Paola e Chiara: luce e glitter per essere inclusivi
Paola e Chiara, le sister della musica italiana sono tornate al grande successo portando con loro glitter, luce e un messaggio di inclusione
Paola e Chiara, le sister della musica italiana, tornate dopo dieci anni con un’aura glitterata e scintillante, sono ambasciatrici di diversità e inclusione continuando a ispirare con la loro musica e con il loro messaggio di libertà, positività e unicità, portando gioia a milioni di fan. E ce lo confermano in questa intervista realizzata prima delle prove per “La Notte Gialla” a Chieti Scalo lo scorso 14 settembre.
A distanza di dieci anni, Paola e Chiara si sono riunite e noi non aspettavamo altro. Le abbiamo manifestate sui social, nelle serate con gli amici, cantando al karaoke. E loro, nel 2023, hanno realizzato il nostro desiderio: sono tornate, circondate da un’aurea glitterata e scintillante, che affacciandosi alla luce crea 5 milioni di colori, come i loro dischi venduti.
Paola e Chiara, eccole, il duo musicale italiano che ha saputo conquistare il pubblico con il loro stile unico e le loro performance scintillanti. I glitter e la luce sono gli elementi che caratterizzano la loro immagine e i loro spettacoli, simbolo dell’energia e la vitalità che trasmettono anche attraverso la loro musica. I glitter, segno della voglia di brillare e di distinguersi, il tocco di magia che rende ogni loro esibizione speciale. La luce, invece, simbolo di positività e la speranza, che illumina i loro nomi creando un’atmosfera calda e gioiosa.
Ma Paola e Chiara non sono solo sinonimo di spettacolo e divertimento. Negli ultimi anni, sono state anche ambasciatrici di temi importanti come la diversità e l’inclusione. Attraverso la loro musica e le loro dichiarazioni pubbliche, hanno celebrato la gioia di tutte le diversità e di tutte le unicità.
Paola e Chiara incoraggiano i loro fan a celebrare la propria unicità e a vivere senza paura di essere giudicati. Con testi che parlano di libertà e di abbattere le barriere, il loro messaggio di inclusione è chiaro e potente: “Furore”, “Solo Mai”, “Mare Caos” e la recente “Festa Totale” ne sono la dimostrazione.
Articolo a cura di Vera Nabokov
Intervista a cura di Domenico Carriero
Calmo, con “Snorkelin’” per “affittare il mare”
È uscito Snorkelin’, il nuovo singolo di Calmo, il brano apre un nuovo capitolo artistico dopo il recente EP “Pezze di me”
È uscito Snorkelin’, il nuovo singolo di Calmo, cantautore napoletano il cui stile è una commistione pop tra diversi generi musicali, in particolare l’R&B e l’indie italiano.
Scritto e prodotto da Calmo, il brano racconta una coppia che sta bene solo fuori dalla quotidianità, magari nel mare con boccaglio e maschera, tra i pesci.
Lo slogan del ritornello “affittiamoci il mare” è la proposta al contempo ironica e triste di un partner che non riesce più ad amare senza stimoli esterni. Il sound fresco e il ritmo concitato danno verve alle melodie accattivanti e al testo semplice e d’effetto.
«L’idea base di Snorkelin’ la scrissi di getto appena uscito dall’acqua, dopo un bagno al mare con la mia ragazza di allora. Esplorare i fondali e vedere i pesci era un bellissimo momento di condivisione, ma uscire dall’acqua ci avrebbe subito catapultati in una realtà inquieta.
Ho ripreso quella bozza scritta sul telefono un anno dopo, in un momento diverso della mia vita, indaffarato a cercare un bilocale in affitto a Milano. È così che nel ritornello sono comparse le parole affitto e bilocale», racconta Calmo.
Snorkelin’ è stato promosso sui social con due reel che intrecciano il racconto della ricerca della casa a Milano alla scrittura del brano, sullo stile di scorsi reel che hanno mostrato l’originalità nella comunicazione di Calmo.
Calmo, nome d’arte di Luigi Ferrara, nasce in provincia di Napoli circondato dalla musica e a soli dieci anni è già polistrumentista. Da giovanissimo impara a produrre e mixare. Fin dai primi brani pubblicati suscita un ottimo interesse sui social.
Il 7 dicembre 2023 pubblica il suo primo EP “Pezze di me”, una raccolta di storie personali che raccontano errori, ferite e ricuciture, attraverso sonorità che spaziano dal funk-soul all’indie-pop, passando per l’R&B.
La sua ricerca musicale in studio diventa creatività anche dal vivo, con uno show che varia da one man band tra loop e svariati strumenti sul palco a power trio.
In aggiunta al proprio progetto, si presta anche come musicista o produttore per altri artisti: suona il basso con Clementino per la sua tournée estiva, produce noti artisti come PeppOh e co-produce Dutch Nazari.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Riccardo Del Turco: “Rieccomi… 50 anni dopo!”
Riccardo Del Turco dopo 50 anni torna con un album di inediti “I colori della mia vita”, una celebrazione dell’amore
Sono passati 50 anni dall’ultimo album di inediti; eppure, lui non è mai sparito dalle scene musicali, tantomeno le sue canzoni diventate veri e propri evergreen della canzone italiana. Stiamo parlando di Riccardo del Turco: pezzi come “Luglio” (vero e proprio tormentone del 1968), Figlio unico oppure Cos’hai messo nel caffè hanno fatto storia, anche se la sua attività nel mondo musicale è andata ben oltre, confermandolo come autore raffinato per Ornella Vanoni, Andrea Bocelli, Riccardo Fogli, Patty Pravo.
Così, dopo tanta musica è il momento di tornare, esattamente dopo 5 decenni con un album di inediti “I colori della mia vita”, 13 brani che rispecchiano profondamente sorprendentemente intimistici.
Riccardo come definiresti questo inaspettato e piacevolissimo ritorno?
Si tratta di lavoro maturo e riflessivo, intriso di una poetica che celebra l’amore in tutte le sue sfaccettature. Questo nuovo album è un’opera che parla di amore, di vita, e di quel desiderio insaziabile di continuare a creare e a vivere pienamente, senza lasciarsi sopraffare dal peso degli anni.
Non posso non chiederti: come mai dopo ben 50 anni?!
Ci sono tante ragioni… Avevo bisogno dell’ispirazione giusta per tornare raccontando della mia vita e delle mie consapevolezze.
Quale canzone senti maggiormente vicina?
Sono tutte canzoni con temi più profonde, in linea con la mia vita, dato che hanno avuto una lunghissima gestazione.
Ti aspettavi che “Luglio” diventasse uno dei primi tormentoni estivi?
Assolutamente no e non so nemmeno quanto ha veduto questa canzone molto leggera… Uscì proprio nel 1968 in pieno subbuglio generazionale: con il grande Giancarlo Bigazzi volevamo fare una canzone semplice e pura, lontana da temi pesanti che il cantautorato dell’epoca affrontava. Proprio per questo è stata considerata una canzone minore.
Tuttavia è arrivata al cuore della gente e anno dopo anno si è imposta diventando una canzone senza tempo, riscuotendo un grande successo anche all’estero: la versione francese, interpretata da Joe Dassin, raggiunse anch’essa il primo posto in Francia ed in Canada con il titolo Le petit pain au chocolat.
Articolo a cura di Alberto Nano
Chiara Crystal: il rumore del “Batticuore” nella notte
Chiara Crystal “Batticuore” il nuovo singolo, viaggio tra fantasia e realtà, inizio del nuovo capitolo del suo percorso artistico
Chiara Patalano, in arte Chiara Crystal, è una giovane cantautrice che, insieme alla danza, ha coltivato la sua passione per l’arte e per la musica. Quest’ultima è stata la sua salvezza e allo stesso tempo la sua missione nella vita, poiché l’ha aiutata ad aprirsi e a far emergere il suo mondo interiore, nonché la parte più bella di ognuno. Si ispira sia alle canzoni del cantautorato italiano che alle pop star americane e si sta facendo strada con un mix di leggerezza e versatilità, dedicando la dovuta attenzione al ritmo e al testo. Il suo ultimo singolo è un viaggio tra fantasia e realtà che si realizza in una sera. È una storia d’amore con noi stessi e con le proprie libertà: la mente si prepara costruendo già qualcosa, come nelle favole.
Benvenuta tra noi Chiara! Com’è iniziato il tuo percorso artistico?
Fin da piccola ho sempre avuto la passione per la musica, a casa ho mio fratello che è un pianista e i miei genitori la praticavano come hobby. Sono cresciuta in un ambiente artistico, seppur abbastanza amatoriale. Ho iniziato poi con la danza che mi ha aiutato a combattere la mia introspezione; la usavo come sfogo per tutto ciò che non riuscivo a dire, quasi un rimedio psicologico. Poi ho capito che volevo fare altro, ho cominciato a studiare canto e attualmente ne sono diventata anche un’insegnante. All’età di 17 anni ho sviluppato meglio la mia scrittura perché avevo capito che potevo comunicare qualcosa di più interessante.
Quindi dentro di te è nata prima la danza e poi è arrivata la musica?
La musica c’è sempre stata, ma il primo passo che ho fatto è stato avvicinarmi alla parte più artistica attraverso la danza, che mi ha aiutato ad aprirmi, essendo un tipo di arte molto fisica e ritmica.
Come riesci a trovare l’ispirazione per scrivere?
Dipende, inizialmente ero una fautrice dell’aspettare quella musa ispiratrice, ero molto legata alla letteratura e leggevo come ai poeti arrivava tutto all’improvviso. Col passare del tempo ho coltivato due approcci differenti: momenti in cui mi sento ispirata dal testo o da un’idea musicale e altri in cui mi metto direttamente al piano e ascolto dei riferimenti o delle basi già esistenti che subiscono dei cambiamenti.
Il pianoforte è lo strumento che prediligi?
In passato se avessi potuto scegliere avrei suonato la batteria, perché mio padre la suona per passione ed è uno strumento che mi piace molto così come il basso. Il pianoforte lo utilizzo da accompagnamento e per creare.
Hai scelto “Crystal” come tuo nome d’arte …
Stavo cercando un nome d’arte perché semplicemente non mi piaceva il mio cognome e inoltre c’erano già altre artiste più affermate che si chiamano come me. Non volevo abbandonare Chiara, e qualche anno fa c’è stata una vicenda con mia madre che mi ha spinto a scegliere “Crystal”. La musica mi ha permesso di diventare un po’ più stravagante rispetto a quanto fossi introversa a volte, quindi mentre raccontavo una storia amorosa, mia madre mi ha paragonato ironicamente alla freddezza di un vaso di cristallo che avevamo a casa che poi non era neanche totalmente di cristallo.
Arriviamo al tuo nuovo singolo “Batticuore”. Ci racconti la storia di questo brano e che significato ha per te?
Tra i brani pubblicati finora è sicuramente quello più leggero in termini di significato, è facilmente fruibile e comprensibile. Il testo l’ho scritto io ma Beppe Stanco mi ha aiutato molto in fase di produzione, ha fatto uscir fuori i suoni che volevo. È una storia d’amore, c’è l’immagine di questa ragazza, che potrebbe essere chiunque, che si ritrova in un locale e si innamora a prima vista di un’altra persona. Da quel momento inizia a sognare. Mi sono concentrata molto sul concetto di innamoramento che è la fase che ti fa battere il cuore. Negli eventi, apro questa canzone augurando alle persone di trovare qualcosa che faccia battere il loro cuore, anche per un solo istante. Voglio trasmettere un messaggio positivo, di luce e di speranza.
Ho visto anche il visual del brano e mi ha incuriosito l’idea di girarlo in un camerino. Ci spieghi il perché di questa scelta particolare?
Non mi andava di fare un video in cui c’era questa ragazza in un locale oppure la solita coreografia. Ho pensato ad un contenuto molto più semplice, in cui c’ero io mentre facevo lo shooting. Si vede la mia immagine, diversa da quelle precedenti, poiché doveva rappresentare lo stacco con il passato e il futuro. Una me più sicura, mentre mi metto in posa, canto il brano, questo è l’obiettivo del video. Un segnale di rottura verso una Chiara più adulta.
C’è un filo che tiene uniti tutti i brani rilasciati fino ad adesso?
Sicuramente il percorso, anche se a livello di significato può non sembrare; tutte queste tracce hanno come obiettivo finale il percorso, da dove siamo partiti e constatare a che punto siamo arrivati e a quale pubblico ci stiamo rivolgendo. In questa fase sto ricercando più semplicità proprio per avvicinarmi di più alle persone che mi seguono.
Quanto è importante l’immagine che ti sei costruita sia personalmente che professionalmente?
È l’aspetto principale che arriva ancor prima dell’ascolto, è un po’ la copertina. Le persone hanno subito molta voglia e curiosità di andare a vedere chi sei, che cosa fai e tutta l’immagine che c’è dietro. Non è stata facile trovarla e farla venir fuori perché ci sono ancora diversi aspetti da limare e migliorare però ad oggi mi ritengo abbastanza coerente con l’immagine che ho in questo preciso momento.
Quante soddisfazioni ti dà insegnare canto?
Abbastanza, insegno principalmente ai piccoli che però sono molto recettivi. Quando ti poni un obiettivo per loro e vedi che col tempo lo raggiungono è una bella soddisfazione, soprattutto quando vedi cambiamenti e progressi. Fanno anche da specchio per la vita di tutti i giorni, diventa stimolante per te stesso.
Quanto hai lavorato sul tuo timbro di voce?
Moltissimo, ho studiato dizione, ho lavorato sul timbro per trovare e sviluppare meglio quelle particolarità che sentivo nella mia voce. Mi sono sempre resa conto che avevo delle caratteristiche che mi distinguevano da altri artisti e volevo farne un punto di forza.
Cosa hai provato sul palco durante i diversi opening che hai fatto?
Ho aperto due volte ai The Kolors e la prima volta è stata davvero emozionante. L’aspetto più impattante è il tipo di palco su cui sali. Ogni volta mi prefiggo un messaggio che voglio comunicare e che voglio far arrivare alla gente. Ci tengo molto a curare l’energia da trasmettere. La musica è sempre stata una medicina per me stessa e ho sempre voluto che lo fosse anche per gli altri, a prescindere dal significato che dai ad un brano.
Hai partecipato a qualche festival o contest?
Sì, ho partecipato al festival di Castrocaro in cui sono arrivata in semifinale e anche ad Area Sanremo l’anno scorso. Mi piacerebbe vivere quest’ultima esperienza da protagonista.
Scegli 3 parole o aggettivi per descrivere la tua musica…
Enigmatica, libertà e amore.
Qual è il tuo sogno musicale nel cassetto?
Fare un concerto all’Arena di Verona, è un sogno molto grande. Un altro desiderio sarebbe duettare con Elisa o Dua Lipa.
A cosa stai lavorando ultimamente? Che programmi hai per il futuro?
Stiamo lavorando su più brani, ho intenzione di far uscire un po’ più di contenuti fino ai prossimi mesi per allargare il repertorio e avere più materiale per un live.
Articolo a cura di Simone Ferri
Pasquale Panella legge Yeats a L’Asino che Vola
“Panella legge Yeats”, spettacolo che, lascerà il segno nella memoria e nelle emozioni di chi era presente a “L’Asino che Vola” a Roma
Sono pochissime le apparizioni pubbliche di Pasquale Panella, poeta e autore di dischi indimenticabili come, per citarne alcuni, tutti gli album di Enzo Carella (1977-2007) e i cinque ultimi “album bianchi” di Lucio Battisti (1986-1994).
“Panella legge Yeats”, spettacolo andato in scena lo scorso 20 settembre, a “L’Asino che Vola” a Roma.
La lettura delle poesie da parte di Panella è stata accompagnata dalle musiche del cantautore romano Avincola e del pianista Edoardo Petretti, con lui sul palco assieme a Nicola Manuppelli, scrittore che ha introdotto i testi “interpretati” dal grande poeta contemporaneo.
Importante il ruolo del narratore Manuppelli che ha raccontato aneddoti sulle poesie declamate da Panella, alimentando e facendo conoscere meglio il contesto in cui vennero scritte quelle poesie.
Panella non ha letto poesie di Yeats ma le ha “reinterpretate”, rielaborandole in modo profondo e creando una versione personale e originale sottolineata dalla musica in sottofondo che sottolineava a volte la drammaticità delle parole e altre la dolcezza.
Gli stessi versi delle poesie hanno assunto nuovi significati alle orecchie del pubblico presente, proprio grazie al realismo che Panella ha saputo donare, lo stesso realismo che abbiamo trovato nei testi delle canzoni di Battisti e dei molti artisti per cui ha scritto.
Nel corso della sua lunga carriera, Panella infatti ha scritto per molti artisti italiani, da Mina ad Amedeo Minghi, da Mietta a Zucchero, da Angelo Branduardi a Gianni Morandi, da Massimo Ranieri a Riccardo Cocciante, da Anna Oxa ad Adriano Celentano, da Annalisa Minetti allo stesso Avincola per cui ha scritto Barrì (2023).
I suoi testi, spesso considerati criptici e sperimentali, hanno diviso la critica e il pubblico, ma hanno indubbiamente lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano.
Panella non si è mai limitato a scrivere canzoni, ma ha creato vere e proprie poesie musicali.
Il suo linguaggio è ricco di metafore, allusioni e giochi di parole che invitano l’ascoltatore a una continua interpretazione rompendo i canoni della canzone tradizionale.
Articolo a cura di Domenico Carriero
Gli Shylock, la nostra musica tra gusti e influenze
Gli Shylock sono una delle più belle promesse della musica italiana. Giovani ragazzi di talento capaci di intraprendere un’idea di musica ricca e variegata, riuscendo a mantenere tuttavia un’identità ben chiara e definita
Gli Shylock oggi, sono composti da: Christian, Francesca, Matteo e Gianluca, che tra amicizia e passione per la musica, hanno messo in piedi un progetto grande, che ci sorprenderà da qui ai prossimi anni.
Questo 2024 è invece stato per loro un anno particolarmente importante, soprattutto dal punto di vista musicale e di produzione; Fun to be me, Snowdrop e l’ultimo singolo Requiem (9997) sono i brani che lì accompagnano in questo primo scorcio di percorso. Insomma, quattro ragazzi schietti, sicuri di quello che fanno e appassionati e noi lì abbiamo raggiunti per una piacevole chiacchierata, tra la nascita della band, le influenze e i piani futuri.
Ciao Ragazzi, è un piacere avervi qui con noi. Inizierei chiedendovi come va e come state?
Stiamo bene. Pieni di lavoro e di tante cosa a cui pensare. Abbiamo l’agenda piena e quindi ci riteniamo soddisfatti. La band ci aiuta a restare sereni e sapere che stiamo facendo un percorso importante di crescita, ci aiuta a rimanere concentrati. Siamo stanchi, ma felici.
Piccolo passo indietro: come nasce però il progetto degli Shylock?
Di base il progetto nasce nel 2021, subito dopo il covid. All’inizio io (Christian ndr.), Matteo e Gianluca facevamo gli animatori dentro un centro estivo. Quindi già ci conoscevamo e conoscevamo le nostre competenze musicali. In quei giorni, ci siamo ritrovati spesso tra di noi a giocare con la musica, un po’ per passione e un po’ per l’animazione al centro.
Questa esperienza alimentò in noi la voglia di fondare una band anche per raccontare i nostri pensieri, nonostante non avessimo esperienza. L’idea quindi c’era, metterla in pratica però non era così semplice. Soprattutto, non è stato facile metterci d’accordo, anche perché non tutti eravamo convintissimi; per via dell’impegno che richiedeva, del tempo e delle qualità musicali.
Tuttavia, alla fine, anche tramite il regalo di una batteria (da parte nostra a Gianluca ndr.), ci siamo decisi e così sono nati gli Shylock! Poi, in un secondo momento, è subentrata anche Francesca, che all’inizio non conoscevamo. Inoltre, la band, inizialmente, comprendeva anche altre persone; che però tra impegni e tempo a disposizione decisero di fare un passo indietro e così lei diventò parte integrante. Era quello che ci mancava!
Reggere una band non è così semplice: quali sono stati i punti di contatto fra di voi?
Innanzitutto, che c’è una forte amicizia tra di noi. Abbiamo una bella chimica. Noi nasciamo come amici e solo in un secondo momento abbiamo deciso di intraprendere il percorso artistico. Quindi ci capiamo al volo e senza troppe discussioni.
Qual è il messaggio o l’obiettivo che avete deciso portare con la vostra musica?
Che ci sono tanti timidi come noi e ci piacerebbe essere la voce di quelle persone. Ci renderebbe orgogliosi essere la voce di chi non ce l’ha! Vorremmo che le persone condividessero il nostro pensiero, che capissero che parliamo anche per loro.
Tra le curiosità che vi accompagnano, anche l’utilizzo dell’inglese per le vostre canzoni. Come mai questa scelta?
Noi siamo molto istintivi quando scriviamo. Prima di comporre un brano, partiamo dalla musica e solo in un secondo momento scriviamo il testo. Nei brani che abbiamo fatto uscire ad oggi, l’inglese ci sembrava più indicato per l’idea che avevamo in testa. Oltretutto, l’inglese si sposa meglio con il sound che al momento volevamo utilizzare. Tuttavia, il nostro ultimo brano è un ibrido, all’interno c’è spazio per l’inglese e per l’italiano.
Allora arriviamo al vostro ultimo singolo: Requiem (9997). Cosa ci potete dire di questo brano?
È un brano che come idea nasce circa un anno fa. Eravamo appena tornati da un viaggio di “lavoro” che non andò benissimo e qualche giorno dopo nacque il brano. Qui abbiamo voluto raccontare una realtà che purtroppo tocca diversi musicisti. Spesso noi artisti, specialmente se emergenti, ci troviamo in certe situazioni un po’ oscure. Quindi abbiamo sentito la necessità di sfogarci e di raccontare questa brutta esperienza avuta.
Quindi è un brano biografico. Com’è però mettere diverse teste sulla stessa lunghezza d’onda?
Nel caso di Requiem (9997), è stato facile perché parla di noi! Parla di questa esperienza avuta con una etichetta discografica con cui eravamo andati a parlare. È stata una situazione che ci aveva messo anche in contrasto tra noi. In questo brano quindi tutti ci sentivamo partecipi e abbiamo messo un po’ di noi.
Più in generale, come vi mettete d’accordo quando scrivete un brano?
Fortunatamente abbiamo dei gusti musicali e delle influenze abbastanza simili. Quindi non è così complicato metterci d’accordo, anche se stiamo molto attenti ai dettagli. Ovviamente ci sono periodi in cui le influenze cambiano, ma tutto quello che ci portiamo dentro, entra in quello che scriviamo. È come se parlassimo tutti la stessa lingua, ma con accenti diversi.
Avete pensato ad un EP per racchiudere i brani usciti fino ad oggi?
Sì, ci abbiamo pensato; ma ci siamo resi conto che tra Fun to be me, Snowdrop e appunto Requiem (9997), manca una sorta di continuità e di coerenza. Noi siamo ancora alla ricerca di un’idea ben precisa, di un racconto da portare avanti. Abbiamo diversi brani che ancora non sono usciti e che hanno una coerenza maggiore. Però al momento ci concentriamo sui singoli e continuiamo a sperimentare.
Cosa sperate che arrivi al pubblico dalle vostre canzoni?
Speriamo che il pubblico possa capire che quello che mettiamo nelle canzoni è quello che siamo. Vogliamo entrare nel cuore delle persone con la nostra musica e con la nostra semplicità. Speriamo di far arrivare un abbraccio virtuale a tutti quanti!
Articolo a cura di Francesco Nuccitelli
Greg Rega, “Vita mia” il nuovo singolo
Dopo oltre un anno dal suo ultimo inedito c’è il ritorno discografico dell’incredibile voce soul di Greg Rega che pubblica “Vita Mia” accompagnato da un nuovo videoclip
Dopo oltre un anno di attesa il talentuoso cantante soul Greg Rega fa finalmente ritorno sulla scena musicale con una trilogia di brani dallo spirito R’n’B intrisi di atmosfere funk e blues.
Il primo singolo di questa trilogia si intitola “Vita Mia” ed è stato scritto personalmente da Greg, con la produzione di Luigi Ferrara alias CALMO.
Il mixaggio e il mastering sono stati curati da Drahte, mentre il videoclip è stato prodotto dalla rinomata società di produzione IRed, con l’attrice Ylenia Oliviero come protagonista.
“Vita Mia” narra una toccante storia d’amore dal punto di vista di una donna, esplorando la fragilità di una relazione che potrebbe finire da un momento all’altro ma che al contempo cela il profondo desiderio di ritrovarsi. Questo tema viene ulteriormente sviluppato nei successivi brani della trilogia, con il secondo pezzo che offrirà la prospettiva maschile della stessa vicenda, mentre nel terzo brano la coppia si riunisce, svelando i motivi dietro le loro scelte.
Questa trilogia non è solo un’esplorazione musicale, ma anche una narrazione visiva con i videoclip che intrecciano le storie raccontate nei brani, creando un’esperienza multisensoriale per gli spettatori.
Greg Rega, con la sua voce soul potente e magnetica, ha già conquistato un vasto pubblico ottenendo numerosi consensi sia a livello nazionale che internazionale. La sua musica è una miscela di suoni che toccano le corde più profonde dell’anima e regalano emozioni uniche.
Dopo oltre sessanta concerti nel 2023, l’estate 2024 vede impegnato Greg Rega nuovamente in tournée al fianco di Clementino.
Inoltre Greg Rega lo scorso 12 agosto si è esibito al Maschio Angioino a Napoli con il suo progetto “Neapolitan Power and More”, accompagnato da un quintetto di musicisti straordinari composto da Mario Nappi al piano, Davide Afzal al basso, Saverio Giugliano al sax, Francesco Varchetta alla batteria. Greg ha portato il pubblico in un viaggio tra le sonorità della musica black, R&B, Soul e funk, con un tocco di autentica energia napoletana.
Gregorio Rega in arte “Greg Rega” nasce a Roccarainola in provincia Napoli il 30 Aprile del 1987. Greg si affaccia alla musica all’età di 20 anni iniziando ad esibirsi in giro per locali e perfezionandosi tecnicamente con maestri di fama nazionale come Fulvio Tomaino con cui si specializza nell’esecuzione di brani di musica black, R&B, Soul e funk.
Vanta svariate collaborazioni e partecipazioni in diverse produzioni dello scenario rap campano e italiano come quelle con Clementino, Paura e dj Tyone. Nel 2015 arriva la svolta della sua carriera quando partecipa alla terza edizione del talent canoro “The Voice of Italy” superando le selezioni iniziali ed entrando nel team di Noemi. Terminata l’esperienza televisiva, la stessa Noemi gli offre l’opportunità di fare da back vocalist durante i suoi concerti.
Questo consente a Greg di partire in tour per due anni e di partecipare a manifestazioni come il Concerto del Primo Maggio a Roma, il Coca Cola Summer Festival, il premio “Giorgio Gaber”, il premio “MusiCultura” e “Fronte del Palco” per RadioItalia. Pubblica, nel 2015, il suo primo singolo “Sempre così” prodotto dal Dharma Recording Studio di Daniele Franzese. Nel 2016 rilascia, in collaborazione con i Profugy e Giulia Olivieri, un altro singolo: “Paura d’o mare”.
Prende vita, nel 2017, un nuovo progetto: “Greg Rega Electro Soul Experience”, un collettivo di sette musicisti che prevede la possibilità di estendere la formazione iniziale ad altri elementi, con cui Greg propone brani originali del suo repertorio oltre ad una selezione di brani della migliore musica Funk, Soul e Rhythm’ blues in una chiave moderna ed elettronica.
2019 in uscita col singolo “Dint’All’Anema” Vincitore “All Together Now” prima edizione programma in onda su Canale 5 in prima serata condotto da Michelle Hunziker e J-Ax. Segue il singolo “Chello che nun vuó fa chiù” prodotto da Daniele Franzese mentre nel 2020 rilascia “Ogni Vota” Scritto insieme a Lorenzo Campese. Partecipa a Xfactor Romania insieme al gruppo The Super 4 formato da Aurelio Fierro jr, Sabba e Francesco Boccia e inizia una serie di date live in Europa dell’est. Nel 2021 pubblica “Ogni Vota” l’inedito con il quale vince il Premio NyCanta.
Attualmente fa parte della live band di Clementino come seconda voce.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
Fabio Martorana, “Mentre il tempo scorre lento”
Fabio Martorana, la mia voce interiore in “Mentre il tempo scorre lento” un sentiero ricco di molte emozioni, come la rabbia, la tristezza, i dolori e i sacrifici, anni di impegno per poi finalmente arrivare ad essere felice
Dal 26 luglio in radio il nuovo inedito di Fabio Martorana, “Mentre il tempo scorre lento” (Warner Music), prodotto e arrangiato da Giancarlo Amendola.
«Questo brano parla di me. La mia ispirazione stavolta è andata a scavare nel mio vissuto. Il sentiero delle mie svariate vicissitudini della vita, che mi ha visto crescere solo, senza poter contare su nessuno. “E quante volte mi sono chiesto quale sia il colore giusto, per correggere questo dipinto imperfetto”, con questa frase esprimo la domanda a me stesso, chiedendomi quale sia l’ingrediente giusto, per non sbagliare lungo il mio cammino.
Avendo io una forte personalità mixata con una certa sensibilità, mi sono sempre rivolto a colei che mi ha parlato e sempre guidato – racconta Fabio Martorana – la mia voce interiore, che non sbaglia mai. Un sentiero ricco di molte emozioni, come la rabbia, la tristezza, i dolori e i sacrifici che sin da piccolo ho dovuto fare per poter arrivare ai miei obiettivi».
“Mentre il Tempo Scorre Lento”, io esprimo i sacrifici che ho fatto, lo studio e le 2 lauree, il lavoro, la musica, anni e anni di impegno per poi finalmente arrivare ad essere felice, quella felicità me la conservo dentro come consapevolezza di chi sono, sapendo soprattutto che nella vita non ti regala niente nessuno, ma, se credi in te stesso riesci ad arrivare a qualsiasi obiettivo.
Nella parte di cui parlo del cassetto, lo identifico come lo scudo che ho creato, lontano dalle cattiverie e dalla possibilità di essere ferito. Questo per me è un brano molto significativo, per la prima volta dedicato a me.
Il fattore estremamente importante è il messaggio che intendo esprimere alle persone “Non Mollate Mai” perché credere in sé stessi, investire su sé stessi, desiderare di realizzare più obiettivi, più sogni è possibile. Anche quando sembra impossibile, la vita poi ti ripaga di tutti i sacrifici, perché non c’è niente al mondo più importante di noi stessi.»
Fabio Martorana nasce in Sicilia il 12 maggio 1981 in provincia di Caltanissetta. La sua passione per la musica emerge sin dall’infanzia, quando a otto anni vede per la prima volta la chitarra rotta della zia, la sistema e non se ne separa più, cominciando a suonare e a cantare prima da autodidatta poi perfezionandosi con lo studio. A quattordici anni inizia ad esibirsi in diversi eventi live, sia come chitarrista che come cantante con un gruppo musicale tutto suo, suonando e cantando le cover dei Nirvana,Pink Floyd, Metallica e altri gruppi di genere rock ma anche brani scritti da lui. Negli anni 2000 comincia ad esibirsi anche all’estero e inizia gli studi all’Università. Grazie all’arte della musica riesce a ottenere ben 2 lauree, la prima in Scienze della Formazione e la seconda in Ingegneria Civile. Si trasferisce a Cisterna di Latina, fondando la sua azienda Martorana Consulting.
Nel 2020 pubblica il primo singolo “Anima bianca”, che sarà la colonna sonora del suo film “Oltre le nostre vite” che ha scritto, diretto e interpretato, ricevendo un largo consenso su tutte le piattaforme streaming sia musicali che cinematografiche. Seguono altri singoli, tra i quali “Essere come sei”, “L’Essenza migliore”, “I nostri battiti “, “Tu sai essere”, “Se fossi”. Protagonista dello spot nella pubblicità di Iliad che viene trasmesso su tutte le tv nazionali, nel 2023 firma un contratto discografico molto importante, che parte dalla pubblicazione di “Sono felice di farti sapere” e sta lavorando ad altri singoli di prossima uscita. Fabio Martorana è in tour, nelle migliori piazze italiane, dove presenta anche il nuovo singolo “Mentre tutto scorre lento”.
Video intervista a cura di Domenico Carriero
“Buon Compleanno Mimì”, Milano celebra Mia Martini
“Buon Compleanno Mimì”, Milano celebra Mia Martini al Teatro Manzoni uno spettacolo dedicato alla celebre cantante
Il 27 settembre 2024, alle ore 20:45, il Teatro Manzoni di Milano ospiterà l’undicesima edizione di Buon Compleanno Mimì, uno spettacolo dedicato alla celebre cantante Mia Martini. L’evento, organizzato dall’Associazione Minuetto Mimì Sarà, in collaborazione con Vincenzo Adriani e le sorelle di Mimì, Leda e Olivia Bertè, promette una serata indimenticabile all’insegna della musica e del ricordo.
Ogni artista interpreterà uno dei brani più celebri di Mia Martini, accanto a pezzi del proprio repertorio. I giovani vincitori del Premio Mimì Sarà 2023 – Ermen, Martina Magazini e Dorothea Tamma – aggiungeranno un tocco di freschezza alla serata, esibendosi con canzoni che hanno segnato la carriera della grande artista.
Mia Martini, al secolo Domenica Bertè, è stata una delle interpreti più carismatiche e influenti della musica italiana. Nata a Bagnara Calabra il 20 settembre 1947, ha debuttato nel mondo della musica negli anni ’60, ma è negli anni ’70 e ’80 che ha raggiunto la sua massima fama.
Brani come Almeno tu nell’universo, Minuetto e Gli uomini non cambiano sono diventati veri e propri inni, grazie alla profondità emotiva e alla potente interpretazione che solo Mia Martini poteva offrire. La sua carriera, sebbene segnata anche da periodi di difficoltà e controversie, rimane un faro per gli appassionati di musica, grazie alla sua capacità di trasmettere emozioni autentiche attraverso le sue canzoni.
Le sorelle di Mia Martini, Leda e Olivia Bertè, parteciperanno all’evento per condividere ricordi e aneddoti personali, offrendo al pubblico uno sguardo più intimo sulla vita dell’artista. Le performance saranno arricchite da una selezione di immagini esclusive che ripercorrono la vita pubblica e privata di Mia Martini, creando un’atmosfera di celebrazione e riflessione.
La serata sarà arricchita dalla direzione musicale di Luca Colombo e dalla band composta da Paola Zadra al basso, Alessandro Polifrone alla batteria, Alberto Orsi alla chitarra e Fabiano Pagnozzi alle tastiere, che accompagneranno gli artisti in un tributo emozionante e coinvolgente.
I biglietti per la serata sono disponibili su TicketOne e presso il Teatro Manzoni, con prezzi a partire da 30 euro.
L’evento rappresenta una rara opportunità per rivivere la magia di una delle voci più amate della musica italiana.
Articolo a cura di Davide Esposito
Davide De Marinis, tormentone con “Andiamo al mare”
Davide De Marinis, è andato forte quest’estate, con il tormentone “Andiamo al mare” il nuovo singolo con Vito Diomede e Asia
«Durante una bellissima giornata estiva d’inverno ispirato da un clima fuori stagione ho scritto questo brano – racconta Davide De Marinis – e il progetto artistico invece prende forma in un bar di Milano, dopo un caffè preso insieme al mio amico e artista Vito Diomede.
Ci siamo chiusi in studio con il mio produttore Paolo Agosta e abbiamo deciso di coinvolgere anche una giovane artista pugliese scoperta da Vito, Asia Santacroce, in arte Asia. Questa canzone parla di leggerezza, di andare al mare per trovare la serenità e anche perché no, un nuovo amore. Siamo tutti molto entusiasti del risultato raggiunto e speriamo che questa canzone possa emozionare, farsi cantare e anche ballare».
L’idea del video, regia di Paolo Agosta, è stata quella di portare i tre artisti sulla costa pugliese e di farli cantare e ballare tra Polignano a Mare e Mola di Bari, in città a bordo di un simpatico Tuc-Tuc e in spiaggia assieme a tanti amici che hanno voluto partecipare. Per il look si è scelto giocare sull’ironia, il colore e l’eleganza. Davide vestito da sub con la chitarra, maschera e boccaglio, e con abito elegante azzurro vintage, Vito outfit da turista con guantoni da box e Asia con costume e abito blu molto sexy. Nel video questi look si alternano anche con altri in cui i tre artisti sono vestiti da Blues Brothers.
Davide De Marinis nasce a Milano. Nel 1999 il suo primo singolo “Troppo Bella“, con cui raggiunge i primi posti delle classifiche e partecipa alla serata finale del Festivalbar all’Arena di Verona. Seguiranno tra gli altri: “I sentimenti nascono“, in gara nella categoria Nuove Proposte al Festival di Sanremo 2000 con “Chiedi quello che vuoi” e ancora “Gino“, “La Pancia“, “Fuori moda“, e “Non mi basti mai“.
Nel 2006 l’album “Come da 2 lunedì“. Davide è anche autore di canzoni per altri artisti, tra cui Toto Cutugno. Nel 2009 arriva il singolo “Cosa cambia“, seguito da “Morandi Morandi”.
Ha scritto e pubblicato, nel 2013, “Mela godo” un brano scanzonato che celebra la bellezza delle piccole cose e negli anni successici “Stringimi più forte“, “Apro e chiudo” e “Piccanti parole“. Nel 2018, ha contribuito alla sigla “Amori della zia” per Domenica In condotta da Mara Venier.
Nel 2019, ha partecipato su Rai 1 a “Ora o mai più” lanciando il suo inedito “Naturale” con il cameo nel video di Fausto Leali. Ha duettato con Wanda Nara nel brano “Nerazzurri si nasce“. A giugno 2023 ha pubblicato “Country Dance” con Enzo Salvi e Johnny Ponta e a Natale dello stesso anno con Marta Brando ha cantato “Natale Magico”.
Vito Diomede, pugliese originario di Mola di Bari, è una figura versatile nel mondo dello spettacolo e dei media. Anche se non è un cantante professionista, ha una grande passione per la musica e un talento per ascoltare i suoni e coglierne le sfumature. Iniziando come speaker radiofonico, ha intrapreso un percorso evolutivo che lo ha portato a diventare un conduttore televisivo di successo.
Alcuni dei programmi televisivi di cui è stato protagonista includono “Stella del Sud”, “È Ora di…Te”, “Sul Palco”, “Il Piatto è SerVito”, “Edishowbar” e molti altri. La carriera di Vito Diomede è stata caratterizzata dalla sua volontà di sperimentare e cimentarsi in varie forme d’arte, tra cui anche la musica. La sua passione per la musica e la sua voglia di sperimentare lo hanno portato a collaborare con Davide De Marinis e Asia Santacroce, per il singolo “Andiamo al Mare”.
Asia Santacroce, in arte Asia, è una giovane artista di 19 anni originaria di Bari. Grande passione per il canto, con una personalità carismatica e una forte determinazione grazie al suo carattere solare e intraprendente. Per Asia, i valori giocano un ruolo fondamentale nella vita, e ama circondarsi di persone che condividono questa visione.
Nonostante la sua giovane età, è consapevole che i momenti difficili e i periodi bui possono impartire preziose lezioni di vita, e si impegna a cercare felicità e serenità con sé stessa. Asia è stata scoperta da Vito Diomede, che l’ha coinvolta nel progetto con Davide De Marinis.
Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile.Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
È possibile regolare tutte le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro.
Inoltre, nell’informativa della cookie policy del nostro sito, trovi tutte le informazioni per disattivare i cookie in modo autonomo su qualsiasi tipologia di browser.
Cookie Necessari
I cookie strettamente necessari devono essere abilitati in modo che possiamo salvare le tue preferenze.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze.Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
La durata dei cookie è di 1 mese.
Google Analytics
Questo sito Web utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari. Mantenere abilitato questo cookie ci aiuta a migliorare il nostro sito web. Per attivare questi cookie, è necessario attivare i “Cookie Necessari”
Cookie attivi:
_ga, _gid, _git
Analytics: Se desideri disattivare Google Analytics per il browser web in uso, scarica e installa il componente aggiuntivo che trovi qui.
Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!