Alisia il nuovo singolo “Narciso”  più che un brano è un monito, un invito a proteggere il proprio cuore da chi non è in grado di dare amore autentico

Alisia: un “Narciso” è meglio perderlo che trovarlo!
Narciso il nuovo singolo di Alisia

Alisia, giovane artista e tiktoker molto affermata, nasce ad Agrigento e fin dall’adolescenza partecipa a tanti concorsi canori prima locali e successivamente regionali, classificandosi sempre in cima alle classifiche. “Narciso” è una canzone su cui punta molto, unisce le sonorità latin e pop, ti conquista con un ritmo travolgente ed orecchiabile. Un’esplosione di emozioni che ti danno la consapevolezza di quanto il narcisismo possa inquinare un rapporto sentimentale.

Alisia benvenuta tra noi! Come hai scoperto il mondo della musica?

La musica nella mia vita c’è sempre stata, avendo una mamma che già cantava, da bambina facevo karaoke ispirandomi a lei. Ad oggi non è più solo una passione ma l’ho trasformata in un lavoro. Ovviamente ho iniziato un processo, ho iniziato a studiare canto a 12 anni, ho studiato pianoforte, chitarra e poi ho cominciato a scrivere i primi pezzi.

In questi anni il tuo approccio alla musica ha subito dei cambiamenti?

Sì, nel corso degli anni ho cambiato anche gusti musicali. Mi ispiravo molto ad Avril Lavigne, poi mi sono avvicinata più al cantautorato italiano. Ora mi sono spostata anche sul reggaeton, con altre tonalità e melodie. Ad oggi mi definisco più pop così ho l’opportunità di spaziare e seguire anche le tendenze.

Che rapporto hai con la tua città?

È bellissima Agrigento, ma mi ispira poco, non ci sono stimoli. Sto pensando infatti di trasferirmi a Milano. Qui non ci sono possibilità di sbocciare.

Parliamo del tuo nuovo singolo “Narciso”: ci racconti la genesi di questo brano?

Narciso nasce dopo una relazione finita con una persona narcisista, soprattutto dopo aver visto questa persona con un’altra ragazza. Ho pensato che non mi avrebbe mai ascoltato se le avessi chiesto di parlare, così ho deciso di scriverle una canzone. Volevo proprio parlarle per avvisarla di stare lontano da questo soggetto perché il narcisismo avvelena la relazione.

Qual è il fine di questo tuo messaggio?

Non far sentire sole le persone che hanno vissuto una situazione del genere, e sono del parere che una persona narcisista non potrà mai cambiare e avrà sempre gli stessi comportamenti. Spero che qualcuno si possa rispecchiare in questo testo.

Alisia: un “Narciso” è meglio perderlo che trovarlo! 1
Alisia

Ti ha fatto bene scriverla?

Assolutamente sì, è un pezzo a cui tengo molto, è arrivato al momento giusto e l’ho scritto al momento giusto a mente fredda, dopo che era passato un po’ di tempo dalla fine della relazione.

Che legame c’è tra tutti i singoli pubblicati finora?

Sono tutti relativi ad un periodo della mia vita, ogni singolo è un pezzo di vita diverso, il primo infatti è diverso dall’ultimo a livello di sound, ma comunque narra una storia personale.

Come trovi l’ispirazione per scrivere?

Scrivo sempre storie personali che ho vissuto, sono tutti racconti autobiografici. Mi sento molto libera quando scrivo, mi piace raccontare.

Come occupi il tuo tempo?

Sono molto attiva sui social e mi appassiona anche il make-up che, secondo me, è un’altra forma artistica perché il trucco è anche comunicazione. La musica comunque occupa il 90% delle mie giornate.

A proposito di social, come gestisci la tua popolarità su TikTok?

Cerco sempre di essere spontanea e vera, soprattutto voglio portare positività con i miei contenuti. Se passo una giornata no tengo i social spenti. Voglio che la gente che visiti il mio profilo trovi un posto in cui sorridere e avere un po’ di leggerezza, passare quei dieci minuti in allegria. I social per me sono un mondo parallelo dove voglio migliorare la mia realtà, rimanendo sempre me stessa. Penso che al giorno d’oggi siano una fortuna per farsi notare. Dipende da quanto ti apri e da quanto ci credi.

Hai aperto dei concerti di qualche big?

Sì, ho aperto il concerto di Irama e di Guè Pequeno. Ho partecipato anche a uno dei miei concorsi preferiti, “Emozioni live” di Lucio Battisti, un’esperienza fantastica, sono stata premiata al casinò di Sanremo. Mi rimarrà sempre nel cuore.

Ci racconti l’esperienza con Casa Sanremo?

Ero lì con la mia scuola di canto durante il periodo del festival e infatti si respirava musica da ogni angolo. Essere lì è stato un privilegio, mi sono confrontata con tanti artisti che non conoscevo, abbiamo cantato per la strada. È stata un’esperienza molto formativa.

Alisia: “Narciso” il nuovo singolo
Alisia

Che emozioni provi sul palco nei live?

È la parte più bella della musica, amo cantare sul palco, è un po’ come una seconda casa. Nonostante nella vita sia abbastanza ansiosa, nei live rimango tranquilla, ho solo l’ansia da prestazione che poi ti dà la carica giusta.

Il tuo più grande sogno musicale?

Ne ho veramente tanti, te ne dico due. Fare un concerto a San Siro e collaborare con Karol G. Lei è il mio idolo musicale, la stimo tantissimo, e l’ascolto sempre. Quando voglio ascoltare musica è la prima artista che metto su Spotify.

Un piano B nella vita se non avessi fatto la cantautrice?

Sicuramente mi sarei concentrata di più sul mondo del make-up. Il mio piano B è quello di fare la vocal coach; a prescindere voglio lavorare con la musica perché mi fa stare bene, non immagino la mia vita senza di essa.

Perché proprio la vocal coach come mestiere?

Probabilmente perché ho avuto una vocal coach che mi ha ispirato, mi ha fatto innamorare della sua professione e tuttora nutro molto rispetto per questa figura.

Quanto hai lavorato sul tuo timbro di voce?

La frequento tuttora, non si smette mai di imparare, la voce va sempre educata. Cerco sempre di migliorarla con nuove tecniche.

A cosa stai lavorando adesso?

Stiamo lavorando su nuovi pezzi e spero di farli uscire presto. Con Narciso è partito un nuovo progetto, nuovi brani, nuovi episodi di vita.

Articolo a cura di Simone Ferri

Greta Cominelli  “Tra Marte e Venere” il nuovo Ep, atmosfere dai toni accesi ed energici, ma anche intimi e densi allo stesso tempo

Greta Cominelli, canto chi è “Tra Marte e Venere”
“Tra Marte e Venere” il nuovo Ep di Greta Cominelli

La cantautrice Greta Cominelli, in questa video intervista a cura di Domenico Carriero, presenta il suo album “Tra Marte e Venere”

«Questo mio primo progetto inedito nasce a seguito di un intenso periodo di forti emozioni, intime riflessioni e importanti cambiamenti interiori. Attraverso le mie parole, il prezioso estro compositivo del chitarrista Renato Caruso e l’elegante gusto musicale del produttore artistico e arrangiatore Paolo Diotti, ho scelto di cantare al pubblico quel tempo del passato che è stato il più meraviglioso insegnamento per il futuro che avessi mai potuto desiderare».

Particolare anche il significato del titolo dell’album. Come riportato sul suo sito www.gretacominelli.com, «Nuove consapevolezze mi hanno spinta a scegliere “Tra Marte e Venere” come titolo del mio Ep perché attraverso la simbologia di questi pianeti, a mio sentire affascinante e poetica, potessi esprimere al meglio il mio nuovo approccio a me stessa e alla vita.

Esso gravita appunto tra due componenti opposte che trovano equilibrio e armonia nella loro complementarità. Marte, il “pianeta di fuoco”, rappresenta passione, concretezza, impeto, determinazione, mascolinità mentre Venere, simbolo di empatia, bellezza, amore, creatività, sensibilità e delicatezza, è l’emblema della femminilità….

Greta Cominelli, canto chi è “Tra Marte e Venere” 1
Greta Cominelli

Ho lasciato che energie, storie, ispirazioni ed emozioni varie e contrastanti rintracciate dentro me, si intrecciassero come fili tesi a comporre le trame dei testi delle canzoni e si contaminassero di suoni morbidi e leggeri, caldi, esotici, percussivi e incisivi, provenienti da culture vicine e lontane.

Ho voluto ricreare atmosfere dai toni accesi ed energici, ma anche intimi e densi allo stesso tempo, parlando di emancipazione femminile, amore, pregiudizi sociali, relazioni tossiche e il rapporto con noi stessi».

Questa la tracklist spiegata dalla stessa Greta: cinque brani che esplorano diversi stili ed espressioni musicali che rendono la Cominelli tra le più promettenti cantautrici italiane.

Greta Cominelli - Tra Marte e Venere - Cover
Greta Cominelli – Tra Marte e Venere – Cover

“Dolci caleidoscopi” è un’avvolgente bossa nova dalle sonorità suadenti che parla di quanto le fragilità altrui possano spesso suscitare in noi attrazione e magnetismo, aprire le porte del nostro inconscio ma anche sottrarci alla nostra serenità. Questa riflessione diventa poi un’occasione positiva di viaggio, evoluzione e cura interiore attraverso la musica.

“Sirena in un secchio di vernice“, canzone dalle variegate ed eclettiche sfumature latineggianti, ha come protagonista una creatura mitologica di estremo fascino che rivendica la propria immagine storicamente legata alla lussuria, all’inganno e alla tentazione carnale facendosi invece messaggera di un inno alla lotta contro i pregiudizi e la negazione della libertà femminile; promuove autenticità, autoaffermazione, evasione ma anche valori come l’onestà, l’amore e la bellezza in tutte le sue forme.

“Lucciola scarica”, metafora di un’anima profondamente ferita, affronta in punta di piedi l’intimità e la drammaticità del “sublime” dolore scaturito da una relazione amorosa intrapresa con una persona affetta da disturbo narcisistico di personalità. Il “Fil Rouge” che lega vittima e carnefice si snoda su una melodia pop che si evolve in toccanti sonorità orchestrali.

 “Tra Marte e Venere”

“Trasparente” è una ballad pop che concede di evadere dalla fuorviante quotidianità e da un mondo che da noi pretende tutto fuorché la felicità. “È arrivato il tempo di lasciare spazio” al dialogo tra la nostra voce interiore e noi stessi. Pianoforte e archi “in equilibrio sulle nuvole” si fondono come in uno spaccato cinematografico senza tempo conferendo delicatezza e audacia a chi ha perso la luce e il coraggio di amarsi un po’ di più.

“Red Lipstick” è il mio piccolo ed umile tributo alla cultura musicale afroamericana, alle intriganti atmosfere Motown degli anni ’60, ’70, alle mie influenze soul e rhythm and blues e soprattutto al temperamento forte, grintoso e coraggioso di quelle donne che lottano per la propria dignità.

Ho scelto che vengano rappresentate dal profumo d’ambra, simbolo di libertà, seduzione, carattere e ovviamente dal rossetto rosso, emblema di emancipazione, fascino, potere e immortalità. “I’ll wear my red lipstick, to ride the world” (Indosserò il mio rossetto rosso per cavalcare il mondo).

Video  intervista a cura di Domenico Carriero

Max Nardari è un musicista, un produttore, un regista e tante altre cose… insomma, è un tutto fare al servizio dell’arte e della cultura

Max Nardari, “Amici per caso” è un film diverso dagli altri
Max Nardari

In questo periodo, nelle sale italiane, è presente “Amici per caso” l’ultimo film dove Max Nardari ha curato la regia, la produzione, la musica e tutte quelle attività e componenti utili per la realizzazione di un progetto così importante.

 “Può nascere un’amicizia tra un ragazzo omofobo e un ragazzo gay? Cosa possono imparare l’uno dall’altro? Pietro e Omero per un fortuito caso del destino, si ritrovano a essere coinquilini e questa difficile convivenza li costringerà a fare i conti con le loro diversità e i loro rispettivi difetti avviando entrambi verso un inaspettato percorso di crescita”. Questa è la base di un film necessario e utile per ritrovare quell’equilibrio nel raccontare la storia, il percorso e la maturità di due ragazzi così diversi ma anche così simili e di un’amicizia nata così per caso…

Distribuito da Adler Entertainment e prodotto dallo stesso Nardari, il film vede la presenza di cast forte, variegato e giovane, composto da: Filippo Contri, Filippo Tirabassi, Rocco Fasano, Beatrice Bruschi, Mirko Frezza, Giulia Schiavo, Ludovico Fremont, Marina Suma, Giorgio Belli, Daniel Mcvicar.

Una commedia degli equivoci per un film ricco, interessante e variegato, dove lo stesso Max Nardari si immerge anche nella musica, insieme a Matteo Passarelli, Marina Suma, Azzena e Jean-Michel Byron (voce dei mitici Toto).

Per raccontare tutte le sfaccettature, gli approcci, la scelta discografica e cinematografica e le curiosità legate al film, abbiamo raggiunto Max per una piacevole chiacchierata.

Max Nardari, “Amici per caso” Locandina
Max Nardari – Amici per caso – locandina

Ciao Max, come stai dopo questo periodo di grandi emozioni?

Tutto bene, siamo arrivati alla fine di un percorso lungo e complesso e che mi vede partecipare in questo film con diversi ruoli, come regista e autore, ma anche come produttore.  È stato un periodo frenetico, ma sono entusiasta che questo film sia finalmente disponibile per tutti.  Sono contento di questo periodo.

Produttore, regista e anche autore dei brani. Un performer a 360°…

Ovviamente non faccio tutto da solo. Amo lavorare in squadra e ho la fortuna di circondarmi di persone capaci e professionali. Per quanto riguarda la musica, io vengo dal pop e ho voluto portare in questo film anche questa mia passione. Infatti, ci saranno tanti brani scritti e cantati anche da me e che usciranno nelle varie piattaforme. Non mi accontento di fare le cose semplici.

Ma quindi queste canzoni verranno poi pubblicate?

Certamente! È già uscito sulle piattaforme il brano dal titolo “Marry Me” dove canto con un bravissimo artista come Azzena e insieme al brano, è uscito anche il videoclip ufficiale. Durante l’anno, poi, usciranno anche altri singoli, così per parlare del film il più allungo possibile. È stato bello cantare e collaborare con tanti grandi artisti.

Quando hai composto i brani, avevi già in mente dove collocarli nel film o sono nati in maniera spontanea?

Alcune canzoni le abbiamo realizzate poco prima delle riprese. Sono brani pop dance che stavano bene con l’idea e il mood del film. Altri invece sono brani scritti dopo aver girato le varie scene. Dentro troviamo Passarelli, Azzena, Suma e anche Jean-Michel Byron dei Toto e che ci ha portato un pezzo inedito. Un valore aggiunto al film.

Parlando del film: come nasce la volontà di raccontare una storia del genere?

Nasce dalla volontà di raccontare una certa attualità, senza però rischiare di diventare troppo di parte. Una commedia degli equivoci che cerca di raccontare un percorso di vita e un’amicizia nata per caso. Questo per me è un film diverso dagli altri, perché cerca un equilibrio dove altri hanno sbilanciato.

Max Nardari, “Amici per caso” è un film diverso dagli altri 2
Max Nardari

Il cast è interessante anche se non comprende nomi altisonanti. Come mai questa scelta?

Anche questa è una scelta voluta. Non ci sono nomi sovraesposti ma attori che stanno raccogliendo consensi dalle varie piattaforme. Ad esempio: Rocco Fasano e Beatrice Bruschi, sono presenti nella serie Skam, Filippo Contri l’ho scoperto in Vita da Carlo, Filippo Tirabassi l’abbiamo invece scelto perché era il volto perfetto per il personaggio.  Insomma, mi è sembrato più logico raccontare questa storia con questi ragazzi, piuttosto che con attori più famosi, ma con 20 anni di più.

Il film si basa sul tuo corto del 2011 Lui e l’altro, dove tra i protagonisti troviamo anche un giovanissimo Alessandro Borghi. Come mai hai aspettato tutto questo tempo per riprendere questa storia?

Con il mio team abbiamo fatto anche altre cose nel frattempo. Non siamo stati fermi con le mani in mano. Nel corso degli anni, non ho trovato produttori che volessero lavorare al film. Purtroppo, nel cinema, spesso non vanno avanti le idee, ma vanno avanti quei film che hanno la possibilità di avere un budget o un cast importante. Alla fine l’ho realizzato io e per me è una grande vittoria.

Una commedia degli equivoci, ma che racconta un tema di grande attualità…

Il tema è estremamente attuale, anche se abbiamo deciso di raccontarlo con una commedia. L’idea era di raccontare con equilibrio la storia di questi due ragazzi così diversi tra loro. Non ho voluto raccontare solo un lato o solo l’altro, ma avevo voglia di rappresentare un ragazzo buono, ma ignorante sul tema dell’omosessualità e un ragazzo gay, ma risoluto e serio. Avevo voglia di rappresentare un percorso di maturazione, senza stereotipi e senza malizia per entrambi i personaggi.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Ilenya torna con “Buio” il nuovo singolo, chiedere aiuto non è sempre è  segno di debolezza, ma un atto di forza e di coraggio, il primo passo verso la guarigione

Ilenya torna con “Buio” il nuovo singolo 
Ilenya (Foto Denis Fava)

Fuori il video di “Buio” nuovo singolo di Ilenya, scritto con Daniele Piovani e Alioscia Arioli che ha curato anche gli arrangiamenti, realizzato presso AlyStudio, produzione artistica di Matteo Bonsanto, Gallotti Domenico Ed. Musicali, già in radio e disponibile in digitale (Believe Digital).

«Attraverso questa canzone, che amo definire intensa e travolgente, voglio condividere un messaggio che spero possa far riflettere chi si trova ad affrontare dei momenti difficili della propria vita, per comprendere che chiedere aiuto non è sempre segno di debolezza, ma il primo passo verso la guarigione – racconta Ilenya.

Buio” affronta il tema della lotta contro i miei demoni interiori, passando dall’ansia alla paura, dall’insonnia agli attacchi di panico. Per me saper chiedere aiuto è un atto di forza e di coraggio che dimostra la consapevolezza dei propri limiti e la capacità di mettere da parte l’orgoglio per il bene del nostro benessere e della nostra crescita, con la speranza di uscire dal “Buio” interiore.

Quando la ascolterete capirete perché non c’era titolo più azzeccato! “Buio” è nata per dare sfogo a un mio stato emotivo. Purtroppo, soffro di insonnia da ormai molti anni e durante una notte di queste, sono arrivata alla conclusione che forse era giunto il momento di aprire il vaso di Pandora per superare difficoltà rimaste nascoste.

La vita ci porta spesso a rimandare, ma arriva un momento in cui affrontare le proprie sfide diventa indispensabile per ritrovare la serenità interiore e – prosegue Ilenya – con questa canzone, voglio proprio sottolineare l’importanza di chiedere aiuto quando necessario.

In un mondo egoista, come il nostro, è fondamentale avere il coraggio di chiedere ma anche di offrire supporto.»

Il videoclip, con la partecipazione della ballerina Sara Rivaletto, nasce da un’idea di Ilenya, ed è stato girato nel Bosco WWF di Vanzago e Villa Restelli di Olgiate Olona, con la regia di Denis Fava.

Ilenya torna con “Buio” il nuovo singolo  1
Ilenya (Foto Denis Fava)

Il bosco simboleggia la vita con tutte le sue difficoltà, dove ci si avventura di notte, iniziando una corsa, senza tempo, piena di ostacoli. In contrasto, la mente danza in modo irriverente fino ad arrivare all’alba, momento che rappresenta la pace interiore, simboleggiata dall’acqua.

Ilenya, nata a Milano, di origine siciliana, è performer e autrice.  Dice di sé: «la musica è la mia casa, il mio rifugio. È sempre lì, sia nei momenti felici che in quelli difficili. Ogni istante della mia vita è legato a una canzone. 

Sono cresciuta con le note di Whitney Houston e Alicia Keys. Amavo suonare al pianoforte le loro canzoni, ma non nego che in casa mia si ascoltassero frequentemente Mina e Battisti. Sicuramente nel passato mi sono ispirata tanto ad altri artisti.

Oggi, però, sento di aver trovato la mia identità in un mondo più electro dance/ electro pop, dove credo che la mia voce possa esprimersi al meglio in un contesto più internazionale”. Dal 2013 insegna canto presso diverse scuole, tra cui Ricordi Music School, Carousel – Scuola di Musica.

Ilenya torna con “Buio” il nuovo singolo  2
Ilenya (Foto Denis Fava)

Nel 2015 frequenta il corso di Didattica del Canto Moderno presso il VMS di Loretta Martinez e nel 2019 l’Albero del Canto con Paola Folli. Attualmente insegna alla Milano Music Lab, di cui è fondatrice. Ilenya inizia nel 2020 a collaborare con Daniele Piovani, pubblicando il suo primo EP “Il Kaos Dentro“, un viaggio introspettivo dell’anima, lanciato dal singolo “Japan”.

Nello stesso anno, è protagonista nel musical “La Sirenetta” e partecipa a “Il libro della giungla” con la compagnia Luna di Miele produzioni. Nel 2023, fonda anche l’etichetta discografica indipendente Milano Music Records, per seguire i progetti dei suoi allievi e giovani artisti emergenti. Il 21 giugno 2024 esce “Buio“, brano elettro dance/pop dance, con cui affronta un tema molto delicato.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Zvrzi: “L’ultimovocale”, un’accattivante ritmica e un testo condivisibile rendono la traccia spiccatamente radiofonica

L'ultimovocale - Zvrzi -copertina
L’ultimovocale – Zvrzi -copertina

Daniele Zurzolo, in arte Zvrzi, è un artista torinese che inizia a scrivere e a suonare all’età di 16 anni insieme ad alcune band locali. È un grande sperimentatore pop rock; il suo nuovo singolo narra il racconto di frammenti di quotidianità e il titolo rimanda a dinamiche di vita che tutti abbiamo vissuto almeno una volta. Il brano parla, con sonorità allegre e apparentemente spensierate, del modo in cui una storia d’amore giunge al capolinea. Non si tratta solo di musica per stare male, ma anche di un brano vintage quanto attuale. Un ultimo vocale per mettere un punto e ricominciare da capo.

Benvenuto tra noi Daniele! Come ti sei appassionato al mondo della musica?

Mia madre è appassionata di cantautorato e mio padre di musica pop, ho incrociato questi due filoni. Loro non sono musicisti, infatti mi ci sono cimentato da solo quando frequentavo le scuole medie. Ho capito che era la mia vocazione e l’ho seguita, ho sempre suonato come strumentista e come bassista e nel frattempo ho scritto coltivando la mia più grande passione, l’atto creativo, che trovo molto più stimolante.

C’è uno strumento che prediligi di più rispetto a quelli che hai studiato?

A livello personale sono un bassista, la chitarra la suono discretamente bene ma la utilizzo per i miei live o per la scrittura, accompagna la mia penna. Il mio strumento principale è il basso elettrico, mi diverte molto suonarlo anche in un contesto di band.

La scelta del tuo nome d’arte da dove viene?

Dal mio cognome, Zurzolo; i miei amici mi hanno sempre chiamato Zurzi, nel 2012 è nato il progetto Zurzi scritto con la U, però nel logo c’era la V, richiamando fortemente il latino. Nel 2014 ho interrotto questo progetto perché ho fondato i The Buskers Street Band con il gruppo con cui ho suonato per 8 anni, facendo numerosi concerti. Solo 2 anni fa ho ripreso il mio progetto lavorando sulla produzione e creando un nuovo profilo social.

Che differenze hai trovato nel lavorare con una band e da solista?

Sono sempre stato fan delle band. Sono due approcci completamente diversi. Con la band è molto più complicato perché potrebbero venir fuori intenti diversi tra i componenti. Però a livello di sound, se la band funziona, è molto più facile perché si ha già un’identità sonora da cui ripartire. La band vera è una band che lavora in sala, crea, ha un sound tutto suo, utilizza sempre quegli strumenti e segue un format ben preciso; i componenti danno un’impronta particolare. Bruce Springsteen diceva che le band sono una bomba ad orologeria, frase perfetta che condivido. Da solo invece vai più veloce perché sai già come muoverti, hai le tue idee, è meno democratico e più indipendente.

Zvrzi: "L’ultimovocale" suona come un nuovo inizio 1
Zvrz

A Torino, la tua città d’origine, che clima musicale si respira? Che sbocchi ti dà?

Torino è la città delle band: Subsonica, Africa Unite, ha una scena di questo tipo. A livello professionale sicuramente offre meno possibilità rispetto a Milano e Roma. Però al tempo stesso rimane molto interessante, nessuno la sposa ma tutti la guardano. A livello di tendenze è proprio qui che scopri le cose più cool, senza dubbio. È bella artisticamente però rimane fine a sé stessa. Quello che fai in 10 anni a Torino lo fa in 2 mesi a Milano.

La tua città ispira la tua penna?

Assolutamente sì, ti influenza spingendoti a creare qualcosa di diverso. Ho una scrittura molto cinematografica che va molto per immagini e Torino mi dà sempre la giusta ispirazione. L’aspetto positivo di questa città è che è molto eterogenea a livello di sonorità, è meno mainstream, non c’è omologazione, sei meno condizionato, però spesso questo aspetto funziona di meno. È una città alternativa per chi vuole sperimentare.

Adesso parliamo del tuo nuovo singolo, “L’ultimovocale”: com’è venuto fuori e che significato ha per te questo brano?

È un pezzo nato al pianoforte che mi è piaciuto fin da subito, è un racconto fatto di immagini che narrano alcuni momenti specifici vissuti. Il ragazzo della copertina è Fabrizio, un mio caro amico, che ha scelto il titolo. La canzone stessa è una fotografia istantanea, ognuno all’interno può cogliere le sfumature che vuole.

I messaggi vocali sono molto ricorrenti nelle nostre giornate. Come ti ci sei soffermato?

L’idea era quella di una chat con una persona importante con la quale non hai più rapporti o comunicazione e rimane questo ultimo vocale appeso. Inviato o ricevuto è di libera interpretazione dell’ascoltatore.

Che rapporto hai con il tuo pubblico?

È molto fidelizzato ma non ho un pubblico enorme. È un pubblico interessante e interessato, fatto di gente colta dal punto di vista musicale e non. Mi piace definire il mio genere un pop raffinato e di nicchia, piace a chi ha dei gusti più ricercati.

Come vivi le serate live con la tua gente?

Sono dei momenti di forte condivisione, osservo le emozioni che prova il pubblico, ricevo dei feedback inaspettati.

Zvrzi: "L’ultimovocale" suona come un nuovo inizio 2
Zvrzi

C’è una strofa che hai scritto alla quale sei particolarmente legato o affezionato?

Proprio nel nuovo singolo c’è una strofa molto bella che dice:

“ora ti manca il mio organetto che ti sveglia con Bob Dylan

con un bacio sulla guancia che c’hai i nervi la mattina

la mia sveglia, Frosinone di Calcutta

te ne rendo conto adesso solo adesso che mi hai perso

siamo un concerto i testi non li sai,

quei giorni a letto che non ti alzi mai con Mare Fuori su Raiplay”

Hai trovato delle difficoltà durante la tua gavetta?

Le difficoltà ci sono di continuo, è molto caotico l’ambiente musicale in questo momento. Mi reputo fortunato ad avere una mia fetta di pubblico, piccola o grande che sia poco mi importa. Conosco la mia gente, so a chi è indirizzata la mia musica.

Progetti in cantiere?

Sto scrivendo per altri artisti e sto continuando a lavorare sul mio disco.

Qual è il sogno musicale più bello che speri di realizzare?

Fare dei bei dischi e dei bei tour. La prima soprattutto perché credo che la seconda sia una conseguenza.

Il Daniele di oggi si rimprovera qualcosa se si guarda indietro nel suo passato?

Probabilmente non dovevo interrompere il progetto Zurzi, però col senno di poi forse non avrei scritto quello che ho scritto adesso, la fase di stacco mi è servita.

Articolo a cura di Simone Ferri

ANDREA “Baci alla francese” è una dichiarazione d’amore, quello più libero, istintivo e vivo senza porsi confini

ANDREA “Baci alla francese" il nuovo singolo
ANDREA (Foto @Maria Gaia Marotta)

È uscito su tutte le piattaforme digitali e distribuito da Pirames International Srl, “Baci alla francese”, il nuovo singolo di Andrea Pasqualini, in arte ANDREA, il quale ha esordito a ottobre 2021 con “Magnitudo”, riuscendo a scalare la top 50 della classifica generale di ITunes Italia, per poi rientrare in top 100 ITunes Italia con la nuova versione “Magnitudo (ballad)”.

“Finché non so più chi sei

Tu sai d’arsenico

Sacrificio per gli dei

Sei l’anestetico

Di ogni mia preghiera

È una nuova era, stasera”

«Baci alla francese è una dichiarazione d’amore, quello più libero, istintivo e vivo.  Parlare con leggerezza dell’amore – che non significa superficialità – senza porsi confini, credo, sia il modo più bello per poter combattere qualsiasi tipo di pregiudizio – dice ANDREA a proposito della nuova release – Come ci insegna Catullo, l’amore è una forza devastante slegata da ogni forma di ragionamento logico, che si fonde con la vita e che ci fa sentire vivi, ogni giorno. E lui ne parlava senza paura».

Il brano è un inno all’amore e al lasciarsi amare e andare. Sexy e anche romantico, viaggia sulle scie della musica pop con influenze disco anni ‘80, trasportando l’ascoltatore in un vortice energico da cui è difficile uscire.

Nel testo si trovano chiari riferimenti alla celebre poesia di Catullo dedicata a Lesbia, il Carme 5, il primo componimento che celebra il trionfo dell’amore dei due e la forza delle passioni in maniera spensierata e gioiosa.

Se per Catullo il pensiero dei malparlanti era debole, quasi nullo, così è anche per Andrea che, con Baci alla francese, condanna il (pre)giudizio altrui. A differenza, però, di Catullo e Lesbia che gettano all’aria le somme dei baci per non far sapere a nessuno quanti essi davvero siano, Andrea osa e non si nasconde, incitando ad andare oltre pur di raggiungere la piena felicità.

ANDREA, cantautore nato sotto il segno del pop, all’anagrafe Andrea Pasqualini, classe 1999, viaggia sulle scie della musica pop dance con influenze disco anni ‘80. Attraverso semplici melodie e un linguaggio diretto si rivolge alla sua generazione con un preciso obiettivo: quello di “dar voce” e speranza ai più deboli e agli emarginati aiutandoli a riprendere in mano il proprio essere.

ANDREA “Baci alla francese" il nuovo singolo 1
ANDREA (Foto @ Maria Gaia Marotta)

Il suo percorso inizia grazie a un forte interesse per il mondo dell’arte, della musica e dello spettacolo, rivelando inaspettatamente un fondo d’animo ribelle e controcorrente che lo porta ad amare e seguire la popstar americana Miley Cyrus.

Consegue il diploma come tecnico presso la scuola di cinematografia Roberto Rossellini e si laurea in Letteratura Musica Spettacolo presso l’Università̀ “La Sapienza” di Roma.

Dopo una gavetta di quasi 10 anni tra lezioni di canto con insegnante Giovanni Truppi e molti altri professionisti della scena italiana, primi spettacoli e interpretazioni di cover sul suo canale YouTube, conosce il produttore discografico e maestro Mario Zannini Quirini (Lead Records).

Maestro, direttore d’orchestra ed editore di brani di tanti artisti tra i quali Marco Mengoni, Emma, Annalisa, Amedeo Minghi, Iva Zanicchi ecc – con il quale inizia il suo percorso discografico.
A ottobre 2021 esce il suo singolo d’esordio “Magnitudo” che riesce a scalare la top 50 della classifica generale di Itunes Italia e ottenere l’anteprima del videoclip su SkyTg24. Il 1° aprile 2022, invece, rilascia in una chiave completamente nuova “Magnitudo (ballad)”, entrando anch’essa nella top 100 di ITunes Italia.

ANDREA “Baci alla francese" il nuovo singolo 2
ANDREA (Foto @ Maria Gaia Marotta)

Nello stesso anno, Andrea diventa anche speaker radiofonico conducendo un proprio programma all’insegna della musica: “Generazione Z” in onda su Radio Kaos Italy e successivamente in FM su Radio Roma Sound. Dopo diversi mesi ritorna sulle scene musicali italiane con il suo nuovo singolo “Come se ballassimo”.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Giovanni Di Bernardo e Fre insieme per Caronte un brano introspettivo che, attraverso la metafora del mitologico traghettatore dell’Ade, esplora l’ipocrisia della società 

Giovanni Di Bernardo feat Fre - Caronte - Cover
Giovanni Di Bernardo feat Fre – Caronte – Cover

È disponibile su tutte le piattaforme digitali, dallo scorso 31 maggio, “Caronte”, il nuovo singolo della strana e inedita coppia formata da Giovanni Di Bernardo e Fre.

La canzone, distribuita da Universal Music, vede la presenza del rapper Fre ed è prodotta dallo stesso Giovanni di Bernardo, giovane talento che con il primo singolo ha superato il milione di streaming tra Spotify e YouTube, entrando meritatamente alla trentaduesima posizione nella top 100 dei brani più ascoltati su YouTube in Italia.

“Caronte” è un brano introspettivo che, attraverso la metafora del mitologico traghettatore dell’Ade, esplora l’ipocrisia della società criticando il denaro e il peso che esso ha nell’organizzazione sociale. Il rapper italiano, ma di origine nigeriana, nato a Chieti ma cresciuto a Milano, si apre così ad uno sfogo personale, riflettendo sul mondo e sulle pressioni che è stato costretto a subire.

Inizialmente l’artista si schiera contro Caronte e le false anime che lo circondano, sostenendo di essere riuscito a cambiare il proprio destino senza aiuti o compromessi. Tuttavia, nel finale, Fre perde ogni speranza e contatto con il mondo, diventando egli stesso ciò che combatteva e detestava.

Un brano che trova nell’alchimia tra il compositore e il rapper, il punto forte. Una storia che viaggia, tra sensazioni e sentimenti, tra intimità e con lo sguardo sempre fisso sul mondo che ci circonda.

Articolo e video intervista a cura di Francesco Nuccitelli

23 ORE è il nuovo progetto discografico di Silvia Salemi un invito a riflettere sul valore delle scelte non compiute e di quelle ancora da fare

Silvia Salemi: "23 Ore" il nuovo progetto discografico
Silvia Salemi (foto Alek Pierre)

“23 ORE” è il nuovo progetto discografico di Silvia Salemi, che contiene i brani rimasterizzati dell’ultimo album di Silvia e mai pubblicati in digitale, 23 (2017), e i singoli usciti negli ultimi anni, Chagall (2020), I Sogni Nelle Tasche (2021),Noi contro di Noi (2022), Faro di Notte (2023), Fiori nei Jeans”, Amore Eterno eAnimali Umani (2024).

Ispirandosi alle “Occasioni” di Eugenio Montale, il titolo scelto da Silvia Salemi per la sua raccolta, rappresenta un percorso emotivo e narrativo che si snoda attraverso le ore di un giorno quasi completo, lasciando l’ultima, la ventiquattresima ora, sospesa tra il concreto e l’immaginato. Con questo progetto Silvia Salemi invita a riflettere sul valore delle scelte non compiute e di quelle ancora da fare e lo fa attraverso l’immagine della ventitreesima ora, simbolo del riscatto e dell’opportunità.

L’artista siciliana nel corso della sua carriera ha prodotto dal suo debutto nel 1996 ad oggi 8 album in studio, oltre 30 singoli, diversi partecipazioni ai Festival, tra i quali Castrocaro (primo posto) e Sanremo Giovani nel 1995, Sanremo 1996 – sezione nuove proposte, Sanremo nel 1997, 1998 e 2003 (classificandosi sempre tra le prime dieci posizioni). Nel corso della sua carriera artistica ha affiancato anche quello di conduttrice televisiva e radiofonica, imitatrice, attrice teatrale e scrittrice.

Silvia, ci racconta il suo nuovo progetto musicale che la vede impegnata anche in un Tour.

23 ORE -cover - Silvia Salemi
23 ORE -cover – Silvia Salemi

In questo ultimo lavoro metti in ordine alcune cose, tra cui il precedente album e i nuovi singoli. È molto bella l’idea del 23 e di quell’ora mancante per dare spazio a quello che non hai ancora fatto. Nella scelta dei brani che hai inserito c’è un filo conduttore?

23 è un album nato già strutturato e andava salvaguardato, rappresentato, raccontato e rimesso nella disponibilità del pubblico. I singoli che sono venuti fuori dal 2019 ad oggi davano un senso di racconto fluido di questi ultimi anni e l’attualità era doverosa perché per il lancio di un nuovo prodotto solitamente è necessario fare uno sforzo di creatività.

 e canzoni che non hai incluso solo per citarne alcune “Nel cuore delle donne”, “Pathos”, “L’era digitale”, saranno inserite in un altro progetto?

Sono brani che potranno far parte di una seconda raccolta, perché sono dei satelliti che hanno un senso storico per me e sono importanti per la mia storia musicale.

Nell’ album   è presente il tuo grande successo “A casa di Luca”, con una versione molto interessante: c’è un inizio soft dove spingi meno con la voce, una parte rinvigorita con una batteria travolgente e un finale ricco di virtuosismi. È una Silvia cresciuta, con una grande consapevolezza della sua voce e questo impatta molto sul brano?

Quello che dici è in parte corretto, ma sicuramente ha una parte di necessità perché le canzoni devono essere rinvigorite e le rinverdite anche vestendole di altro: la stessa donna indossando la salopette o l’abito da sposa, rimane sembra una bella donna. Cambiare ogni tanto un abito vuol dire cambiare un’abitudine, che indossiamo nel tempo e nello spazio. Secondo me rivestire una canzone può avere anche un significato attrattivo e narrativo importante.

Silvia Salemi: "23 Ore" il nuovo progetto discografico 2
Silvia Salemi (Foto Alek Pierre)

Un altro brano che hai ripreso è “Silence”, con un testo intriso di significato e travolgente. Come è nata questa canzone?

Camminavo in una stanza e facevo dei passetti ritmici, cercando di creare questo silenzio, come se avessi fatto un mantra o una preghiera. I passetti mi aiutavano ad accompagnare questo movimento e poi siamo entrati nel tema: “tutti i suoni del mondo che si ritrovano dentro per annullarsi l’uno e l’altro per poi diventare un grande silenzio. Tutti i rumori del mondo si uniscono e scoppiando danno il Big Bang, il grande silenzio”.

Questo è un concetto che ora non riesco più ad esternare ma perché sono in una fase della mia vita dove c’è tanta musica, live e promozione. Non è esattamente una fase silenziosa, a differenza di quel periodo dove mi serviva una canzone dove c’era il silenzio.

In questo album, c’è una canzone con un testo importante che parla di violenza contro le donne “Animali umani”, scritta con Rettani e Faustini. Dopo tanti anni di scrittura dei brani con Giampiero Artegiani, come stai vivendo la  collaborazione con i nuovi autori nella composizione delle canzoni?

Mi sta portando a lavorare in una squadra. Lavorare da soli o in coppia non ha mai la potenza o la giocosità che si può ritrovare in un team con tre o quattro autori diversi. Ognuno racconta il proprio punto di vista o esprime un colore, un’emozione ma anche un giudizio. Ci riuniamo, ascoltiamo la canzone e la “lavoriamo”, ci parliamo, eliminiamo quelle cose che non ci piacciono e siamo molti autocritici. È bello fare questo lavoro di cesello e di pulizia.

Il tuo ultimo lavoro è uscito in formato solo digitale. Tra i fan e gli amanti della musica c’è la richiesta di avere anche il vecchio cd. Stai valutando questa possibilità?

Ho pensato soprattutto a un vinile. Usciremo a settembre con una edizione limitata per i nostri fan più affezionati, gli amici e le persone che amano la musica italiana in stampa in vinile. Stiamo iniziando a pensare a quali brani inserire: sarà una crema di canzoni!

(Foto Alek Pierre)

n questo progetto arricchito anche dei nuovi singoli, ci sono suoni orientati verso la dance e la musica elettronica. Da parte tua c’è un’apertura verso le nuove tendenze?

Io trovo che ci sia sempre spazio per tutti e che non ci sia una musica che ha una prevalenza o predominanza rispetto ad un’altra.  Oggi si fa molta produzione da casa con i pc o altra strumentazione e il risultato è una musica immediata che viene prodotta nel momento. Si fanno delle hit, dove i produttori e gli artisti possono vedere subito come produrre e come suona un pezzo, riuscendo ad avere un rapido riscontro in pochi passaggi.

Io sono premiativa verso questa musica elettronica, più che altro sintetica.  Un tempo non avrei mai detto questa cosa perché amo la musica suonata, invece si può fare un’ottima commistione tra musica suonata e musica sintetizzata.

Durante i sound check per i live, ti devi definisci una rompiscatole?

Lo sono diventata nel corso tempo.  Prima facevo i sound check-in poco tempo e i tecnici mi adoravano perché ci impiegavo poco tempo. Questa mia velocità mi ha penalizzato perché a metà concerto pagavo quella fretta in quanto si creava un dislivello di suoni. Metterci del tempo significa giustamente dare una qualità e questo mi ha portato ad essere molto esigente nelle prove.

Oltre all’album 23, sei alle prese con un Voce Summer Tour. Hai già fatto una tappa nel tuo suggestivo paese “Palazzolo Acreide”, poi a “Cecina”.  Raccontaci la particolarità di questo progetto.

Il tour è già in corso da circa 2 mesi ed è un percorso scaglionato perché non è un Tour con 50 date. Non siamo concentrati sul numero dei live ma diamo attenzione alla qualità dei posti: tra una città che non ha significato e un paese dove c’è una poesia o racconto poetico intorno, anche se faticoso da raggiungere,  io preferisco il secondo contesto. È un tour nel quale sto portando questo nuovo lavoro con una scaletta musicale a crescere fino a diventare uno spettacolo teatrale.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

Contatti social

www.facebook.com/SilviaSalemiOfficial/
www.instagram.com/silviasalemi_official/?hl=itwww.twitter.com/silviasalemi?lang=it
www.youtube.com/channel/UCfFUE25uVhI_2_A24ZYkY_g

 

Francesca Bellino, “Io vado avanti” un brano frizzante  e la necessita di  far capire che non bisogna mai mollare bisogna continuare a credere in quello che si fa 

Francesca Bellino - Io vado avanti - Cover
Francesca Bellino – Io vado avanti – Cover

“Io vado avanti” è il nuovo singolo di Francesca Bellino, scritto da Michele Marmo e Carlo Palmas, già disponibile in radio e in digitale (Radioattivo Music).

«Cantando questo brano, frizzante e cazzuto, voglio far capire a tutti, oltre che a me stessa – dice Francesca Bellino – che non bisogna mai mollare, bisogna continuare a credere in quello che si fa, nonostante tutto e tutti, la gente che ti giudica appunto e i mille “NO” che si possono ricevere, penso che siano normali e che bisogna imparare anche da quelli. Il titolo della canzone devo dire che non è stato scelto ma è nato spontaneamente grazie alle poche persone che nei momenti di difficoltà mi hanno sostenuta portandomi a dire sempre “Io vado avanti”».

Con il video, prodotto da Il Cantiere Film Produzioni, coreografie curate da Cinzia Ceglie, si è realizzato un sogno di Francesca, perché questa è davvero la prima volta che esegue qualcosa di completamente suo con un corpo di ballo. È stata una bellissima esperienza, per lei, ma soprattutto ha avuto la possibilità di unire la danza al canto, che sono le sue due passioni sin da quando era piccola.

«Altra particolarità del video è che lo abbiamo girato in un posto per me molto importante, l’autodemolizione, azienda di famiglia, un luogo dove il materiale in disuso viene distrutto e riciclato dando vita così a nuove finalità.

Una metafora accostata alla vita di una giovane artista, al suo lavoro, ai sacrifici, alle tante delusioni, alle porte chiuse in faccia – prosegue Francesca – io lì mi sono sentita a casa nel vero senso della parola.

Mentre giravamo la cosa più che particolare o curiosa che è successa, che ci ha fatto anche divertire, è che dovevo saltare da un camion e per girare quella scena ci abbiamo messo più o meno 15 minuti, che mi sono sembrati lunghissimi, perché avevo paura nonostante l’altezza non fosse poi tanta, ovviamente tutto in assoluta sicurezza».

Francesca Bellino, giovane e talentuosa artista originaria della Puglia, ha attraversato un percorso di crescita artistica straordinario. Ha trascorso i primi 18 anni della sua vita a Barletta, dove ha iniziato a coltivare la sua passione per le arti performative. La sua passione più grande, la danza, è sbocciata quando aveva solamente 4 anni, e da allora non ha mai smesso di ballare. Tuttavia, Francesca non si è limitata solo alla danza.

Francesca Bellino, “Io vado avanti” il singolo inedito  1
Francesca Bellino (LQ_credito Andrea Ciccale)

Quando si è trasferita a Milano per inseguire i suoi sogni, ha iniziato un percorso di studi accademici che avrebbe arricchito la sua carriera artistica. Ha incontrato Michele Marmo, vocal coach e produttore, secondo classificato come autore al Festival di Sanremo del 2004 e che ha collaborato con Tony EspositoRossana Casale, Novecento e tanti altri, attualmente suo produttore, con cui ha intrapreso un progetto discografico.

La carriera musicale di Francesca iniziata da bambina, quando ha interpretato la sigla di un programma televisivo con il brano “Perché“, vede il suo debutto ufficiale con il brano “Come Vorrei” in cui viene toccato un tema profondo e importante, la violenza sulle donne, dimostrando la volontà, attraverso la sua arte, di voler sensibilizzare il pubblico su questioni sociali cruciali.

Francesca Bellino, “Io vado avanti” il singolo
Francesca Bellino (LQ_credito Andrea Ciccale)

Parallelamente agli studi musicali, ha continuato a esplorare altre discipline artistiche. Dopo aver completato i corsi di Musical, presso un’accademia milanese, ha iniziato a lavorare con varie compagnie teatrali in Italia, esperienze queste che l’hanno portata a calcare palcoscenici prestigiosi, tra cui il Teatro Arcimboldi di Milano e Cinecittà a Roma.

Francesca ha partecipato a vari cortometraggi in veste di ballerina, tra cui uno con le coreografie di Roberto Colombo. L’estate del 2024 segna l’uscita del suo nuovo singolo “Io vado avanti“, scritto da Michele Marmo e Carlo Palmas, brano che rappresenta un inno alle rivincite e grazie alla sua determinazione, Francesca, con profonda passione, è riuscita ad esprimere le sue due grandi passioni: il canto e la danza.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Santacaterina l’album d’esordio uno dei principali esponenti e virtuosi della chitarra battente a cinque ordini, Alessandro Santacaterina

Santacaterina: album eponimo d'esordio
Santacaterina Alessandro

È disponibile in tutti gli store digitali “Santacaterina”, l’album d’esordio di Alessandro Santacaterina, prodotto da Mauro Romano per l’etichetta Mr. Few. Chitarrista e compositore pluripremiato, oggi viene riconosciuto dalla critica come uno dei principali esponenti e virtuosi della chitarra battente a cinque ordini.

Undici tracce che riassumono il suo percorso artistico tra l’antico e il moderno, il classico e il popolare, sempre alla ricerca di sperimentazione ma guardando sempre alla tradizione.

Si parte con “Aria e Danza” dove una voce eterea ci introduce ad una ritmica che richiama i tipici balli calabresi. Dopo una personalissima versione di “Canarios” di Gaspar Sanz, si passa a “Pastorale” che parte con una ventola che sfrega sulle corde della battente a mo di mandolino per poi sfociare in canti dallo stile gregoriano.

“Tarantoten” è una composizione di Fabrizio Nastari che vuole unire la tradizione della tarantella tipica dell’Italia del Sud con le suggestioni simboliche della danza della morte (Totentanz) rappresentata nella chiesa di San Nicola a Tallinn, in Estonia. Sperimentazione pura “Cadenza a croce” che ci accompagna verso “Salici Meccanici”, diviso in due momenti, dove gli echi della natura si intrecciano alla tecnologia del sintetizzatore per un senso di inquietudine.

Santacaterina - Cover
Santacaterina – Cover

Il disco si chiude con la dedica a Bruno Maderna e Alberto Ginastera. «Per rendere omaggio a questi due giganti – ha spiegato Santacaterina – ho scritto la suite semi continentale formata da quattro movimenti: Preludio, Capriccio, Largo e Giga. È il brano di chiusura del disco, e ci sono elementi caratteristici e citazioni tematiche dei due compositori. In linea generale tutte la suite è formata da una tecnica a pannelli, cioè una serie di immagini senza soluzione di continuità».

Pur godendo di fama internazionale resta sempre ancorato alle sue radici calabresi, per la precisione a Brancaleone in provincia di Reggio Calabria.

Santacaterina: album eponimo d'esordio 2

“Posso solo celebrare l’uscita di questo album come un importante contributo per portare la chitarra battente, e con sé la musica tradizionale calabrese, nel nuovo millennio, rivestendola di contemporaneità, senza perdere le tracce, lasciate nel tempo, dai grandi suonatori della tradizione orale che lo hanno preceduto. Alessandro è una voce fuori dal coro e sono sicuro che questo album verrà accolto con stupore”, così Paolo Angeli nella prefazione al disco.

Tracklist

01 Aria e danza

02 Canarios

03 Pastorale

04 Tarantoten

05 Cadenza a croce

06 Salici – Meccanici – Preludio

07 Salici – Meccanici – passacaglia

08 Suite Semicontinentale Preludio

09 Suite Semicontinentale Capriccio

10 Suite Semicontinentale Largo

11 Suite Semicontinentale Giga

Santacaterina è stato componente della Orchestra dei Serpenti, diretta dal Maestro Enrico Melozzi, per la seconda edizione de “La Notte dei Serpenti” che si è tenuta a Pescara lo scorso 20 luglio.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Top