Mannarino annuncia il tour estivo: “Corde 2023”, i protagonisti di “Corde” sono appunto le chitarre e gli strumenti a corda

Mannarino annuncia il tour estivo: "Corde 2023"
“Corde 2023” Mannarino annuncia il tour estivo

Alessandro Mannarino è un compositore e cantautore romano, noto al pubblico semplicemente come Mannarino. L’artista ha all’attivo cinque album in studio.

“Bar della rabbia”, uscito nel 2009, è il primo album di Mannarino: un successo secondo la critica e apprezzatissimo dal pubblico, e certificato disco di platino dalla Fimi.

In “bar della rabbia” è contenuta “Me so’ mbriacato”, la canzone più popolare e amata dell’intero repertorio di Mannarino: sono più di 48 milioni gli stream del brano su Spotify e 39 milioni le visualizzazioni su YouTube.

“Me so’ mbriacato” è rimasta nel cuore degli italiani, e continua a farli ballare e divertire, anche a distanza di 14 anni.

A “Bar della rabbia” sono seguiti “Supersantos” (2011), “Al monte” (2014), “Apriti cielo” (2017) e “V”, ultimo album di Mannarino, pubblicato nel settembre del 2021 e preceduto dai singoli “Africa” e “Cantarè”.

L’artista ha da poco terminato il tour “Mannarino Live 2022”, conclusosi con una grande data evento presso l’Arena di Verona il 28 settembre.

Nel periodo del tour 2022 Mannarino si è esibito per la prima volta all’estero, rappresentando l’Italia e Roma a Barcellona, in occasione de “La Mercè”, il più importante evento musicale della città.

Mannarino annuncia il tour estivo: "Corde 2023" 2
Mannarino (Foto di Magliocchetti)

“Corde” è un tour che si differenzia dai normali live del cantautore poiché i protagonisti di “Corde” sono appunto le chitarre e gli strumenti a corda.

Nelle date di “Corde” Mannarino si esibisce in acustica, senza band o basi, accompagnato solo da chitarristi.

“Corde 2023” è la terza edizione del tour acustico: la prima risale al 2013 e la seconda al 2015.

Entrambe le edizioni passate hanno riscosso grande successo, come dimostrano i feedback positivi del pubblico e le vendite dei biglietti per le date, tutte andate sold out.

Nella prima edizione di “Corde” del 2013 Mannarino è stato accompagnato sul palco dai chitarristi Fausto Mesolella, Tony Canto e Alessandro Chimienti.

In occasione di “Corde 2015” Mannarino ha riproposto il medesimo format, ma lo ha arricchito: le protagoniste assolute sono ancora una volta le corde, ma alle chitarre ha aggiunto contrabbasso, violoncello, sega sonora e violino.

L’artista, riferendosi a “Corde 2015” ha dichiarato: “Quello che cercherò di fare sarà soprattutto far risuonare le corde profonde degli spettatori, attraverso quei suoni organici e vivi che escono dalle vibrazioni dei legni e di chi li suona.

Uno strumento biologico, come una chitarra, un tamburo o un violino, somiglia molto a un corpo umano: Teme il freddo e il caldo, parla piano e urla forte, a cantare a piena voce e sa anche sussurrare.

Questi pezzi di legno, pelle e corde si incastrano bene con gli esseri umani e sono strumenti in grado di tradurre meglio di altri l’anima in suolo”.

Mannarino annuncia il tour estivo
Mannarino annuncia il tour estivo: “Corde 2023”

Anche per “Corde 2023” il cantautore ha anticipato delle novità.

Nel post Instagram (@mannarino) con cui ha annunciato ai fan la nuova edizione del tour Mannarino ha scritto: “I miei brani in formato Corde, come nel 2013 e nel 2015, stavolta ancora diversi con una formazione sublime, vibrazioni di legno, corde e anima”.

Il primo concerto di “Corde 2023” si terrà il 16 giugno a Roma, a seguire altre 12 date in tutta Italia.

Il tour è prodotto e organizzato da Vivo Concerti.

I dettagli degli appuntamenti di “Corde 2023” e i biglietti sono disponibili sul sito vivoconcerti.com.

Articolo a cura di Davide Esposito

Trip – Un viaggio nel suono– il viaggio infinito di Claudio Coccoluto

Claudio Coccoluto: Trip - “Un viaggio nel suono”
Claudio Coccoluto

Sono passati due anni dalla scomparsa del DJ Claudio Coccoluto, ma la sua musica vive nelle sue opere e nelle persone che ha fatto ballare nella sua lunga carriera.

Masterizzato dall’amico Alex Picciafuochi e promosso in collaborazione con Giuseppe D’Alessandro di Apparel Music, l’album contiene 10 tracce inedite di cui 2 versioni di Carillontron, uno tra i brani più cari a Claudio.

TRIP – Un viaggio nel suono è disponibile dal 2 marzo su tutti gli store digitali e fisici in formato edition picture disc ed in una limitatissima edizione di 100 copie in musicassetta.

In realtà, parlando con Gianmaria, figlio del compianto Claudio Coccoluto, emerge chiaramente che Trip è qualcosa di più di un semplice album.

“La composizione dei brani pubblicati, infatti, racchiude oltre dieci anni di lavoro dell’artista”, racconta emozionato Gianmaria.

Si tratta di un vero e proprio viaggio nel suono, che il DJ avrebbe voluto pubblicare, ma a volte non c’è il momento perfetto per fare qualcosa, e cosi la vita prende il sopravvento con le sue sfumature e decide al posto nostro.

In questi anni Gianmaria si è interrogato più volte su quale fosse la cosa giusta da fare, si è chiesto se pubblicare le tracce e, nel caso, quali scegliere.

Nasce così l’esigenza di interpretare il copioso lascito dell’artista. Gianmaria si rivolge agli amici fraterni del padre e ai sui colleghi, cercando la liaison tra le opere in archivio e chi sapesse trovarne la giusta chiave di lettura per valorizzarle.

Un lungo lavoro di ascolti e confronti, ma soprattutto una gioia per il figlio dell’artista nell’ascoltare ancora una volta le melodie composte dal padre.

Si concretizza quindi l’idea di pubblicare una raccolta di opere prodotte dell’artista nella sua lunga carriera, traportando l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio infinto nella musica.

Claudio Coccoluto: Trip - “Un viaggio nel suono”
Trip

“Riascoltare la prima traccia dell’album, a distanza di anni, è stata un’emozione enorme. Ero in studio con Giancarlino (socio di Claudio Coccoluto, ndr) e parte Carillontron. Iniziamo a piangere”, racconta commosso Gianmaria.

È un brano che racconta tanto del padre, della sua visione della musica, ma soprattutto della sua continua ricerca della “giusta melodia” che ti prende, che scuote l’anima. “Ascoltare quel brano è stata una spinta a proseguire, a realizzare l’album, a renderlo realtà”, aggiunge il figlio dell’artista.

Claudio Coccoluto, oltre ad essere stato un talentoso DJ, è stato anche un musicologo, in primis legato alla “fisicità” della musica, collezionando strumenti musicali e dischi, ma anche un musicista innovativo, aperto al mondo, e ciò traspare nelle sue composizioni.

Le sue opere sono il frutto di intense ricerche e sperimentazioni, che gli hanno dato il privilegio di annoverarlo tra i migliori del suo genere, un figura trasversale, un punto di riferimento per la sua categoria.

Un artista eclettico, rispettato ed ammirato, che nell’ultimo periodo della sua vita ha voluto staccarsi dall’etichetta di Producer, accarezzando l’idea di diventare un musicista a tutto tondo.

“Trip è stata una missione che silentemente mio papà mi ha lasciato”, conclude Gianmaria. Un viaggio nel suono che afferma e accentra totalmente il suo eclettismo artistico come musicista/compositore anche al di fuori dei dancefloor notturni.

L’album fa parte del più ampio progetto Infinito, una serie di release che raccolgono tutta l’eredità delle registrazioni lasciate dal DJ Italiano al figlio Giammaria che saranno pubblicate negli anni a venire, continuando a ricordare la figura dell’artista attraverso la sua musica ed il contributo apportato al panorama elettronico internazionale.

Articolo a cura di Davide Esposito

Patrizia Cirulli ha recentemente pubblicato “Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica”  un omaggio a una delle figure più significative della storia del nostro teatro

Patrizia Cirulli canta Eduardo De Filippo
Patrizia Cirulli canta Eduardo De Filippo

Patrizia Cirulli è una cantautrice, compositrice, autrice di Milano, dalla voce “insolita e straordinaria”- come l’ha definita Lucio Dalla. Per tre volte finalista al Premio Tenco e per tre volte vincitrice del Premio Lunezia, ha collaborato con vari artisti, fra cui Sergio Cammariere, Mario Venuti, Fausto Mesolella, Vince Tempera, Pacifico, Sergio Múñiz.

Nel 2012 pubblica il disco “Qualcosa che vale”, rilettura in chiave acustica dell’album “E già” di Lucio Battisti, in cui suonano 14 fra i migliori chitarristi italiani come Fausto Mesolella, Luigi Schiavone, Paolo Bonfanti, Massimo Germini, Carlo Marrale.

Nel 2016 pubblica “Mille baci” (Egea Music) album finalista al Premio Tenco 2016, vincitore del Premio Stilnovo nell’ambito del Premio Lunezia 2016 e vincitore del Premio La musica della poesia nell’ambito del Premio Bianca D’Aponte 2016.

In questo album Patrizia ha musicato e interpretato in forma canzone poesie di grandi autori (Quasimodo, Merini, d’Annunzio, Pessoa, Catullo, Garcia Lorca, De Filippo, Kahlo e altri).

Due anni dopo pubblica “Sanremo d’Autore” (Egea Music), album finalista al Premio Tenco, in cui Patrizia ha reinterpretato alcuni brani che hanno partecipato al Festival di Sanremo.

Nel 2020 ha pubblicato una sua personale versione acustica del brano di Achille Lauro “C’est la vie” e nel dicembre 2021 Patrizia ha scritto il suo primo libro di poesie dal titolo “Sola di fronte al mare” edito da Pluriversum Edizioni con prefazione di Alessandro Quasimodo.

Recentemente ha pubblicato L’album “Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica” che è una trasposizione in musica di dieci poesie di Eduardo De Filippo, un omaggio a una delle figure più significative della storia del nostro teatro.

L’album, realizzato sotto la direzione musicale di Marcello Peghin e la consulenza artistica di Mimmo Paganelli e edito da Squilibri Editore, spazia tra generi diversi: dal folk alla canzone d’autore.

Il disco contiene una nota introduttiva a firma di Pasquale Scialò e alcune immagini dei dipinti di Beppe Stasi.

Venerdì 21 aprile la cantautrice Patrizia Cirulli sarà in concerto all’Auditorium Novecento di NAPOLI (Via Enrico De Marinis, 4) per presentare live i brani del suo ultimo album “Fantasia, le poesie di Eduardo in musica (Squilibri Editore), disponibile in versione fisica, digital download e sulle piattaforme digitali (https://bfan.link/fantasia-7).

Inizio concerto ore 21.30. I biglietti sono disponibili su https://www.etes.it.

Patrizia Cirulli sarà accompagnata sul palco da Renato Caruso alle chitarre, Mattia Boschi al violoncello elettrico e Giuseppe Mazzotta alle percussioniLo stesso Renato Caruso aprirà la data proponendo due brani tratti dal suo ultimo disco “Grazie Turing.

In questa data saranno presenti due ospiti speciali, Fausta Vetere (NCCP) e Dario Sansone (frontman dei FOJA), che hanno duettato con Patrizia nel disco.

Hai abbracciato un progetto musicale difficile non solo perché hai portato le poesie in musica e affrontato la difficoltà del dialetto, ma complesso perché sei entrata in un mondo lontano rispetto alle tue radici milanesi. Come hai vissuto questo viaggio? 

È stato un incontro del “cuore”, mi viene da dire, un incontro magico.

La prima poesia di Eduardo che ho musicato si chiama “Quanno parlo cu te” e fa parte di un mio precedente album del 2016, “Mille baci”, dove ho musicato poesie di grandi poeti in forma canzone.

Da quel momento mi sono fortemente appassionata al mondo poetico di Eduardo, un mondo che ha risuonato con me, ho trovato delle corrispondenze molto vicine in qualche modo, nonostante la “distanza” della lingua non essendo io napoletana. Ma ho trovato un mondo all’interno del quale mi sono sentita a mio agio, un sentire a me familiare.

Patrizia Cirulli Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica - cover
Patrizia Cirulli Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica – cover

È un album nato per omaggiare Eduardo De Filippo, ma all’interno troviamo contaminazioni folk, note della saudate portoghese e canzoni d’autore.  Hai voluto dare una dimensione europea e cantautorale all’album? 

Eduardo è personaggio di fama internazionale, rappresentato in tutto il mondo.

Quando musico poesie per trasformarle in canzoni, mi metto in ascolto del testo, del suo significato, del suo suono, del vissuto emotivo che emana e da qui prende forma un’idea musicale che, in base agli elementi che ho descritto, va in una direzione piuttosto che in un’altra.

Le musiche sono nate così, seguendo unicamente la strada che mi ha indicato il testo e poi sono seguiti gli arrangiamenti del disco.

In alcuni video dei tuoi precedenti singoli come C’est la vie Official, “Il tuo amore” con Sergio Cammariere, Pitzinnos in sa gherra (solo per citarne alcuni) sei tu la protagonista in mezzo alla natura (mare, boschi, distese). Ora nei nuovi video, osservo dei paesaggi “quasi” dei quadri. È cambiata la tua prospettiva? 

Mi diverte molto girare i video delle canzoni, un’altra visione artistica che permette al brano di evocare, con le immagini, una serie di emozioni e impressioni.

Amo molto le immagini nella natura, soprattutto il mare, ma per i video mi relaziono poi con chi dirige i lavori dietro la macchina da presa, le idee nascono talvolta da me, talvolta dal regista e talvolta dallo scambio reciproco.

Hai cantato in spagnolo, in francese, in napoletano, in sardo (quello che ho visto). Esiste anche una Patrizia che canta in milanese? 

Anche in portoghese, inglese e romanesco!

Per ora non ho pubblicato nessun brano in milanese, ma talvolta mi diverto a canticchiare qualche vecchia canzone milanese, poi chissà, in futuro vedremo!

Come è nato il progetto con Sergio Múñiz, visto che lui tocca un genere musicale più pop rispetto al tuo? 

Sempre nel mio album “Mille baci”, dove ho musicato vari grandi poeti, c’è il brano “Deseo”, testo di Garcia Lorca.

Su questo brano mi piaceva l’idea di avere con me una voce maschile con cui duettare, meglio se la voce di un attore. Il brano è in spagnolo e il primo nome che ci è venuto in mente è quello di Sergio Múñiz, che è spagnolo, è un attore e ha anche la passione per la musica.

Gli ho proposto l’ascolto del brano ed ha accettato.

Il fatto che Sergio sia più “pop” non è stato certo un problema, non amo molto le etichette in generale, non metto confini e mi piacere anche fare cose talvolta diverse.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

Ro’Hara con “Filo d’oro” ci parla di liberta, della voglia di lasciarsi andare senza pregiudizi

Ro’Hara: la rinascita con "Filo d'oro"
Ro’Hara:

Dal 24 febbraio 2023 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Filo d’oro” (LaPOP), il nuovo singolo di Ro’Hara.

“Filo d’oro” è un brano pop soul energico, poetico e positivo, contaminato da suoni elettronici e momenti gospel.

Il pezzo parla di libertà, della voglia di lasciarsi andare senza pregiudizi e della fiducia che bisogna avere negli altri ma soprattutto in sé stessi.

La canzone è interamente scritta dall’artista, prodotta e mixata da Cristiano Norbedo presso “La Casetta Gialla Studio” di Trieste, con le chitarre di Nicolas Morassutto, le programmazioni ritmiche di Giona Rossetto ed il master di Ricky Carioti.

Spiega l’artista a proposito del brano: “Filo d’oro rappresenta la rinascita. Quando viviamo un momento difficile, buio e tormentato, il nostro filo è nero, sfilacciato come le nostre emozioni, ma soprattutto scollegato da tutto.

Per fortuna non è la fine: qualcosa o qualcuno riconosce il tuo dolore, stringe il proprio filo d’oro al tuo ed illumina la strada che avevi perso, facendoti ritrovare la salvezza.

Ognuno di noi ha il proprio filo d’oro, che ha scoperto o devo ancora scoprire, il tuo qual è?”.

Ro’Hara: "Filo d'oro" - cover
Ro’Hara: “Filo d’oro” – cover

Prima di “Filo d’oro” Ro’Hara ha pubblicato i singoli “Shalla” e “Sa di te”, il primo con un sound elettronico-dance e il secondo più crudo e acustico.

I due brani hanno un tema fondamentale in comune, ossia l’amore.  In “Shalla” viene affrontata la perdita della persona in un modo ironico e insegna a chi ha vissuto una storia tossica o sbagliata a ironizzarci su.

Ro’Hara

“Sa di te” è molto più profonda e dolorosa perché descrive il momento in cui si capisce che quella persona non fa più parte della tua vita.

È  il canto di chi deve convivere con il dolore e il tormento di quando finisce una storia.

Intervista a cura di Domenico Carriero e Vincenzo Salamina

I Måneskin annunciano il Rush! World Tour, dalle strade di Roma al Madison Square Garden

Måneskin - Live
Måneskin – Live

Dalle strade di Roma al Madison Square Garden, passando per X Factor, Sanremo, ed Eurovision: i Måneskin sono in continua ascesa e sono attualmente gli artisti italiani più ascoltati al mondo su Spotify.

La carriera musicale dei Måneskin si è rivelata promettente sin dalla loro partecipazione al talent show X Factor nel 2017, ma è grazie alla vittoria al Festival di Sanremo e successivamente all’Eurovision Song Contest 2021 con “Zitti e buoni” che il loro nome è ora noto a livello internazionale.

Nel 2021 i Måneskin hanno ottenuto il premio “Best Rock” agli MTV EMAs, diventando i primi artisti italiani a trionfare in una categoria internazionale.

A questo traguardo sono seguiti un primo tour internazionale e una nomination ai Grammy awards per la categoria “Best new artist”.

Il gruppo rock italiano vanta numerose candidature agli American Music Awards, tra cui “Canzone rock preferita” e “Favorite Trending Song” per Beggin’, traccia riconosciuta con il prestigioso Billboard Music Award.

A caratterizzare i Måneskin è la loro travolgente energia rock’n roll, che si manifesta al massimo delle potenzialità quando la band performa nei concerti.

Per i quattro giovani artisti le esibizioni live sono la parte migliore dell’essere musicisti: ogni concerto, infatti, è uno show diverso, durante il qual la band interagisce con il pubblico e si diverte sul palco.

Damiano, Victoria, Ethan e Thomas sono attualmente impegnati con il Loud Kids Tour EU: 32 date in Europa, di cui 30 già sold out, da febbraio a maggio 2023.

Måneskin Rush! - cover
Måneskin Rush! – cover

Conclusa la tournée europea, quest’estate i Måneskin hanno in programma cinque date negli stadi italiani: il 16 luglio apriranno lo Stadium Tour allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, il 20 e 21 luglio si esibiranno allo Stadio Olimpico di Roma, e il 24 e 25 luglio allo Stadio San Siro di Milano. La data del 24 luglio è già sold out.

Le altre date, invece, sono disponibili su vivoconcerti.it .

Il Rush! World Tour è stato annunciato il 15 marzo e avrà inizio il 3 settembre ad Hanover, in Germania, e proseguirà fino al 19 dicembre, data conclusiva del tour che avrà luogo a Manchester, nel Regno Unito.

Il tour prevede 29 date tra Europa, Canada e Stati Uniti, Sud America, Giappone, e per la prima volta Australia.

Tra le tappe del loro tour, di particolare importanza la data del 21 settembre al prestigiosissimo Madison Square Garden di New York, che ha visto in cartellone nel corso degli anni le più grandi star internazionali del panorama musicale.

Il Rush! World Tour prende il nome da “Rush!”, l’ultimo album dei Måneskin, uscito il 20 gennaio 2023. Il disco ha superato i 700 milioni di ascolti.

In particolare, tra i 17 brani dell’album, “The Loneliest”, “Supermodel” e “Gossip”, in collaborazione con Tom Morello, sono i singoli che hanno preceduto l’uscita di “Rush!”, e sono attualmente quelli più ascoltati al livello globale: “The Loneliest” ha superato i 167 milioni di stream su Spotify, “Supermodel” i 193 milioni e “Gossip”, l’uscita più recente, conta ora 46 milioni di stream.

La tournée è prodotta e organizzata da Vivo Concerti e i biglietti sono disponibili sul sito vivoconcerti.com .

Articolo a cura di Davide Esposito

Veronica Perseo, Marte & Venere il nuovo singolo della cantautrice e pianista cagliaritana

Veronica Perseo: Marte & Venere il nuovo singolo

Veronica Perseo, classe 1995, è una cantautrice, compositrice e pianista cagliaritana. All’età di 10 anni inizia a studiare pianoforte e solfeggio al Conservatorio di Cagliari, dove si laurea nel 2018.

Il suo percorso di formazione musicale, oltre al pianoforte, si basa sullo studio del canto moderno, della recitazione e della danza e su varie attività musicali formative.

Durante il 2017 apre diversi concerti di importanti cantanti e cantautori italiani quali Nicola di Bari, Cugini di Campagna, Silvia Mezzanotte, Don Backy, Fausto Leali, Cristiana Ciacci (figlia di LittleTony), Sandro Giacobbe e Gino Sant’Ercole, esibendosi e duettando con alcuni di loro.

Nel 2018 sale sul Palco del Teatro Ariston durante la 68°edizione del Festival di Sanremo, cantando con Michelle Hunziker e altre coriste durante un flash mob dedicato alle donne.

L’anno successivo partecipa e vince Tali e Quali, prima edizione Nip di Tale e Quale Show su Rai Uno, programma condotto da Carlo Conti, interpretando Lady Gaga in “Shallow”.

A seguito di questo trionfo fa il suo esordio nel mondo della musica a marzo 2020 con il suo primo singolo “Vivere a Metà”, uscendo poi negli anni con altri singoli quali “Estate Addosso”, “Enamorando”, “Ricomincio da me” e “Amanti Bastardi”.

Durante le estati dal 2020 al 2022 si esibisce come ospite al Festival del Cinema “FilmingItaly Sardegna”, condotto da Tiziana Rocca e trasmesso da Rai 2.

A febbraio 2022 Veronica torna nuovamente su Rai Uno a Tali e Quali 2022, in qualità di vincitrice della prima edizione e interpretando nuovamente Lady Gaga.

Attualmente insegna anche canto, pianoforte esegue alcuni influencer in qualità di vocal coach.

Il 24 marzo è uscito il nuovo singolo Marte & Venere”, brano prodotto da Andrea Piraz che Veronica ci racconta.

Veronica Perseo: Marte & Venere cover
Veronica Perseo: Marte & Venere cover

Nei tuoi precedenti singoli c’eri sempre tu nei video. In questo nuovo lavoro perché hai scelto un’immagine fissa/statica del pianeta Marte, dove non c’è vita?

Non sono un’amante degli schemi e delle cose che si ripetono ciclicamente. Solitamente, anzi, amo rompere gli schemi e provare a dare delle risposte diverse a quello che mi accade.

Ho provato a lasciare un’immagine statica per rompere lo schema del videoclip che tutti si aspettavano, ma anche per poter far in modo che ci si concentrasse solamente sull’ascolto e sulla canzone, proprio per il suo significato.

In questo singolo hai portato (mi pare) arrangiamenti nuovi, dei cori, qualche suono elettronico, un sound più hip pop. E ‘una nuova forma di sperimentazione?

Ho voluto fare qualcosa di diverso per sperimentare musicalmente suoni più leggeri che permettessero di veicolare il messaggio in modo molto diretto e chiaro. Mi sono divertita e appassionata in questa nuova veste.

Come è nato il testo di questo brano. Mi racconti?

Il brano è nato da un’esperienza personale, ma che ho scoperto essere un tema molto presente nelle relazioni di oggi, con i social che spesso ci allontanano dalla realtà e dalle persone che amiamo.

Scrissi questa canzone per Annalisa, pensando che fosse molto vicina alla sua musica e a quello che lei racconta nelle sue canzoni.

Ma non sempre le stelle si allineano e questo pezzo per me era veramente importante, non volevo che rimanesse inascoltato e così ho deciso di pubblicarlo.

Stai pensando ad album per raccogliere i singoli precedenti assieme a Marte&Venere? 

Non credo sia ancora il momento per un album, mi piace pensare che ogni pezzo faccia un suo percorso, che abbia una sua Alba e un suo tramonto, e vivere il momento presente prendendo decisioni che vengono dalla pancia e non razionali o schematiche. Chissà cosa succederà per i prossimi brani!

 

Veronica Perseo: Marte & Venere
Veronica Perseo

Prossimi live e progetti futuri?

Per il momento mi sto ancora organizzando su varie date live e ho davvero tanti progetti. Inoltre, sono molto impegnata sull’insegnamento, in quanto sono diventata vocal coach e insegnante di piano sia a Cagliari che a Milano.

Ho intrapreso anche questa strada perché mi piacerebbe trasmettere anche agli altri questo amore infinito per la musica.

Articolo a cura di Raffaele Specchia 

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Agorà: il singolo “La più bella del mondo” il brano sottolinea l’estremo bisogno di bellezza

Agorà: il singolo "La più bella del mondo" presentato a Casa Sanremo
gli Agorà a Casa Sanremo

Pier Davide Cappelletti, frontman del gruppo veronese Agorà, parla del loro nuovo singolo “La più bella del mondo”.

Il brano, intriso di romanticismo pop, sottolinea l’estremo bisogno di bellezza per affrontare l’aberrante società contemporanea, intrisa di violenza e di corruzione.

“Con questo brano – dicono gli Agorà – abbiamo voluto l’idiosincrasia tra la realtà e la vita.

Ad una quotidianità mortifera in cui regna la paura, il denaro e la violenza, abbiamo voluto rispondere con un grido del cuore che inneggia al contatto con l’altro, alla ricerca dell’essenza nell’unione erotico-sentimentale con chi ci completa e, di conseguenza, rende il mondo un posto migliore perché, in questo piccolo angolo di terra, in una stanza d’appartamento, nel talamo dell’ esaltazione dei sensi, possiamo riscoprire il piacere della vita, possiamo riscoprire la bellezza dello stare insieme.

Agorà La più bella del mondo - cover
Agorà La più bella del mondo – cover

Il nostro percorso sulla terra è limitato, il tempo che abbiamo meglio passarlo a fare l’amore, invece di perdersi in inutili diatribe.”

“La più bella del mondo” è il quarto singolo della band veneta, dopo “Le tue Clarks” (2020), “Siamo tutti qui” (2021) e “Selvaggia” (2022).

Il pezzo è stato presentato ufficialmente a Casa Sanremo Live Box nel cuore pulsante della musica italiana, durante la settimana festivaliera.

Agorà: il singolo "La più bella del mondo"

E Sanremo è stata il teatro delle scene di vita catturate dagli Agorà e riversate nel video de “La più bella del mondo”: un mosaico di momenti, incontri, strette di mano ed esibizioni che il gruppo veronese ha deciso di immortalare nel video che possiamo apprezzare su YouTube.

Gli Agorà sono degli “estremisti del cuore” con la voglia di diffondere nelle varie piazze questa rivoluzione del sentimento; nelle piazze, appunto, come il nome della band che è stato scelto per sottolineare l’importanza dei bar e delle varie agorà di oggi quali luoghi cardine del legame e dell’incontro.

Intervista a cura di Domenico Carriero e Vincenzo Salamina

Marco Mengoni, vincitore del Festival di Sanremo 2023, rappresenterà l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest con il brano “Due vite”

Marco Mengoni Due Vite - cover
Marco Mengoni Due Vite – cover

L’evento si terrà a Liverpool dal 9 al 13 maggio e raccoglierà le performances di 37 artisti provenienti da tutta Europa e non solo: gareggiano infatti anche Australia, Azerbaijan e Israele.

L’esibizione di Mengoni è prevista per il 13 maggio, serata conclusiva dell’Eurovision, che andrà in onda anche su Rai Uno.

Il cantante parteciperà con “Due Vite”, il brano che lo ha portato alla vittoria del Festival di Sanremo.

Il testo del brano è stato leggermente modificato per rientrare nei tre minuti di durata prescritti dal regolamento Eurovision: le modifiche hanno interessato il ritornello e alcune strofe, che hanno subito piccoli tagli.

La versione ufficiale del nuovo testo è ora disponibile in italiano e in inglese sul sito Eurovision.tv .

Liverpool 2023 non è il primo Eurovision per Marco Mengoni.

Nel 2013 ha partecipato al contest a Malmö, posizionandosi settimo nella classifica finale con il brano “L’essenziale”.

Da allora Mengoni ha proseguito la sua carriera con successo in Italia e in Europa. Ha finora pubblicato sette album e collezionato sessantanove dischi di platino.

L’ultimo progetto in studio del cantante è “Materia”, un album-trilogia, di cui sono già state pubblicate le prime due parti, “Materia (Terra)” e “Materia (Pelle)”. Il terzo e ultimo capitolo di “Materia” non è ancora disponibile per il pubblico, ma avrà come lead single la versione Eurovision di “Due Vite”.

Marco Mengoni due vite
Marco Mengoni

Il brano “Due Vite”, scritto da Marco Mengoni, con Davide Petrella e Davide Simonetta, è stato scelto dallo stesso Mengoni per gareggiare all’Eurovision.

La ragione per cui la sua scelta è ricaduta proprio su “Due Vite” risiede nel significato della canzone: “Due Vite” è un racconto autobiografico che invita ad una riflessione sulla vita, sui momenti che la scandiscono e sui sentimenti che la colorano.

Con le parole di Mengoni:  «Ho scelto Due vite” perché voglio portare me stesso su quel palco, e questo brano è una riflessione a cui tengo molto e mi piace l’idea che arrivi a così tante persone, anche con un background culturale e musicale così diverso dal mio, non vedo l’ora: è un viaggio intimo, un invito rivolto a tutti noi ad accettare quello che la vita ci offre perché tutto quello che viviamo ci serve per crescere e va accettato, senza ripensamenti, rimpianti, senza se e senza ma».

 Sul sito ufficiale di Eurovision “Due Vite” viene presentata come una canzone d’amore che fa piangere il cuore, e che farà commuovere Liverpool.

Il singolo è stato certificato disco di platino a sole due settimane dal trionfo al Festival di Sanremo e conta attualmente più di 33 milioni di stream su Spotify e 39 milioni di visualizzazioni su Youtube.

Marco Mengoni all’Eurovision con due vite
Marco Mengoni

“Due Vite” mantiene saldamente la sua posizione nella top 10 della playlist Top 50 Italy curata da Spotify.

Il brano ha raggiunto posizioni apicali anche nelle classifiche iTunes Europee. Infatti, nella settimana di lancio il singolo è subito salito al primo posto in Italia, Svizzera, Slovenia e Lussemburgo e in top 10 in Belgio, Francia, Germania, Romania, Spagna e Slovacchia.

In vista dell’Eurovision Song Contest Marco Mengoni ha in programma un tour europeo: il 24 aprile sarà live a Parigi, il 25 aprile a Bruxelles, il 27 aprile a Francoforte e il 29 aprile concluderà il tour a Zurigo.

“Marco Mengoni: Live in Europe” è organizzato da Live Nation e i biglietti sono disponibili su Livenation.it.

Articolo a cura di Davide Esposito

Marco Ferazzi il cantautore di testi, debutta e racconta “Cosmonauta”, un album costruito in viaggio

Marco Ferazzi, debutta e racconta "Cosmonauta"
Marco Ferazzi, debutta e racconta “Cosmonauta”

Autore di canzoni e Cantautore italiano di Cardano al Campo, in provincia di Varese, Marco Ferazzi si diploma al Centro Europeo di Toscolano di Mogol come Autore di testi ed Interprete di musica leggera.

Al CET è anche assistente ai corsi, affiancando Giada Amadei ed Oscar Prudente nelle lezioni.

Inizia a proporre i suoi brani e nel 2012 con il testo della canzone “Tonno in scatola” vince il 2° premio nella categoria “Autori di testi di canzoni” al premio nazionale di narrativa “Ioracconto” tenutosi a Firenze.

Sempre con la stessa canzone raggiunge le semifinali del Festival dei Castelli Romani e la finale del “Premio Donida”.

Raggiunge nuovamente la finale del “Premio Donida” nel 2013 con la canzone “PRIMULE” e partecipa al Reset Festival di piazza Vittorio a Torino.

Inizia  nel 2015 la collaborazione con l’etichetta indipendente Sottotetto Lab di Fabrizio Sparta con il suo primo singolo, “L’AFA”.

Nel 2016 vince il Mestolo d’Argento come primo classificato al “Festival del Brodino” di Torino.

Esce nel 2017  il suo primo album, con la formazione dei “Monicavitti” (-in onore della leggendaria attrice – con Renzo Varetta alle tastiere e Stefano Iuso al basso) che si intitola, appunto,Tonno in scatola”.

Nel 2018/19 i tre cambiano il nome della formazione in “FITZROVIA” e lavorano ad un nuovo progetto che purtroppo, a causa dello stop pandemico, non vedrà la luce.

Nel 2020, sempre per Sottotetto_Lab e con la Produzione di Stefano Iuso decide di iniziare a lavorare al suo primo progetto come solista, che si intitolerà “COSMONAUTA” ed uscirà nel corso del 2023.

Il primo singolo esce nel giugno del 2021 e si intitola “BABELE” Sempre nel 2021, con Babele, è in finale nella “Sezione Testo Canzone” al Concorso Letterario Nazionale “Premio InediTO – Colline di Torino”.

Nel novembre 2021 esce come podcast un suo progetto parallelo, “Jelly Beans Caramelle di Spoken Word”, ovvero brevi componimenti poetici su base musicale.

Marco Ferazzi - Totem cover
Marco Ferazzi – Totem cover

Scopriamo Marco Ferazzi a bordo del suo “Cosmonauta”

 Ascoltando le tue canzoni si viene colpiti dalla tua scrittura molto particolare, ricercata e a tratti onirica. È una tua estrazione quasi poetica oppure una visione del mondo che porti in musica?

Io nasco come Autore di testi. Le parole nelle canzoni per me hanno sempre avuto un’importanza particolare. Le “vedo”, letteralmente, prima di percepire la musica. Nel tempo ho poi scoperto anche l’importanza della musica e della melodia, poiché, ovviamente, si tratta di canzoni.

Ma io mi sento principalmente un “illustratore di testi”, mi piace disegnare e comporre immagini con le parole. Le parole però hanno anche il compito di decodificare il mio mondo interiore.

Negli anni ho ricercato una cifra stilistica che potesse soddisfare la mia necessità di raccontarmi in modo onesto e non scontato.

È una ricerca che è ancora in divenire, ma finalmente riesco ad essere abbastanza soddisfatto di quello che scrivo e di come lo presento.

Nei miei testi includo avvenimenti del mio passato, sensazioni attuali oppure sperimentate, però c’è anche spazio per il sogno ed il subconscio, ecco perché mi fa molto piacere che tu abbia utilizzato la parola “onirica” nella domanda.

Nella mia scrittura, cerco di trovare un equilibrio tra tutti questi elementi

Ci racconti il singolo “Totem”. Cosa significa?

Il Totem è il guardiano delle mie radici, la sentinella di un tempo lontano, che però è contemporaneamente presente dentro di me.

È il simbolo dell’universo umano e culturale nel quale sono cresciuto. È un entità/ guida che io evoco; sebbene a me piaccia “contaminarmi” e perdermi per il mondo, mi ricorda da dove vengo, e mi aiuta a restare saldo, mi orienta.

Neon Monnalisa - brano di Marco Ferazzi - art. Stefano Iuso
Neon Monnalisa – brano di Marco Ferazzi – art. Stefano Iuso

Neon Monnalisa è un altro singolo molto particolare, dove nel video compare una donna in quadro al neon. Nella canzone si parla di un viaggio in taxi. Cosa rappresentano i neon in questo singolo?

La scena di Neon Monnalisa si svolge di sera in una grande città europea. È un incontro realmente accaduto, perciò nella mia memoria sono rimasti questi neon, queste luci che ci giravano intorno in continuazione.

Il viaggio in taxi per arrivare a destinazione, e lei che veniva continuamente illuminata e cambiava continuamente colore. Da tempo avevo in mente di utilizzare la parola “Monnalisa” in una canzone, partendo dal titolo.

Quando mi sono ricordato di questo episodio, tra l’altro, ho pensato anche che “Neon” e “Monnalisa” fossero due parole che si sposassero bene assieme, proprio come suono, come immagine.

A tal proposito vorrei approfittarne per citare l’Autore della bellissima copertina, che si occupa anche della produzione dei miei brani e non solo, Stefano Iuso.

Neon Monnalisa è una canzone che parla di transitorietà

L’album Cosmonauta che uscirà nel 2023 come è nato? Perchè questo nome? Sarà un album sussurrato o ci sono anche pezzi rockeggianti?

Ci sono diverse ragioni che mi hanno portato a voler chiamare il nuovo album “Cosmonauta”. Innanzitutto, io mi sento un po’ un esploratore in transito.

Nella canzone “Pleiadi” esprimo chiaramente il mio pensiero: “Siamo Cosmonauti in viaggio/ siamo sfumature di passaggio”.

Poi, come sai, faccio l’Assistente di Volo da vent’anni oramai; quindi, il fatto di stare quasi quotidianamente a 12.000 metri di altezza ha certamente contribuito.

Il suono della parola stessa mi piace molto: mi piace ripeterla, mi piace pronunciarla e il mondo della Cosmonautica è un mondo che mi ha sempre affascinato.

L’album sarà un album pop cantautorale, che lascerà più spazio all’introspezione. La mia anima musicale ha però anche robuste gradazioni rock; quindi, in futuro potremmo dare risalto a quest’ altro genere di sfumature.

Marco Ferazzi, debutta e racconta "Cosmonauta"
“Cosmonauta”

Hai dei live prossimamente?

Stiamo organizzando ora alcune date per la primavera e la prossima estate. La prima data in programma sarà allo “Sciurus” del Parco Bassetti di Gallarate sabato 22 aprile 2023 in occasione della “Giornata Mondiale della Terra”, dove, dalle 16.00 in poi, presenteremo in versione acustica i brani di “Cosmonauta” ed anche alcune “Jelly Beans”, cioè l’altro mio progetto di Spoken Word, ovvero piccoli componimenti poetici su base musicale (già presenti come podcast su Spotify).

Contatti social:

https://www.instagram.com/ferazzimarco/

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https://open.spotify.com/artist/02tiKCoypONcvqUXcpGkMM

Articolo a cura di Raffaele Specchia

Mon Âme: il nostro bisogno d’amore. Fabio D’Elia  e Francesco Albanese sono i Mon  Âme, indie rock band salentina

Mon Âme: il nostro bisogno d'amore
Fabio D’Elia  e Francesco Albanese

Mon Âme il loro nome tradotto dal francese significa “la mia anima” e in queste tre parole è racchiusa l’essenza del progetto musicale, ossia riportare nelle canzoni tutte le loro più intime emozioni, sentimenti ed esperienze, come nell’ultimo omonimo brano e nel precedente “Divano”.

Nell’intervista ci rivelano che il nome della band prende proprio il nome dal titolo del loro singolo, “Mon Âme”, prodotto da Andy Milesi ed uscito lo scorso 8 febbraio, e non viceversa come si potrebbe pensare.

Mon Âme artwork
Mon Âme artwork

Il brano parla del bisogno di amore che abbiamo tutti: che l’amore stesso, nella più ampia accezione del termine, possa salvare il mondo è la loro filosofia di scrittura.

Il precedente singolo prende il titolo dal divano della loro sala prove, luogo di chiacchierate tra una pausa e un’altra, discorsi e confessioni che scivolano anche verso le storie di vita, quelle più introspettive: esperienze personali di infanzia, i propri genitori, gli amori finiti male.

Fabio e Francesco hanno quindi messo insieme un testo fatto di tanti pezzi, come un puzzle, ognuno figlio di quelle esperienze passate.

Il brano è accompagnato da un videoclip che vuole rappresentare il viaggio simbolico di Fabio e Francesco che li ha portati alla fondazione del duo.

Un viaggio fatto di amicizia e, soprattutto, passione per il rock. Ma cos’è il rock per la band salentina? Come ascolterete nell’intervista, per i Mon Âme il rock è “buttare fuori quello che senti dentro, dalla rabbia all’amore” e “fare quello che ti va di fare”.

Mon Âme: il nostro bisogno d'amore 2

I suoni dei Mon Âme, prettamente british e scuri della chitarra, dove si intrecciano noise e melodia in un abbraccio indissolubile, sostenuti dalla potenza ritmica della batteria, si amalgamano ai testi ermetici e introspettivi dando vita alla loro “letteratura rock”.

Il duo sta lavorando ad un concept album che uscirà nei prossimi mesi.

Intervista a cura di Domenico Carriero e Vincenzo Salamina

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