Federico Fresi, al Boston Ballet per ricoprire il ruolo di First Soloist. “Andare negli Stati Uniti era il mio sogno d’infanzia”

Federico Fresi: il sogno Americano
Federico Fresi Diana & Acteon (Foto © Jesus Vallinas)

Federico Fresi, ballerino solista del Teatro alla Scala, si racconta. Capacità straordinaria di elevazione e rapidità nei salti: danzatore pirotecnico che cattura l’attenzione del pubblico e colpisce lo sguardo. Nasce a Torino, si trasferisce con la famiglia a Minorca in Spagna. La madre è direttrice di una scuola di danza. È con lei che Federico a 13 anni inizia i suoi studi.

Federico raccontaci come sei approdato alla danza?

Quando ho iniziato l’ho fatto per gioco, ero curioso e volevo provare qualcosa di diverso, ballavo hip hop e mi piacevano le musiche di Michael Jackson, ma la mia vera passione a quei tempi era il calcio e mi allenavo per raggiungere risultati. Quando ho scoperto la danza classica, ho capito che quella era la mia strada e dopo un anno di studio intenso ho partecipato ad un concorso, nella giuria c’era Maria de Avila, grande maestra che dopo avermi visto danzare una variazione mi offrì una borsa di studio per entrare nella sua prestigiosa scuola di Saragozza. Lì è iniziata la mia vera formazione come ballerino.

Non sarà stato facile per te, che a quel punto avevi già 14 anni, raggiungere il livello dei tuoi compagni che avevano seguito un programma di studi mirato al professionismo.

Si non è stato facile, arrivando da un livello amatoriale mettermi al passo con chi già da anni studiava professionalmente. Ho dovuto bruciare le tappe, studiavo tutto il giorno senza mai risparmiarmi, ormai avevo focalizzato che volevo ballare e mettevo tutta l’energia per migliorare la mia tecnica. Regole, disciplina e nessuno sgarro, i sacrifici sono stati tanti, ma la passione non me li ha fatti percepire come tali, ero cosciente del fatto che quello era l’unico modo per raggiungere il mio obiettivo.

Federico Fresi al Boston Opera House in John Neumeier's Third Symphony of Gustav Mahler
Federico Fresi al Boston Opera House in John Neumeier’s Third Symphony of Gustav Mahler

Obiettivo che hai raggiunto ampiamente, infatti a 18 anni fai un’audizione per l’English National Ballet e sei immediatamente scritturato, poi tornato in Spagna entri nella prestigiosa Compañia de Ballet Clásico Arte 369.  Che ricordi hai di queste tue prime esperienze?

Un bellissimo ricordo, all’English National Ballet era tutto nuovo per me, finalmente mi trovavo a confrontarmi con il mondo professionale, e nella Compañia de Ballet Clásico Arte 369 nonostante la mia giovane età, ricoprivo ruoli da primo ballerino, il livello artistico cresceva ed insieme le responsabilità. Un prezioso bagaglio che nel 2008 mi è servito per entrare a far parte del Corpo di ballo del Teatro alla Scala.

Nel 2014 sei nominato Ballerino Solista. Come hai vissuto quel momento importante della tua carriera?

Si, c’è stato un concorso internazionale interno alla Scala per ricoprire il ruolo di solista, mi sono presentato con la variazione di Basilio del Don Chisciotte, perché è la mia preferita e anche perché mi aveva già portato fortuna all’audizione per entrare nel corpo di ballo, dopo qualche giorno ho ricevuto la lettera che mi annunciava che avevo vinto il concorso.

Una grande soddisfazione, un coronamento per la mia carriera.

Federico Fresi: Boston Ballet,
Federico Fresi nel ruolo di Basilio in Don Chisciotte con Antonella Albano-Teatro alla Scala-

Una splendida carriera internazionale, nel 2015, infatti, ad un anno dalla nomina di ballerino solista alla Scala, sei richiesto dal Boston Ballet per ricoprire il ruolo di First Soloist. Raccontaci di quest’esperienza.

Un’esperienza meravigliosa, andare negli Stati Uniti era il mio sogno d’infanzia, non avrei potuto desiderare di più. E’ vero, ero stato nominato da poco più di un anno Solista alla Scala ma quando si è presentata quest’occasione non ho potuto farmela sfuggire. E’ stato fondamentale l’appoggio dell’allora direttore del corpo di ballo Makhar Vaziev che avendo capito le mie esigenze e il mio bisogno di fare nuove esperienze anche se con grande dispiacere, mi ha dato il permesso di lasciare la Scala, gli sono ancora oggi grato per questa generosa scelta.

Chi è fra i tanti coreografi con cui hai lavorato il tuo preferito, quello nel cui  linguaggio  senti di poterti esprimere al meglio?

Una bella domanda a cui non è facile rispondere, sono molti i coreografi con i quali ho lavorato e che mi sono piaciuti, ti direi che ai primi posti  ci sono  Roland Petit e George Balanchine. Tra i contemporanei  il lavoro con il coreografo britannico Wayne Mc Gregor, per il quale ho danzato nel balletto  Woolf Works produzione Scaligera del 2019, mi ha affascinato ed arricchito molto come ballerino.

Federico Fresi nel ruolo del contadino in Giselle-Teatro alla Scala-
Federico Fresi nel ruolo del contadino in Giselle-Teatro alla Scala-

Un coreografo con il quale invece non hai ancora lavorato e ti piacerebbe farlo chi è?

Crystal Pite, una coreografa canadese, in questo momento è considerata la numero uno nel panorama della danza internazionale. Lavora  molto con l’Opera di Parigi e le sue coreografie sono richieste in tutte le più importanti compagnie. Spero che presto arrivi alla Scala, non vedo l’ora di lavorare con lei.

Se non avessi trovato nella danza la tua realizzazione in quale altra professione pensi che avresti potuto sentirti altrettanto appagato?

Sono un grande amante del calcio, prima di dedicarmi alla danza giocavo con grande passione ma il destino mi condotto su un’altra via, fare lo chef è un altro lavoro che mi sarebbe piaciuto, anche ora mi piace cucinare o meglio, mi piacerebbe perché alla fine il delivery è più comodo.

Federico Fresi ne Il figliol prodigo- Teatro alla Scala- cor. George Balanchine (Foto © Amisano_Brescia)
Federico Fresi ne Il figliol prodigo- Teatro alla Scala- cor. George Balanchine (Foto © Amisano_Brescia)

Che passioni coltivi nel poco tempo libero che hai?

Adoro il cinema, prima della pandemia andavo ogni weekend. Il mio film preferito è il Signore degli anelli, la videocassetta del film praticamente l’ho consumata a forza di rivederlo.

Immagino che non sia facile pensare a futuri progetti visto il periodo di limitazioni che stanno subendo i teatri a causa del Covid. Come vedi l’attuale situazione della danza in Italia?

È un  momento molto difficile, stiamo cercando di uscire da questa situazione creata dal  covid, pare si riesca a riemergere e poi si torna indietro con le limitazioni, so che tantissime scuole di danza hanno dovuto chiudere,  è un peccato. Prima della pandemia si era arrivati ad un punto in cui sembrava si fosse raggiunta una svolta, stava maturando una maggiore consapevolezza di cosa è la danza, e di quale meraviglioso mezzo d’espressione e di formazione fisica possa essere non solo per le femmine ma anche per  maschi. Mi auguro che tornado alla normalità queste conquiste così recenti non andranno perdute e la danza possa davvero tornare ad essere protagonista.

Federico Fresi nel ruolo dello zingaro in Don Chisciotte- Teatro alla Scala-
Federico Fresi nel ruolo dello zingaro in Don Chisciotte- Teatro alla Scala-

Quell’attimo prima di calcare il suolo del palcoscenico che cosa pensi?

Non sono uno scaramantico, non ho particolari rituali che seguo, ma per darmi la carica poco prima di entrare in scena mi metto le cuffie ed ascolto un pezzo rock preferibilmente degli AC/DC oppure dei Queen…Freddie è unico!

Articolo a cura di Mara Terzi 

Sergio Cimmino: “amo ricercare Artisti interessanti”

On Air 361: Sergio Cimmino – giornalista, autore e speaker
On Air 361: Sergio Cimmino – giornalista, autore e speaker

“Luglio, col bene che ti voglio vedrai non finirà. Luglio m’ha fatto una promessa …” ma quale promessa? Quella di veder trionfare l’Italia agli europei? Mh no!
Mah si, la promessa di portarmi nella bella Napoli accarezzato dal sole e dal profumo di caffè per una chiacchierata con colui che conosce la musica a 360°: Sergio Cimmino.

Sergio piacere di conoscerti e grazie per aver accettato la mia intervista
Grazie a te Lorenzo. È un piacere. Parliamo di radio, di magazine o di tv?

Parliamo di Radio. E partiamo subito. Quando hai iniziato a masticare la musica?
Da giovanissimo. Ho sempre ascoltato tanta musica e poi all’incirca 12 anni fa ho provato a scrivere di musica e mi è piaciuto.

Ecco! Ma non ti è solo piaciuto, è anche piaciuto a noi lettori. Quindi tu non nasci in Radio?
Eh no. Io sono un giornalista che si occupa di musica, un giornalista radiofonico. Ho collaborato con molte testate online e web come freelance.

Ma piano piano siamo arrivati in Radio
Si. Anche in radio. E qui sono un redattore, autore ma anche conduttore, ti dirò.

Partiamo dal programma che ti vede anche come conduttore
Bisogna che io ti dica “Cotto & Ascoltato” su Radio Shamal (https://www.radioshamal.it/online/). Un programma che conduco insieme a Roberta Luppino, il mercoledì alle 19.00

Sergio Cimmino – giornalista, autore e speaker
Sergio Cimmino – giornalista, autore e speaker

Il titolo mi fa venire fame. Sbaglio?
Assolutamente no. È un programma in cui parliamo del mondo del food unito alla musica emergente, alla musica underground. Io ogni settimana scelgo una playlist di 10 pezzi che diventa protagonista della puntata.

Idea pazzesca. Mi piace tantissimo
Grazie Lorenzo. Crediamo molto in “Cotto & Ascoltato”. Pensa che negli ultimi 3 mesi abbiamo portato il format in TV con 3 puntate speciali trasmesse da alcune reti locali.

Ma c’è un altro programma radiofonico che ti ha visto protagonista dietro le quinte
“Rock This Way”
su Silvermusic Radio. Sono andate in onda 30 puntate che io ho curato come redattore e autore.

Il titolo è abbastanza chiaro ma te lo chiedo: di cosa trattava?
Della storia del Rock. Un programma condotto per 30 puntate da Fabrizio Grecchi che è stato affiancato per 29 puntate da Eleonora Manzoni.

Sergio ma tu preferisci più stare dietro le quinte o davanti al microfono?
Io amo la parte della scrittura. Amo creare per gli speaker.

E le tue creazioni spesso toccano sia il mondo del food ma anche l’impegno civile
Esatto Lorenzo. Collaboro, infatti, anche con Radio Siani che è la Radio della Legalità.

Complimenti davvero Sergio. Tornando alla musica, chi merita lo scettro di re dell’estate radiofonica 2021?
Io punto sempre sugli emergenti e quindi ti dico Iosonouncane che ha realizzato poco prima dell’estate l’album “Ira” e Carmine Tundo de La Municipal, ma anche Lorenzo Lepore e ancora …

On Air 361: Sergio Cimmino –
Sergio Cimmino e Carmine Tundo (Foto dal web)

Basta, basta (ridiamo). Giuro che li ascolterò tutti.

Ma non ti lascio andare fino a che non mi dedichi una MARKETTA. Perché dovremmo ascoltare i tuoi programmi?
Perché la musica che propongo non è frutto di lavoro mainstreaming. Io amo ricercare Artisti interessanti e alcuni programmi anticipano anche i programmi di radio nazionali. E poi Lorenzo, perché il mio percorso è fatto di passione.

Grazie, grazie, grazie Sergio! Per avermi arricchito con nuovi Artisti che finiranno nella mia playlist e per avermi reso partecipe della tua passione per qualche minuto hai condiviso con me.
Bevo un bicchiere di limoncello e poi scappo per nuovi viaggi. Tranquilli, bevo sempre responsabilmente pur non guidando.

Articolo a cura di Lorenzo Amatulli 

Petrichor International Music Competition: iscrizioni aperte fino al 18 Luglio

Non solo talent: Petrichor International Music Competition
Non solo talent: Petrichor International Music Competition

 

Questo concorso è aperto a strumentisti, cantanti, ensemble e compositori di tutte le età e nazionalità.

Tutti i musicisti, inclusi artisti affermati o emergenti, possono candidarsi.

Sia che si sia affermato come un professionista del settore o un hobbista, il contest incoraggia la presentazione di una performance video di qualsiasi brano scelto per la partecipazione al concorso.

La giuria artistica di Petrichor e i giurati esamineranno attentamente le candidature individualmente e indipendentemente dall’età, dalla nazionalità, dal sesso o dallo stile musicale.

Tutti gli artisti, cantanti e compositori possono partecipare a questo concorso. Gli strumenti di musica antica e gli strumenti non orchestrali, come la chitarra o il pianoforte, sono i benvenuti, così come tutti gli strumenti associati alla musica folk o non occidentale.

Non è richiesto un repertorio specifico per partecipare a questo concorso. Ogni esecutore ha la libertà di determinare quale brano o brani eseguire.

Il brano selezionato potrebbe essere tratto da un repertorio standard, o composto da un compositore vivente, o essere un’opera originale dell’esecutore stesso.

Il brano scelto non influenzerà il processo decisionale della giuria. L’obiettivo principale dovrebbe essere quello di evidenziare le abilità tecniche del partecipante, la sua musicalità e la sua capacità di comunicare con il pubblico attraverso il suo strumento e la sua performance.

I cantanti possono scegliere il repertorio in qualsiasi lingua.

Non solo talent: Petrichor International Music Competition 1
Iscrizioni aperte fino al 18 luglio 2021

Ogni partecipante può candidarsi in più di una categoria ed è libero di inviare tutti i video desiderati. Ogni video sarà esaminato individualmente e in modo indipendente.

Tutti i partecipanti riceveranno un abbonamento iClassical Academy di 2 mesi e tutti i vincitori e i finalisti riceveranno un abbonamento annuale e semestrale all’iClassical Academy.

Il contest è suddiviso in quattro categorie:

  1. Young Solo Performers (sotto i 21 anni, nati dopo il 1 Luglio 1999). Possono partecipare a questa categoria strumentisti e cantanti. In questa categoria è ammesso l’accompagnamento pianistico/orchestrale;
  2. Solisti, strumentisti o cantanti (di età superiore ai 21 anni, nati prima del 1 Luglio 1999). Possono partecipare a questa categoria strumentisti e cantanti. In questa categoria è ammesso l’accompagnamento pianistico/orchestrale;
  3. Compositori (opere acustiche, elettroniche, elettroacustiche). Per la musica elettronica, è sufficiente inviare il file audio, non è necessaria alcuna partitura. La registrazione audio o la realizzazione MIDI è incoraggiata ma non richiesta, a meno che non si stia inviando musica elettronica;
  4. Ensemble (gruppi con due o più interpreti). Possono partecipare a questa categoria gruppi di 2 o più musicisti (incluso un direttore d’orchestra, se necessario).

Oltre ai premi in denaro e all’iscrizione all’iClassical Academy, i vincitori riceveranno un certificato ufficiale, esposizione stampa/media oltre alla possibilità di esibirsi live.

Le iscrizioni sono aperte fino al 18 luglio. È possibile iscriversi attraverso la form presente sul sito del contest.

Articolo a cura di Roberto Greco 

“Fare” musica è un po’ come creare piatti e come lo chef, curiamo la scelta delle materie prime

Etichette discografiche indipendenti: Senape Dischi
Etichette discografiche indipendenti: Senape Dischi – Logo

Senape Dischi, è l’etichetta discografica fondata dal produttore viterbese Sveno Fagotto e dal cantautore milanese Emanuele Patti, con sede nei MobSound Recording Studios di Milano di Alessandro Caneva.

Ne abbiamo parlato con Sveno Fagotto, co founder della label.

Quando e perché nasce la label?

Senape Dischi nasce nel 2021, da pochi mesi, quindi. Abbiamo deciso di mettere in atto un metodo di lavoro che sviluppavamo da diversi anni. Nel tempo è stata una necessità di crescita e di avere una realtà più strutturata.

Etichette discografiche indipendenti: Senape Dischi 2
Camilla – Senape Dischi

Da dove viene il nome Senape Dischi?

Ci piaceva l’idea di lasciare una sensazione legata alla cucina. Penso che “fare” musica sia un po’ come creare piatti e che il nostro ruolo sia simile a quello di uno chef. Come lo chef curiamo la scelta delle materie prime, la loro lavorazione e la realizzazione del piatto finito. Inoltre, devo dirti, la senape è un sapore forte che si aggiunge ai piatti, un sapore che li caratterizza fortemente e questo è quello che noi vogliamo fare con la musica: aggiungere senape a brani troppo spesso insapori al fine di creare prodotti che non passino inosservati.

Vuoi definire lo stile di Senape Dischi?

Sicuramente indipendente e giovanile. Cerchiamo di far esprimere i nostri artisti al meglio e facciamo il possibile per non omologarli con gli altri. Cerchiamo di dare spazio alle diverse personalità e di esaltarle, senza appiattirle o omologarle alla massa. E poi divertimento e colore.

Quali sono i servizi che offrite ai vostri artisti?

Partiamo dal punto zero, ossia il brano. Se non è stato ultimato lo terminiamo, lo arrangiamo e lo rendiamo completo. All’interno del nostro staff ci sono persone che si occupano della promozione e della distribuzione digitale. Coordiniamo tutte le attività con uno staff, in cui ci sono anche videomaker e fotografi, al fine di mantenere alta la coerenza al progetto al fine di seguire e tutelare meglio l’artista.

Etichette discografiche indipendenti: Senape Dischi 3
Senape Dischi

Quali sono le punte di diamante del vostro attuale roster?

Camilla, che è già uscita con due singoli. C’è Giulia che è uscita qualche giorno fa con un singolo e in questi giorni esce il singolo di Sarcasm. A breve uscirà anche il singolo di Emanuele Patti, co-fondatore della label, e alcune new entry di cui è troppo presto parlare.

Come è andata durante la pandemia?

Può sembrare strano ma è andata molto bene. Il lockdown, anche parziale, ha permesso agli artisti di scrivere e lavorare su nuove idee e il nostro lavoro è stato incessante al fine di seguirli nel miglior modo possibile.

Fate scouting, ricevete demo? Come funziona la costruzione del vostro roster?

Facciamo entrambe le cose. Oltre a ricevere via mail o via Instagram proposte cerchiamo i nuovi talenti nei festival e là dove si possono esibire. Il nostro canale Instagram è molto attivo ed è possibile proporsi attraverso la mail senapedischi@gmail.com. Non siamo, per ora, una grossa label e selezioniamo con rigore le nuove acquisizioni.

Etichette discografiche indipendenti: Senape Dischi 1
Giulia “Fatta di te” – Cover

Quale artista ti piacerebbe che lavorasse con Senape Dischi?

Devo dirti che, di base, sono esterofilo ma, in questo momento mi piacerebbe produrre Madame, artista italiana che trovo particolarmente interessante. Siamo una label “girl-power” e Madame sarebbe adattissima a Senape Dischi.

Articolo a cura di Roberto Greco 

Radio Tivù Azzurra: Guarda la Tv, ascolta la Radio

On Air 361: Roberto Dell'Acqua "Italiani si nasce" 
On Air 361: Roberto Dall’Acqua “Italiani si nasce” – Logo

Difficile mettersi in viaggio in questa giornata di luglio, in questo 5 luglio 2021, giornata in cui tutti i TG e tutte le televisioni parlano della scomparsa della vera ed unica Regina dello Spettacolo Italiano, l’Icona per eccellenza, Raffaella Carrà.
Con una delle sue canzoni trasmesse a palla dal mio Spotify, commosso, decido di fare RUMORE in suo onore e di dirigermi verso Palermo, verso la sede di Radio Tivù Azzurra per conoscere e chiacchierare con lo speaker Roberto Dall’Acqua.

Roberto ciao. Come direbbe Raffaella, A raccontare comincia tu …
Ciao Lorenzo. Giornata forte questa. Grazie per avermi invitato per questa intervista.

Grazie a te! La Radio, quando è nata la passione per questo mondo?
Devi sapere Lorenzo che io ho iniziato come DJ nei villaggi turistici e poi casualmente a Milano ho fatto un provino per una Radio.

Beh direi un provino superato alla grande se ora ho di fronte a me uno speaker
Eh sì. Provino superato per la Radio della Curia di Milano da dove è partito tutto.

On Air 361: Roberto Dall'Acqua
Roberto Dall’Acqua

Insomma dalla Curia a Radio Tivù Azzurra.
Si. Alla Radio della Curia ho fatto programmi giornalistici e poi ho virato verso Radio Tivù Azzurra con un format di interviste.

E allora parliamo di Radio Tivù Azzurra. Quando sei arrivato? È una FM?

È un’emittente radiotelevisiva che va sul Canale 123 del Digitale Terrestre o in streaming su https://www.radiotivuazzurra.it/#tv . E qui sono arrivato nel 2013 e da un anno e mezzo sono alla conduzione del programma “Italiani si nasce”.

Quando va in onda e di quali argomenti tratti?
Italiani si nasce
 va in onda ogni sabato dalle 17.00 alle 18.00 e in questa ora mi dedico alle interviste di personaggi noti e meno noti. Ora però il programma è in ferie e torna a settembre.

E allora dicci chi hai intervistato in questa bellissima stagione radiofonica
Pronto!? Carmen Russo, Pippo Franco, Davide De Marinis, Mogol, Peppino Di Capri, Francesca Alotta e direttamente da Sanremo, Folcast e direttamente da Striscia la Notizia, Stefania Petyx. Ma ovviamente tanti altri artisti.

Interviste immagino accompagnate da musica
Assolutamente sì. C’è la playlist scelta dal nostro Direttore Artistico con molta musica italiana ma nel caso di ospite musicale, la scelta ricade sui brani dell’artista.

On Air 361: Roberto Dall'Acqua "Italiani si nasce" 
Radio Tivù Azzurra – Logo

Roberto, Italiani si nasce è in ferie ma quale hit estiva avresti voluto trasmettere?
Ti dirò, la canzone di Fabio Rovazzi con Eros Ramazzotti, La Mia Felicità, e ovviamente Mille con Orietta Berti.

Hai intervistato molti Artisti dello spettacolo. Oggi abbiamo appreso la notizia della scomparsa di Raffaella Carrà. Vogliamo ricordarla Roberto?
Come possiamo non farlo. Mi ha colpito molto questa perdita. Io ho sempre passato molto in radio le canzoni di Raffaella. Una Grande Professionista, un punto di riferimento, una Donna che ha lottato per l’emancipazione e per i diritti del mondo lgbt quando nessuno aveva il coraggio di prendere posizione.

La tua canzone preferita di Raffaella Carrà?
Rumore
. Ogni volta che l’ascolto mi trasmette tanta allegria.

Roberto! Siamo al momento cult delle mie interviste. Momento Marketta. Perché ascoltare/guardare Italiani si nasce?
Perché siamo apparentemente simili ad altri network ma con le nostre interviste siamo anche molti diversi


Grazie Roberto per la tua gentilezza. Io mi rimetto in moto verso nuove Radio. Risalgo su e poi riscendo giù, del resto è così bello Far l’Amore da Trieste in giù…

Articolo a cura di Lorenzo Amatulli 

Folkest – Premio Alberto Cesa: il festival  dedicato alla musica di tutte le etnie e le culture del mondo

Non solo talent: Folkest - Premio Alberto Cesa 2022
Fragment – Finalisti 2021

Al via la call della 17ma edizione del contest organizzato e pensato per valorizzare tutta la musica che sa dare voce alle radici culturali di qualsiasi parte del mondo

Scadrà il prossimo 31 ottobre la possibilità id iscriversi online alla 17ma edizione del Premio Alberto Cesa 2022.

La manifestazione nata per rendere omaggio ad Alberto Cesa, artista scomparso nel 2010, voce e ghironda di uno dei gruppi pionieri del folk italiano “Cantovivo”.

Alberto Cesa è stato un grande amico di Folkest, il festival dedicato alla musica di tutte le etnie e le culture del mondo, che si tiene ogni anno in estate nei comuni del Friuli-Venezia Giulia e in alcuni del Veneto, della Carinzia, della Slovenia e dell’Istria.

Ad Alberto Cesa è riconosciuto il merito di aver fatto capire, oltre quarant’anni fa, che cantare in una lingua minore o dialetto non è stare ai margini, ma aumentare le potenzialità espressive.

Non solo talent: Folkest - logo
Folkest – Logo

Il Premio è organizzato con la supervisione della direzione del festival Folkest, dalla redazione di www.folkbulletin.com e dall’Associazione Culturale Folkgiornale.

Alla sua realizzazione, inoltre, collaborano una ventina di associazioni e istituzioni di varie località italiane dove, di anno in anno, si svolgono le selezioni dal vivo degli artisti partecipanti.

Le domande di iscrizione dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 ottobre 2021, tramite il modulo presente sul sito folkest.com/premio-alberto-cesa/. L’iscrizione al concorso è gratuita.

Sul sito è disponibile il modulo online potrà essere compilato dal singolo artista oppure, nel caso in cui si tratti di un gruppo da parte, di un suo rappresentante.

Al termine della fase d’iscrizione online sarà necessario inviare, WeTransfer all’indirizzo premiocesa@folkest.com, almeno tre brani musicali in cui dovrà essere indicato il nome del gruppo oltre ai titolo dei singoli brani proposti.

Premio Alberto Cesa 2021 - finalisti Miriam Foresti
Miriam Foresti – Finalisti 2021

Dovranno essere inviati anche i testi delle canzoni presentate allegando le traduzioni in italiano se scritte in altra lingua o dialetto regionale, una scheda tecnica accompagnata da uno stage-plan con la disposizione di palco necessaria all’esibizione dell’artista/band, una breve rassegna stampa del gruppo e una foto dell’artista/band di alta qualità.

Qualora si tratti di una band sarà necessario indicare anche i dati anagrafici di tutti i componenti. Tutto il materiale richiesto dovrà essere inviato entro e non oltre 5 giorni dall’effettuazione dell’iscrizione online.

La selezione del contest è articolata in diversi step.

Il primo è l’ascolto e la valutazione da parte di una qualificata giuria del materiale pervenuto e in questa fase saranno scelti gli artisti/band che si esibiranno nel corso delle diverse selezioni territoriali.

Il secondo step prevede l’esibizione dal vivo e la valutazione da parte delle giurie istituite a presiedere le singole eliminatorie territoriali.

In questa fase verranno proclamati i vincitori di ogni selezione territoriale, vincitori che parteciperanno alla fase finale di Folkest 2022.

Premio Alberto Cesa Logo
Premio Alberto Cesa – Logo

Se, a causa dell’emergenza sanitaria in corso non sarà possibile organizzare le selezioni territoriali in presenza, verranno svolte online.

La fase finale si terrà a Spilimbergo (Pn) nel periodo luglio e agosto 2022. In questa fase sarà proclamato il vincitore del Premio Alberto Cesa 2022.

Per maggiori informazione consultare il sito del Folkest.

Articolo a cura di Roberto Greco

“La Musica. Nella sua migliore forma, nella sua massima qualità”

Etichette discografiche indipendenti: Aldebaran Records Michael “Deva” Converso, founder della label
Michael Converso, founder della label

“La Musica. Nella sua migliore forma, nella sua massima qualità”. Questo è lo slogan che appare sulla home page del sito di Aldebaran Records, un’etichetta che ha il suo quartier generale a Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza. Abbiamo contattato Michael “Deva” Converso, founder della label e ci siamo fatti raccontare la sua storia.

Quando e perchè nasce la tua etichetta?

È una storia particolare. Circa dieci anni fa, quando lavorai al mio primo disco, mi misi alla ricerca di una label per la pubblicazione di quel lavoro, oggettivamente particolare. C’erano diverse realtà interessanti, ma non trovai nulla di paragonabile, perlomeno come filosofia, a Def Jux, Anticon, Ninja Tune, etichette di riferimento. Così rifiutai alcune proposte e feci questa scommessa che si chiama Aldebaran Records. Certo, a oggi sono molto trasversale, ma l’urgenza di base resta.

Dove nasce il nome della tua etichetta?

Dato il ragionamento di cui sopra, volendo adottare un’ottica “spaziale”. “All’opera per l’Algebra, stellare più di Aldebaran”, tanto per citare Gopher.

Aldebaran Records: Al Castellana
Al Castellana

Se tu dovessi definire, al di là dei generi, lo stile della tua etichetta, che parole useresti?

Domanda difficile, considerando la trasversalità. Ecco, trasversale, forse.

Quali sono i servizi che offrite ai vostri artisti?

Beh, la nostra volontà sta nell’essere concentrati molto sul fisico, sul vinile, anche se siamo appena sbarcati con le nostre produzioni sul digitale. A oggi riusciamo ad avere qualche mezzo in più e ciò ci permette di ragionare in maniera più ampia, quindi anche da un punto di vista promozionale e, speriamo dall’anno prossimo, magari anche dal punto di vista live.

Per la registrazione dei brani musicali degli artisti che lavorano con voi, che scelte avete fatto?

Non esiste una vera e propria formula, dipende dalle situazioni. Per le ristampe il discorso non conta, mentre per le nuove produzioni in realtà lasciamo molto spazio agli artisti, al massimo interveniamo per fare un minimo di selezione per aiutarli a chiudere il progetto con una maggiore precisione e peculiarità.

Etichette discografiche indipendenti: Aldebaran Records Ice One
Etichette discografiche indipendenti: Aldebaran Records – Ice One

È sempre più importante, oggi, accompagnare il brano con un video anche per poterlo far mandare in onda alle sempre più crescenti “radio-visioni” che stanno affiancando le radio tradizionali. Come vi siete organizzati?

In effetti non si può dire diversamente. Lo dimostra il trend degli ultimi anni, dove si tende a concentrare le proprie forze su un singolo e non su un album. A oggi stiamo investendo in videoclip promozionali, anche se spesso, in realtà, c’è una fruizione da “cotto e mangiato” che un po’ mi spaventa. A questo bisogna sommare il fatto che inserirsi nelle programmazioni delle diverse emittenti radio è relativamente semplice ma inversamente proporzionale alle loro dimensioni. Non è semplice, ma confido sempre in nuove strade.

Quali sono i problemi di distribuzione che incontra oggi un’etichetta indipendente e come li avete affrontati?

Giusta curiosità. Riguardo al prodotto distribuito in digitale stiamo per affidarci a terzi. Sulla distribuzione del supporto fisico, invece, ci stiamo praticamente distribuendo da soli, lavorando a stretto contatto con i negozi. Questo perché dopo diverse disavventure, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo deciso di andare avanti da soli.

Casino Royale Polaris
Casino Royale – Polaris

Qual è il vostro stato di salute in questo anno e mezzo caratterizzato dalla pandemia?

Potrei dirti altalenante. La valutazione che in pandemia siano aumentate le vendite dei dischi, penso abbia avuto un forte riscontro solo su mega distributori come Amazon, non tanto per noi. Parlando anche con colleghi e negozianti posso però dire che, allo stesso tempo, c’è andata sicuramente meglio di tantissime altre realtà, perché in fin dei conti siamo riusciti a lavorare anche se con molta fatica. Siamo positivi però, confidiamo in una ripresa collettiva tra non molto.

Quali sono le punte di diamante del vostro roster?

Se guardiamo le ristampe, abbiamo l’onore di aver avuto molti artisti che hanno fatto la storia in Italia nel proprio genere. In fin dei conti, abbiamo dei bei ricordi legati ad ognuno di essi, nessun escluso. Ma confidiamo nelle nuove produzioni cercando di lasciare una traccia nel tempo, grazie ad Ice One, Casino Royale, D-Styles, Ape, Al Castellana, JSP, Novembre87, Mole e altri.

Com’è possibile per un artista proporvi la sua musica?

Può inviarci il materiale ad info@aldebaranrecords.com . Noi concediamo l’ascolto a tutti, ci riserviamo un po’ di tempo solo per valutarli con calma. Chiunque è il benvenuto!

Articolo a cura di Roberto Greco 

Crediamo nell’unità di gruppo e lavoriamo ai brani in maniera collettiva

Watt: unità di misura della potenza del loro Rock
Matteo è mio fratello, Luca “Vita” e Luca “Corbi” hanno fatto insieme la scuola materna

I Watt nascono nel 2013 grazie all’incontro di Luca Vitariello, chitarrista, Matteo Rampoldi, batterista e Luca Corbani, bassista.

Sono un gruppo di tredicenni con una grande passione per la musica. L’anno successivo si unisce a loro la giovanissima Greta Rampoldi, che non ha ancora dieci anni. Brano dopo brano, riconoscimento dopo riconoscimento, nel 2020 vincono il Festival di Castrocaro con il brano “Fiori da Hiroshima”. “Hey” è il nuovo singolo, un brano che nasce da un giro di pianoforte e da una cassa in 4/4. Il testo racconta la fine di una storia d’amore e di come, in poco tempo, le cose possano inaspettatamente cambiare. Quello che era amore improvvisamente si trasforma in distacco e, senza sapere perché, ci si ritrova diversi e incompatibili.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Greta e ci siamo fatti raccontare che sono i Watt.

Cominciamo da te, Greta. Sei la musicista più giovane che si è esibita sul palco dell’Alcatraz di Milano, hai suonato allo stadio di San Siro, sei finita su “D Repubblica delle donne”. Te lo aspettavi?

Sinceramente no. Ho iniziato per gioco. Il mio sogno è sempre stato fare la cantante e, passo dopo passo, vedevo questo sogno che si avverava. Mentre succedeva non mi rendevo conto di quanto stessi facendo e solo adesso ho la consapevolezza che sto realizzando ciò che volevo fare.

Siete tutti giovanissimi. Come vi siete incontrati?

Matteo è mio fratello, Luca “Vita” e Luca “Corbi” hanno fatto insieme la scuola materna. In realtà il progetto è nato da “Vita” e Matteo che si sono incontrati all’oratorio. Entrambi avevano la passione della musica e hanno deciso di creare una band e con l’ingresso di “Corbi” sono nati i Watt. Io, in effetti, sono entrata per ultima, dopo aver fatto pressioni su Matteo, mio fratello, per cantare con loro. Mi hanno fatto cantare una canzone ed eccoci qua.

Prima di arrivare a “Decido io per me”, il singolo che ha rotto il guscio che era intorno a voi, che musica suonavate?

Abbiamo iniziato con il rock, il genere con cui eravamo cresciuti. Nel tempo ci siamo spostati verso il pop anche se, soprattutto nei live, la nostra vena rock non è mai morta.

Quali sono stati gli artisti di riferimento che vi hanno accompagnati durante il vostro percorso?

In generale ci facciamo contaminare da qualsiasi genere musicale. Pensiamo che la musica sia tale e a tutto tondo. Nei nostri pezzi, al di là della nostra impronta pop-rock, puoi trovare la trap ma anche la musica orchestrale. A tutti noi piacciono molto i Muse ma, oltre a questo, abbiamo ascoltato molta musica.

“Hey” è il vostro ultimo singolo. Dove vi sta portando la musica?

L’obiettivo comune è quello di vivere di musica e tutte le nostre energie sono dirette verso questo. Dal punto di vista musicale, in questo periodo, stiamo scrivendo molti pezzi nuovi ed è spuntata una vena più punk.

Watt: unità di misura della potenza del loro Rock 2
“Hey” è il nuovo singolo, un brano che nasce da un giro di pianoforte e da una cassa in 4/4

Come funziona per i Watt la costruzione di un brano?

Crediamo nell’unità di gruppo e lavoriamo ai brani in maniera collettiva. Si parte da un’idea che normalmente arriva da “Vita” sulla quale cominciamo a lavorare. Poi nasce l’embrione del testo che sviluppo assieme a “Vita”, costruendo così la linea melodica e poi, assieme, definiamo testo e musica. Siamo formalmente un gruppo e anche l’atto creativo è qualcosa che sviluppiamo assieme.

Progetti per i live?

Non abbiamo ancora nulla di definito. Sicuramente suoneremo dal vivo quest’estate ma a tutt’oggi non c’è un vero e proprio calendario. In cantiere ci sono alcuni progetti ma è ancora presto per parlarne e stiamo, inoltre, lavorando ai pezzi nuovi.

Con quale artista vi piacerebbe collaborare?

Ci piace molto Tancredi, che ha chiuso la sua esperienza ad Amici. È chiaro che se ci chiamasse Dua Lipa o Eminem diremmo semplicemente: “Ok, quando ci vediamo?”

Come siete riusciti a conciliare il vostro impegno con la musica e lo studio?

Abbiamo iniziato che eravamo giovanissimi e abbiamo, da subito, dovuto trovare un equilibrio che ci permettesse di andare a scuola ma, nel contempo, ci consentisse di dedicare alla musica il tempo che merita. La musica è al primo posto perché rappresenta il nostro obiettivo. In alcuni casi abbiamo privilegiato l’impegno per la musica ma, nell’insieme, abbiamo cercato di mantenere i piatti della bilancia equilibrati.

Watt: unità di misura della potenza del loro Rock 1
L’obiettivo comune è quello di vivere di musica e tutte le nostre energie sono dirette verso questo

I vostri brani sono in lingua italiana. Avete mai pensato di utilizzare la lingua inglese per i vostri brani?

Il primo brano dei Watt era scritto in lingua inglese ma, forse proprio per questo, abbiamo deciso di cantare in italiano. È una lingua di cui abbiamo maggiore padronanza e ci permette di arrivare in maniera più diretta al pubblico.

Qual è stato il premio o il riconoscimento che avete ricevuto al quale siete più affezionati?

Dal punto di vista morale, senza dubbio, il suonare sul palco di San Siro per l’apertura dei concerti di Davide Van De Sfroos. Abitiamo, peraltro, a meno di dieci minuti da quello stadio in cui mio fratello segue le partite. Questa è stata, sicuramente, una grande emozione. Per quanto riguarda i premi invece, sicuramente la vittoria di Castrocaro con “Fiori da Hiroshima”.

Articolo a cura di Roberto Greco 

“Lei aspetta” è un brano “ponte” tra le mie esperienze passate e il mio presente

Lorenzo Semprini “Lei aspetta”, tra passato e presente
Lorenzo Semprini “Lei aspetta”, tra passato e presente

Lorenzo Semprini nasce davanti al mare di Rimini nel 1974, nello stesso giorno in cui i Genesis pubblicano “The Lamb Lies Down on Broadway “, mentre “Amarcord” di Federico Fellini è ancora nei cinema italiani e a pochi giorni da “The Rumble in The Jungle”, lo storico incontro di pugilato tra Muhammad Alì e George Foreman, tenutosi a Kinshasa Zaire.

Questo è l’incipit della biografia del leader di Miami & the Groovers con cui ha prodotto 4 album in studio (Dirty roads 2005, Merry go round 2008, Good things 2012, The ghost king 2015) ed un box live cd/dvd nel 2013 (No way back) e che ha alle spalle centinaia di concerti in tutta Italia ma anche in Inghilterra, Stati Uniti (New York, Asbury Park, Chicago), Lussemburgo, Svezia, Austria.

Dal 14 maggio è disponibile in rotazione radiofonica “Lei aspetta”, brano che anticipa il suo primo album da solista in uscita nel 2021. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e ci siamo fatti raccontare di lui e della sua musica.

Se si pensa a Rimini viene in mente automaticamente il sole, la spiaggia, le dance hall, la vita notturna invece tu, Lorenzo, sembri appartenere a un’altra Rimini.

Diciamo che Rimini è una città dai tanti volti, non solo per il suo radicale cambiamento tra l’estate e l’inverno ma anche perché cambiano i colori, la sua visione ed è una città che riserva tante sorprese.

Mi sento molto riminese ma, di fatto, sono sempre stato attratto dall’immaginario, sia per quello che riguarda la musica ma anche la letteratura e i film, che viene da oltre oceano.

Sin dai miei esordi, dal 1999, anno di fondazione deiMiami & the Groovers”, comincio a registrare dischi in lingua inglese e a girare sia l’Italia con “il sogno americano” che ci porta a suonare live in giro per il mondo, States compresi.

Dopo tanti progetti è arrivato il momento di questo album che sta vedendo la luce in questo settimana che è cantato in italiano.

Lorenzo Semprini
Lorenzo Semprini “Lei aspetta”, tra passato e presente brano che anticipa il suo primo album da solista in uscita nel 2021

Come arrivi a scegliere di rimetterti in discussione quasi ricominciando da capo?

Avevo il bisogno di affrontare una nuova sfida sia di relazionarmi con altri musicisti sia con la scrittura dei testi in italiano. Ci ho messo, come si dice in questi casi, la faccia.

Questo progetto, di cui è uscito il singolo un mese fa, è un album di dodici brani che uscirà in autunno. Per la sua realizzazione ho collaborato con ventidue musicisti e questo ne fa un disco ricco di colori.

Lorenzo Semprini “Lei aspetta”, tra passato e presente

Che rapporto c’è tra te e la tua chitarra, strumento che non ti ha mai abbandonato?

Si tratta di un rapporto molto forte. La chitarra mi serve per accompagnarmi sul palco ma mi serve anche per la scrittura dei brani.

Anche il singolo che è uscito, “Lei aspetta”, in cui suonano il batterista e il chitarrista dei Miami & the Groovers”, è un brano “ponte” tra le mie esperienze passate e il mio presente.

Sono molto legato a un paio di chitarre, che mi seguono da sempre. Sono strumenti che “hanno le canzoni” al loro interno.

“Lei aspetta”, tra passato e presente

Lei aspetta” è parte di una narrazione più completa, più organica.

Si. La scelta della lingua italiana vuol dire eliminare le barriere e le sovrastrutture linguistiche nei confronti del pubblico. La canzone è una storia, una di quelle storie che il pubblico riesce a fare sua.

In questo caso ho voluto raccontare la paura, una mancanza, una cicatrice che non si è rimarginata e quelle cose che ci frenano, che ci rendono più inermi davanti alla vita.

Il brano si muove su un doppio binario. Da un lato ci sono le strofe, più cupe, quasi dark in contrasto con il ritornello, più aperto, quasi solare che rappresenta il riscatto, la reazione, la voglia di cambiare le cose.

Come hai incontrato Gianluca Morelli, il tuo produttore?

Anche lui è riminese e ci siamo incrociati molti anni fa. Con Gianluca condividiamo la passione per il calcio. È iniziato tutto con una bonus-track per i Miami & the Groovers” poi, l’anno scorso in piena pandemia, ho scritto “Siamo rimasti noi” che ho prodotto con lui.

Si tratta di un brano realizzato a fini benefici con la collaborazione di Paolo Fresu e altri musicisti denominati “Suonatori in casa”, in totale tredici musicisti.

Con questo lavoro si è sviluppato l’incontro delle nostre due anime, la sua più elettro-pop e la mia prettamente folk-rock.

Questo ha portato al sound dell’album del quale sono molto soddisfatto così come soddisfatto della collaborazione realizzata con i musicisti che hanno contribuito alla sua realizzazione, tasselli unici che hanno portato ricchezza ad ogni brano.

Lorenzo Semprini “Lei aspetta”
Sono molto legato a un paio di chitarre, che mi seguono da sempre. Sono strumenti che “hanno le canzoni” al loro interno

Con chi ti piacerebbe collaborare nella tua nuova veste di solista?

Nell’album ci sono già importanti collaborazioni ma ho sempre amato e ammirato Vinicio Capossela. Mi piacerebbe averlo al mio fianco sia dal punto di vista strumentale sia dal punto di vista vocale.

Articolo a cura di Roberto Greco 

Daniele Guidetti e “Bruno mattina del sabato” su Radio Bruno Brescia

On Air 361: Daniele Guidetti di Radio Bruno Brescia
Daniele Guidetti super eroe a Radio Bruno Brescia

“Mi sono informato c’è un treno che parte alle 7.40”. Eh no troppo tardi per raggiungere, nel mio viaggio immaginario, la bellissima città di Brescia e per tuffarmi su una fetta di Torta Brescia.
Decido di tornare ai vecchi metodi di trasporto, autostop! E chi mi ritrovo sul sedile guidatore intento a raggiungere la città di Brescia e la sede di una Radio molto conosciuta? Daniele Guidetti, tecnico e speaker di Radio Bruno Brescia. Mi dispiace Daniele ma ora ti tocca l’intervista.

Daniele piacere. Simpatico, Gentile, Disponibile e con un pezzo di cuore tutto per la Radio
Ma grazie Lorenzo. Un pezzo di cuore che vanta molti anni. 20 anni fa mi affacciavo al mondo della Radio.

Come mai questa passione Daniele?
Ho sempre avuto la passione sia per la Radio sia per la TV ma a livello tecnico.

E questa passione quando ti ha portato ad entrare nel mondo della Radio?
Nel 1997. Ho iniziato in una Radio di una Parrocchia e poi nel 1999 sono entrato a far parte di una Radio di musica di liscio, si chiamava Radio Mobilificio di Cantù diventata ora Radio MilleNote.

Continua Continua perché sono affascinato. Parrocchia, liscio …
Parrocchia, liscio e poi c’è stata Radio Alfa dove ho prestato la mia voce per degli spot pubblicitari e li oltre al pezzo di cuore per la parte tecnica, ho scoperto un altro pezzo di cuore per il microfono.

Un pezzo di cuore che ti ha portato a Radio Bruno Brescia
Si. Prima come Responsabile Tecnico dal 2012 e poi anche speaker radiofonico. Dal 2019 sono in onda con un programma al sabato.

On Air 361: Daniele Guidetti
On Air 361: Daniele Guidetti di Radio Bruno Brescia

Uuuhh, nome, argomenti, ospiti. Tutto, voglio sapere tutto
Il programma si chiama Bruno Mattina del sabato e va in onda il Sabato dalle 10.00 alle 13.00. Lo conduco in alternanza con la collega Nicoletta Del Vecchio.

Quali argomenti trattate a Bruno Mattina del sabato?
Diamo spazio a temi, argomenti, e personaggi della cultura bresciana. Quasi tutti i nostri ospiti, musicali e non, hanno a che fare con il nostro territorio. Insomma, il nostro è un programma di compagnia dove arrivano ospiti che parlano di loro.

Vogliamo ricordare qualche ospite?
Certo. C’è stato Il Cile, poi direttamente da Caduta Libera abbiamo avuto ospite sia Nicolò Scalfi sia il bagnino bresciano Christian Fregoni e tanti altri.

E se ti dicessi di dirmi un ospite che hai nel tuo sogno nel cassetto?
Ti direi Mara Venier o Pippo Baudo. Due grandi professionisti della TV.  Dai grandi professionisti si impara molto perché loro hanno da insegnare tanto.

La musica invece Daniele. Quale genere ascoltiamo nel Bruno mattina del sabato?
La nostra TOP 40. Tutti i successi del momento.

E in questa estate siamo pieni di successi, soprattutto estivi. Quali sono secondo te i brani di questa estate 2021?
Senza dubbio Higher Power dei Coldplay, poi Mille di Fedez, Orietta Berti e Achille Lauro e resta salda da Sanremo, Musica Leggerissima di Colapesce Di Martino.

Dove possiamo ascoltarti Daniele?
In FM a Brescia e provincia ma anche, Bergamo, Cremona e Mantova. O in diretta streaming su www.radiobrunobrescia.it alla sezione “ascoltaci” o in podcast su www.soundcloud.com e scrivere Radio Bruno Brescia

Tadà. Momento Marketta, Daniele. Perché ascoltare Bruno mattina del sabato?
Perché io Amo tutti gli ascoltatori e se volete sentirvi amati, ascoltatemi.

On Air 361: Daniele Guidetti di Radio Bruno Brescia 1
Spiderman dopo la visita al Papa, a “Bruno Mattina del sabato” con Daniele Guidetti

Ma come non si fa ad amare Daniele Guidetti?! Faccio Coming Out: io sono un bimbo di Daniele Guidetti pronto a far concorrenza alle bimbe di Giulia DeLellis.
Grazie infinite a Daniele per la sua spontaneità e gentilezza mattutina (mi ha buttato giù dal letto) ma ora è tempo di un nuovo viaggio. Mi risintonizzo su www.radiobrunobrescia.it e volo con la mia mente. Dove? Lo scoprirete martedì prossimo.

Articolo a cura di Lorenzo Amatulli

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