Edoardo Vianello, milioni di dischi, centinaia di canzoni, con lui ripercorriamo il passato, incontriamo il presente e pensiamo al futuro 

Edoardo Vianello, sempre più “Re Mida dell’Estate”
Edoardo Vianello

Cappellino rosso in mano, arriva così il Maestro Vianello, con un cappellino rosso nella mano sinistra. Occhi chiari, sguardo sicuro che si aggancia sempre di più ad ogni domanda, man mano che parliamo.

Milioni di dischi, centinaia di canzoni, decine di album e 86 anni, quanti numeri per un solo artista!
Ripercorriamo il passato, incontriamo il presente e pensiamo al futuro.
Un’intervista senza tempo, come i suoi brani che il tempo l’hanno sconfitto, e che si sono rinnovati grazie agli incontri con le nuove generazioni rendendoli “nuovamente nuovi”. Panorami che si incontrano, scoprendo un tempo nuovo, quello in cui il tramonto su una spiaggia di Agosto incontra i piedi nudi delle albe di Settembre, come il featuring con Serena de Bari.

Quando prende tra le mani il suo disco, intagliato minuziosamente al fine di ricalcare i suoi chiaroscuri, si illumina; il suo primo disco, che come un oracolo recita “Io sono Edoardo Vianello” (1963). E sì, lui è Edoardo Vianello, con i suoi brani così presenti nella cultura collettiva, ”Abbronzatissima”, “Guarda come dondolo”, “Pinne, Fucile ed Occhiali”, e “Il Capello”, brani che potrebbero cavalcare qualsiasi playlist di Spotify, come le onde di quel mare caldo così evocato nelle sue canzoni.

Chissà se i giovani romani quando si trovano per strada a cantare le sue canzoni in romanesco, portate al successo da I Vianella, sanno quanto è stato scritto da lui e come, quelle dita che hanno scritto canzoni pop, hanno poi incontrato voci che le hanno rese folkloristiche.

E ai suoi occhi chiari mi aggrappo anche io, per provare a indovinare la soluzione all’equazione del tempo, che lui e le sue canzoni sembrano aver risolto perfettamente.

E mentre ci salutiamo mi chiedo, quanti palchi quelle scarpe rosse, come il suo cappellino, hanno calpestato, e come si fa a essere così agganciato agli sguardi dopo tutti quei palchi. Ma in fondo anche questo fa parte della soluzione all’equazione del tempo.

Recensione a cura di Vera Nabokov
Video intervista a cura di Domenico Carriero

Pier Caruso, il mio girovagare nella musica con “Ancora un po’”, un brano che unisce due generi e due mondi musicali molto diversi tra loro, ma senza perdere una sua profondità…

Pier Caruso e Raphael: Ancora un po'
Pier Caruso

Cantautore, autore, speaker radiofonico e presentatore TV, Pier Caruso è un artista a 360°, completo, dinamico e mai banale. Un personaggio capace di unire le voci e abbattere i confini della musica. Con “Ancora un po’”, insieme al suo amico Raphael, Pier riesce ad unire due mondi musicali apparentemente lontani, due generi differenti e due linguaggi complicati da unire, creando tuttavia un brano radiofonicamente perfetto. Noi di Musica 361 abbiamo raggiunto Pier Caruso per farci raccontare questo brano, questa collaborazione e per raccontarci anche il futuro che sarà.

Ciao Pier, benvenuto tra le pagine di Musica 361, mi piacerebbe iniziare chiedendoti come stai?

Sto bene, sono in un momento dove riesco ad esprimere molto bene quello che amo fare. È un periodo sereno per me. Inoltre, l’estate per noi artisti è fonte di grande ispirazione.

Pier Caruso e Raphael

Parlando di ispirazione, insieme al tuo amico Raphael avete deciso di incidere “Ancora un po’”. Un brano radiofonicamente forte, che unisce due generi e due mondi musicali molto diversi tra loro, ma senza perdere una sua profondità…

È stato un bel rincontro! Con Raphael non ci vedevamo da un po’ di tempo, per via di strade musicali completamente diverse tra loro, ma tra noi c’è sempre stata una forte amicizia che comunque la musica è riuscita a mantenere e cementificare. È stato bello unire il suo reggae e il mio pop rock per creare un brano leggero, ma non banale. Siamo riusciti a creare un qualcosa di bello e fatto in amicizia.

Com’è nata la voglia di scrivere un qualcosa insieme e perché non lo avete fatto prima?

Da anni scrivo dei pezzi per altri artisti, emergenti e non, ma con Raphael non c’era mai stata occasione; anche perché le nostre vite e i nostri percorsi ci avevano portato lontano. Così, quest’anno ne ho approfittato. Durante la conduzione di un programma televisivo (Onde sonore ndr.), ho deciso di invitare Raphael in studio. Mentre stavamo registrando la puntata, gli ho chiesto di fare una canzone con me; insomma, davanti alle telecamere non poteva dirmi di no. L’ho così “costretto” e da lì ci siamo messi sotto a lavorare al brano.

Pier Caruso e Raphael: Ancora un po' 2
Pier Caruso e Raphael

“Ancora un po’” è un brano che per orecchiabilità si presta molto alle sonorità estive, ma tuttavia non vuole perdere quel senso tipico del cantautorato…

Esattamente! Non è una cosa facile però. Personalmente sono un cultore del cantautorato italiano e dell’utilizzo di un certo tipo di parole per comporre una canzone. Il testo, secondo me, è fondamentale, è importantissimo al pari della musica. Oggi purtroppo si sta un po’ perdendo l’attenzione alla parte scritta. Spesso si prediligono solo un certo tipo di parole o solo un certo tipo di musica. Così diventa complicato trovare artisti impegnati e che piacciano anche al grande pubblico.

Questo singolo farà parte di un progetto più amplio o l’intenzione dopo “Ancora un po’” è di ripartire da zero?

Con Raphael è stata una bellissima prima volta. Una collaborazione tanto cercata, quanto apprezzata nel risultato. Ovviamente, entrambi dobbiamo tornare al nostro percorso e riprendere la nostra musica, ma per il futuro mai dire mai. Il mio progetto con i featuring è quindi concluso al momento, ma ho già pronto un nuovo singolo che uscirà tra settembre e ottobre. Torno così a scrivere solo per me stesso.

Pier Caruso e Raphael: Ancora un po' 3

Quindi che brano dobbiamo aspettarci?

Un brano molto autobiografico! Non per le sonorità, ma per il testo utilizzato continuerò il percorso iniziato con “Ancora un po’”, manterrò quindi il mio stile, ma con un’evoluzione importante. Non vedo l’ora di far ascoltare il pezzo a tutti.

Un girovagare tra i generi e le collaborazioni per rinnovare la tua identità musicale. Possiamo racchiudere così il tuo percorso le collaborazioni da De Marinis a Raphael?

Sicuramente sì! Per me è stato un apprendere dai vari artisti, anche più giovani; un modo per ritrovare me stesso e per trovare una nuova identità artistica. Mi sento migliorato, è come se avessi fatto un upgrade confrontandomi con tanti artisti diversi tra loro.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli

Camilla Pandozzi cantautrice la cui musica è un mosaico di emozioni e generi, riflesso della sua personalità eccentrica, contemplativa e visionaria

Camilla Pandozzi, altro bersaglio centrato con ¡FUMO!
¡FUMO! il nuovo singolo di Camilla Pandozzi

È approdata al dark pop con il suo nuovo singolo “¡FUMO!” (NEXTSTOP MUSIC PUBLISHING/Ada Music Italy) la giovane cantautrice Camilla Pandozzi.

 ¡FUMO! di Camilla fonde magistralmente i generi dark pop, reggaeton e pop estivo, offrendo un viaggio sonoro innovativo nel panorama musicale italiano. Le atmosfere cupe del dark pop si intrecciano con i beat travolgenti del reggaeton e le melodie accattivanti del pop, creando una combinazione unica e irresistibile. In questo brano, prodotto insieme a Cosmo Masiello (Kmas), Camilla afferma con forza la sua identità artistica, abbracciando il dark pop come il genere che sente più vicino a sé e fondendolo con il reggaeton in un sound unico e innovativo.

La capacità di Camilla di unire generi diversi, accompagnata da testo mai scontati e video musicali realizzati con l’intelligenza artificiale, la pone nuovamente oltre ogni stereotipo e in una nuova sfida artistica innovativa.
Durante l’estate, Camilla girerà l’Italia da nord a sud, esibendosi al fianco di artisti del calibro di Serena Brancale, Lil Jolie, Ermal Meta, Malika Ayane, Irene Grandi, Holden, Santi Francesi, Rappresentanti di Lista, Clara e molti altri. Oggi, supportata dal suo producer di fiducia Cosmo Masiello, Camilla si prepara ad affrontare nuove e stimolanti sfide, che hanno come obiettivo quello di portare il dark pop a nuovi traguardi nazionali.

Camilla è una cantautrice la cui musica è un mosaico di emozioni e generi, riflesso della sua personalità eccentrica, contemplativa e visionaria. Con le sue canzoni, Camilla si apre senza filtri, navigando tra le acque del dark pop e abbracciando melodie malinconiche che rispecchiano la sua anima sognante. La sua espressione artistica, fluida e versatile, rappresenta perfettamente la generazione contemporanea, capace di fluttuare tra ballad toccanti e ritmi oscuri, rimanendo sempre fedele alla sua essenza distintiva.

Ha collaborato con Beppe Carletti, leader del noto gruppo Nomadi, con il quale ha pubblicato nuovi brani che hanno arricchito ulteriormente il suo repertorio. Nonostante la sua giovane età, ha già ottenuto riconoscimenti nell’ambito musicale e continua a costruire ponti internazionali, collaborando con autori e cantanti internazionali come El chamo Gabriel e Alessandro Gigli.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Vincenzo Incenzo ricorda Valentina Giovagnini, artista unica che, nonostante la sua breve carriera, ha lasciato una forte impronta nel mondo della musica italiana

Vincenzo Incenzo ricorda Valentina Giovagnini
Valentina Giovagnini

A 15 anni dalla sua prematura scomparsa, la musica di Valentina Giovagnini  arriva per la prima volta sulle piattaforme streaming e in digital download in una nuova versione completamente rimasterizzata. Escono infatti in digitale (prodotti da Verba Manent e distribuiti da ADA Music Italy – Warner Music Italy) i primi due album editi “Creatura Nuda” e “L’amore non ha fine” e l’EP inedito Respiro della cantautrice.

Dal 26 luglio è disponibileLa Mia Natura, il triplo cd che racchiude l’intera produzione discografica dell’artista per la prima volta stampata in versione rimasterizzata.

L’intero catalogo di Valentina Giovagnini vede la collaborazione di Davide Pinelli per le musiche e la produzione e Vincenzo Incenzo per i testi.

Il remastering del repertorio dell’artista, invece, è stato realizzato da Jurij Ricotti (che vanta un’intensa attività nel campo a livello mondiale, da Andrea Bocelli a Eminem fino a Dua Lipa). Utilizzando algoritmi avanzati di intelligenza artificiale, Jurij Ricotti ha scomposto gli stems originali con un sistema di ultima generazione. Una rimasterizzazione d’avanguardia con una tecnologia usata per la prima volta dallo stesso producer per il film internazionale “Lamborghini” nel 2022.

Il suo album di debutto “Creatura Nuda”, che contiene il brano “Il passo silenzioso della neve” secondo classificato al Festival di Sanremo 2002 nella categoria “Giovani” e Premio della critica per il miglior arrangiamento, è ricco di suggestioni etniche e popolari contaminate da sonorità futuribili. Nel disco, Valentina suona anche strumenti musicali inusuali della tradizione popolare italiana come la cornamusa e il tin whistle.

Vincenzo Incenzo ricorda Valentina Giovagnini 1
Valentina Giovagnini – L’amore non ha fine – Cover

In “L’amore non ha fine“, pubblicato postumo, amplia l’esplorazione musicale dell’artista, spaziando dall’elettronica alla lirica e all’acustico, affrontando temi come la memoria, l’amore e la spiritualità. Oltre ai brani inediti, questo album include anche una toccante reinterpretazione di “Hallelujah” di Leonard Cohen, dove Valentina si esibisce al pianoforte.

Infine, l’inedito EP “Respiro” raccoglie tracce rimaste nascoste per 20 anni. La title track riflette il desiderio di continuare a vivere nell’amore di coloro che ci hanno amato, “Fotosintesi” celebra la connessione di Valentina con la natura, proveniente dalle sue radici toscane, mentre “Inimmaginabile” esplora la gioia sensoriale e la ritualità fisica dell’amore con straordinari giochi vocali. Il progetto si completa con l’emozionante duetto con la sorella in “Non dimenticare mai” e le personali reinterpretazioni di “Human Behaviour” e “Hyper-Ballad” di Björk.

Vincenzo Incenzo ricorda Valentina Giovagnini 2
Creatura nuda – album

Di seguito le tracklist dei tre progetti discografici:

CREATURA NUDA (remastering):

  1. Senza origine
  2. Creatura nuda
  3. Il passo silenzioso della neve
  4. Metamorfosi
  5. Mi fai vivere
  6. Madrigale
  7. Il trono dei pazzi
  8. La formula
  9. Accarezzando a piedi nudi l’erba delle colline di Donegal 
  10. Dovevo dire di no
  11. Senza origine

L’AMORE NON HA FINE (remastering)

  1. L’amore non ha fine
  2. L’altra metà della luna
  3. L’attesa infinita
  4. Continuamente
  5. Voglio quello che sento
  6. Non piango più
  7. Bellissima idea
  8. La mia natura 
  9. Non dimenticare mai 
  10. Nei silenzi miei 
  11. Sonnambula 
  12. Ogni viaggio che ho aspettato
  13. Hallelujah (cover) 
  14. Somewhere over the rainbow (cover)   
Valentina Giovagnini - Respiro - Ep inedito
Valentina Giovagnini – Respiro – Ep inedito

 RESPIRO (ep inedito)

  1. Respiro
  2. Fotosintesi
  3. Non dimenticare mai (feat Benedetta Giovagnini)
  4. Inimmaginabile 
  5. Hyperballad (cover) 
  6. Human Behaviour (cover) 
  7. Inimmaginabile                                

Valentina Giovagnini è stata un’artista unica che, nonostante la sua breve carriera sotto i riflettori, ha lasciato una forte impronta nel mondo della musica italiana. Con la sua voce angelica e il suo distintivo stile musicale tra elementi elettronici e celtici, ha anticipato i linguaggi musicali di oggi e ha sperimentato con coraggio modulando la sua voce e mescolando diverse influenze, fondendo anche il classico con il contemporaneo.

Nata ad Arezzo il 6 aprile 1980, fin da piccola dimostra una grande passione per la musica, studiando diversi strumenti e frequentando il liceo musicale. La sua formazione artistica si arricchisce con lo studio della cultura medioevale e della musica celtica, ispirata da artisti come Enya, Kate Bush e Loreena McKennitt, oltre ad essere influenzata dalla musica latina, folk e pop sperimentale.

Valentina Giovagnini - La mia natura - triplo cd
Valentina Giovagnini – La mia natura – triplo cd

Nel 2002 esce il suo album di debutto Creatura nuda e partecipa al Festival di Sanremo nella categoria Giovani con il brano Il passo silenzioso della neve, classificandosi al secondo posto e vincendo il Premio per il Miglior arrangiamento. Da quel momento, il successo della sua musica le porta ad ottenere prestigiose nomination e a partecipare a vari eventi musicali.

Continua a comporre e a esibirsi dal vivo fin quando, il 2 gennaio 2009, rimane coinvolta in un grave incidente stradale in cui perde la vita. La sua musica e il suo talento restano vivi nella memoria di chi l’ha conosciuta e di chi la conoscerà grazie alla ripubblicazione in versione fisica e digitale della sua intera discografia, che include anche l’album postumo “L’amore non ha fine” e il nuovo EP.

Video intervista a Vincenzo Incenzo a cura di Domenico Carriero

Moisen, “Ti amo e T’odio” una canzone fresca e leggera che racconta un amore estivo con ritmi pulsanti e melodie orecchiabili

Ti amo e T’odio - Moisen - Cover
Ti amo e T’odio – Moisen – Cover

Simone Presicci, in arte Moisen, è un cantautore originario di Taranto. I suoi primi approcci con la musica risalgono all’età adolescenziale quando comincia a comporre i suoi primi testi, mostrando influenze derivanti dall’hip hop, dal blues e dal jazz.

Il nuovo singolo è un brano fresco e leggero che parla della fase dell’innamoramento intenso, il classico colpo di fulmine sotto l’ombrellone. “Ti amo e T’odio” evoca sensazioni di gioia e tormento che accompagnano le relazioni più ardenti ed improvvisate.

Simone benvenuto tra noi! Parto dal tuo nome d’arte, Moisen: da dove viene?

Quando ho iniziato a fare musica mi chiamavano Simon The Wolf; avendo avuto sempre un carattere solitario, ho cambiato tante comitive nella vita e ho trovato un’affinità con il lupo, il mio animale di appartenenza. Crescendo artisticamente, volevo un nome più incisivo, più corto, più d’impatto; mi è venuto in mente l’anagramma del mio nome, Moisen, ed erano d’accordo tutti perché suonava bene. Ho ricominciato dopo quattro anni il mio percorso artistico, ho resettato tutto partendo dal nome.

Quando hai scritto la tua prima canzone?

Avrò avuto circa 14-15 anni, proprio quando fondai il mio primo gruppo musicale, un rock elettronico. Mi è sempre venuto naturale scrivere anziché cantare canzoni di altri, è stata ed è tuttora un’esigenza. Ho sempre avuto dentro di me la sensibilità di comunicare scrivendo attraverso le canzoni.

C’è un genere o un artista in particolare a cui ti ispiri di più?

Una delle mie principali references è il rap. Ma sicuramente anche la Black Music, partendo da Stevie Wonder e Michael Jackson che mi hanno influenzato molto; fino ad arrivare all’RnB degli anni 2000, quindi Ne-Yo, Usher, che descrivevano l’hip hop che mi affascinava di più. Quest’ultimo genere ha rappresentato quel mix giusto tra la strada e la sensibilità che mi è sempre appartenuta. In generale però mi piace molto spaziare, sperimento molti generi; ho frequentato diversi tipi di concerti, dal metal al cantautorato.

Quanto ti senti legato alla tua terra?

Mi sento molto legato a Taranto, oggi ancora più di ieri perché comprendo il valore e l’importanza di chi ho vicino. Vivendo un po’ di anni a Roma, vedevo Taranto con gli occhi del turista e l’ho fortemente rivalutata. Mi definisco un cittadino del mondo ma sono attaccato alle mie origini, voglio fare musica qui perché ne abbiamo bisogno entrambi.

Moisen: “Ti amo e T’odio”, un fulmine a ciel sereno 1
Moisen (Foto di Marco Carrano)

Come trovi l’ispirazione per scrivere?

Parto dalla mia quotidianità, scrivo ciò che vivo. Mi può ispirare un film, la storia di un amico o la mia vita privata. Quello che mi colpisce spesso mi fa uscire un brano molto velocemente, sono fedele al flusso creativo. Prima la scrivo nel mio inconscio, poi quando arriva dritta nella mia coscienza esce tutto spontaneamente e non vado a dormire finché non la finisco tutta.

Parliamo del tuo nuovo singolo, “Ti amo e T’odio”. Com’è venuto fuori questo brano?

È un brano nato molto velocemente, stavo aspettando il passaggio di un amico e in quel momento avevo un’oretta a disposizione e ho scritto quasi tutta la canzone. Ho voluto fare un pezzo estivo ma che non risultasse plasticoso nella sua accezione negativa. Inoltre, con il mio produttore sentivamo l’esigenza di sperimentare nuove sonorità.

Nel testo c’è qualcosa che vuoi comunicare nello specifico?

È una canzone attuale che parla di quello che vive un giovane durante l’estate, ossia la fase dell’innamoramento estivo. Volevo un brano che parlasse ai ragazzi, con un messaggio di leggerezza sul fondo, a differenza degli altri due singoli che parlavano più di concettualità.

Tutti questi singoli pubblicati nel 2024 fanno parte di un progetto in divenire?

Adesso vogliamo farci conoscere attraverso i singoli, non abbiamo iniziato questo progetto con l’idea di un album perché si ascoltano poco se sei un emergente. Facciamo musica che piaccia principalmente a noi, è chiaro che poi bisogna fare i conti anche con le richieste del mercato.

Che effetto ti fa sapere e vedere che un tuo brano sia entrato in rotazione radiofonica?

Mi fa molto piacere perché credo che l’obiettivo principale di un artista sia far arrivare la propria musica a quante più persone possibili. Dire al mondo ciò che si prova è sempre un desiderio fondamentale.

Come nasce la collaborazione con Fido Guido?

Penso che sia l’artista più famoso di Taranto, ha oltre 20 anni di carriera; nella mia generazione tarantina non c’è un ragazzo che non sappia tutte le sue canzoni a memoria. Ha segnato l’adolescenza di tutti i ragazzi nati tra gli anni ’90 e il 2000. Insieme ad altri esponenti, lui rappresenta il reggae in Italia. È stata la mia prima vera collaborazione importante; la sua notorietà ha fatto alzare il livello e la rilevanza del pezzo.

Come occupi il tuo tempo libero?

Oltre alla musica, sono anche un personal trainer, giornalmente mi alleno e allo stesso tempo alleno le persone. Lo sport è il mio pane quotidiano e ci sono voluto rimanere anche e soprattutto dopo aver lasciato il calcio a 18 anni, perché giocavo a livello professionistico nella squadra della mia città.

Ti è mai capitato di partecipare a festival e contest?

Assolutamente, aver partecipato a qualche contest sia a livello cittadino che nazionale ed averli vinti mi ha fatto capire che la musica non era solo un hobby.

Moisen il nuovo singolo “Ti amo e T’odio”
Moisen (Foto di Marco Carrano)

Come te lo vivi il momento del live?

È sempre una grande emozione, hai l’occasione di far sentire a tante persone quello che per mesi è stato il tuo lavoro quotidiano su cui hai buttato sudore e impegno. È una soddisfazione enorme vedere come il frutto di tanti sforzi possa arrivare alla gente. Il live è la prova del nove della risposta delle persone perché a volte i numeri sui social possono essere fuorvianti. Un live pieno di persone che partecipano non si può comprare da nessuna parte.

Che rapporto hai costruito con il tuo pubblico?

Lo sto costruendo adesso con l’uscita di questi nuovi singoli, ci sono i fedelissimi che mi seguono dall’inizio che sono sempre super attenti e mi supportano. Mi piacerebbe creare la nomina che io faccia dei live divertenti.

Una tua canzone manifesto tra le 4 pubblicate?

Sicuramente il primo amore non si scorda mai quindi “Aquafan”, la prima nostra uscita è quella a cui sono più affezionato, ma in generale sono quattro tracce a cui voglio molto bene e ognuna descrive un periodo della mia vita.

Una strofa che hai scritto al quale sei più legato?

Nel brano chiamato “Il potere di adesso” dico “prenditi tutto il tempo, non rischiare che il tempo si prenda tutto”. Ho creato questo gioco di parole perché in un periodo della mia vita ho perso troppo tempo. Questa canzone mi ha fatto ricordare quanto è importante vivere il presente e sfruttare ogni momento.

Programmi per il futuro?

Fare più live possibili in questa seconda parte dell’estate. Creare uno show e portarlo in giro per la Puglia ma ovviamente siamo aperti anche oltre confine. Vorrei fare anche un disco per prendere una direzione precisa al nostro progetto.

Il tuo sogno musicale più grande?

Vivere di musica e far stare bene la mia famiglia grazie al mio lavoro.

Articolo a cura di Simone Ferri

Tony Maiello torna con “Lacrime di Fahrenheit” il nuovo singolo, un testo che mischia abilmente il linguaggio scientifico a quello dell’amore

Tony Maiello torna con “Lacrime di Fahrenheit”
“Lacrime di Fahrenheit” il nuovo singolo di Tony Maiello

In radio, dal 19 luglio, “Lacrime di Fahrenheit”, il nuovo singolo di Tony Maiello.

“Lacrime di Fahrenheit” è un brano che parla di tutte le volte che non abbiamo il coraggio di confrontarci con una persona, anche quando dovremmo accettare la fine di una storia. Scegliamo quasi sempre la strada più semplice, quella di tenerci tutto dentro pur di evitare i conflitti. Tutto questo ci porta a vivere di rimpianti, quando poteva bastare soltanto un abbraccio, dirsi tutto o anche semplicemente addio.

Un testo che mischia abilmente il linguaggio scientifico a quello dell’amore:

L’amore è chimica: ascolti la lezione ma la impari con la pratica/ Fisica energia libera tra il cuore e la quantistica/ un’equazione algebrica di anime contro le dinamiche/ siamo da soli come stelle perse in questo cielo di disordine/ il tempo è uno stronzo: si porta via di tutto/ lasciandoti solo un ricordo oh oh oh/ e un po’ ti penso oh oh oh/ ma non te lo dirò io non te lo dirò/

Tony Maiello torna con “Lacrime di Fahrenheit” 1
Tony Maiello

E quante volte piango e non mi vedi mai/ quante parole scrivo e non le dico/ nei tuoi occhi lacrime di Fahrenheit/ c’è ancora il tuo profumo sul mio viso/e rimango io e mi manchi tu/ se rimango io poi mi manchi tu/ come guidare senza freni/ come la terra sotto i piedi

Ci siamo detti basta ma rimanere soli come sempre non ci basta mai/ consapevoli mai colpevoli/ davanti alle paure siamo tutti deboli deboli/ mettiamo alibi soltanto per vivere meglio con i nostri demoni/ ed io sono uno stronzo: volevo darti il mondo/ e alla fine l’ho distrutto oh oh oh

Tony Maiello torna con “Lacrime di Fahrenheit” 2
Tony Maiello

Tony Maiello partecipa al Festival di Sanremo 2010 nella categoria “Nuova Generazione” vincendo con la canzone “Il linguaggio della resa”. Oltre alla carriera di cantautore, passata attraverso i progetti “Tony Maiello”, “Majello” e “Marea”, Tony si distingue anche per l’impegno autorale per brani di successo di Marco Mengoni, Laura Pausini, Francesco Renga, Einar, Alessandra Amoroso per citarne alcuni.

Audio intervista a cura di Domenico Carriero

I Mathilde Montoro sono un power trio con la volontà di fare musica suonata alla vecchia maniera, un trio di musicisti e amici

Mathilde Montoro, noi artigiani della musica
Mathilde Montoro

I Mathilde Montoro sono un power trio composto da Nicola Mansueto (voce/chitarra), Giovanni Boscaini (basso) e Daniele Righetti (batteria/cori). Da venerdì 28 giugno è disponibile in tutte le radio e nei principali digital stores “Quello che io ho”, il loro singolo di debutto.

In un’epoca in cui la confusione e la distrazione sono all’ordine del giorno, i legami e gli affetti sono ciò che ci rende unici e speciali”, così la band presenta l’ultimo singolo, un pop rock che tanto si discosta dalle sonorità attuali e, proprio per questo, si fa tanto apprezzare. A raccontare del progetto, del singolo e del futuro EP, Nicola Mansueto, uno dei fantastici tre.

Un brano che si contraddistingue dalla musica attuale e dove si torna a suonare alla vecchia maniera. Era questa la vostra idea iniziale o è stata una scelta nata più avanti?

Ovviamente questa era la nostra volontà e speriamo che questo arrivi anche agli altri. Noi, come appassionati, da sempre abbiamo ammirato la musica artigianale. Quella suonata per davvero! E ci fa piacere spingere in questa direzione, anche se può sembrare un po’ anacronistica come volontà. Volevamo riportare la musica suonata al centro e il risultato di questo singolo ci piace molto.

Mathilde Montoro - Quello che io ho - Copertina
Mathilde Montoro – Quello che io ho – Copertina

Cosa possiamo trovare in questo brano di voi?

Il nostro piacere, la nostra passione e la volontà di fare musica a modo nostro! L’importante per noi è divertirci ed essere soddisfatti di quello che abbiamo fatto.

Quando è nata la voglia di unire le vostre idee di musica per questo progetto dei Mathilde Montoro?

La decisione di metterci insieme a suonare è maturata l’estate scorsa. In qualche modo, avevamo già avuto modo di suonare tra noi in altri progetti in passato. Quindi l’alchimia e la scintilla tra noi già c’erano. È stato tutto molto naturale, e abbiamo così messo le mani su alcuni provini che avevamo nei rispettivi cassetti. Abbiamo notato come le cose prendessero una direzione che piaceva a tutti. Possiamo dire che questo progetto è nato in modo naturale e lineare.

Come mai avete deciso di uscire con un pezzo rock come “Quello che io ho” in un periodo più legato ai tormentoni estivi?

“Quello che io ho” è un pezzo suonato, è rock ed è evidente che si scontra un po’ con questo momento musicale. Tuttavia, è stata una scelta voluta. Infatti, non c’è momento migliore per proporre un qualcosa di diverso in un periodo dove si è assuefatti da queste sonorità. La richiesta di altri generi e di nuove melodie, diventa così importante. Con questo brano siamo alla ricerca della fetta di mercato non ancora assuefatta al marasma delle produzioni estive.

Mathilde Montoro, noi artigiani della musica 2
Mathilde Montoro

Insomma, un rischio calcolato per uscire dai soliti schemi di mercato?

Non vogliamo peccare di presunzione, ma la nostra idea è quella di proporre un qualcosa di diverso; non omologarci e di provare a portare un qualcosa di alternativo in questo periodo dell’anno. Siamo ancora agli inizi, non abbiamo velleità di classifica, ma ci interessava dare un qualcosa in più. Cerchiamo di rivolgerci a quelli che come noi hanno la necessità di sentire qualcos’altro.

Al singolo farà seguito anche un EP se non sbaglio, cosa si può già accennare?

Uscirà un EP verso la fine dell’estate e “Quello che io ho” è appunto il pezzo apripista di questo nostro nuovo progetto. Sarà un progetto di musica suonata, dove si vedrà la nostra complicità e la nostra alchimia. Non vediamo l’ora di farlo ascoltare a tutti.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

ZZOLA “Finally 18” il primo album realizzato e dedicato al compimento dei suoi diciotto anni, un sound molto estivo ed esuberante

ZZOLA - Finally 18 - Copertina
ZZOLA – Finally 18 – Copertina

Già in radio Non mi basta il singolo inedito con cui ZZOLA fa il suo vero esordio discografico. Il brano, carismatico e travolgente, con il beat di TommyBoy, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 4 giugno, è contenuto in Finally 18 il suo primo album (NHAP/Distrokid).

«Vorrei che il singolo arrivasse a tutti come una carica di adrenalina – dice ZZOLA – trasferendo la mia energia, nonostante io sia estremamente introverso come persona. Il titolo sottolinea la mia ingordigia nel volere sempre di più, non mi accontento mai.

Il pezzo è nato in studio, con il mio producer ci siamo gasati fin da subito, una volta finito il beat e le mie strofe, sentivamo che mancava qualcosa, abbiamo dunque pensato di introdurre una voce femminile nel ritornello per dare più musicalità al brano».

Il video, regia di NicoBernaa, è stato girato nel parcheggio di una zona industriale nell’hinterland milanese, insieme ad una ragazza che ben interpreta l’ideale protagonista femminile del testo. Curiosità è che nel video è presente anche una Mustang Supercar che è citata nella canzone.

Questa la tracklist dell’album “Finally 18: Cancun, Non mi basta, Crush,Come sempre, “Cercavi risposta”, “Per favore” e “Da capo”.

«L’idea di questo disco, che definisco esuberante, è nata un po’ per caso perché volevo portare qualcosa di nuovo e dal sound molto estivo – racconta ZZOLA – ho pensato dunque di realizzarlo dedicandolo al mio diciottesimo compleanno. Ci ho messo diversi mesi per scegliere tra i brani che ho scritto quali inserire per dare un filo conduttore con un mood dell’intero progetto che sapesse di estate, divertimento e spensieratezza.

ZZOLA il debutto con l’EP “Finally 18” 1
ZZOLA (Foto di Stefano Cazzola)

Per la copertina ho preso spunto da una polaroid scattata durante un party, stilizzandola con l’aiuto della mia art designer in modo da renderla unica. “Cancun” è una traccia che conservo da molto e che ha dato il via a questo lavoro, ho mantenuto la registrazione grezza ed è una delle tracce a cui tengo di più.

Voglio ringraziare tutto il mio team e dunque: il mio direttore artistico Stefano Moretti che ha investito e creduto molto in me e gli sarò sempre debitore, il mio producer TommyBoy con il quale chiudiamo sempre delle hit, il mio Videomaker NicoBernaa e la mia Art designer Rita».

Leonardo Cazzola in arte “ZZOLA” è nato il 4 giugno del 2006 a Pavia e ha passato parte della sua adolescenza vivendo in una piccola frazione della stessa provincia. Fin da bambino inizia il contatto con la musica cantando nell’orchestra della scuola e con lo studio della chitarra apprende le basi di solfeggio e teoria musicale.

ZZOLA il debutto con l’EP “Finally 18” 2
ZZOLA (Foto di Stefano Cazzola)

Nel 2023 si trasferisce a vivere a Milano e inizia per sfizio a rappare in freestyle con gli amici, ispirato dalle sue capacità il suo percorso musicale non si ferma e inizia a registrare e autoprodurre i primi testi in musica. A gennaio del 2024 viene pubblicato il primo brano, frutto dei primi testi scritti nel 2023, a cui sono seguiti altri brani e altri video, grazie al suo impegno e determinazione nella scrittura.

Nonostante l’apparenza ZZOLA ha una personalità concreta e profonda che rende il suo stile, cupo e malinconico, gradevole e scorrevole all’ascolto. Nei suoi testi riesce a cogliere emozioni e situazioni sentimentali che fanno parte della vita comune di tutti, ma non solo, nel suo archivio ci sono anche brani che spaziano dal Rap al Pop passando anche da influenze Reggaeton e R&B.

ZZOLA il debutto con l’EP “Finally 18” 3
ZZOLA (Foto di Stefano Cazzola)

La sua ispirazione nasce da artisti che ama e segue come Lazza (da sempre il suo preferito), Tony Boy (uno degli ultimi emersi ma a suo avviso tra i migliori in circolazione), Icy Subzero (tra i più in voga nel reggaeton italiano attualmente) e Vale Pain (detentore della sua traccia preferita in assoluto “Cali”). Oggi tocca a ZZOLA lanciare il singolo “Non mi basta” in radio dal 31 maggio e in digitale dal 4 giugno, giorno del suo compleanno, nell’album “Finally 18”.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Il principe Francesco De Gregori ha fatto tappa a Ostuni nella serata del 12 agosto, in una delle quattro previste in Puglia nell’ambito del tour “De Gregori dal Vivo”

Francesco De Gregori: "De Gregori dal Vivo" il tour
Live Francesco De Gregori

Il concerto di Francesco De Gregori  è stato aperto dalla cantante e attrice Angela Baraldi in duetto in acustico con il chitarrista Federico Fantuz, proponendo brani del suo repertorio, tra i quali “A piedi nudi” canzone che la portò a Sanremo giovani nel 1993 vincendo il Premio della Critica.

Poco prima delle 22 ha fatto ingresso sul palco Francesco De Gregori con la sua band composta da Guido Guglielminetti (basso e contrabasso), Carlo Gaudiello (pianoforte), Primiano Di Biase (hammond), Paolo Giovenchi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino) e Simone Talone (percussioni). Corista: Francesca La Colla.

Francesco De Gregori: "De Gregori dal Vivo" il tour 1
Francesco De Gregori

                                                           Il concerto

Il live è iniziato con i brani “L’abbigliamento di un fochista”, “I muscoli del capitano” e “Il vestito del violinista” e un monologo di De Gregori che ha spiegato: «Quando ho iniziato a fare le mie canzoni, sono stato perseguitato da gente che diceva di non capire quello che scrivevo e mi definivano ermetico. Stasera cercherò di spiegarvi alcune delle mie canzoni. Inoltre, la novità di questa serata sarà l’esecuzione non solo delle canzoni più conosciute, ma anche quelle che non sono passate in radio, ma le amo lo stesso e mi fa piacere che il pubblico possa conoscerle».

L’artista ha proseguito raccontando la parabola della canzone “Bufalo Bill”, nella quale c’è un verso dove viene evocato un signore che si chiama “Culo di gomma”, che simboleggia il passaggio dell’epopea americana dal periodo epico cavalleresco al momento della motorizzazione.

Prima del brano “Condannato a morte” De Gregori ha mandato un messaggio di affetto allo scrittore Salman Rushdie a cui la canzone è dedicata sul quale pende una condanna a morte, raccontando che gli era stata negata la possibilità di salire a bordo di un aereo perché la sua presenza poteva mettere a rischio i passeggeri.

Francesco De Gregori: "De Gregori dal Vivo" il tour 2
“De Gregori dal Vivo”

L’artista ha proseguito con la storia della canzone “L’uccisione di Babbo Natale”, nata in periodo natalizio dove il suo umore era pessimo e le strofe del brano hanno scatenano il tragico epilogo!

Fortemente evocativo e molto dettagliato è stato il racconto del brano “Un guanto”, nel quale l’artista ha spiegato il capolavoro del Guanto del 1878 di Max Klinger che lo ha ispirato nella scrittura del testo.

De Gregori ha anche omaggiato Bob Dylan con il brano “Come il giorno”, adattamento italiano della canzone “I shall be Released” (testo in italiano di Daniela Ficacci).

Nel corso della serata non sono mancati i capolavori come “Generale”, “La Leva calcistica del ‘68”, “Sempre e per sempre”, “La donna cannone”, “La storia”: brani eseguiti magistralmente che hanno toccato il cuore del pubblico.  Nel finale è tornata sul palco Angela Baraldi, che ha cantato assieme al principe “Anidride Solforosa”.

Francesco De Gregori: "De Gregori dal Vivo" il tour 3

Il concerto si è chiuso con il pubblico in piedi sulle note del capolavoro “Rimmel” e poi invitato a ballare dal poeta sull’incantevole “Buonanotte fiorellino”: è il saluto finale di De Gregori, monumento della musica italiana che ha abbracciato con affetto la città di Ostuni.

Un live nel quale De Gregori è stato un grande comunicatore e narratore, alternando momenti d’ironia e passaggi introspettivi. Le sue corde vocali sembrano uno strumento musicale perfettamente intonato, che non risente negativamente dei battiti del tempo.

Sul palco ha sottolineato il fatto che non ci fossero sequenze e basi, ma solo strumenti, musica e anche qualche errore: ma questo fa parte della vita, ha chiosato il cantante.

Francesco De Gregori: "De Gregori dal Vivo" il tour 4

Le parole di Rosanna Petrella storica fan di Francesco De Gregori

«Sempre e per sempre non è solo il titolo di una sua canzone ma sempre e per sempre perché grande e indescrivibile è quello che si prova quando si sceglie di ascoltare la sua musica, le sue parole. Sempre e per sempre perché li dinanzi a quel palco c’erano i giovani d’ieri, quelli di oggi e quelli di domani. Sempre e per sempre perché ascoltare le sue parole è come sfogliare un album di ricordi, di eventi e di storia.  

Tante volte ancora De Gregori potrà permettersi di cantare: “eccomi qua, sono venuto a vedere lo strano effetto che fa” e questa volta l’effetto è stato davvero sorprendente visto che come lui stesso ha annunciato, a differenza delle altre volte, che abbiamo potuto godere non solo della sua musica, ma anche del suo “raccontare”.

Averci concesso poi questo valzer finale sulle note di “Buonanotte fiorellino” ha sciolto il suo “essere ermetico” in un “abbraccio affettuoso a noi tutti “che sempre e per sempre dalla stessa parte ci troverai».

Articolo a cura di Raffaele Specchia

Malpelo: “DV6?!” il brano estivo, è un urlo che squarcia l’estate, in un agosto che profuma di storie tradite, la disperazione di chi perde l’amore

Malpelo: “DV6?!” un urlo che squarcia l'estate
Malpelo: “DV6?!” il nuovo singolo

DV6?!, il nuovo brano di Malpelo (già in NMF, Caleido, ScuolaIndie), è un urlo che squarcia l’estate, in un agosto che profuma di storie tradite. È la disperazione di chi perde l’amore, smarrito tra le onde del mare, seducenti nei loro movimenti sinuosi, pronte a rapirti.

“Te ne vuoi andare a far l’amore tra le onde in riva al mare, con uno scemo conosciuto in un locale…io che ti chiamo e non rispondi al cellulare. Puoi richiamare?”

La produzione di S. Castronovo, ispirata a Fred again.. e BUNT., accompagna con ritmo incalzante e ballabile la malinconia del brano, creando un contrasto di sensazioni, che è il marchio della musica di Malpelo, da ballare con una lacrima.

Torinese, classe 1998, laureato in Lettere Antiche, Malpelo scrive da quando ha memoria per raccontare. Partito da adolescente col rap, ha sempre dato priorità al testo, ma studiare canto e pianoforte gli è servito per aprire l’orecchio, ampliando la tavolozza di colori con cui esprimersi, sperimentando dalla dance al rap al cantautorato indie.

Malpelo: “DV6?!” un urlo che squarcia l'estate 1
Malpelo

Ora, dopo aver giocato a lungo con le diverse sfaccettature della musica, ha trovato una dimensione totalizzante in cui portarle tutte insieme in un unico bagaglio urban. Nel mese di febbraio 2024, ha firmato il suo primo contratto editoriale nella realtà CVLTO music group.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

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