Renata Ercoli stylist: come lanciare nuove tendenze
Moda e musica, un binomio in continua evoluzione che si fondono per lo stesso obiettivo.
Da una parte la musica con la sua creazione di pezzi unici che riescono ad emozionare il pubblico, dall’altra la moda, attraverso gli occhi di chi ammira.
Queste due arti hanno sempre dialogato tra di loro ed insieme riescono a dar vita a un viaggio nel quale il palcoscenico si trasforma in una combinazione tra performance e passerella.
Questa è una relazione che ha origini lontane, dalle provocazioni di Madonna, al ciuffo di Elvis e così tantissimi altri. Il look delle icone musicali ha sempre influenzato e lanciato nuove tendenze, grazie alla collaborazione tra cantanti e stilisti che contribuiscono al successo reciproco.
Per approfondire questo percorso, ho avuto il piacere farmi raccontare la meravigliosa carriera di una professionista dello stylist, Renata Ercoli. Nasce come stilista negli anni ‘90. Da sempre affascinata e stregata dal mondo del glamour e dalla musica. Infatti contemporaneamente si dedica all’immagine di tanti cantanti del nostro panorama nazionale.
Ha curato lo stylist di artisti, come Donatella Rettore, Alex Britti, Simone Cristicchi e tanti altri. Amante dell’arte e della creatività, una donna in continuo movimento e con tanti progetti. In autunno uscirà anche il suo primo libro intitolato “Pensione Sirtori”, dove racconta i meravigliosi anni ‘80 e ‘90 della moda.
Com’è nata la scelta di intraprendere la carriera da stylist?
Io nasco come stilista, poi nel 1999 mi sono dedicata a fare il mestiere della personal stylist.
Ho iniziato con Alex Britti a Sanremo e Allegra Lusini, quell’anno è stato il mio primo anno di festival e ne ho fatti tantissimi, per l’esattezza 13 festival, dove ho seguito tantissimi cantanti.
Il più celebre è stato l’anno di Daniele Silvestri con “Salirò”. A seguire nel 2006 con il look di Simone Cristicchi. Ne ho vestiti talmente tanti che a volte non me li ricordo neanche più.
Data la tua esperienza da costumista ti capita di creare abiti fatti da te oltre a utilizzare noti brand di abbigliamento?
Si certo, ad esempio per Andy dei Bluvertigo ho realizzato degli abiti e non mi sono servita di case di moda oltre a collaborare con molti sponsor, a volte realizzo capi personalizzati. Inoltre io e lui siamo carissimi amici, dal 2001 al 2004 l’ho seguito per la pittura, le ho fatto da agente, è un bravissimo pittore.
Anche per Simone Cristicchi, nel 2006 ho ideato appositamente per lui capi su misura, disegnati e prodotti da me.
Come ti sei avvicinata al mondo della musica, è stato un caso o l’hai cercata?
Ti dirò la verità! Io vivevo a Tenerife nel 1997, avevo un mio negozio di abbigliamento con una mia linea.
Sono dovuta ritornare in Italia per questioni familiari. Così ho iniziato a lavorare in una agenzia di moda, dove ho preso in mano il settore musica, perché a me la musica è sempre piaciuta.
Mio papà era tenore quindi ho vissuto sempre in quell’ambiente. Così ho deciso di fare un tipo di lavoro che in quel momento nessuno faceva, ovvero cercare degli sponsor di abbigliamento per i cantanti e diventare la loro personal stylist.
Il primo impatto è stato con Niccolò Fabi, con lui è stata molto breve ma ho capito subito che era il lavoro adatto a me.
Mentre, con Alex Britti ho lavorato insieme a lui per due festival di Sanremo, era il periodo della sua celebre canzone “Solo una volta”. Era il ‘99, e di quel Sanremo ho un ricordo pazzesco, le ragazzine lo rincorrevano non poteva andare da nessuna parte.
Renata Ercoli stylist: come lanciare nuove tendenze
Sei cresciuta con la musica grazie alla carriera di tuo padre da tenore. Anche tu hai un rapporto da vicino con questa meravigliosa arte, canti o suoni qualche strumento?
Purtroppo sono stonata da paura. Quando da bambina cercavo di cantare, perché mi piaceva da impazzire, capivo che non avevo grandi doti canore.
In compenso però ascoltavo tanta musica classica: da Verdi, a Puccini e Mozart, grazie a mio padre.
Da piccola ho anche avuto qualche esperienza anche come dj nelle piccole radio, mi sono divertita molto, ma io amo i cantautori.
Con quali altri cantanti hai lavorato?
Con Paolo Meneguzzi ho collaborato per sette anni. Ho seguito tutti i suoi Sanremo e i tour, che erano bellissimi perché all’epoca lui aveva anche il corpo di ballo, per questo cerano tanti cambi, visto che mi occupavo anche di tutto il cast.
Mi piaceva tantissimo, e ti dirò la verità, mi manca. Sai il tour ti tiene impegnata molto tempo, ma si ha una soddisfazione pazzesca.
Sono stati degli anni stupendi e ho un ottimo ricordo di Paolo, è stato uno degli artisti con il quale mi sono trovata in sintonia, è un ragazzo umile e semplice.
Raccontami invece del tuo rapporto con Donatella Rettore, so che oltre a lavorare da tanti anni insieme siete anche ottime amiche, giusto?
Sono la sua stylist da 20 anni. Abbiamo un legame stupendo, siamo come sorelle. Per lei ho una grande stima sia come artista che come persona.
Donatella è una forza della natura, se la vedi sul palco sembra che abbia ancora 20 anni, ha un’energia incredibile.
Riesce sempre a rompere gli schemi e a distinguersi con la sua originalità. Inoltre nel 2001, come direttrice artistica, ho realizzato un cd “tutti pazzi per Rettore” dedicato a lei, con i sui brani rivisitati da altri artisti italiani.
Questo amore per la musica ti ha mai spinta ad avere anche altri progetti oltre al tuo lavoro da personal stylist?
Si assolutamente. Sta di fatto che oggi come oggi oltre a fare il mio lavoro faccio anche la manager.
Sto seguendo un ragazzo che si chiama Daniele Azzena, lo scorso anno ha partecipato ad X Factor.
Il 5 giugno è uscito il suo secondo singolo “Battiti”.
È un progetto a cui tengo tanto. Daniele ha una faccia che spacca, poi è ragazzo fantastico, equilibrato e ha un talento genuino.
Adesso stiamo lavorando sul pezzo, per poi puntare anche quest’anno a Sanremo. Gli arrangiamenti di “Battiti” sono di Francesco Arpino, anche lui ai tempi ha partecipato al Festival.
Francesco viene da una corrente molto inglese, infatti lui ha rifatto degli arrangiamenti di alcuni brani inediti di Jeff Buckley.
Io adoro stare in mezzo ai giovani e soprattutto in mezzo alla creatività. Vengono tante idee insieme quando si sta immersi nella musica. Per me stare ferma è la morte.
Quale è l’icona alla quale ti ispiri o con la quale vorresti lavorare?
Fuori dall’Italia il mio mito è sempre stato Madonna. Se dovessi rinascere vorrei farlo come rocker ed essere Madonna.
Quanto è essenziale la musica per te e per il lavoro che fai?
Non potrei vivere neanche una giornata senza musica. Per me la musica è vita, gioia, arte è tutto.
Tenere una radio spenta è la morte. Mi dà tanta carica in tutto quello che faccio, anche per disegnare, infatti ho sempre della musica che mi accompagna.
Senza musica non è vita, alzarsi la mattina con una musica gioiosa ti dà un’altra visione delle cose.
Articolo a cura di Melissa Brucculeri