Un autore a 360°: Luca Laruccia

Luca Laruccia il sarto della canzone italiana
Luca Laruccia

37 anni e definito un autore d’impatto, Luca Laruccia è un artista la cui missione è creare il brano perfetto per il suo interprete: canzoni che vivono di emozioni. Opera a Bari e la sua etichetta si chiama Lula Records. Frontman dei “Radiosuoff” è in uscita con il singolo “Scrivimi…” rivisitato in chiave elettropop, in attesa della pubblicazione in inverno del cd completo di inediti scritti da lui.

Quali sono le qualità di un autore?
Di sicuro l’umiltà, il saper ascoltare ma non inteso come ascolto musicale: è necessario osservare con attenzione l’interprete, capire come vestirlo del tuo brano; in fondo “Nel blu dipinto di blu” se l’avesse cantata Vasco…

Luca Laruccia il sarto della canzone italiana
Luca Laruccia nel suo studio

Come costruisci una canzone per un interprete?
La costruzione di un brano varia in base al genere ma la maggior parte delle volte parto da una melodia; quando capisco di averla trovata cerco i giusti accordi che possano risaltarne l’intensità, poi procedo con i tagli che la musica italiana di solito impone (ritornello entro un certo minutaggio ecc..) ed infine con l’arrangiamento partendo dal pianoforte per poi passare alla batteria, basso, chitarra e violini per il pop.

Quali tematiche toccano le tue canzoni?
Le tematiche variano in base all’interprete: le canzoni che canto per me trattano maggiormente il tema dell’amore nelle sue mille sfaccettature,  ma scrivo anche della vita  e del saper guardare ed apprezzare quello che si ha.

Quando capisci di aver trovato il cantante giusto per la tua canzone?
Capisco quasi sempre di averlo trovato: la canzone è come un vestito ed io ne sono il sarto,  pertanto, osservando il cantante ciò che vado a creare scende sulla sua pelle e sulle sue forme, nel caso specifico, sulle sue corde vocali.

Che percorso ha fatto Luca per diventare l’autore di oggi?
Ho iniziato a suonare da solo quando ero piccolissimo, a 5 anni, poi riproducevo le sigle dei cartoni. Crescendo ho studiato molto per poter apprendere le tecniche di scrittura creativa, ed in ultimo ha segnato molto la mia formazione la vicinanza del mio produttore Marco Falagiani, autore di canzoni immense come “Gli uomini non cambiano” di  Mia Martini.

Quali le collaborazioni più importanti e significative della tua carriera?
Ho collaborato a livello artistico e come autore con tanti professionisti: Marco Falagiani, Nino Buonocore, Haiducii, Enrico Ruggieri, Silvia Salemi, Luca Di Risio, Anna Tatangelo; l’esperienza più bella però è stata aprire il concerto di Peter Cincotti, artista statunitense protagonista del successo “Goodby Philadelphia“.

Luca Laruccia il sarto della canzone italiana

Quali figure professionali completano la realizzazione di un tuo brano?
Per completare un brano servirebbero: autore, compositore, arrangiatore, fonico e musicisti. Ho studiato e approfondito negli anni tutte queste caratteristiche e competenze, quindi ora faccio tutto da solo. Per la finalizzazione di un brano invece mi rivolgo a studi di registrazioni più completi del mio per utilizzare macchine più potenti.

Esiste la formula per “la canzone vincente”?
In passato avrei risposto: Intro-strofa-bridge-ritornello. Oggi invece è tutto diverso poiché chi ascolta musica lo fa in maniera distratta, in macchina perlopiù. Bisogna essere subito incisivi, non avere nemmeno un secondo di vuoto; la canzone deve essere un treno: parte e finisce velocemente, tanto velocemente che ti vien voglia di riascoltarla.

C’è un autore che stimi particolarmente e che ritieni essere un valido esempio?
In primis il mio maestro Marco Falagiani perchè è autore insieme al compianto Giancarlo Bigazzi delle più belle canzoni del panorama musicale italiano;  poi Nino Buonocore perchè ritengo “Scrivimi” uno dei 10 migliori brani della storia della musica Italiana, ma apprezzo anche  autori come Pacifico e Bungaro.

A cura di Roberto Zampaglione

La nuova trasmissione di Radio2 nel drive time 18-20 ci piace!

Commessi viaggiatori la nuova trasmissione di Radio2
Mario Acampa e Luisa Mann

Aria fresca nel palinsesto di Radio2, con Commessi Viaggiatori. Un nuovo programma che debutta nel drive time estivo del canale radio dalle 18 alle 20.

Condotto da Mario Acampa, già attore e conduttore televisivo, e da Luisa Mann, speaker e cantante, il format si presenta da subito come ben strutturato e, soprattutto considerando le trasmissioni delle altre emittenti, intelligente oltre che di intrattenimento.

Commessi viaggiatori si propone di fare compagnia a chi in vacanza non ci va, ma raccoglie anche le informazioni di chi è in ferie. Non manca infatti l’interazione con i radioascoltatori attraverso sms, whatsapp anche audio.

In ogni puntata i conduttori partono da un tema vacanziero per coinvolgere i “commessi” all’ascolto portandoli tra notizie, curiosità e approfondimenti in giro per il mondo.

Con la valigia sempre pronta, almeno nella testa, Mario Acampa e Luisa Mann cavalcheranno le onde dei social, compiranno itinerari inconsueti tra libri, film, esperienze di vita e vicende di attualità”.

Così dicono loro stessi nella loro presentazione alla stampa e la promessa per ora sembra essere  più che mantenuta.

Molto azzeccato poi l’intreccio delle voci, Mario Acampa, spigliato e fresco riesce a divertire con leggerezza, ma anche a dare un tocco di innovazione a Radio2. Luisa Mann, già speaker, aggiunge poi quel tocco graffiante di rock maturo.

Un’accoppiata insolita, ma assolutamente vincente, almeno alle nostre orecchie. Riescono infatti a cavalcare ben due ore di programma senza mai perdere il contatto con gli ascoltatori, grazie anche alle rubriche fresche, ma sempre coerenti. Un Orient express tra le news del giorno e un posto all’ombra per le curiosità da ascoltare come se si fosse davvero sotto a un ombrellone.

Una nota di merito poi al momento ironico, ma intelligente di Mario Acampa con la rubrica “siamo fritti”, che ad ogni puntata aggiunge un pizzico di divertimento perfetto per chi come noi torna a casa proprio a quell’ora dopo una giornata lunga e faticosa.

Siamo molto felici per queste new entry radiofoniche. Speriamo di sentirli a lungo.

Da lunedì a venerdì,  dalle 18 alle 20 su Radio 2 e anche in streaming su RaiPlayRadio.it/Radio2, sulla App RaiPlay Radio e con contenuti speciali su Facebook, Instragram e Twitter di @RaiRadio2.

La serie anni ’90 per eccellenza che fu d’esempio ad altri format successivi.

Series by track: Friends

Le 12 stagioni di “Friends” riguardano le variegate avventure di sei protagonisti indimenticabili per tutti i ragazzi dai vent’anni in su. Loro sono Joey, Chandler, Ross, Rachel, Monica e Phoebe, possono definirsi una grande famiglia di amici che vive tra un appartamento nel centro di New York e un bar, mai esistito nella realtà, chiamato “Central Perk”.

Passati anni dalla fine delle riprese della serie e visto il calibro storico che essa ricopre, sarebbe sbagliato parlare di spoiler facendo riferimento ad una coppia che ha reso ogni stagione di”Friends” indimenticabile. Stiamo parlando di Ross e Rachel, parlando di loro si può iniziare a fare qualche riferimento musicale assolutamente degno di nota e decisamente nostalgico. Considerando anche l’ambientazione anni ’90 che caratterizza la serie non poteva mancare la band irlandese che ha reso quel particolare decennio magico, gli U2.
La prima canzone loro che ascoltiamo all’interno della serie è la celebre “With or without you”, brano che Ross dedica a Rachel dopo aver conosciuto un’altra ragazza durante una sbronza coi suoi amici. Il dettaglio succoso della questione, che porterà questo episodio sempre alla luce anche dopo anni dall’accaduto, è’ che lo stesso giorno i due avevano deciso di chiudere la loro relazione. Tradimento o no? Secondo Rachel fu tradimento, per Ross al contrario.

Altro riferimento musicale legato alla coppia e ai ribelli anni ’90, lo possiamo trovare nell’ultima puntata motivo per il quale non mi soffermerò tanto su ciò che accade, bensì sulla canzone stessa. Questo famigerato e misterioso brano è “Yellow Ledbetter” e loro sono i Pearl Jam, band Grunge proveniente da Seattle, che ai tempi si contendeva le classifiche con Nirvana e Radiohead. Il pezzo in questione fu scritto da Eddie Vedder ( frontman della band) nel 1994. I significati della canzone sono molteplici per citarne uno è bene dire che è considerata una delle più belle
canzoni contro la guerra mai scritte visto il riferimento alla lettera gialla che scrivevano i soldati. Un altro riferimento riguarda un vecchio amico di Chicago dello stesso Vedder, che avrebbe ispirato la canzone, il cui nome è proprio Tim Ledbetter. In “Friends”, il contesto ti farà scendere quella lacrimuccia che non è mai scesa durante tutta la serie.

Articolo di Silvia Frattini.

Il duo Trap/Pop fuori con Robin Hollywood. Il videoclip supera le 45000 views in un mese.

Esce il primo singolo ufficiale dei Leyap
Leyap – Robin Hollywood

Lo scorso 8 luglio i Leyap, dopo aver messo in free download il brano “Cassaforte”, anteprima del progetto musicale attualmente in lavorazione, hanno pubblicato il loro primo singolo ufficiale: “Robin Hollywood”.

Frank e Mario, questo il nome dei due ragazzi che condividono la passione comune per la musica e il basket, hanno un intento ambizioso, quello di riuscire con la propria musica a creare un crossover funzionale tra pop, hip hop e R&B.

Il biglietto da visita dei Leyap per l’estate è il brano Robin Hollywood, un singolo volutamente leggero all’apparenza che in realtà vuole essere una critica velata ai giovani di oggi costantemente impegnati a pubblicare contenuti sulle proprie pagine social per mostrare più che dimostrare; un atteggiamento che nasconde una continua ricerca di attenzioni.

Robin Hollywood nasce su Instagram, patria incontrastata del flexing – dichiarano i Leyap – Tra culi in piscina e Lamborghini, la vita di tutti sembra una vacanza continua, mentre la realtà è ben diversa. Noi amiamo vivere e divertirci anche quando siamo lontani dalla fotocamera e Robin Hollywood è il nostro modo di dirlo”.

Il brano, prodotto da Fabrizio Migliorelli per MRecords, è accompagnato da un videoclip completamente autoprodotto e realizzato da NoMOds. Un video girato a Gaeta in cui, tra piscine, yacht e Porsche i due ragazzi ricreano una giornata tipo della “generazione Instagram”.

Il video di Robin Hollywood in due settimane ha superato 35.000 views su Facebook e oltre 10.000 su YouTube.

Esce il primo singolo ufficiale dei Leyap
I Leyap – Frank e Mario

I Leyap sono Frank (Francesco Meta) e Mario (Mario Spada). Amici dal 2006 grazie alle passioni in comune per il basket e la musica, nel corso degli anni si incontrano spesso senza però mai lavorare insieme. Mario porta avanti la sua musica sperimentando diversi generi e situazioni, tra queste X Factor dove, nel 2009, è tra i protagonisti nella squadra di Morgan. Frank invece partecipa a diverse manifestazioni musicali arrivando tra l’altro finalista nella categoria cantautori del Campus Band di Rtl 102.5.

Nel 2018, quest’ultimo, che nel frattempo ha portato avanti una preparazione parallela come produttore musicale, decide di ricontattare Mario per proporgli di sviluppare insieme un progetto che riesca a miscelare le sonorità hip hop e R’n’B, contaminandole con elementi della trap e del pop. Tutti i testi e le musiche del progetto sono ad opera del duo.

Robin Hollywood”, segue l’uscita di “Cassaforte”, e rappresenta il primo di una serie di singoli che usciranno nel corso dei prossimi mesi.

Quanto può essere movimentata e Rock’n Roll la vita a Venice beach? Facciamoci
trasportare dalle colonne sonore della vita di Hank Moody.

Series by track: Californication

Il titolo “Californication” è già tutto un programma. No, non ha assolutamente nulla a che vedere con l’omonimo album marchiato Red Hot Chili Peppers nel 1999, a parte l’ambientazione nella “Città degli Angeli”.
Il nostro protagonista è Hank Moody, scrittore scapestrato, non che padre di famiglia, alle prese con una vita che lo mette sempre alla prova, offrendogli distrazioni a cui un gentiluomo non può resistere anche solo che per rispetto del gentil sesso.
Spesso vittima di incomprensioni, si trova alle prese con gli amori della sua vita e parti lucide della sua coscienza, Karen e Becca, rispettivamente fidanzata storica e figlia. La scelta musicale presente nelle sette stagioni della serie, sono per lo più territoriali infatti tra i tanti possiamo trovare: Nirvana, Foo Fighters, Alice in Chains e molte altre band che fanno ancora oggi la storia Rock- Grunge del Golden State.

Si può partire da un analisi della track-list proprio facendo riferimento al personaggio di Becca, il quale presenta da sempre caratteri gotici tipicamente appartenenti all’horror rock, come i capelli corvini, la fronte coperta da una folta frangetta, il colore degli abiti sempre della stessa tonalità di nero e il trucco sbavato e forte intorno agli occhi. Nel corso della vicenda che la lega al padre, Becca sviluppa un talento fuori dal comune per quel che riguarda la musica, infatti comincia a suonare la chitarra come solo un allieva del grande Jimi Hendrix potrebbe fare, lanciandosi in assoli da lasciare senza fiato.
Quando entra a far parte della sua prima band il primo brano che suona è “Last caress” dei Misfits, band horror rock del New Jersey.

Per gusto personale, più di altre volte consiglio vivamente di andare ad ascoltare la validissima e completa
playlist presente su Spotify.

Per citare uno dei personaggi più eclettici della serie: “Colini, si congeda”.

Articolo di Silvia Frattini. 

Impossibile per ogni essere umano non conoscere la serie evento degli ultimi due anni.

Series By Track: Stranger Things

Stranger Things vanta un cast la cui giovane età è direttamente proporzionale alla bravura e alla professionalità degli stessi; infatti gli attori protagonisti della serie hanno tutti dai 10 ai 15 anni e sono Finn Wolfhard (Mike), Gaten Matarzzo (Dustin), Millie Bobby Brown (Eleven), Caleb McLaughlin (Lucas) e Noah Schnapp (Will).
L’intera serie televisiva, facilmente trovabile su Netflix, gira intorno alla presenza di un mondo parallelo al nostro, chiamato “Upsidedown” (letteralmente tradotto in italiano “Sottosopra”), all’interno del quale riesce ad entrare Will perdendosi per un lungo periodo di tempo che spingerà i suoi amici a cercarli. Eleven sarà di grande aiuto alla causa in quanto proveniente da questo mondo abitato da creature spaventose, senza considerare il fatto che la stessa protagonista possiede dei super poteri che le permettono di modificare a suo piacimento gli oggetti e le persone con la sola forza del pensiero.
Insieme ai giovani protagonisti vi sono anche personaggi più grandi che mutano durante le due stagioni, proprio parlando di personaggi adulti sarebbe da pazzi non citare la presenza di Winona Ryder nei panni della madre di Will e di Jonathan.
Il più importante riferimento musicale all’interno della serie ci arriva proprio da Jonathan (interpretato da Charlie Heaton), il quale fa ascoltare al fratellino più piccolo una delle più importanti band del panorama punk britannico: “The Clash”.
La canzone in questione è la più famosa della band, ovvero “Should I stay or should I go”. Durante la sua permanenza nel “Sottosopra”, Will intonerà più volte la canzone inglese e sarà proprio la stessa a far si che Will venga ritrovato e portato in salvo dalla sua famiglia.

Naturalmente l’intera scelta musicale della serie è facilmente reperibile sulla piattaforma musica “Spotify”, il link è riportato alla fine dell’articolo.

Articolo di Silvia Frattini

Dal 19 al 29 Luglio, a Pianezza (TO) di scena anche gli Statuto, Beppe Braida, Gianluca Impastato, Ivan Cattaneo, Gianni Drudi e Fede Poggipollini

Al via lo Zero Festival Beer a Pianezza
Ivan Cattaneo

Al via a Pianezza (TO), presso l’area spettacoli Vertigo la Sesta Edizione dello ZERO Festival Beer, affermata kermesse divenuta con successo parte integrante del circuito delle grandi manifestazioni estive piemontesi.

Zero Festival Beer prevede un calendario ricco di appuntamenti che spaziano fra i generi più diversi. Si apre il 19 luglio con gli I-Dea e i Senso Unico (Pop-rock): il ricavato – al netto delle spese – della prima serata, per volere dell’Ingegner Bilucaglia e degli Organizzatori è interamente devoluto al Museo del Grande Torino di Grugliasco.

Il 20 invece, di scena le risate d’autore di Beppe Braida e Gli Sconnessi con l’altrettanto divertente Gianluca Impastato più I 60 Beat.
Sabato 21, invece, arriva lo ska degli Statuto.

Al via lo Zero Festival Beer a Pianezza
Gianluca Impastato

Il 22, giornata multidisciplinare con il Beer Tunig Festival, laboratorio gratuito di pizzica e la Torino Attarantatà 2018 con Simone Campa e La Paranza del Geco.

Il 23 Luglio, invece, è la volta degli Standing Ovation, storica e affermata tribute band di Vasco Rossi guidata dal grintoso Andrea Innesto Cucchia.

Martedì 24, spazio alle danze caraibiche con Noche Latina Live e l’esibizione delle migliori scuole di ballo di Torino.

Giovedì 26 è di scena Ivan Cattaneo, mentre il 27 arriva l’energia di Fede Poggipollini, storico chitarrista di Luciano Ligabue, con un omaggio al rocker di Correggio.

Al via lo Zero Festival Beer a Pianezza
Fede Poggipollini

Appuntamento col revival il 28 luglio: attesi sul palco Gianni Drudi e i Radiostar per la Fiki Fiki Night, dal nome del più grande successo degli anni ’90 del celebre cantautore romagnolo. Gran Finale con Torino Sotterranea il 29 luglio.

Conduce la manifestazione Claudio Sterpone, attore cinematografico e stimato cabarettista già nel cast di Colorado Cafè, Zelig Off e molti altri. Media partner dell’evento è Radio GRP, storicamente la Radio più ascoltata e seguita in Piemonte, mentre la Direzione Artistica porta la firma di Andrea Carbonara e Marco D’Angeli.

La musica per ricordare la strage di Borsellino e della sua scorta

La musica per ricordare la strage di Borsellino
Fabrizio Nitti – Album

Un grande successo è stato registrato dall’Album “Una ragione per essere qui” di Fabrizio Nitti, cantautore genovese di ventennale esperienza, classe 1971.

Di grande interesse, all’interno dell’album, il singolo: “Emanuela” dedicato a Emanuela Loi, giovanissima, di soli 24 anni, nata in Sardegna;  la prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio; era agente di scorta al giudice Paolo Borsellino, morta nel tragico attentato di via D’Amelio il 19 luglio del 1992, a Palermo, assieme ad altri quattro agenti (Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina); l’unico sopravvissuto è stato Antonio Vullo.

Emanuela è stata scritta due giorni dopo il tragico attentato ed è rimasta chiusa nel cassetto in attesa di  poter contribuire ad onorare la memoria di tutte le vittime delle stragi di mafia. Parlando del tema da una prospettiva diversa, partendo da una storia di una persona comune, che diventa eroe con la passione, il sacrificio e la determinazione che la contraddistingueva nel suo lavoro.

Fabrizio Nitti ricorda Emanuela Loi 1
Fabrizio Nitti

Nell’album di Nitti non mancano due speciali rivisitazioni “E penso a te” , in cui Fabrizio è accompagnato dallo storico chitarrista di Lucio Battisti, Massimo Luca e “Vedrai Vedrai”, un prezioso omaggio a Luigi Tenco.

Si conclude con successo la trilogia di Mozart al Regio di Torino.

Così fan tutte, ma è meglio non sapere

Si è appena conclusa con “Così fan tutte” la trilogia delle opere di Mozart nel cartellone del Teatro Regio di Torino che ha visto avvicendarsi per settimane “Le Nozze di Figaro” “Don Giovanni” e appunto “Così fan tutte”. Tre opere che hanno segnato la storia dell’opera buffa e che continuano ancora ad emozionate e soprattuto a riempire i teatri, considerando il clamoroso interesse di pubblico in queste settimane. “Così fan tutte” scritta da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II in seguito alle felici riprese viennesi (1788-
1789) dei due titoli precedenti. Eppure, come spesso accadeva, solo nel XX secolo ha suscitato un reale interesse. A lungo era stata infatti considerata una farsa fredda, seppur meravigliosamente rivestita di idee musicali che il maestro Fasolis ha riproposto con aderenza, ma personalità.
In molti parlano di quanto la struttura macchinosa e artificiosa spinga ad un finale necessariamente lieto, eppure c’è molto di più. Mozart fa una fotografia amara, ma nel suo dramma decisamente divertente, dell’amore nei tempi della giovinezza e nelle rincorse amorose trova spazio per far meditare seppur con ironia sulle lotte di classe dell’epoca e di quella tra sessi.

Nell’allestimento riproposto al Regio di Torino con la regia di Ettore Scola del 2003, la storia si svolge in una Napoli da affresco, un ritratto che prende vita e si rianima da polvere e tendaggi che quasi sembrano aspettare gli occhi degli spettatori per risollevarsi e diventare teatro di un’avvincente rincorsa amorosa. Le scene sono di Luciano Ricceri. Due innamorati convinti della fedeltà delle loro amate, accettano la sfida del loro amico Guglielmo e scoprono, loro malgrado, che l’amore dichiarato è assai diverso dalla realtà. È vero, così fan tutte pare per molti aspetti smaccatamente e talvolta quasi fastidiosamente maschilista e misogena, ma l’ironia con cui si sottolinea la differenza tra uomo e donna sembra piuttosto celebrare che l’orgoglio maschile se spinto all’estremo non può che incontrare il muro dell’astuzia femminile capace di riportare gli uomini coi piedi per terra. Le battute e le arguzie di Desdemona e Guglielmo sono anche la metafora della contrapposizione tra uomo e donna nel contendersi lo scettro del potere in casa ed è proprio Desdemona a prendere in pugno la situazione scenica col passare del tempo. Certo la vittoria delle donne nell’ottica di Mozart è costretta a durar poco e saranno proprio le fanciulle a dover chiedere perdono per aver fatto esattamente ciò che hanno fatto i loro rispettivi uomini: tradire. Maschilismo? Misogenia? Può essere. Eppure in quella scena finale in cui le due ragazze si piegano al volere degli amanti in attesa della punizione, il pubblico ne coglie il lato più paradossale e ride amaramente di quanto nella lotta del sesso più furbo, chi l’ha vinta è chi non si domanda troppo quale sia la profonda verità di un sentimento, ma se ne gode il frutto. “È meglio non sapere” sarebbe oggi forse un titolo più politically correct, ma si sa, neanche Mozart è perfetto.

Teatro Regio – Stagione d’Opera 2017/2018

COSÌ FAN TUTTE
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Lorenzo da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Fiordiligi Federica Lombardi
Dorabella Annalisa Stroppa
Guglielmo Andrè Schuen
Ferrando Francesco Marsiglia
Despina Lucia Cirillo
Don Alfonso Roberto de Candia
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Direttore Diego Fasolis
Maestro al fortepiano Carlo Caputo
Maestro del coro Andrea Secchi
Regia Ettore Scola ripresa da Vittorio Borrelli

Scene Luciano Ricceri
Costumi Odette Nicoletti
Luci Vladi Spigarolo
Allestimento Teatro Regio

Articolo di Mario Acampa.

Torna dopo 20 anni, dal 2 al 4 agosto, sul palco di Petrosino, il Rockarossa Festival.

Rockarossa torna in Sicilia

“La musica è semplicemente là per parlare di ciò di cui la parola non può parlare. In questo senso, la musica non è del tutto umana” disse lo scrittore e saggista francese Pascal Quignard. Dopo vent’anni, torna Rockarossa: il festival più abrasivo della Sicilia occidentale. Dal 2 al 4 agosto, sul palco di Petrosino suoneranno: Roy Paci e Aretuska, O.R.K. band formata da Lef: voce, tastiera (Obake, Berserk!) – Carmelo Pipitone: chitarra (Marta Sui Tubi) – Colin Edwin: basso (Porcupine Tree) – Pat Mastelotto: batteria (King Crimson) ; ‘O Zulù. Sul palco si alterneranno inoltre: JuJu, La Banda di Palermo, Your Noise Neighbors, Kali Yuga, Mezz Gacano, Carnena, Ornella Cerniglia e Giovanni Di Giandomenico, Carnera, Mini Rock Band, Artemixia Cor, Ashville Disease, Age Of Cold, Noise Rejection. Camicie di flanella a quadretti, pantaloni strappati, magliette macchiate con la candeggina e un’insana voglia di cambiare il mondo attraverso il suono degli amplificatori valvolari e la voce di una generazione senza tempo che si riuniva a Petrosino.

Sono questi gli elementi che dal 1993 al 1997 hanno caratterizzato Rockarossa, festival musicale che ha infiammato il palco della Sicilia Occidentale e punto di riferimento per i giovani desiderosi di costruire progetti artistici e culturali di alto profilo. Il suo nome è legato alla roccia del fondale di Biscione, un punto
di attracco le imbarcazioni ma anche per i tanti adolescenti desiderosi di cambiamento e nuova luce. Sono tanti gli artisti che hanno calcato il palcoscenico nel corso delle cinque edizioni: Roy Pay, QBeta, Uzeda (unico gruppo Italiano, oltre a PFM, ad aver inciso le Peel Session per John Peel alla BBC), Use And Abuse (con Giovanni Gulino dei Marta Sui Tubi alla voce.

La band approdò inoltre alla Vacation House, storica etichetta discografica hardcore), Gianfranco Marino (organizzatore dell’evento nonché chitarrista di Use And Abuse, The Zest, Rym, Routine), Giovanni Gulino (Marta Sui Tubi), Cesare Basile, Carmelo Pipitone (Marta Sui Tubi, ORK, Dunk), NeverMind, del chitarrista Riccardo Corso (che ha suonato a Sanremo con Simone Cristicchi), i castelvetranesi Incunabula del bassista Peppe Mangiaracina (che ha vinto un Festival di Sanremo con Arisa e suonato con Alan Parsons), poi ancora Nuovi Briganti, Acacia (approdati alla Underground Simphony, storica etichetta di prog rock), Gino De Vita, BraindeaD (citati nel libro di Max Salari “Rock Progressivo Italiano”).

Un evento nato dall’intuito di alcuni ragazzi che misero in piedi un’associazione l’associazione culturale “Progetto Kanea”, all’interno della quale la condivisione, l’amicizia e l’amore per il territorio rappresentavano un collante vincente. Dopo vent’anni, è rimasto vivo quel fervore degli anni 90, mai interrotto ma rinvigorito con il progresso culturale che ha ulteriormente impreziosito. La nuova edizione di Rockarossa propone spazi alle etichette discografiche, espositori, villaggio delle arti, maestranze del settore musicale, artisti di strada. Una vetrina aperta ad ogni forma di arte, senza limiti o barriere. È stato inoltre lanciato un crowfunding sul sito https://www.produzionidalbasso.com/project/rockarossa/

Articolo di Angelo Barraco.

Top