IANEZ è un progetto che vede impegnate più persone, Fabio Tumini della Satellite.rec, Lorenzo D’Annunzio, Cristian Di Foggia e Fabio Mosca. Questa settimana abbiamo intervistato Andrea Iannone che ci ha parlato dell’ultimo singolo Tony Pastello, che mescola ironia a critica sociale…
Ciao Andrea, innanzitutto ti chiedo di presentarti agli amici di Musica361 e di dire quali sono i tuoi punti di riferimento musicali…
Ciao e grazie per il vostro tempo. Musicalmente sono onnivoro e ho avuto formazioni che vanno dal metal al pop passando per il jazz. Non ho dei riferimenti precisi, cantanti o band da citare, quindi le influenze, che sicuramente ci sono, arrivano inconsapevolmente, dettate dal momento e dalla scrittura. Mi è stato detto più volte che ci sono delle assonanze con i Talking Heads, non so se sia vero ma è una cosa che mi piace.
A proposito di Maestri, tu hai collaborato con Gigi De Rienzo, bassista dei Napoli Centrale, realtà molto amata e non solo a Napoli che ha ispirato generazioni di artisti, che esperienza è stata?
Con i René Golconda, la band nella quale cantavo nel 2012 abbiamo avuto la fortuna di farci arrangiare un brano “Eri Distratta” da De Rienzo. Siamo stati a casa sua e poi a registrare allo Splash Recording di Napoli. Lui è un grande musicista, sembrava di stare con un amico di vecchia data. È stata anche la prima esperienza in radio quindi ho un ricordo molto bello, abbiamo avuto anche la fortuna di conoscere Senese e tutti i Napoli Centrale alla fine di un loro concerto.
C’è stato un periodo in cui hai preso una pausa dalla musica, qual è il motivo di questa scelta?
Ho preso una pausa forzata, ero in un momento tormentato, avevo bisogno di solitudine e di elaborare situazioni spiacevoli, quindi ho lasciato la chitarra e preso la penna per scrivere per non essere protagonista e contenere il dolore.
Nel 2018 è uscito il tuo romanzo Sette foglie di oleandro, un noir, genere che ben si presta a una critica dei lati più oscuri della società…
Nella pausa dalla musica ho scritto racconti che qualche volta ho pubblicato sui social, così sono stati notati da una persona che lavora per vari editori che mi ha consigliato di non pubblicarli più e di partecipare a dei concorsi, in questo modo ho vinto la pubblicazione di Sette foglie di Oleandro per lupieditore. Il libro è un percorso nella provincia sociale, nelle zone più paludose dell’essere umano. Sette racconti collegati da un’auto che viene comprata e rivenduta e i suoi proprietari sono protagonisti che s’intrecciano in un reticolo di vita, morte e ambientazioni cupe.
La denuncia dei drammi della nostra epoca passa anche attraverso la tua musica, con Blu hai parlato di violenza contro le donne, tematica quanto mai attuale…
Blu è scritta di getto in una pausa lavoro. La violenza contro le donne è un cancro che va sradicato ed è necessario che tutti ne parlino e si sentano coinvolti. Non c’è femminicidio che non coinvolga un uomo e l’atteggiamento peggiore è pensare di non farne parte, quindi sentirsi estranei al problema. Blu tocca il tema con delicatezza parlando della parte più subdola della violenza, quella che non arriva al telegiornale, fatta di giudizi, pregiudizi e di una morale anacronistica di stampo cattolico.
Non solo impegno, anche ironia nei tuoi testi come si evince dall’ultimo singolo Tony Pastello, vuoi parlarcene?
Tony Pastello è un brano “estivo”, nato per divertire ma anche in questo c’è una critica sociale. Si parla di un cliché, della vecchia generazione che non capisce la nuova e ritiene “sbagliato” o peggiore tutto quello che si scosta esageratamente dai suoi vent’anni. Si ironizza sulla ciclicità dei ruoli e sul fatto che “prima non era meglio, era solo prima”.
Ci sono riferimenti a ben note canzoni del passato, la sua idealizzazione è un comodo rifugio oppure è pericolosa perché distrae dal presente?
L’idealizzazione del passato è naturale, il tempo edulcora i ricordi e poi non si rischia niente, è già tutto successo. Nei ricordi si sta meglio probabilmente, ma ci si può anche perdere: entrambe le cose, può essere un rifugio per chi ne ha bisogno e può essere pericoloso quando riguarda ad esempio la politica, quando vengono riproposti pensieri ed ideali dannosi e ottusi con un cambio d’abito ed una bandiera di diverso colore. New Black, un brano uscito qualche anno fa parla proprio di questo.
Hai partecipato alle finali nazionali di Sanremo Rock, per quanto riguarda l’altro Sanremo, quello tradizionale, cosa ne pensi? Sei stato soddisfatto dell’ultima edizione da record?
Sì, dai… Ci sono state canzoni importanti come quella di Ghali e D’Amico (bravo anche Gazzelle e altri) e brani che mi sono piaciuti meno ma è giusto che sia così. Sanremo negli ultimi anni è radicalmente cambiato, si è aperto ad un pubblico più eterogeneo e non trascura le orecchie più giovani. Questa è una nota positiva e spero che andando avanti cadano regole antiche come limiti di età e tutte quelle scremature che non sono strettamente legate alla qualità del brano presentato.
Dopo questo singolo quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti?
Dopo questo singolo abbiamo in mente di far uscire un album, un EP? Non lo sappiamo ancora e lo diciamo da un anno. Ci sono live in vista e siamo sempre alla ricerca di una figura manageriale che possa curare al meglio tutto. Parlo al plurale perché IANEZ è un progetto che vede impegnate più persone, Fabio Tumini della Satellite.rec, Lorenzo D’Annunzio, Cristian Di Foggia e Fabio Mosca. Lavoriamo da band e ci presentiamo come solista, una scelta concordata che funziona.