Fuori Aula Network: la web radio dell’Università di Verona
In questo articolo scopriremo il mondo di FAN attraverso gli occhi di Diana Russo, collaboratrice della redazione.
FAN (acronimo di Fuori Aula Network) è la web radio situata nel contesto dell’Università di Verona.
L’ambiente è innanzitutto stimolante, estremamente positivo e accogliente. Varcare la soglia della redazione veronese ti fa sentire a casa, come se entrassi in un ambiente familiare che ti fa sentire al sicuro. Il contesto è molto piccolo, ma ciò che si percepisce nell’ambiente di FAN è potentissimo.
I ragazzi cercano di partecipare ad ogni evento che l’Università di Verona organizza, creando tutti i contenuti di cui sono capaci partendo dall’audio per arrivare alla fotografia.
Gli appuntamenti annuali per quel che riguarda la redazione di FAN sono:
Esoday, evento organizzato dall’Eso Verona per promuovere le attività e le associazioni studentesche.
UniVerò, una tre giorni caratterizzata da incontri con ospiti di riguardo. Sul sito ufficiale che troverete alla fine dell’articolo è possibile trovare delle pagine dedicate all’evento.
Togatì, il festival internazionale dei giochi in strada, del quale la redazione è partner ufficiale.
Il palinsesto è molto variegato, soprattutto quest’anno. Si passa da programmi istituzionali con interviste al magnifico rettore, format dedicati alla ricerca e all’economia politica, a programmi dedicati ad un target diverso quali possono essere quelli dedicati alla musica classica, ai videogames, all’intrattenimento, alla musica di nicchia di stampo indipendente e al cinema.
FAN segue con molta attenzione tutte le partite del Chievo e del Verona in modo da poter interessare anche le persone appassionate di calcio e tifose delle squadre cardine del territorio in cui la redazione lavora.
Come da tre anni a questa parte, anche quest’anno sarà presente un programma interamente dedicato all’Erasmus.
I ragazzi che collaborano alla creazione di contenuti nella redazione non provengono solamente da un solo indirizzo di studi, anche se la maggior parte dei ragazzi di FAN provengono dal polo centrale (che comprende gli indirizzi di Lingue, Scienze della Comunicazione e Editoria) dov’è situata la radio, anche per una questione di conoscenza e vicinanza.
Per rimanere sempre aggiornati sugli eventi a cui i ragazzi della redazione veronese partecipano vi consiglio di andare a vedere i loro profili social ufficiali (“@fuoriaulanetwork” su Instagram, “Fuori Aula Network” su Facebook e Twitter) e il loro sito ufficiale www.fuoriaulanetwork.net.
Articolo di Silvia Frattini.
Nicco Verrienti: anima libera e creativa del Salento
E’ stato docente al corso di Songwriting dell’Università Luiss. Scrive e produce musica nel suo Albicokka Studio, laboratorio creativo in Salento dove segue lo sviluppo di nuovi progetti musicali.
Quali sono le tue fonti d’ispirazione? L’ispirazione viene dalla vita di tutti i giorni, non credo abbia un’identità precisa. Spesso è improvvisa ed inaspettata. Quando mi viene un’idea di testo o una linea melodica, appunto sempre tutto, anche cose apparentemente brutte… non si sa mai: da lì potrebbe nascere qualcosa di bello. Mi nutro di molta musica; la rete è uno strumento utilissimo per scovare brani molto diversi, a volte magari lontani dal proprio gusto ma che in qualche modo possono influenzarti e stimolarti.
Quanto è presente la Puglia in ciò che componi? Tanto, sono molto legato alla mia terra. Il Salento in particolare ha una scena musicale ricca. Avendo vissuto quindici anni nella capitale, poi, ho assorbito tanto anche della scuola romana. Oggi la mia scrittura è il risultato di questa contaminazione.
Influisce la distanza geografica da grandi poli della musica come Milano e Roma?
L’autore non è un mestiere che ha una localizzazione precisa. Conta quello che scrivi, non dove sei; oggi abbiamo modo di muoverci e far viaggiare le nostre idee molto velocemente.
Ricordi ancora la prima canzone che hai scritto? Fin da piccolo con mio fratello Carlo, batterista, abbiamo avuto un’intensa attività live; ci siamo sempre occupati insieme di scrivere i brani delle nostre varie band e le nostre prime canzoni risalgono ai tempi del liceo.
Come fai a costruire una canzone per un interprete? Buona parte della canzone nasce in modo libero: è un processo creativo mosso solo dall’istinto. Parto quindi da una bozza che solo in un secondo momento “costruisco” meglio, magari strutturandola con l’esperienza e limandola sulle caratteristiche dell’interprete a cui ho in mente di proporla.
Che percorso ha fatto Nicco per diventare l’autore di oggi? Prima di iniziare a fare l’autore mi proponevo come cantautore, scrivevo e suonavo in giro i miei pezzi. Sono stati anni importanti che mi hanno permesso di farmi le ossa. Poi ad un certo punto mi hanno fatto capire che dovevo puntare sulle canzoni perché le canzoni erano più forti di me.
In che modo c’è stata la svolta che ti ha portato a comporre per grandi artisti? Ho avuto l’opportunità di lavorare al fianco di Roberto Casalino da cui ho imparato molte delle dinamiche di questo mestiere.
C’è un artista in particolare che ti ha colpito nel cantare una delle tue canzoni? Difficile fare un nome. Ogni voce ed ogni collaborazione mi regala emozioni nuove. Lavorare per un big o per un giovane emergente non fa differenza; io lavoro sempre con lo stesso impegno e ci metto lo stesso amore. Sono grato a tutti quelli che mi hanno scelto ed hanno donato una parte della loro bellezza ai miei brani.
Per quale artista ti piacerebbe scrivere un pezzo oggi? Potrei rispondere Vasco Rossi, oppure dire che per rispondere a questa domanda avrei certamente una lista molto lunga. Ti rispondo Gianluca Grignani che è stato un faro nel periodo della mia adolescenza.
Che consiglio daresti a un giovane cantante che si rivolge ad un autore per approcciarsi a grandi manifestazioni come il festival di Sanremo e al mondo della discografia? E’ importante lavorare per essere riconoscibili. C’è tanta musica in giro e tantissime voci che non decollano. Io consiglio sempre di trovare qualche elemento di novità nella propria proposta, qualcosa che ci renda personali e unici.
Melania Verde, collaboratrice della web radio di Siena, ci guiderà nella scoperta di ciò che accade quotidianamente nella redazione.
“Cosa facciamo? Tante cose, ma belle proprio”.
Entrando sul sito ufficiale di uRadio, ci si imbatte immediatamente in questa curiosa affermazione, che ci fa intendere come all’interno della redazione regni intesa e motivazione.
Dentro la realtà di uRadio si lavora alla pari, ognuno ha il suo ruolo senza seguire nessun tipo di gerarchia, fatta eccezione per il ruolo del capo redattore, il quale corregge le bozze e propone linee guida per la SEO. Le decisioni vengono prese di comune accordo e insieme si decide che stile di scrittura adottare per quel che riguarda i contenuti giornalistici e quale evento seguire con maggiore attenzione. Non ci si lascia scappare nessuna occasione, se qualcosa interessa a qualcuno allora quel qualcuno ha la piena facoltà di poter creare contenuti a riguardo e approfondire la tematica in questione con totale trasporto.
Come ogni radio universitaria che si rispetti, anche la web radio dell’Università di Siena è un bell’ambiente dove imparare un nuovo e stimolante mestiere, avendo la libertà di sbagliare e migliorare giorno dopo giorno.
Ogni ragazzo di uRadio segue le sue specifiche tendenze senza essere forzato a fare ciò per cui non nutre interesse, il confronto è all’ordine del giorno e regna la totale trasparenza.
Un grande interesse di uRadio è quello per le squadre cittadine come ad esempio l’Emma Villas, squadra di volley alla quale la redazione ha prestato grande attenzione lo scorso anno.
Seguono inoltre molto da vicino gli eventi dell’Accademia Chigiana, la quale organizza festival di ogni tipo e visite all’interno del palazzo storico dove si tengono i corsi.
Saltuariamente seguono anche altri eventi che colpiscono la loro attenzione, un esempio è il festival di musica indipendente “Filo Sound Festival” di Grosseto al quale parteciparono due anni fa come media partner.
Da quest’anno uRadio segue molto attivamente anche gli eventi che vengono organizzati dell’Università di Siena, come ad esempio “La notte dei ricercatori”, nel corso della quale i ragazzi sono stati in diretta per tutta la durata della giornata e hanno intervistato tutte le personalità che partecipavano al progetto.
Il prossimo evento che verrà seguito attivamente dalla redazione senese sarà la “Career week” (15-16 ottobre), che culminerà col “Career day” (18 ottobre).
Il target principale della web radio è prettamente lo studente, in quanto realtà situata nel contesto universitario. uRadio ha portato molti cambiamenti positivi quest’anno sotto il punto di vista del palinsesto, rinnovato attraverso la creazione di nuovi format e presente sul sito ufficiale sotto forma di podcast. Il cavallo di battaglia attraverso cui uRadio vuole farsi riconoscere è un programma radiofonico dedicato interamente agli studenti stranieri vista la quantità di ragazzi provenienti da altri paesi all’interno della realtà universitaria senese.
A Siena non vi è solamente un ateneo, ce ne sono ben due. Uno di questi è l’Università degli studi di Siena, l’altro è l’Università per stranieri di Siena. La redazione è formata da studenti provenienti da ogni ateneo presente sul territorio, dando la possibilità di partecipare ai progetti radiofonici anche a coloro che non seguono alcun corso di studi.
Tutto il lavoro dei ragazzi di uRadio, e tutti gli eventi che interessano la redazione, si trovano facilmente sul sito ufficiale della web radio e sui loro social.
Articolo di Silvia Frattini.
Marco Colavecchio e l’istinto di un autore
Comporre è sempre stata la mia missione
E’ un giovane autore (45enne tra un mese) originario di Cassino, in provincia di Frosinone. Ormai è solo un’origine in quanto Marco Colavecchio ha aperto importanti collaborazioni in tutta Italia e non solo. Nel suo curriculum professionale c’è la grande figura di Eros Ramazzotti. Per arrivare ai grandi nomi è indispensabile un percorso di valide esperienze, quelle che Marco ha vissuto, con difficoltà ma anche con grandi soddisfazioni… quelle che oggi lo hanno portato ad essere un grande autore.
Cosa ti ha portato a diventare un autore? Sinceramente non lo so; so solo che da sempre mi viene istintivo e naturale mettere in musica o parole le emozioni che provo e che in qualche modo posso vivere attraverso gli altri.
In che modo costruisci i tuoi pezzi? I brani nascono un po’ dall’istinto e un po’ grazie alla sinergia che si crea con altri autori che mi portano a raccontare me stesso attraverso la musica.
Quali generi toccano i tuoi pezzi? Scrivo brani di genere pop rock spaziando a volte anche sul versante latino.
Quando capisci di aver trovato il giusto interprete per la tua canzone? E’ difficile capire chi possa essere il giusto interprete di un mio brano; oggi conta molto l’arrangiamento; siamo poi in momento storico in cui – anche gli artisti di grosso calibro tendono a cambiare genere e a rinnovarsi sia sotto il profilo di scrittura sia musicale.
Che percorso ha fatto Marco per diventare l’autore che è oggi? Per diventare l’autore che sono ho fatto un percorso tortuoso e duro, ma ne sono orgoglioso e felice. Ho sempre scritto, migliorandomi giorno dopo giorno, imparando dalle persone con cui ho avuto il piacere e la fortuna di collaborare.
Quali le collaborazioni più importanti e significative della tua carriera? Penso che tutte le collaborazioni che ho avuto siano state in qualche modo basilari, perché hanno contribuito alla mia crescita artistica sia come compositore sia come autore. Tra questi sicuramente Diego Calvetti, Pio Stefanini, Paolo Vallesi, Luisa Corna, Pino D’Angiò, Rita Pavone e Beppe Dati. Fondamentale per la mia carriera è stato l’incontro con Eros Ramazzotti, con il quale ho firmato un contratto esclusivo come autore e compositore e poi Claudio Guidetti.
C’è una canzone del passato che avresti voluto scrivere tu? Sono tante le canzoni che avrei voluto scrivere, ma se dovessi citarne qualcuna direi: “Caruso” di Lucio Dalla, “La donna cannone” di Francesco De Gregori e “Avrai” di Claudio Baglioni.
Esiste la formula per “la canzone vincente”? Secondo me la canzone vincente è quella che scrivi quando non pensi al successo: è il pezzo che nasce da solo, frutto di un’ispirazione improvvisa che ti “costringe” a tradurre in musica le emozioni forti.
C’è un autore contemporaneo o del passato che stimi particolarmente e che ritieni essere un valido esempio? Stimo tantissimi autori; con alcuni di loro collaboro attualmente e ho trovato un’intesa e una sinergia pazzesca; sto parlando di Claudio Guidetti, Federica Abbate e Alfredo Rapetti Cheope.
A cura di Roberto Zampaglione
RadioEco: la web radio dell’Università di Pisa.
Scopriamo insieme la realtà di RadioEco, web radio pisana, attraverso gli occhi dell’ex station manager Fabiano Catania.
RadioEco è l’emittente radiofonica dell’Università di Pisa. Nasce nel 2008 come radio ufficiale della facoltà di economia (infatti RadioECO), grazie ad un progetto indetto dal Sole 24 Ore chiamato “UniOnAir”. Questo progetto mirava a fondare una radio universitaria in ogni facoltà italiana.
Nel 2010, RadioEco diventa radio di ateneo quindi, da radio dedicata ad una sola facoltà, si evolve in un ambiente pronto ad accogliere tutti gli studenti senza distinzione di percorso di studi.
In questo viaggio attraverso la realtà pisana la nostra guida è stata Fabiano Catania, ex station manager e parte integrante della redazione. Lui ci ha raccontato l’ambiente stimolante di una delle più importanti web radio d’ateneo in Italia. Ogni ragazzo tende a seguire le proprie inclinazioni, infatti nella radio pisana è possibile riconoscere chi si occupa di creare contenuti scritti, chi della gestione dei social, chi del video making, chi dello speakeraggio e chi della regia (anche se da qualche anno a questa parte lo speaker esegue anche le mansioni tecniche).
È chiaro che ci sia molto fermento, la creatività è appoggiata alle attitudini dei ragazzi e come in ogni realtà lavorativa chi lavora di più viene premiato.
Da una così forte scarica creativa non poteva di sicuro nascere un palinsesto noioso. Infatti la programmazione di RadioEco è varia e spazia dalla musica indipendente alla musica dance, dal programma serioso a sfondo politico al programma di intrattenimento con interventi più comici.
Il target principale, come da tradizione, è lo studente universitario e per quanto sia possibile, RadioEco, attua una selezione che possa abbracciare i gusti di tutti gli ascoltatori.
Sebbene la scelta musicale sia poliedrica (all’interno del palinsesto si possono trovare programmi dedicati a generi diversi tra loro come il metal, il reggae e la trap), la radio pisana pone molta attenzione alla musica emergente perché crede che sia molto importante dare spazio anche a ciò che non è mainstream ( anche se capita comunque di passare musica più famosa).
Come ogni realtà che andremo ad analizzare con questa rubrica dedicata alle web radio, anche RadioEco segue eventi che aumentano la sua visibilità e fanno in modo che i ragazzi imparino sul campo. Gli eventi maggiormente seguiti si estendono sulla costa toscana, in quanto oltre alla radio pisana, è presente sul territorio tosco anche una web radio originaria di Siena.
Gli eventi più importanti a cui RadioEco partecipa sono:
Internet Festival: (11-14 ottobre) è un festival che si tiene ogni anno a Pisa e che si prefigge di indagare ed esplorare il mondo di internet sotto vari punti diversi. Per RadioEco questo è un appuntamento annuale fisso in quanto sono media partner da quando il festival esiste.
La notte dei ricercatori: (28 settembre) si tratta di una giornata intera durante la quale si susseguono seminari e interventi di ricercatori esperti derivanti da ogni campo scientifico. Nel corso di questa manifestazione, RadioEco,crea dei contenuti multimediali attraverso dirette radio e social. I ragazzi intervistano i ricercatori e raccontano la ricerca in modo personale.
Senza Filo Music Contest: evento organizzato dal “Cantiere San Bernardo” di Pisa. E’ un festival musicale completamente unplugged, in cui gli artisti si esibiscono senza l’utilizzo dell’elettricità (da questo modus operandi deriva appunto il nome “senza fili”).
Il “Cantiere San Bernardo” è una realtà occupata molto importante per l’ambiente culturale pisano.
Lucca Comics: (31 ottobre- 4 novembre) festival a tema comics e fantasy che viene seguito con molta attenzione da una redazione specializzata firmata RadioEco, ovvero NerdEco.
Seguire il lavoro di questi giovani creator è possibile attraverso le piattaforme social di Instragram (radioeco_unipi), Facebook (RadioEco) e sul sito ufficiale della web radio radioeco.it .
Articolo di Silvia Frattini.
Suonare la chitarra: l’importanza di un hobby sano e armonico
Suonare la chitarra provoca piacere, elimina lo stress, allontana il dolore, rafforza le attività del cervello e alimenta la fiducia in se stessi. Allora perché non provare? Potrebbe diventare la tua vocazione!
Nella vita di tutti i giorni capita di essere sopraffatti da impegni pressanti che ci appaiono inderogabili. Basterebbe pensare che staccare la mente dalle attività ordinarie è utile per rinnovare la propria energia e tornare al lavoro con maggiore entusiasmo e motivazione. Gli stessi psicoterapeuti suggeriscono di crearsi interessi alternativi, degli hobby che rispecchino le proprie attitudini e che arricchiscano lo spirito.
I 7 benefici di un hobby
Coltivare un passatempo non è prerogativa solo di chi ha molto tempo libero ma è una necessità di tutti anche perchè ci sono almeno sette benefici, per il corpo e per la mente. Un hobby, infatti:
induce a fare una pausa, occupandola con un’attività produttiva e uno scopo ludico;
permette di sperimentare lo stress positivo, ossia quello che rende entusiasti di ciò che stiamo facendo e che ci da’ ancora più voglia di fare;
libera dallo stress negativo;
consente di misurarsi in nuove sfide;
favorisce la relazione con altre persone;
attiva la concentrazione;
migliora la salute. Alcune ricerche dimostrano che dedicarsi ad attività divertenti e rilassanti ha effetti positivi sul fisico: abbassa la pressione sanguigna, riduce il rischio di depressione, riduce i livelli di cortisolo con benefici sul metabolismo e sul girovita. In sostanza, un hobby regala benessere.
Suonare la chitarra: tutte le regole
Non per tutti è semplice individuare un interesse adeguato al proprio carattere e allo stile di vita anche perché non possiamo imporci di farci piacere una determinata attività; al contrario, deve essere tutto molto naturale.
Se siete appassionati di musica, un suggerimento potrebbe essere quello di studiare uno strumento, un ottimo modo per trascorrere momenti spensierati migliorando la percezione del ritmo.
Imparare a suonare la chitarra è una delle cose che si sogna di fare fin da piccoli perché è uno strumento pratico, leggero che attiva la fantasia e la manualità. Non si può escludere, inoltre, che possa diventare un lavoro oppure una fonte di reddito integrativa per coloro che dimostrino più talento.
Regole pratiche e curiosità sulla chitarra
La postura
Puoi sederti dove vuoi ma considera che alcune posizioni possono limitare i movimenti di braccia e mani e, pertanto, è opportuno assumere una corretta postura:
le ginocchia devono essere piegate a 90 gradi o angolate leggermente verso di te
entrambe le braccia devono essere totalmente libere di muoversi senza ostacoli.
L’anatomia della chitarra acustica
Per chi è alle prime armi è fondamentale conoscere almeno le componenti principali dello strumento:
la tastiera è la parte dove pizzichiamo le corde per suonare; ogni tasto rappresenta una nota diversa sulle diverse corde;
il ponte & il capotasto permettono che le corde siano sospese sulla tastiera. I pioli e le meccaniche sulla paletta assicurano che siano ben fissate;
le meccaniche sono usate per accordare le corde. Imparare ad accordare la chitarra è fondamentale per evitare che lo strumento perda l’intonazione. Bisogna assicurarsi che sia accordata ogni volta che iniziamo a suonare e, spesso, anche durante la performance.
Differenza tra nota e accordo
Una nota è un singolo suono che otteniamo da una corda della chitarra, mentre un accordo è un gruppo di più note suonato allo stesso tempo.
Assicurati di utilizzare la punta delle dita per premere le corde e non la falangetta. In questo modo, potrai premere una corda per dito assicurandoti di non toccare le altre corde ed ottenere un suono più pulito.
Le note devono essere suonate all’interno del tasto poco prima del segnatasti. Assicurati di ottenere un buon suono pulito da ogni singola nota. Il pollice deve premere leggermente verso il centro del retro della tastiera, così da dare più spazio alle altre dita di muoversi e premere gli accordi.
Roberto Usai è “AlmoProject”
Il cantastorie contemporaneo.
Classe 73, Cagliaritano, figlio d’arte, chitarrista e polistrumentista formatosi on the road, Roberto Usai dal 1994 a oggi si è esibito in tutta Italia, Europa e oltre oceano fino a Cuba. E’ fondatore e leader della band Almamediterranea e dello studio di produzione artistica BigDog Production. Autore, compositore, arrangiatore e music producer.
Con Almamediterranea ha pubblicato quattro album e alcune raccolte, ha vinto numerosi premi tra i quali “Primo Maggio tutto l’anno” che lo ha portato a esibirsi sul palco di Piazza San Giovanni a Roma nel 2013. Nel febbraio 2018 è tornato sul mercato come “AlmoProject” con il suo primo singolo intitolato “Ogni croce ha un nome”.
Come organizzi la tua attività? Vivo immerso 24 ore al giorno nel mio universo: mi sento a spasso tra le stelle quando scrivo e mi stacco dal mondo reale; spesso però credo di provare la sensazione di sentirmi fuori luogo: quando sono a contatto con la realtà mi trovo a dover combattere mostri e demoni che con la musica e la poesia riesco a sconfiggere ma nella vita di tutti i giorni risulta più difficile. Forse ci vorrebbero più poesia, musica, arte e bellezza per disinnescare l’odio e la rabbia che rendono a volte il mondo un posto poco piacevole.
Ho la fortuna di avere uno studio tutto mio che mi permette di lavorare in completa autonomia: compongo, scrivo, registro e arrangio tutto da solo; qualche volta chiedo aiuto a qualche amico musicista o tecnico per un parere neutrale e obiettivo.
Con quale criterio scegli gli interpreti delle tue produzioni? Non scelgo mai, anche perché io sono più che altro un cantautore; quando ho scritto per qualche interprete o amico, il brano è nato pensando alla sua voce, al suo mondo e al suo modo di vivere e trasmettere sensazioni ed emozioni; cerco di immedesimarmi in lui, in modo che a primo ascolto il brano possa dare l’idea di essere stato composto da lui stesso e non da un altro autore.
Quali tematiche toccano le tue canzoni? Mi sono sempre considerato una sorta di cantastorie contemporaneo: racconto quello che vivo, parlo di sociale, di diritti umani, di pace, amore e speranza, parlo di bellezza e non mi preoccupo troppo di puntare il dito contro chi non fa nulla per rendere il mondo un posto migliore.
Quanto è presente la Sardegna nei tuoi brani? Credo parecchio. Si sentono le radici e l’attenzione per le ritmiche sia nel cantato sia nella parte musicale, senza per questo cadere nel tranello della canzone in lingua sarda che lascio produrre ed eseguire a chi è più bravo di me.
Che percorso ha fatto Roberto per diventare l’autore di oggi? Tantissime serate, tanta sala prove e tanto studio. Vengo dagli anni 90 quando per studiare un riff o tirare giù un testo dovevi stare ore sulla musicassetta o sul vinile.
Ho suonato in tutta Italia, con moltissimi musicisti che mi hanno regalato un po’ di ciò che oggi conosco e uso per scrivere e comporre.
Quali le collaborazioni più importanti e significative della tua carriera? Con la mia band storica Almamediterranea ho avuto la fortuna e l’onore di collaborare sia in studio che in tour con grandi artisti: Luca Morino, leader e fondatore dei Mau Mau, Enrico Greppi alias Erriquez, Alessandro Finazzo “Finaz”, voce e chitarra della Bandabardò, Francesco Moneti, violinista dei Modena City Ramblers, Francesco Baccini, Mario Riso (Rezophonic), Cisco, ex voce dei Modena, Roy Paci, Red Ronnie e tanti altri musicisti che hanno segnato la mia vita artistica e privata.
Il tuo prossimo obiettivo? Ho scritto un brano per un Docu-Film intitolato Serendipity, prodotto da Takemeback.eu, girato in Sri Lanka, che uscirà tra qualche mese; questo pezzo mi ha dato la possibilità di conoscere il progetto di questi ragazzi fenomenali, corrieri solidali che vanno in giro per il mondo a consegnare materiali e beni vitali in zone molto disagiate del globo.
Sto scrivendo un musical assieme al mio amico scrittore e sceneggiatore, Antonio Boggio, un visionario come me; stiamo creando una storia che tratta la nevrosi, le paure e le contraddizioni di un artista in declino.
Sto anche lavorando all’inno per una squadra di Calcio e tra poco volerò in sud America per registrare il mio primo album da solista interamente dedicato ai ritmi e alle sonorità latin jazz.
Per chi ti piacerebbe scrivere? Vorrei che le mie canzoni fossero interpretate da chi riesca a sentirle un po’ sue; non ho mai pensato “scrivo per questo o per quello”. Compongo perché ho la convinzione che gli autori, scrittori e gli artisti in genere siano dei mezzi che il mondo utilizza per comunicare con l’uomo. Ci sono tantissimi interpreti con i quali vorrei avere l’onore di collaborare, ma se dovessi fare qualche nome direi Mina, Fiorella Mannoia, Gianna Nannini e Celentano.
Campuswave Radio, la web radio dell’Università di Genova
La realtà radiofonica di Unige a carte scoperte: un futuro in podcast.
Campuswave Radio è la web radio ufficiale dell’Università di Genova, ha sede al Campus di Savona, al momento, dove è situata la facoltà di Scienze della Comunicazione, anche se il team radiofonico sta lavorando per aprire una sede anche nel capoluogo di provincia ligure.
Una web radio, oggi, non è più soltanto una semplice stazione radio, bensì una redazione multitasking. I ragazzi di Campuswave, infatti, sono abili non solo nel lavoro di speaker e tecnico della regia, ma anche nella ripresa video, nel montaggio, nella creazione di nuovi format e nella scrittura creativa.
Una realtà nata otto anni fa dalla tesi magistrale di Nadia Denurchis ed Edoardo Bellanti, che oggi può vantare traguardi a livello nazionale. Molti degli ex studenti passati per la redazione hanno proseguito la loro carriera in ambito mediatico: dal giornalismo alla radiofonia, dal videomaking all’editoria. Due esempi da citare sono quelli di Matteo Di Palma, oggi speaker di R101, e Federico “Il Cigno” Salmetti, vincitore del Fru-Talent 2015 (miglior voce italiana tra le web radio univerisarie) e conduttore su RadioCity. La capacità della redazione di lavorare a obiettivi ha permesso una costante evoluzione negli anni, fino al raggiungimento di posizioni di rilievo, come la presenza al Festival di Sanremo, in Sala Stampa Lucio Dalla, per cinque edizioni o una collaborazione con m2o.
Il sito campuswave.it è il cuore della web radio, ma attenzione, un grande cambiamento sta per arrivare ed è il motivo per cui le trasmissioni sono momentaneamente ferme. Come di routine, ad ottobre ricomincia un nuovo anno accademico e nuove matricole si insediano nelle università. Campuswave Radio coglie sempre l’occasione per ripopolare la redazione di nuove voci e collaboratori. Inoltre, quest’anno è in programma una nuova direzione: il podcast. Considerando un target universitario e una società abituata a contenuti interattivi, il podcast sembra essere un contenuto stimolante e nuovo rispetto alla canonica diretta radiofonica. Maggiore sarà l’abilità nella post-produzione, maggiore sarà anche la possibilità di avere format professionali, ben confezionati. Non disperate, ci sarà comunque la possibilità di fruire di diverse dirette, in modo mirato e smart, attraverso i social oppure sempre tramite il sito. Si attende il nuovo palinsesto, entro metà ottobre, per capire in che modo verrà organizzata l’offerta.
Un consiglio spassionato è quello di lasciarsi trasportare da qualsiasi realtà radiofonica universitaria e provare a scoprire ciò che offrono tutte le web radio italiane. Verrà facile appassionarsi a questa folta comunità di giovani creativi digitali.
Articolo di Silvia Frattini.
Fabrizio Nitti
Voce, anima e penna di Genova
Fabrizio Nitti, classe 1971 è nato ad Asti e vive a Genova da sempre. È un autore che crede nel lavoro da artigiano della musica guidato da grande voglia di lavorare e di imparare. Tra le perle del suo nuovo album “Una ragione per essere qui”, primo progetto da solista e in distribuzione su tutti i principali digital store, troviamo: “Liguria”, inno e manifesto d’amore verso la sua terra, “Una ragione per vivere“, “E penso a te” , in cui Fabrizio è accompagnato dallo storico chitarrista di Lucio Battisti, Massimo Luca e “Vedrai Vedrai”, un prezioso omaggio a Luigi Tenco.
Anima evocativa dell’album è il singolo in promozione: “Emanuela” dedicato a Emanuela Loi, la donna poliziotto della scorta al giudice Paolo Borsellino morta nel tragico attentato. Il brano è stato scritto due giorni dopo il tragico attentato ed è rimasto chiuso nel cassetto in attesa di poter contribuire ad onorare la memoria di tutte le vittime delle stragi di mafia. Tra qualche giorno uscirà nelle radio un nuovo brano del disco e per il futuro desidera lavorare anche come autore per altri artisti e realizzare un secondo album solista.
Quali sono le qualità di un autore? Avere una buona sensibilità musicale e la capacità di cercare e scrivere belle melodie insieme a testi autentici non costruiti forzatamente a tavolino. Se stai andando in quella seconda direzione meglio alzarsi e andare a fare una bella passeggiata.
Scrivi anche per altri artisti? Mi piacerebbe scrivere partendo da una vera ispirazione per un grande interprete. Con “grande” non necessariamente intendo famoso. In giro non è vero che non ci sia talento; ci sono artisti che oggi escono e suonano in canali alternativi, difficilmente in televisione. La rete aiuta ma non basta. Credo che bisognerebbe forse pensare a far suonare di più i bravi artisti in giro nei music club, nelle varie rassegne musicali e poi successivamente entrare in studio a realizzare un cd.
Quali tematiche toccano le tue canzoni? Le più varie: ho scritto per la mia città, Genova, per la mia terra, la Liguria, canzoni che partono da fatti di cronaca, problemi sociali, la vita in genere in tutti i suoi aspetti e canzoni d’amore.
Come fai a costruire una canzone per un interprete? Ritengo importante conoscere il suo registro vocale per cercare nella stesura della melodia di esaltare i colori della sua voce, ma allo stesso modo di rispettare la canzone che sta nascendo. Nel testo, cercare una vera ispirazione, un’idea e una trama di canzone sincera.
Che percorso ha fatto Fabrizio per diventare l’autore di oggi? Ho scritto la prima canzone a 12 anni, poi a 16 credo ci sia stata la vera crescita artistica. Sicuramente l’incontro con Paolo Agnello, con il quale ho collaborato e collaboro scrivendo canzoni da oltre 30 anni, ci ha reciprocamente aiutato. Sapersi confrontare è alla base per collaborare con chi fa musica insieme a te. Con Paolo abbiamo cantato e suonato in duo togliendoci varie soddisfazioni: la vittoria dell’accademia di Sanremo nel 97, poi Sanremo Giovani, il Festival di Sanremo, un Premio Recanati e due volte al secondo posto al Premio Bindi.
Quali le collaborazioni più importanti e significative della tua carriera? Come autore sicuramente con Paolo Agnello, cantautore che meriterebbe più spazio e successo di quello che ha raccolto. Pensare di scrivere per cantare con lui mi ha fatto lavorare per cercare ogni volta strade e percorsi melodici e di testo diversi.
Come arrangiatore voglio ricordare Stefano Cabrera, un maestro di gusto e di conoscenze musicali. Massimo Luca, un maestro di esperienza, chitarrista storico di Lucio Battisti e produttore artistico di vari artisti. Una lista numerosa di musicisti dal grande talento da cui cerco di imparare sempre qualcosa e tra questi il mio fido pianista Luca Lamari, artista dal grande tocco e di rara sensibilità musicale che in passato ha vantato collaborazioni teatrali importanti come Claudio Bisio.
La strage di via D’Amelio in un tuo brano: puoi parlarcene? Il brano è “Emanuela”, scritto con Paolo Agnello è contenuto nel mio primo album da solista “Una ragione per essere qui”. Siamo partiti da un’emozione forte, un colpo al cuore, cercando però di sviluppare questo tema da una prospettiva diversa: un agente della scorta del giudice Paolo Borsellino, la prima donna poliziotto che faceva quel tipo di mestiere: Emanuela Loi, una persona comune, diventa eroe con la passione, il sacrificio e la determinazione che l’hanno contraddistinta nel suo lavoro.
Esiste la formula per “la canzone vincente”? Credo in un lavoro da artigiano: scrivere non per obbligo ma per necessità emotiva. I pezzi che scrivi e canti, quando riescono ad emozionare, si vendono da soli. Il marketing può aiutare, ma soltanto se c’è una buona sostanza.
Quanto è radicata la tradizione genovese nelle tue canzoni? Quali sono le caratteristiche? A Genova abbiamo avuto grandi maestri, ma con grande rispetto per il passato credo che bisognerebbe andare avanti, dando spazio a meno tributi ed esplorando mondi più nuovi. Alcuni percorsi artistici esistono da anni ma avrebbero bisogno di investimenti per emergere maggiormente.
A Genova ci sono diversi cantautori che meriterebbero maggiore attenzione; qualcuno ha fatto anche altro per vivere. Mi piacerebbe capire, se avessero avuto più risorse da parte di alcune produzioni, dove sarebbero arrivati. Alle poche etichette discografiche rimaste sembra non interessare la canzone d’autore: secondo me è un grande errore, poiché il pubblico ha una reale fame emotiva verso questo genere musicale.
Entriamo nel panorama delle web radio, facendo chiarezza su ciò che sono, sul ruolo che ricoprono e sul loro futuro.
Le web radio sono vere e proprie stazioni radiofoniche digitali, le quali si differenziano dalle emittenti tradizionali per il modo di raggiungere il pubblico coi propri contenuti, infatti le prime citate utilizzano Internet mentre le seconde le frequenze medie. Attraverso le web radio, in pochissimi passi, chiunque può creare un format personalizzato e diffonderlo potenzialmente fino alla fine del mondo e ritorno, il tutto a costo zero. Spesso capita che le web radio siano strettamente legate a radio FM (in modulazione di frequenza), le quali sfruttano questo mezzo innovativo per catturare una fetta più grande di pubblico inserendo contenuti in accordo con la linea optata in redazione.
In Italia è molto importante il ruolo svolto dalle web radio universitarie, le quali creano eventi per
incontrarsi e confrontarsi, attraversando tutte le città dello stivale. Tramite una nuova rubrica dedicata alle web radio andremo a conoscere tutte le realtà radiofoniche universitarie italiane, in particolare quelle legate all’ Associazione Raduni (Associazione Radiofonici Universitari Italiani), la quale ogni anno organizza il Festival delle Radio Universitarie (FRU) in una città d’Italia sempre differente.
Il FRU è una bella occasione per conoscere gente con la stessa passione, creare un momento di confronto costruttivo e seguire interventi di esperti chiamati a testimoniare la propria esperienza in
campo radiofonico o giornalistico. Inoltre, può essere considerata anche una grande opportunità per
mettersi alla prova attraverso il “FRU Talent”, ovvero una sfida amichevole tra speaker radiofonici.
Il digitale ha ormai preso il sopravvento sulla nostra quotidianità. Grazie a questa innovazione abbiamo cambiato il nostro modo di vedere film e ascoltare musica, grazie allo streaming e a piattaforme create ad hoc come Netflix e Spotify. Attualmente la tradizionale radio FM domina la quotidianità di tutti, ma non è detto che le web radio non possano prendere il loro posto. Infatti vi è la possibilità che nel vicino 2020 ci possa essere lo spegnimento definitivo delle radio frequenze , lasciando spazio alla diffusione audio digitale ( l’acronimo è DAB e deriva dall’inglese “Digital Audio Broadcasting”). Il DAB è uno standard di radiodiffusione digitale,attraverso il quale è possibile trasmettere programmi radiofonici ottenendo una qualità sonora ottima (paragonabile a quella di un compact disk). Il primo paese ad aver annunciato lo spegnimento delle radio FM fu la Norvegia, seguita dalla Svizzera che prevede una copertura totale del sistema DAB entro il 2021. Per quel che riguarda la situazione italiana, non è ancora previsto una disattivazione totale della radio tradizionale, tuttavia ogni emittente FM dovrà essere dotata di un’interfaccia digitale.
Come già anticipato nei paragrafi precedenti, i prossimi articoli riguarderanno le web radio italiane. Insieme scopriremo tutte le curiosità riguardanti gli associati Raduni.
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