Frencys, in “Millennial” la musica diventa un’esperienza completa. Dal cuore dell’Italia al futuro della musica: il perfetto connubio tra arte e tecnologia

Frencys: album di debutto
“Millennial” album di debutto di Frencys

Frencys, pseudonimo di Francesco Ferrarelli, musicista, compositore e produttore romano, è pronto ad incantare pubblico e critica con il suo primo album solista, “Millennial”. Questa raccolta di dieci brani promette di tenderci la mano per guidarci in un percorso emozionale alla scoperta delle diverse sfumature di esperienze e sentimenti, vissute e da vivere.

Un viaggio interiore nel tempo e nello spazio, tra luci ed ombre, metafore e realtà. Un viaggio nel quale prendono vita canzoni dalle vivaci e vertiginose sonorità elettropop, unite a momenti strumentali, meditativi e d’atmosfera.

L’ascoltatore può tuffarsi in questa esperienza sonora immersiva senza aver mai voglia di tornare a riva, incalzato da taglienti riff di chitarre elettriche, ammaliato da nostalgiche melodie rock, sferzato da approdi sonori inaspettati, incisivi e mai invasivi, provenienti da raffinati strumenti elettronici utilizzati con sapienza e buon gusto.

Di questo lavoro d’esordio, Frencys è produttore, arrangiatore, autore e polistrumentista. La sua versatilità è evidente in ogni traccia, dove si percepisce la sua capacità di padroneggiare vari strumenti e stili musicali.

L’artista capitolino non si limita infatti a creare melodie accattivanti; la sua esperienza come produttore gli consente di orchestrare ogni elemento del brano, dal più piccolo dettaglio ai complessi arrangiamenti strumentali. Questo approccio integrato dà vita ad un’opera coerente, riconoscibile e ricca di sfumature, in cui ciascun accordo, ciascun elemento, è frutto di una visione artistica completa e matura.

Frencys: “Millennial” album di debutto 1
Frencys:

Ospite speciale dell’album è la voce femminile di FairyOne, che aggiunge un ulteriore strato di profondità e finezza alle composizioni, cantando su “Diorama”, “When are we now?”, “Sei tu”, “Somewhere” e “Virgo” e recitando su “Anni Luce” e “Gravità Zero”.

“Millennial” si apre con “Anni Luce”, evocando e contemplando in musica un senso di vastità e distanza che invita a lasciarsi andare al suono e alle sue vibes. “Fenice” segue con un messaggio di rinascita e speranza, mentre “Diorama” offre uno sguardo dettagliato sui frammenti della vita, come in una vetrina illuminata. “La Nuit” impreziosisce il progetto con un alone di mistero e contemplazione, illuminando le ombre della notte con la sua atmosfera suggestiva e avvolgente.

Con “Gravità Zero”, Frencys solleva dalle zavorre quotidiane, creando una dimensione parallela alla nostra, dominata da leggerezza e libertà. “L’Istante” cattura momenti di pura bellezza in una culla di serenità e contemplazione, mentre “When Are We Now?”  ci interroga sul tempo e la memoria.

 

Frencys: “Millennial” album di debutto 2
Frencys:

La dolcezza di “Sei Tu” celebra l’intimità e la connessione, mentre “Somewhere” trasporta in luoghi lontani e inesplorati, dove è ancora possibile trovare rifugio e pace. L’album si chiude con “Virgo”, un brano in cui fluiscono forza e delicatezza, simboleggiando la purezza e la complessità delle emozioni.

Con una base operativa nel cuore dell’Italia, Frencys ha già collaborato con numerosi progetti discografici di successo, tra cui Randevu (Bassa Fedeltà Records), Emanuele Inserto (La Stanza Nascosta Records) e Chromaki (Radici Music Records).

Ogni progetto ha beneficiato della sua abilità di combinare sonorità innovative con arrangiamenti sofisticati. Nel 2024, Frencys ha esordito con il suo progetto solista, pubblicando, nel mese di settembre, l’album “Millennial”, un’opera in grado di rivoluzionare il panorama musicale contemporaneo.

Frencys: “Millennial” album di debutto 3
Frencys

L’uscita del disco, per l’etichetta Orangle Records, rappresenta una nuova tappa nella carriera di un artista che non smette mai di esplorare e reinventarsi.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Azzena: “Ci pensi mai”, il brano ha una sonorità che si sposa con la commedia italiana: l’amore porta a scoprire cos’è la felicità e a vivere bene

Azzena: “Ci pensi mai” …ciak si canta!
Azzena alla premiere del film ‘Amici per caso’

Daniele Azzena, in arte “Azzena”, eredita la passione per la musica dai nonni e fin da giovanissimo inizia a cantare, suonando anche chitarra e pianoforte. Dopo aver partecipato a diversi contest e concorsi, arriva per lui una bella chiamata: scrivere la colonna sonora di “Amici per caso”, un film di Max Nardari. La canzone parla di quanto la vita possa cambiare in fretta, pregiudizi e schemi mentali che possono essere superati. Dal prossimo e dalle esperienze che viviamo abbiamo solo da imparare perché essere compresi e comprensivi aprendoci all’altro, si butta giù il numero delle incertezze e si ha un quadro più chiaro del senso della vita.

Daniele benvenuto tra noi! Parto con il chiederti come stai e che periodo è della tua vita?

Mi sento molto bene, sto vedendo tanti progetti che si realizzano dopo tanto lavoro, sono molto ottimista per il presente e per il futuro.

Da dove viene la tua passione per la musica?

Ho avuto entrambi i nonni musicisti. Il mio nonno paterno era un chitarrista e il mio nonno materno era un grande fisarmonicista. All’inizio era tutto legato solo all’ascolto. Crescendo, spontaneamente, ho capito che volevo farlo come lavoro e ho iniziato a studiare i primi strumenti e da lì è stato tutto un evolversi.  Ad oggi per una scelta stilistica preferisco più la chitarra elettrica rispetto al pianoforte.

Hai subito influenze di qualche artista in particolare?

Ho una visione a 360 gradi della musica, mi piace molto scoprire e sperimentare, ascoltare ogni novità del settore. Il cantautorato italiano mi ha dato molto in termini di scrittura, quindi Lucio Dalla, Battisti, Venditti, ma anche andando più indietro negli anni con Modugno; ho preso spunto da ognuno di loro. Adesso il mio progetto sta avendo un sound più indie-rock. Voglio specializzarmi in questo genere. Attualmente molti riferimenti li sto prendendo dagli Arctic Monkeys.

Che rapporto hai con Vigevano, la tua città?

Un rapporto di amore e odio, lì sono cresciuto, ho studiato e ho coltivato le prime amicizie. Non ho mai ricevuto tutto questo supporto, musicalmente parlando. È una città molto paese da questo punto di vista, la mentalità è chiusa e un po’ mediocre; infatti, mi sono trasferito a Milano per diversi motivi.

Azzena: “Ci pensi mai” …ciak si canta! 1
Azzena

Arriviamo a “Ci pensi mai”, la colonna sonora che hai scritto per il film “Amici per caso”. Ci racconti com’è nata tutta la storia?

È una canzone scritta appositamente per il film. Mi è arrivata la proposta dal regista, Max Nardari, c’era la possibilità di inserire un brano per una scena dove sarei comparso anch’io. Mi è stata data la trama ed è stato un processo molto veloce perché in due ore è nato il brano e in un anno abbiamo realizzato tutto e il film è uscito nelle sale cinematografiche. Ricordo che ho intrapreso questo progetto in maniera super carica, ero molto felice di partecipare e quando ho iniziato a viverlo in prima persona mi sono divertito.

Il film ha un suo messaggio di fondo. La tua canzone invece che significato ha per te? Si porta dietro qualcosa?

Scrivere questo brano mi ha dato modo di riflettere tanto sul fatto che dalla vita ti puoi aspettare di tutto e tutto può cambiare da un momento all’altro. Dai pregiudizi puoi ribaltare gli schemi, maturi e capisci come affrontare la vita. È una canzone volta anche al miglioramento di sé stessi. Certe cose non sono come le reputi tu e cambiano improvvisamente.

Che effetto ti fa sapere che un tuo brano è diventato la colonna sonora di un film? Che emozioni provi?

Ci ho messo un po’ a realizzarlo, vedermi sul grande schermo è stato sorprendente, un’emozione fantastica. Non era uno dei miei obiettivi principali ma mi sento di aver raggiunto un bel traguardo. Dentro di me ho sempre sentito il desiderio di voler provare questa esperienza, non ho mai chiuso la porta davanti a questa possibilità.

Ci pensi mai che sei riuscito a fondere la musica con il cinema?

È un’unione fantastica, da piccolo sognavo di fare l’attore, entrare in un film e avere una parte. Sono riuscito ad unire queste due realtà che ho sempre apprezzato. Il cinema mi ha sempre affascinato.

C’è un elemento che lega tutti gli altri brani pubblicati fino a questo momento?

Il filo conduttore è sicuramente questa nuova sonorità, vogliamo far uscire un EP a fine anno, e già a fine ottobre esce un altro singolo. Pian piano i significati dei brani vanno ad aggiungere qualcosa in più, fanno parte di un percorso sempre più in crescendo.

Quando hai scritto il tuo primo brano avresti mai pensato di arrivare a tutto questo? La colonna sonora, il film, il primo EP a breve…

A volte mi guardo indietro e ripenso quando al liceo abbiamo messo su la prima band. La prima canzone l’abbiamo scritta in inglese per poi continuare a mescolarlo con l’italiano. Da ieri ad oggi sembriamo due persone diverse eppure son sempre io.

Azzena: “Ci pensi mai” …ciak si canta! 2
Azzena

Cosa studi al conservatorio?

Sto frequentando una magistrale in musicoterapia, un altro ambito che mi attrae molto. Sto legando la musica a tutta la passione più scientifica, psicologica e pedagogica, avendo anche sviluppato un amore per le scienze umane. Nel frattempo, sto anche insegnando musica alle medie e al liceo, mi trovo in continuo contatto con i ragazzi e cerco di trasmettergli tutti i lati positivi di questa arte.

Che emozioni ti dà questa ultima esperienza da insegnante?

È sicuramente un’esperienza diversa, ho iniziato da poco con il nuovo anno scolastico. Impari anche tu, perché educando allo stesso tempo ti educhi un po’. Mi metto alla prova, mi metto in gioco e questo mi stimola molto.

Ci racconti l’esperienza di X-Factor?

L’ho vissuta in un momento delicato, non ero pronto emotivamente. Non è andata come speravo però mi è servita per reagire ad una situazione difficile, mi ha fatto sentire vivo. Sono riuscito ad andare avanti come persona.

Scegli 3 aggettivi per descrivere la tua musica…

Energica, comunicativa e viva.

Hai dei progetti in cantiere?

L’EP di fine anno, con 2 brani già usciti e 3 novità. Vorrei tornare a suonare live con il mio gruppo.

Qual è il sogno che speri di realizzare?

Avere un buon pubblico che mi ascolta, mi sostiene e mi segue. Non voglio essere la pop star del momento, voglio stabilirmi nel tempo e trovare la mia dimensione. Fare concerti, vivere di questo.

Articolo a cura di Simone Ferri

Cristian Albani:  “Altrovunque” il primo EP, raccolta antologica dei suoi singoli, ripercorre e consolida il percorso svolto negli ultimi anni 

Cristian Albani, il mio percorso in “Altrovunque”
Cristian Albani – Ph © Lara Botteghi – Altrovunque

È uscito “Altrovunque”, il primo EP di Cristian Albani (Cesena, 1996).

L’EP è concepito da Albani come una raccolta antologica dei suoi singoli, che oltre a ripercorrere vuole consolidare il percorso svolto negli ultimi anni.

Nelle parole dell’artista: «Ho confezionato i miei singoli motivato da un desiderio di sperimentare continuamente, districandomi tra influenze artistiche e flussi della vita. Tra un brano e il successivo ho infatti vissuto diverse esperienze trasversali, tra cui produzioni di videoclip, arrangiamenti live, esperienze discografiche e percorsi lavorativi paralleli, oltre che di studio.

Cristian Albani, il mio percorso in “Altrovunque” 1
Cristian Albani – Foto © Alessandro Mazzoni

Grazie a queste esperienze, o per meglio dire: grazie a queste canzoni, credo di aver finalmente trovato un modo di essere artista che mi si addice, e che mi concede di stare in una posizione dove mi sento bene con me stesso. Ho imparato a stare al contempo “altrove”, in raccoglimento creativo e in sognante distacco dal mondo fisico, e “ovunque”, cioè coinvolto in tutte quelle dinamiche concrete che permettono ad un progetto 100% indipendente come il mio di diventare realtà».

Il disco presenta la seguente tracklist:

  1. Euforia – “Un’avventura immaginifica tra i paradossi delle emozioni”
  2. Memoria – “Il tentativo scompaginato di fuggire da un ricordo vischioso”
  3. Giorni – “Nel limbo di un’attesa forzata, tra idillio e frenesia”
  4. Ponte – “Follia meditativa, visioni allucinatorie, un grido d’aiuto”
  5. Archimede (2024 Mix) – “La storia d’amore impossibile tra creature di mondi diversi”

Cristian Albani (Cesena, 1996) è un cantautore, pianista e compositore romagnolo che attinge da diversi generi, muovendosi tra folk italiano e straniero, post-rock, indie pop e synth wave.

Nel suo repertorio l’italiano e l’inglese si alternano in base alle circostanze espressive, e spesso coesistono in più versioni degli stessi pezzi. Con il suo timbro morbido e la delicatezza nell’esecuzione, Albani accompagna i suoi ascoltatori in un viaggio astrale tra luoghi onirici e atmosfere sospese.

Trascorre due anni a Londra, dove studia composizione pop e sviluppa un progetto cantautorale dal sound etereo, ispirandosi ad artisti come Joni Mitchell, Bon Iver, Franco Battiato e Niccolò Fabi. Si ristabilisce poi in Italia, dove pubblica i suoi primi brani (“Archimede” del 2018 e “Desperate” del 2020) e ottiene il diploma di Musica Applicata al Conservatorio di Bologna. Dal 2021 pubblica i successivi singoli: “Memoria” (2021), “Giorni” ed “Euforia” (2022).

Cristian Albani, il mio percorso in “Altrovunque” 2
Cristian Albani

Dal 2022 sale sul palco con la sua formazione elettrica e da quel momento si dedica alla promozione dal vivo del progetto. Oltre ai concerti e alla partecipazione a concorsi e rassegne musicali, prosegue la produzione in studio di nuovi lavori.

A primavera 2024 Albani ritorna con il singolo “Ponte”. Il brano anticipa il suo primo EP intitolato “Altrovunque”, pubblicato a luglio dello stesso anno e contenente versioni edite ed inedite delle sue uscite discografiche precedenti.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Marco Rossi, con “Azzurra Music” trent’anni di una storia incredibile. Trent’anni di attività nel campo della produzione e della diffusione musicale registrata

Marco Rossi: "Azzurra Music" una storia incredibile
Marco Rossi e Al Bano – Sanremo 2013

Azzurra Music è una delle più importanti realtà discografiche indipendenti italiane. Nata nel 1994 su idea di Marco Rossi, ha contribuito in maniera significativa alla musica italiana, puntando alla produzione di grandi cataloghi e di grandi progetti. Tanti sono gli artisti che hanno unito il loro nome all’etichetta indipendente: Patty Pravo, Al Bano, Gino Vannelli, Dodi Battaglia, Riccardo Fogli, Bobby Solo, Tosca, Maurizio Vandelli, Edoardo Vianello, Ricchi e Poveri, Shel Shapiro, Marcella Bella, The Rockets, Alberto Fortis, Rossana Casale, Vittorio De Scalzi e tanti altri tra big ed emergenti. Fondata da Marco Rossi a Pastrengo, Azzurra Musica è diventata in questi anni un punto di riferimento per tanti, tra artisti, musicisti, interpreti e addetti ai lavori. Riuscendo a rinnovarsi e a proporre sempre nuove idee, così da rimanere un punto di riferimento in un mercato in costante evoluzione.

In questo 2024 Azzurra Music taglia il grande traguardo dei 30 anni di attività nel campo della produzione e della diffusione musicale registrata, riuscendo a stare al passo con i tempi e continuando la sua grande attività per la musica e per il territorio e contribuendo in modo significativo alla cultura e alla storia discografica del paese. Noi di Musica 361 abbiamo raggiunto Marco Rossi per raccontarci questi trent’anni ricchi di musica e di storia.

Salve Marco, un piacere averla tra le nostre pagine. Come sta nel festeggiare questi primi trent’anni?

Sto bene, faccio quello che voglio fare e ho la fortuna di condividerlo con una squadra spettacolare. Sono felice di fare un lavoro che mi piace e che amo. Non tutti hanno questa mia fortuna. Quindi sto bene e sono entusiasta di festeggiare questi trent’anni di attività.

Marco Rossi presidente di Azzurra Music
Marco Rossi presidente di Azzurra Music

Dal 1994 ad oggi, ma facciamo un piccolo passo indietro. Come nasce l’idea di Azzurra Music?

Nasce dalle classiche coincidenze della vita. Mai avrei pensato di lavorare nel mondo della musica, visto che da giovane ero un atleta professionista. Tuttavia, appena laureato, mi sono messo alla ricerca di un impiego e tra le inserzioni dei giornali, mi capitò un’offerta di lavoro in una fabbrica di CD che stava per aprire in Italia. Ho iniziato così alla fine degli anni 80 a lavorare in un mondo che, per un ragazzo di quegli anni, era un sogno. Ho lavorato per questa azienda per 5 anni e così ho capito che desideravo lavorare alla creazione dei contenuti più che nella distribuzione. Così nel 1994 è nata l’Azzurra Music.

Qual è il segreto per durare così tanto come etichetta indipendente in un mercato discografico in costante mutamento?

La prima cosa è divertirsi facendo quello che si fa e fortunatamente io lo faccio ancora oggi! La seconda, in un mondo dominato dalle Major, noi etichette indipendenti ci dividiamo quello che rimane. Così, le cose che si possono fare sono due: o si chiede la possibilità alle major di avere la licenza sui loro prodotti, con il rischio che passati due/tre anni non rimanga più nulla o ci si producono le cose in solitaria. Ho preferito la seconda ipotesi e ho deciso così di costruire un catalogo ricco e variegato. Questo ci ha dato solidità nel tempo e possibilità di resistere al cambio delle regole. Ci riteniamo così una piccola alternativa alle Major!

Marco Rossi e Patty Pravo
Patty Pravo e Marco Rossi

Capire l’evolversi del mercato, un altro dei segreti…

Sicuramente sì! Per noi è stato importante capire l’evolversi del mercato e passare ad esempio da un mercato fisico alle licenze per la musica. Possono cambiare i supporti, ma l’importante è il contenuto, l’importante è la musica. Abbiamo così capito che era diventato necessario puntare a controllare i diritti. Solo così sì può rimanere in un mercato in costante mutamento.

In questi trent’anni tanti sono gli artisti con cui ha lavorato e con cui ha condiviso delle esperienze. La domanda sicuramente è un po’ cattiva, ma c’è un personaggio che porta nel cuore in particolare?

È difficile rispondere a questa domanda. Sono tanti gli artisti con cui ho condiviso esperienze e lavori meravigliosi. Lì amo tutti quanti. Se devo sceglierne però uno, dico Al Bano. Lui è una persona di cuore, è stato fantastico lavorare con lui. Una persona di un’umanità unica.

Tanti gli obiettivi realizzati, ma c’è ancora un sogno nel cassetto per l’Azzurra Music?

Intanto direi di arrivare a festeggiare i quarant’anni, poi vediamo quello che succederà. Spero però che l’Azzurra Music possa continuare ad esserci anche dopo di me. Dal punto di vista artistico invece, ho ancora tantissimi obiettivi e tantissimi artisti con cui voler lavorare. Quindi chissà cosa riserverà il futuro.

Marco Rossi, Rettore e Claudio Rego
Marco Rossi, Rettore e Claudio Rego

Come sono stati per lei questi trent’anni?

Di grande soddisfazione personale e artistica. Ci sono stati momenti indimenticabili e ci sono stati momenti difficili, ma lì abbiamo sempre superati. Sono stati anni di orgoglio e di grande ricerca sul campo. Sono felice della storia che è stata fino ad oggi e spero che continuerà così questa fantastica avventura.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

Peco: “Lenzuolo” l’ultimo singolo, un nuovo brano che ci invita ad esplorare le pieghe più nascoste dell’intimità

Peco - Lenzuolo - Cover
Peco – Lenzuolo – Cover

Il giovane cantautore romano Peco ritorna con un nuovo brano “Lenzuolo”, il suo ultimo singolo, è un’ode alla sensualità nascosta e alla complessità delle relazioni, in cui due corpi si fondono sotto un velo che separa i protagonisti dalla realtà esterna.

Attraverso una melodia che unisce delicate sonorità indie e influenze pop-punk, Peco racconta una sensualità che si rivela superflua, bloccata da una barriera sottile ma insormontabile che separa l’apparenza dalla verità. Il lenzuolo, simbolo di protezione e di separazione, diventa il teatro di un dialogo muto, fatto di gesti e sensazioni, ma privo di quella connessione profonda che si estende oltre il mero atto fisico.

“Lenzuolo” è un’esperienza sonora che si intreccia con l’arte visiva, creando un dipinto sonoro in cui ogni nota e ogni parola evocano immagini potenti e suggestive. Peco, con la sua abilità di mescolare nel suo percorso artistico musica e pittura, continua a dimostrare una capacità unica di trasformare i pensieri in veri e propri capolavori sensoriali.

Un singolo che si inserisce perfettamente nel percorso artistico di Peco, che ha sviluppato una visione profonda e riflessiva della musica, influenzata dalla sua esperienza come pittore e dalla sua continua ricerca di nuove forme di espressione artistica.

Peco: “Lenzuolo”, un viaggio intimo tra sogno e realtà 1
Peco:

Peco, nome d’arte di Davide Pecorelli, è un artista romano classe 2004 che ha iniziato il suo percorso musicale all’età di sette anni con le prime lezioni di pianoforte. Nel corso degli anni ha sviluppato una prospettiva unica e visionaria sulla musica unendola all’arte pittorica.

Durante il periodo del Covid, ha affinato ulteriormente il suo stile, combinando le sue idee musicali con un gusto estetico a 360°. La sua musica si traduce in vere e proprie immagini, dando vita a dipinti sonori che raccontano storie ed emozioni. A novembre 2023 pubblica il suo primo singolo “Polline” per Indieffusione, seguito da “Lenzuolo”.

Peco: “Lenzuolo”, un viaggio intimo tra sogno e realtà 2
Peco

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Paola e Chiara, le sister della musica italiana sono tornate al grande successo portando con loro glitter, luce e un messaggio di inclusione

Paola e Chiara: luce e glitter per essere inclusivi

Paola e Chiara, le sister della musica italiana, tornate dopo dieci anni con un’aura glitterata e scintillante, sono ambasciatrici di diversità e inclusione continuando a ispirare con la loro musica e con il loro messaggio di libertà, positività e unicità, portando gioia a milioni di fan. E ce lo confermano in questa intervista realizzata prima delle prove per “La Notte Gialla” a Chieti Scalo lo scorso 14 settembre.

A distanza di dieci anni, Paola e Chiara si sono riunite e noi non aspettavamo altro. Le abbiamo manifestate sui social, nelle serate con gli amici, cantando al karaoke. E loro, nel 2023, hanno realizzato il nostro desiderio: sono tornate, circondate da un’aurea glitterata e scintillante, che affacciandosi alla luce crea 5 milioni di colori, come i loro dischi venduti.

Paola e Chiara, eccole, il duo musicale italiano che ha saputo conquistare il pubblico con il loro stile unico e le loro performance scintillanti. I glitter e la luce sono gli elementi che caratterizzano la loro immagine e i loro spettacoli, simbolo dell’energia e la vitalità che trasmettono anche attraverso la loro musica. I glitter, segno della voglia di brillare e di distinguersi, il tocco di magia che rende ogni loro esibizione speciale. La luce, invece, simbolo di positività e la speranza, che illumina i loro nomi creando un’atmosfera calda e gioiosa.

Ma Paola e Chiara non sono solo sinonimo di spettacolo e divertimento. Negli ultimi anni, sono state anche ambasciatrici di temi importanti come la diversità e l’inclusione. Attraverso la loro musica e le loro dichiarazioni pubbliche, hanno celebrato la gioia di tutte le diversità e di tutte le unicità.

Paola e Chiara: luce e glitter per essere inclusivi 1
Paola e Chiara (foto Paolo Santambrogio)

Paola e Chiara incoraggiano i loro fan a celebrare la propria unicità e a vivere senza paura di essere giudicati. Con testi che parlano di libertà e di abbattere le barriere, il loro messaggio di inclusione è chiaro e potente: “Furore”, “Solo Mai”, “Mare Caos” e la recente “Festa Totale” ne sono la dimostrazione.

Articolo a cura di Vera Nabokov

Intervista a cura di Domenico Carriero

È uscito Snorkelin’, il nuovo singolo di Calmo, il brano apre un nuovo capitolo artistico dopo il recente EP “Pezze di me”

Calmo, con “Snorkelin’” per “affittare il mare”
Calmo

È uscito Snorkelin’, il nuovo singolo di Calmo, cantautore napoletano il cui stile è una commistione pop tra diversi generi musicali, in particolare l’R&B e l’indie italiano.

Scritto e prodotto da Calmo, il brano racconta una coppia che sta bene solo fuori dalla quotidianità, magari nel mare con boccaglio e maschera, tra i pesci.

Lo slogan del ritornello “affittiamoci il mare” è la proposta al contempo ironica e triste di un partner che non riesce più ad amare senza stimoli esterni. Il sound fresco e il ritmo concitato danno verve alle melodie accattivanti e al testo semplice e d’effetto.

«L’idea base di Snorkelin’ la scrissi di getto appena uscito dall’acqua, dopo un bagno al mare con la mia ragazza di allora. Esplorare i fondali e vedere i pesci era un bellissimo momento di condivisione, ma uscire dall’acqua ci avrebbe subito catapultati in una realtà inquieta.

Ho ripreso quella bozza scritta sul telefono un anno dopo, in un momento diverso della mia vita, indaffarato a cercare un bilocale in affitto a Milano. È così che nel ritornello sono comparse le parole affitto e bilocale», racconta Calmo.

Snorkelin’ è stato promosso sui social con due reel che intrecciano il racconto della ricerca della casa a Milano alla scrittura del brano, sullo stile  di scorsi reel che hanno mostrato l’originalità nella comunicazione di Calmo.

Calmo, con “Snorkelin’” per “affittare il mare” 1
Calmo

Calmo, nome d’arte di Luigi Ferrara, nasce in provincia di Napoli circondato dalla musica e a soli dieci anni è già polistrumentista. Da giovanissimo impara a produrre e mixare. Fin dai primi brani pubblicati suscita un ottimo interesse sui social.

Il 7 dicembre 2023 pubblica il suo primo EP “Pezze di me”, una raccolta di storie personali che raccontano errori, ferite e ricuciture, attraverso sonorità che spaziano dal funk-soul all’indie-pop, passando per l’R&B.

La sua ricerca musicale in studio diventa creatività anche dal vivo, con uno show che varia da one man band tra loop e svariati strumenti sul palco a power trio.

Calmo, con “Snorkelin’” per “affittare il mare” 2
Calmo

In aggiunta al proprio progetto, si presta anche come musicista o produttore per altri artisti: suona il basso con Clementino per la sua tournée estiva, produce noti artisti come PeppOh e co-produce Dutch Nazari.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Riccardo Del Turco dopo 50 anni  torna con un album di inediti “I colori della mia vita”, una celebrazione dell’amore

Riccardo Del Turco: "Rieccomi... 50 anni dopo!"
I colori della mia vita – Riccardo Del Turco – Cover

Sono passati 50 anni dall’ultimo album di inediti; eppure, lui non è mai sparito dalle scene musicali, tantomeno le sue canzoni diventate veri e propri evergreen della canzone italiana. Stiamo parlando di Riccardo del Turco: pezzi come “Luglio” (vero e proprio tormentone del 1968), Figlio unico oppure Cos’hai messo nel caffè hanno fatto storia, anche se la sua attività nel mondo musicale è andata ben oltre, confermandolo come autore raffinato per Ornella Vanoni, Andrea Bocelli, Riccardo Fogli, Patty Pravo.

Così, dopo tanta musica è il momento di tornare, esattamente dopo 5 decenni con un album di inediti “I colori della mia vita”, 13 brani che rispecchiano profondamente sorprendentemente intimistici.

Riccardo come definiresti questo inaspettato e piacevolissimo ritorno?

Si tratta di lavoro maturo e riflessivo, intriso di una poetica che celebra l’amore in tutte le sue sfaccettature. Questo nuovo album è un’opera che parla di amore, di vita, e di quel desiderio insaziabile di continuare a creare e a vivere pienamente, senza lasciarsi sopraffare dal peso degli anni.

Non posso non chiederti: come mai dopo ben 50 anni?!

Ci sono tante ragioni… Avevo bisogno dell’ispirazione giusta per tornare raccontando della mia vita e delle mie consapevolezze.

Riccardo Del Turco: "Rieccomi... 50 anni dopo!" 1
Riccardo Del Turco

Quale canzone senti maggiormente vicina?

Sono tutte canzoni con temi più profonde, in linea con la mia vita, dato che hanno avuto una lunghissima gestazione.

 Ti aspettavi che “Luglio” diventasse uno dei primi tormentoni estivi?

Assolutamente no e non so nemmeno quanto ha veduto questa canzone molto leggera… Uscì proprio nel 1968 in pieno subbuglio generazionale: con il grande Giancarlo Bigazzi volevamo fare una canzone semplice e pura, lontana da temi pesanti che il cantautorato dell’epoca affrontava. Proprio per questo è stata considerata una canzone minore.

Tuttavia è arrivata al cuore della gente e anno dopo anno si è imposta diventando una canzone senza tempo, riscuotendo un grande successo anche all’estero: la versione francese, interpretata da Joe Dassin, raggiunse anch’essa il primo posto in Francia ed in Canada con il titolo Le petit pain au chocolat.

Articolo a cura di Alberto Nano

Chiara Crystal “Batticuore” il nuovo singolo, viaggio tra fantasia e realtà, inizio del nuovo capitolo del suo percorso artistico 

 

Batticuore il nuovo singolo di Chiara Crystal - Cover
Batticuore il nuovo singolo di Chiara Crystal – Cover

Chiara Patalano, in arte Chiara Crystal, è una giovane cantautrice che, insieme alla danza, ha coltivato la sua passione per l’arte e per la musica. Quest’ultima è stata la sua salvezza e allo stesso tempo la sua missione nella vita, poiché l’ha aiutata ad aprirsi e a far emergere il suo mondo interiore, nonché la parte più bella di ognuno. Si ispira sia alle canzoni del cantautorato italiano che alle pop star americane e si sta facendo strada con un mix di leggerezza e versatilità, dedicando la dovuta attenzione al ritmo e al testo. Il suo ultimo singolo è un viaggio tra fantasia e realtà che si realizza in una sera. È una storia d’amore con noi stessi e con le proprie libertà: la mente si prepara costruendo già qualcosa, come nelle favole.

Benvenuta tra noi Chiara! Com’è iniziato il tuo percorso artistico?

Fin da piccola ho sempre avuto la passione per la musica, a casa ho mio fratello che è un pianista e i miei genitori la praticavano come hobby. Sono cresciuta in un ambiente artistico, seppur abbastanza amatoriale. Ho iniziato poi con la danza che mi ha aiutato a combattere la mia introspezione; la usavo come sfogo per tutto ciò che non riuscivo a dire, quasi un rimedio psicologico. Poi ho capito che volevo fare altro, ho cominciato a studiare canto e attualmente ne sono diventata anche un’insegnante. All’età di 17 anni ho sviluppato meglio la mia scrittura perché avevo capito che potevo comunicare qualcosa di più interessante.

Quindi dentro di te è nata prima la danza e poi è arrivata la musica?

La musica c’è sempre stata, ma il primo passo che ho fatto è stato avvicinarmi alla parte più artistica attraverso la danza, che mi ha aiutato ad aprirmi, essendo un tipo di arte molto fisica e ritmica.

Come riesci a trovare l’ispirazione per scrivere?

Dipende, inizialmente ero una fautrice dell’aspettare quella musa ispiratrice, ero molto legata alla letteratura e leggevo come ai poeti arrivava tutto all’improvviso. Col passare del tempo ho coltivato due approcci differenti: momenti in cui mi sento ispirata dal testo o da un’idea musicale e altri in cui mi metto direttamente al piano e ascolto dei riferimenti o delle basi già esistenti che subiscono dei cambiamenti.

Chiara Crystal: il rumore del “Batticuore” nella notte 1
Chiara Crystal

Il pianoforte è lo strumento che prediligi?

In passato se avessi potuto scegliere avrei suonato la batteria, perché mio padre la suona per passione ed è uno strumento che mi piace molto così come il basso. Il pianoforte lo utilizzo da accompagnamento e per creare.

Hai scelto “Crystal”  come tuo nome d’arte …

Stavo cercando un nome d’arte perché semplicemente non mi piaceva il mio cognome e inoltre c’erano già altre artiste più affermate che si chiamano come me. Non volevo abbandonare Chiara, e qualche anno fa c’è stata una vicenda con mia madre che mi ha spinto a scegliere “Crystal”. La musica mi ha permesso di diventare un po’ più stravagante rispetto a quanto fossi introversa a volte, quindi mentre raccontavo una storia amorosa, mia madre mi ha paragonato ironicamente alla freddezza di un vaso di cristallo che avevamo a casa che poi non era neanche totalmente di cristallo.

Arriviamo al tuo nuovo singolo “Batticuore”. Ci racconti la storia di questo brano e che significato ha per te?

Tra i brani pubblicati finora è sicuramente quello più leggero in termini di significato, è facilmente fruibile e comprensibile. Il testo l’ho scritto io ma Beppe Stanco mi ha aiutato molto in fase di produzione, ha fatto uscir fuori i suoni che volevo. È una storia d’amore, c’è l’immagine di questa ragazza, che potrebbe essere chiunque, che si ritrova in un locale e si innamora a prima vista di un’altra persona. Da quel momento inizia a sognare. Mi sono concentrata molto sul concetto di innamoramento che è la fase che ti fa battere il cuore. Negli eventi, apro questa canzone augurando alle persone di trovare qualcosa che faccia battere il loro cuore, anche per un solo istante. Voglio trasmettere un messaggio positivo, di luce e di speranza.

Ho visto anche il visual del brano e mi ha incuriosito l’idea di girarlo in un camerino. Ci spieghi il perché di questa scelta particolare?

Non mi andava di fare un video in cui c’era questa ragazza in un locale oppure la solita coreografia. Ho pensato ad un contenuto molto più semplice, in cui c’ero io mentre facevo lo shooting. Si vede la mia immagine, diversa da quelle precedenti, poiché doveva rappresentare lo stacco con il passato e il futuro. Una me più sicura, mentre mi metto in posa, canto il brano, questo è l’obiettivo del video. Un segnale di rottura verso una Chiara più adulta.

Chiara Crystal: il rumore del “Batticuore” nella notte 2
Chiara Crystal

C’è un filo che tiene uniti tutti i brani rilasciati fino ad adesso?

Sicuramente il percorso, anche se a livello di significato può non sembrare; tutte queste tracce hanno come obiettivo finale il percorso, da dove siamo partiti e constatare a che punto siamo arrivati e a quale pubblico ci stiamo rivolgendo. In questa fase sto ricercando più semplicità proprio per avvicinarmi di più alle persone che mi seguono.

Quanto è importante l’immagine che ti sei costruita sia personalmente che professionalmente?

È l’aspetto principale che arriva ancor prima dell’ascolto, è un po’ la copertina. Le persone hanno subito molta voglia e curiosità di andare a vedere chi sei, che cosa fai e tutta l’immagine che c’è dietro. Non è stata facile trovarla e farla venir fuori perché ci sono ancora diversi aspetti da limare e migliorare però ad oggi mi ritengo abbastanza coerente con l’immagine che ho in questo preciso momento.

Quante soddisfazioni ti dà insegnare canto?

Abbastanza, insegno principalmente ai piccoli che però sono molto recettivi. Quando ti poni un obiettivo per loro e vedi che col tempo lo raggiungono è una bella soddisfazione, soprattutto quando vedi cambiamenti e progressi. Fanno anche da specchio per la vita di tutti i giorni, diventa stimolante per te stesso.

Quanto hai lavorato sul tuo timbro di voce?

Moltissimo, ho studiato dizione, ho lavorato sul timbro per trovare e sviluppare meglio quelle particolarità che sentivo nella mia voce. Mi sono sempre resa conto che avevo delle caratteristiche che mi distinguevano da altri artisti e volevo farne un punto di forza.

Cosa hai provato sul palco durante i diversi opening che hai fatto?

Ho aperto due volte ai The Kolors e la prima volta è stata davvero emozionante. L’aspetto più impattante è il tipo di palco su cui sali. Ogni volta mi prefiggo un messaggio che voglio comunicare e che voglio far arrivare alla gente. Ci tengo molto a curare l’energia da trasmettere. La musica è sempre stata una medicina per me stessa e ho sempre voluto che lo fosse anche per gli altri, a prescindere dal significato che dai ad un brano.

Chiara Crystal: il rumore del “Batticuore” nella notte 3
Chiara Crystal

Hai partecipato a qualche festival o contest?

Sì, ho partecipato al festival di Castrocaro in cui sono arrivata in semifinale e anche ad Area Sanremo l’anno scorso. Mi piacerebbe vivere quest’ultima esperienza da protagonista.

Scegli 3 parole o aggettivi per descrivere la tua musica…

Enigmatica, libertà e amore.

Qual è il tuo sogno musicale nel cassetto?

Fare un concerto all’Arena di Verona, è un sogno molto grande. Un altro desiderio sarebbe duettare con Elisa o Dua Lipa.

A cosa stai lavorando ultimamente? Che programmi hai per il futuro?

Stiamo lavorando su più brani, ho intenzione di far uscire un po’ più di contenuti fino ai prossimi mesi per allargare il repertorio e avere più materiale per un live.

Articolo a cura di Simone Ferri

“Panella legge Yeats”, spettacolo che, lascerà il segno nella memoria e nelle emozioni di chi era presente a “L’Asino che Vola” a Roma

Pasquale Panella legge Yeats a L'Asino che Vola
Pasquale Panella

Sono pochissime le apparizioni pubbliche di Pasquale Panella, poeta e autore di dischi indimenticabili come, per citarne alcuni, tutti gli album di Enzo Carella (1977-2007) e i cinque ultimi “album bianchi” di Lucio Battisti (1986-1994).

“Panella legge Yeats”, spettacolo andato in scena lo scorso 20 settembre, a “L’Asino che Vola” a Roma.

Nicola Manuppelli - Pasquale Panella - Avincola - Edoardo Petretti
Nicola Manuppelli – Pasquale Panella – Avincola – Edoardo Petretti

La lettura delle poesie da parte di Panella è stata accompagnata dalle musiche del cantautore romano Avincola e del pianista Edoardo Petretti, con lui sul palco assieme a Nicola Manuppelli, scrittore che ha introdotto i testi “interpretati” dal grande poeta contemporaneo.

Importante il ruolo del narratore Manuppelli che ha raccontato aneddoti sulle poesie declamate da Panella, alimentando e facendo conoscere meglio il contesto in cui vennero scritte quelle poesie.

Pasquale Panella legge Yeats a L'Asino che Vola 2
Pasquale Panella legge Yeats

Panella non ha letto poesie di Yeats ma le ha “reinterpretate”, rielaborandole in modo profondo e creando una versione personale e originale sottolineata dalla musica in sottofondo che sottolineava a volte la drammaticità delle parole e altre la dolcezza.

Gli stessi versi delle poesie hanno assunto nuovi significati alle orecchie del pubblico presente, proprio grazie al realismo che Panella ha saputo donare, lo stesso realismo che abbiamo trovato nei testi delle canzoni di Battisti e dei molti artisti per cui ha scritto.

Pasquale Panella legge Yeats

Nel corso della sua lunga carriera, Panella infatti ha scritto per molti artisti italiani, da Mina ad Amedeo Minghi, da Mietta a Zucchero, da Angelo Branduardi a Gianni Morandi, da Massimo Ranieri a Riccardo Cocciante, da Anna Oxa ad Adriano Celentano, da Annalisa Minetti allo stesso Avincola per cui ha scritto Barrì (2023).

I suoi testi, spesso considerati criptici e sperimentali, hanno diviso la critica e il pubblico, ma hanno indubbiamente lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano.

Pasquale Panella legge Yeats a L'Asino che Vola 4
Pasquale Panella

Panella non si è mai limitato a scrivere canzoni, ma ha creato vere e proprie poesie musicali.

Il suo linguaggio è ricco di metafore, allusioni e giochi di parole che invitano l’ascoltatore a una continua interpretazione rompendo i canoni della canzone tradizionale.

Articolo a cura di Domenico Carriero

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