al miglioramento di sé stessi. Certe cose non sono come le reputi tu e cambiano improvvisamente.

Che effetto ti fa sapere che un tuo brano è diventato la colonna sonora di un film? Che emozioni provi?

Ci ho messo un po’ a realizzarlo, vedermi sul grande schermo è stato sorprendente, un’emozione fantastica. Non era uno dei miei obiettivi principali ma mi sento di aver raggiunto un bel traguardo. Dentro di me ho sempre sentito il desiderio di voler provare questa esperienza, non ho mai chiuso la porta davanti a questa possibilità.

Ci pensi mai che sei riuscito a fondere la musica con il cinema?

È un’unione fantastica, da piccolo sognavo di fare l’attore, entrare in un film e avere una parte. Sono riuscito ad unire queste due realtà che ho sempre apprezzato. Il cinema mi ha sempre affascinato.

C’è un elemento che lega tutti gli altri brani pubblicati fino a questo momento?

Il filo conduttore è sicuramente questa nuova sonorità, vogliamo far uscire un EP a fine anno, e già a fine ottobre esce un altro singolo. Pian piano i significati dei brani vanno ad aggiungere qualcosa in più, fanno parte di un percorso sempre più in crescendo.

Quando hai scritto il tuo primo brano avresti mai pensato di arrivare a tutto questo? La colonna sonora, il film, il primo EP a breve…

A volte mi guardo indietro e ripenso quando al liceo abbiamo messo su la prima band. La prima canzone l’abbiamo scritta in inglese per poi continuare a mescolarlo con l’italiano. Da ieri ad oggi sembriamo due persone diverse eppure son sempre io.

Azzena: “Ci pensi mai” …ciak si canta! 2
Azzena

Cosa studi al conservatorio?

Sto frequentando una magistrale in musicoterapia, un altro ambito che mi attrae molto. Sto legando la musica a tutta la passione più scientifica, psicologica e pedagogica, avendo anche sviluppato un amore per le scienze umane. Nel frattempo, sto anche insegnando musica alle medie e al liceo, mi trovo in continuo contatto con i ragazzi e cerco di trasmettergli tutti i lati positivi di questa arte.

Che emozioni ti dà questa ultima esperienza da insegnante?

È sicuramente un’esperienza diversa, ho iniziato da poco con il nuovo anno scolastico. Impari anche tu, perché educando allo stesso tempo ti educhi un po’. Mi metto alla prova, mi metto in gioco e questo mi stimola molto.

Ci racconti l’esperienza di X-Factor?

L’ho vissuta in un momento delicato, non ero pronto emotivamente. Non è andata come speravo però mi è servita per reagire ad una situazione difficile, mi ha fatto sentire vivo. Sono riuscito ad andare avanti come persona.

Scegli 3 aggettivi per descrivere la tua musica…

Energica, comunicativa e viva.

Hai dei progetti in cantiere?

L’EP di fine anno, con 2 brani già usciti e 3 novità. Vorrei tornare a suonare live con il mio gruppo.

Qual è il sogno che speri di realizzare?

Avere un buon pubblico che mi ascolta, mi sostiene e mi segue. Non voglio essere la pop star del momento, voglio stabilirmi nel tempo e trovare la mia dimensione. Fare concerti, vivere di questo.

Articolo a cura di Simone Ferri

Cristian Albani:  “Altrovunque” il primo EP, raccolta antologica dei suoi singoli, ripercorre e consolida il percorso svolto negli ultimi anni 

Cristian Albani, il mio percorso in “Altrovunque”
Cristian Albani – Ph © Lara Botteghi – Altrovunque

È uscito “Altrovunque”, il primo EP di Cristian Albani (Cesena, 1996).

L’EP è concepito da Albani come una raccolta antologica dei suoi singoli, che oltre a ripercorrere vuole consolidare il percorso svolto negli ultimi anni.

Nelle parole dell’artista: «Ho confezionato i miei singoli motivato da un desiderio di sperimentare continuamente, districandomi tra influenze artistiche e flussi della vita. Tra un brano e il successivo ho infatti vissuto diverse esperienze trasversali, tra cui produzioni di videoclip, arrangiamenti live, esperienze discografiche e percorsi lavorativi paralleli, oltre che di studio.

Cristian Albani, il mio percorso in “Altrovunque” 1
Cristian Albani – Foto © Alessandro Mazzoni

Grazie a queste esperienze, o per meglio dire: grazie a queste canzoni, credo di aver finalmente trovato un modo di essere artista che mi si addice, e che mi concede di stare in una posizione dove mi sento bene con me stesso. Ho imparato a stare al contempo “altrove”, in raccoglimento creativo e in sognante distacco dal mondo fisico, e “ovunque”, cioè coinvolto in tutte quelle dinamiche concrete che permettono ad un progetto 100% indipendente come il mio di diventare realtà».

Il disco presenta la seguente tracklist:

  1. Euforia – “Un’avventura immaginifica tra i paradossi delle emozioni”
  2. Memoria – “Il tentativo scompaginato di fuggire da un ricordo vischioso”
  3. Giorni – “Nel limbo di un’attesa forzata, tra idillio e frenesia”
  4. Ponte – “Follia meditativa, visioni allucinatorie, un grido d’aiuto”
  5. Archimede (2024 Mix) – “La storia d’amore impossibile tra creature di mondi diversi”

Cristian Albani (Cesena, 1996) è un cantautore, pianista e compositore romagnolo che attinge da diversi generi, muovendosi tra folk italiano e straniero, post-rock, indie pop e synth wave.

Nel suo repertorio l’italiano e l’inglese si alternano in base alle circostanze espressive, e spesso coesistono in più versioni degli stessi pezzi. Con il suo timbro morbido e la delicatezza nell’esecuzione, Albani accompagna i suoi ascoltatori in un viaggio astrale tra luoghi onirici e atmosfere sospese.

Trascorre due anni a Londra, dove studia composizione pop e sviluppa un progetto cantautorale dal sound etereo, ispirandosi ad artisti come Joni Mitchell, Bon Iver, Franco Battiato e Niccolò Fabi. Si ristabilisce poi in Italia, dove pubblica i suoi primi brani (“Archimede” del 2018 e “Desperate” del 2020) e ottiene il diploma di Musica Applicata al Conservatorio di Bologna. Dal 2021 pubblica i successivi singoli: “Memoria” (2021), “Giorni” ed “Euforia” (2022).

Cristian Albani, il mio percorso in “Altrovunque” 2
Cristian Albani

Dal 2022 sale sul palco con la sua formazione elettrica e da quel momento si dedica alla promozione dal vivo del progetto. Oltre ai concerti e alla partecipazione a concorsi e rassegne musicali, prosegue la produzione in studio di nuovi lavori.

A primavera 2024 Albani ritorna con il singolo “Ponte”. Il brano anticipa il suo primo EP intitolato “Altrovunque”, pubblicato a luglio dello stesso anno e contenente versioni edite ed inedite delle sue uscite discografiche precedenti.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Marco Rossi, con “Azzurra Music” trent’anni di una storia incredibile. Trent’anni di attività nel campo della produzione e della diffusione musicale registrata

Marco Rossi: "Azzurra Music" una storia incredibile
Marco Rossi e Al Bano – Sanremo 2013

Azzurra Music è una delle più importanti realtà discografiche indipendenti italiane. Nata nel 1994 su idea di Marco Rossi, ha contribuito in maniera significativa alla musica italiana, puntando alla produzione di grandi cataloghi e di grandi progetti. Tanti sono gli artisti che hanno unito il loro nome all’etichetta indipendente: Patty Pravo, Al Bano, Gino Vannelli, Dodi Battaglia, Riccardo Fogli, Bobby Solo, Tosca, Maurizio Vandelli, Edoardo Vianello, Ricchi e Poveri, Shel Shapiro, Marcella Bella, The Rockets, Alberto Fortis, Rossana Casale, Vittorio De Scalzi e tanti altri tra big ed emergenti. Fondata da Marco Rossi a Pastrengo, Azzurra Musica è diventata in questi anni un punto di riferimento per tanti, tra artisti, musicisti, interpreti e addetti ai lavori. Riuscendo a rinnovarsi e a proporre sempre nuove idee, così da rimanere un punto di riferimento in un mercato in costante evoluzione.

In questo 2024 Azzurra Music taglia il grande traguardo dei 30 anni di attività nel campo della produzione e della diffusione musicale registrata, riuscendo a stare al passo con i tempi e continuando la sua grande attività per la musica e per il territorio e contribuendo in modo significativo alla cultura e alla storia discografica del paese. Noi di Musica 361 abbiamo raggiunto Marco Rossi per raccontarci questi trent’anni ricchi di musica e di storia.

Salve Marco, un piacere averla tra le nostre pagine. Come sta nel festeggiare questi primi trent’anni?

Sto bene, faccio quello che voglio fare e ho la fortuna di condividerlo con una squadra spettacolare. Sono felice di fare un lavoro che mi piace e che amo. Non tutti hanno questa mia fortuna. Quindi sto bene e sono entusiasta di festeggiare questi trent’anni di attività.

Marco Rossi presidente di Azzurra Music
Marco Rossi presidente di Azzurra Music

Dal 1994 ad oggi, ma facciamo un piccolo passo indietro. Come nasce l’idea di Azzurra Music?

Nasce dalle classiche coincidenze della vita. Mai avrei pensato di lavorare nel mondo della musica, visto che da giovane ero un atleta professionista. Tuttavia, appena laureato, mi sono messo alla ricerca di un impiego e tra le inserzioni dei giornali, mi capitò un’offerta di lavoro in una fabbrica di CD che stava per aprire in Italia. Ho iniziato così alla fine degli anni 80 a lavorare in un mondo che, per un ragazzo di quegli anni, era un sogno. Ho lavorato per questa azienda per 5 anni e così ho capito che desideravo lavorare alla creazione dei contenuti più che nella distribuzione. Così nel 1994 è nata l’Azzurra Music.

Qual è il segreto per durare così tanto come etichetta indipendente in un mercato discografico in costante mutamento?

La prima cosa è divertirsi facendo quello che si fa e fortunatamente io lo faccio ancora oggi! La seconda, in un mondo dominato dalle Major, noi etichette indipendenti ci dividiamo quello che rimane. Così, le cose che si possono fare sono due: o si chiede la possibilità alle major di avere la licenza sui loro prodotti, con il rischio che passati due/tre anni non rimanga più nulla o ci si producono le cose in solitaria. Ho preferito la seconda ipotesi e ho deciso così di costruire un catalogo ricco e variegato. Questo ci ha dato solidità nel tempo e possibilità di resistere al cambio delle regole. Ci riteniamo così una piccola alternativa alle Major!

Marco Rossi e Patty Pravo
Patty Pravo e Marco Rossi

Capire l’evolversi del mercato, un altro dei segreti…

Sicuramente sì! Per noi è stato importante capire l’evolversi del mercato e passare ad esempio da un mercato fisico alle licenze per la musica. Possono cambiare i supporti, ma l’importante è il contenuto, l’importante è la musica. Abbiamo così capito che era diventato necessario puntare a controllare i diritti. Solo così sì può rimanere in un mercato in costante mutamento.

In questi trent’anni tanti sono gli artisti con cui ha lavorato e con cui ha condiviso delle esperienze. La domanda sicuramente è un po’ cattiva, ma c’è un personaggio che porta nel cuore in particolare?

È difficile rispondere a questa domanda. Sono tanti gli artisti con cui ho condiviso esperienze e lavori meravigliosi. Lì amo tutti quanti. Se devo sceglierne però uno, dico Al Bano. Lui è una persona di cuore, è stato fantastico lavorare con lui. Una persona di un’umanità unica.

Tanti gli obiettivi realizzati, ma c’è ancora un sogno nel cassetto per l’Azzurra Music?

Intanto direi di arrivare a festeggiare i quarant’anni, poi vediamo quello che succederà. Spero però che l’Azzurra Music possa continuare ad esserci anche dopo di me. Dal punto di vista artistico invece, ho ancora tantissimi obiettivi e tantissimi artisti con cui voler lavorare. Quindi chissà cosa riserverà il futuro.

Marco Rossi, Rettore e Claudio Rego
Marco Rossi, Rettore e Claudio Rego

Come sono stati per lei questi trent’anni?

Di grande soddisfazione personale e artistica. Ci sono stati momenti indimenticabili e ci sono stati momenti difficili, ma lì abbiamo sempre superati. Sono stati anni di orgoglio e di grande ricerca sul campo. Sono felice della storia che è stata fino ad oggi e spero che continuerà così questa fantastica avventura.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

Peco: “Lenzuolo” l’ultimo singolo, un nuovo brano che ci invita ad esplorare le pieghe più nascoste dell’intimità

Peco - Lenzuolo - Cover
Peco – Lenzuolo – Cover

Il giovane cantautore romano Peco ritorna con un nuovo brano “Lenzuolo”, il suo ultimo singolo, è un’ode alla sensualità nascosta e alla complessità delle relazioni, in cui due corpi si fondono sotto un velo che separa i protagonisti dalla realtà esterna.

Attraverso una melodia che unisce delicate sonorità indie e influenze pop-punk, Peco racconta una sensualità che si rivela superflua, bloccata da una barriera sottile ma insormontabile che separa l’apparenza dalla verità. Il lenzuolo, simbolo di protezione e di separazione, diventa il teatro di un dialogo muto, fatto di gesti e sensazioni, ma privo di quella connessione profonda che si estende oltre il mero atto fisico.

“Lenzuolo” è un’esperienza sonora che si intreccia con l’arte visiva, creando un dipinto sonoro in cui ogni nota e ogni parola evocano immagini potenti e suggestive. Peco, con la sua abilità di mescolare nel suo percorso artistico musica e pittura, continua a dimostrare una capacità unica di trasformare i pensieri in veri e propri capolavori sensoriali.

Un singolo che si inserisce perfettamente nel percorso artistico di Peco, che ha sviluppato una visione profonda e riflessiva della musica, influenzata dalla sua esperienza come pittore e dalla sua continua ricerca di nuove forme di espressione artistica.

Peco: “Lenzuolo”, un viaggio intimo tra sogno e realtà 1
Peco:

Peco, nome d’arte di Davide Pecorelli, è un artista romano classe 2004 che ha iniziato il suo percorso musicale all’età di sette anni con le prime lezioni di pianoforte. Nel corso degli anni ha sviluppato una prospettiva unica e visionaria sulla musica unendola all’arte pittorica.

Durante il periodo del Covid, ha affinato ulteriormente il suo stile, combinando le sue idee musicali con un gusto estetico a 360°. La sua musica si traduce in vere e proprie immagini, dando vita a dipinti sonori che raccontano storie ed emozioni. A novembre 2023 pubblica il suo primo singolo “Polline” per Indieffusione, seguito da “Lenzuolo”.

Peco: “Lenzuolo”, un viaggio intimo tra sogno e realtà 2
Peco

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

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