Giuditta: continua il tour in tutta Italia, per la presentazione dell’omonimo EP d’esordio

Giuditta: continua il tour in tutta Italia
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Giuditta: abbiamo intervistato Francesca Cordone, cantante e autrice dei testi della band bresciana che ci ha parlato del loro progetto, rivelandoci anche le prossime date del tour

Continua il ricco tour dei GIUDITTA, intensa alternative rock band di Brescia, per presentare i brani dell’omonimo EP d’esordio e alcune nuove canzoni dalle sonorità post rock e shoegaze, che faranno parte del prossimo progetto in studio: un’occasione per conoscere quel live, intenso e muscolare, che ha permesso loro di essere la Best Band Lombardia all’Arezzo Wave Love Festival del 2021.

Giuditta è una realtà nata nel 2020 dall’incontro di quattro musicisti attivi già da tempo nella scena bresciana. Il progetto, co-fondato da Francesca Cordone (voce e parole) e da Ludovico Di Meco (basso e arrangiamento), ha trovato la sua realizzazione con l’arrivo di Francesco Regazzoli alla chitarra e di Jury Suardi alla batteria.

Ciao Francesca, è appena terminato il vostro tour estivo, come è andato? Che sensazioni ti ha trasmesso?

Il tour è andato bene, è stata un’esperienza nuova per noi perché noi quattro non eravamo mai stati insieme per così tanto tempo. Bello, ma impegnativo: siamo persone molto diverse unite da questo progetto, ma dividere lo spazio musicale è bello tosto.

Particolare è il nome della band, Giuditta, che ha rimandi biblici, un modo anche per parlare di argomenti importanti…

Sì, è nato dal quadro di Klimt, da una Giuditta che per la prima volta guarda lo spettatore, solitamente era stata sempre raffigurata con lei che tiene la testa di Oloferne, quindi quasi come se fosse un personaggio secondario rispetto alla narrazione principale. Un nome femminile che possa rappresentarci e una voce che guarda lo spettatore ed è in grado di raccontarsi e questo cerchiamo di farlo con le nostre canzoni.

Una figura femminile che vuole determinarsi e che rappresenta il diritto alla propria individualità”, in linea quindi con le tematiche attuali dei diritti delle donne e della parità di genere…

Certo, assolutamente sì, non sono temi che affrontiamo in maniera frontale, ma se uno ascolta il testo di “Corri qui”, è un testo che parla di diritti anche se non lo fa in maniera diretta, non vogliamo questa chiave di lettura unica, vorremmo riuscire a lasciare una libertà di ascolto, ognuno ci può leggere quello che vuole.

Giuditta
Giuditta

Siete nati in pieno lockdown, un momento drammatico…

Conte ha fissato il primo lockdown due giorni dopo che noi c’eravamo incontrati per la prima volta in sala prove. Da un lato l’abbiamo preso come un segno del destino, nel senso di “fermiamoci qua”, dall’altro si era raddoppiato il tempo a casa e questo tempo ci ha dato la possibilità di lavorare, anche se lavorare da remoto per la musica è improponibile.

Il vostro album d’esordio è Giuditta, vuoi parlarcene?

L’album è stato una scommessa nel senso che noi avevamo questo progetto di registrare tutti e 12 i brani che avevamo pronti, ma ci siamo scontrati col fatto che avremmo dovuto autoprodurcelo e abbiamo fatto tutto in presa diretta, a livello discografico non premia ma serviva tanto a noi per confrontarci la prima volta. Alla fine abbiamo scelto 5 brani che potessero rappresentare anche gli altri che mancavano.

Come definireste il vostro genere?

Ci hanno definito Alternative Rock con un misto di cantautorato e lasciamo questa definizione, anche se noi non ci definiamo perché veniamo da quattro scuole musicali diverse

Avrete quindi riferimenti artistici diversi?

Ah, litighiamo sempre (ride), il bassista, Ludovico, viene dal Jazz, poi c’è Juri che ha suonato di tutto dal metal al rap, io vengo dalla classica, sono una violinista e il chitarrista Francesco viene dal folk; ma noi crediamo poco nelle fazioni e riusciamo ad andare d’accordo con il confronto.

Cosa ne pensate dei talent?

Penso che scegliendo di non avere una produzione del disco che abbiamo appena fatto già stiamo dicendo tra le righe che vogliamo vedere cosa riusciamo a fare noi da soli. Il talent oggi è lontano da nostro percorso. Se dovessimo scegliere se “accorciare la strada” partecipando a un talent o se continuare a fare un percorso più lungo, però il proprio percorso, ad oggi noi sceglieremmo la seconda strada

Dopo questo tour avete altri progetti per il futuro?

Noi adesso andiamo avanti a suonare, siamo il 7 settembre al Bachelite Club a Milano, il 15 al C.I.Q., il 23 a Pavia a Castle Rock, il 7 ottobre all’Arci Stella di Parma e il 23 all’Osteria del Fico a Cremona, queste sono date sicure ma a settembre e ottobre ce ne saranno altre.

Ayoub El Bub e Ibrastu sono due TikTokers emiliani influenti con milioni di followers

 

“Maranza”, ecco il videoclip ufficiale del brano da record di Ayoub El Bub, Ibrastu e Pikasso

 

Fuori il videoclip ufficiale di “Maranza”, il nuovo singolo di Ayoub El Bub, Ibrastu e Pikasso, in uscita per La Crème Records e prodotto da PIT B3RRY. Ayoub El Bub e Ibrastu sono due TikTokers emiliani con milioni di followers. Il brano, già presente su tutte le piattaforme digitali, è conosciuto da più di un anno su TikTok con più di 5k video da parte degli utenti e con oltre 5M di visualizzazioni del suono.

Maranza”, canzone apparentemente leggera e dalla velata connotazione negativa, nasconde più sotto un messaggio profondo, ovvero il fatto che non sia una cosa riprovevole essere un maranza. Come racconta Ayoub El Bub, le persone spesso comparano l’essere maranza ad un essere meschino, ladro, delinquente, quando in realtà, come si può vedere nel video ufficiale, sono dei bravi ragazzi che sorridono ai problemi della vita mettendoli nel borsello firmato.

Ayoub Moussamih, nasce a Bologna nel 1999 e intraprende la carriera nel mondo dei social nel 2014, ottenendo un grande successo con l’avvento di TikTok, su cui ha raggiunto 2.8 milioni di followers. Fin da bambino ha sempre desiderato intraprendere la carriera di cantante e nonostante nessuno inizialmente credesse in lui, con la sua costanza e dedizione è riuscito a raggiungere molti dei suoi obiettivi.

Ibrahim Chaabt (Ibrastu) nasce a Modena e fin da giovane ha sempre dimostrato una spiccata attitudine per il mondo digitale, sperimentando con video e contenuti divertenti. La sua personalità unica e il suo senso dell’umorismo gli hanno presto fatto guadagnare una base di fan fedeli che lo seguono sui vari social network, tra cui Facebook, Instagram e TikTok. La sua popolarità sui social gli ha permesso di intraprendere nuove opportunità, come partecipare ad eventi, sponsorizzazioni e collaborazioni con brand rinomati.

Pikasso, rapper italiano di origine marocchine, nasce e cresce in Marocco e si trasferisce in Italia all’età di 8 anni. Nei suoi brani riporta uno stile un po’ arabo e un po’ francese e un sound non comune al solito.

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Martedì 15, giorno di Ferragosto, è il turno di Ron, Mr. Rain sarà atteso in concerto per sabato 23 settembre

Mr. Rain e Ron, Livigno Mountain Vibes si appresta ad ospitare i due grandi cantanti 1

Dopo il successo registrato lo scorso 15 luglio con il concerto dei Boombadash che si è tenuto davanti a circa 1800 persone, Livigno si appresta ad ospitare i live di Ron e Mr. Rain. Livigno Mountain Vibes, la rassegna di appuntamenti musicali dell’estate 2023, dopo l’ottima partenza con il primo live, è pronta ad ospitare altri due grandi artisti della musica italiana.

Martedì 15 agosto 2023, giorno di Ferragosto, è il turno di Ron che si esibirà in concerto alle ore 20.30. Il terzo ospite che chiuderà la rassegna musicale sarà invece Mr. Rain che sarà atteso in concerto per sabato 23 settembre 2023 alle ore 20.30. Entrambi i concerti saranno gratuiti e si svolgeranno in Plaza del Comun. I live saranno preceduti, a partire dalle 18.30, dal Dj Set a cura di Snowland.

Luca Moretti, Presidente e Amm.Delegato di APT Livigno spiega: “Livigno Mountain Vibes è un festival che celebra la musica, l’arte e la cultura inserendoli nel contesto alpino che contraddistingue la nostra località. Per quest’anno sono previsti tre concerti di artisti italiani che andranno ad arricchire l’offerta turistica, portando maggior prestigio al ricco programma di eventi estivi della località e mantenendo il dinamismo che da sempre ci distingue.”

La location è in Piazza del Comune in centro a Livigno, area raggiungibile esclusivamente a piedi dai numerosi parcheggi gratuiti (Parcheggio Mottolino) o a pagamento presenti sulla località. Il centro è inoltre raggiungibile grazie ad un servizio di trasporto urbano gratuito che copre tutte le aree dalle 7.00 alle 20.30.

l centro è inoltre raggiungibile grazie ad un servizio di trasporto urbano gratuito che copre tutte le aree dalle 7.00 alle 20.30. Sul territorio sono presenti 105 strutture alberghiere e più di 1500 appartamenti

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Domenica 30 luglio lo show di Rai 2 condotto da Andrea Delogu e Nek

TIM Summer Hits: sesto appuntamento con Achille Lauro e Elettra Lamborghini 2
Foto: Rovaris

Domenica 30 luglio va in onda il sesto emozionante appuntamento con TIM Summer Hits, lo show musicale targato Rai 2, in onda in prima serata e condotto ancora una volta da Andrea Delogu e Nek. Anche per quest’ultima puntata in onda da Piazza Fellini a Rimini, saranno tanti gli artisti nazionali e internazionali che saliranno sul palco con la musica colonna sonora dell’estate.

Tanti anche i collegamenti con il backstage di TIM Summer Hits, presieduto da Gli Autogol che, con le loro interviste, ci poteranno a conoscere interessanti particolari legati agli ospiti della serata. Imperdibili anche le curiosità che nel corso della puntata regalerà LaMario, direttamente dal box di Rai Radio 2.

Ospiti della puntata: Achille LauroAielloArisaAsteriaBenji e FinleyChielloCmqmartinaColla ZioComa_CoseElettra LamborghiniEmmaEx-OtagoFederico RossiFulminacciGaleffiGiuse the LiziaIl TreJunior CallyLo Stato Sociale e MobriciLudwigNeima EzzaRocco HuntRovereSeryoSethuSanti FrancesiShariTommy Dali e NDGValentina ParisseVegas JonesZero Assoluto.

Il programma sarà visibile in contemporanea anche su Rai Radio 2 e disponibile su RaiPlay. TIM Summer Hits è un branded content di Rai Pubblicità e TIM, prodotto da FriendsTv. Un progetto innovativo capace di valorizzare i 4 partner dell’evento: TIM – title sponsor, Suzuki – Auto del TIM Summer Hits, Carrefour e Canta Tu.

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“Nuova ossessione”, il nuovo singolo della cantante

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Lavinia Turco si avvicina al mondo dello spettacolo sin da piccolina, scoprendo nella musica lirica il suo canale di espressione preferenziale. Il suo percorso è contrassegnato da una forte contaminazione di generi: la sua voce possente, al servizio di sonorità pop e dance, rappresenta un unicum nel panorama della musica indipendente contemporanea.

Il 15 luglio è uscito “Nuova ossessione”, il nuovo singolo della cantante, di cui ha detto: “L’esigenza di scrivere un brano nasce quando sono preda di un sentimento talmente forte da non saperlo spiegare a parole. Volendo pensare a delle immagini, direi che un sentimento triste mi trafigge come una spina ardente di fuoco. La felicità è invece una scossa elettrica che fa muovere e ballare la mia anima e tutto il mondo circostante. Di base parto sempre dalle parole, le penso come ad una poesia e poi man mano prendono forma anche le note”. Noi di Musica 361 abbiamo intervistato la cantante che ci ha detto che…

Ciao Lavinia, è appena uscito Nuova Ossessione, il tuo ultimo pezzo, di cosa parla?

Questa è una hit dell’estate che parla di amore e delle nuove sensazioni che porta questo periodo dell’anno, quindi anche di spensieratezza. Ho pensato insieme alle persone che hanno lavorato con me di mettere qualcosa della mia biografia, ancora non voglio dire nulla, ma è anche un po’ autobiografico

Questo è un pezzo molto brillante, estivo, ma la tua formazione è molto tradizionale, hai iniziato infatti con la lirica…

Sì, ho iniziato con la lirica, ma come ho detto già in una precedente intervista, la lirica non mi faceva esprimere in pieno la mia personalità, perché con la lirica si andava molto sul tradizionale, invece il pop rendeva a 360 gradi la mia natura, inoltre a me piace anche danzare e quindi il ritmo del pop mi permetteva di esprimermi meglio.

Quali sono i tuoi punti di riferimento?

I punti di riferimento sono vari, partendo ovviamente dalla lirica, poi il blues e il jazz anche perché si confanno molto con il gorgheggio lirico inoltre, come ho detto prima, il pop perché fin da piccolina è un genere che mi è sempre piaciuto. Come cantanti, in particolare, posso citare Etta James, Aretha Franklin, Janis Joplin e poi sono sempre stata innamorata di Mina e Mia Martini.

Come definiresti il tuo genere?

Venendo dalla lirica sarà un genere nuovo che abbraccerà la lirica e il pop, ma come ho detto è tutta una cosa ancora da generare, da vedere, in modo da rendere i miei brani più personalizzati possibile.

Cosa ne pensi dei talent e di Sanremo?

I talent non li sto più seguendo, ma sono comunque un grande trampolino di lancio, importanti per farsi conoscere e far notare le proprie capacità. Sanremo è una delle cose che mi piacciono di più, in famiglia sia mia madre che mio padre non si sono persi una puntata, e di conseguenza anche io, inoltre mia madre mi raccontava di quando si esibiva Mia Martini e quindi mi ha fatto appassionare.

Prima di salutarci ricordaci i tuoi appuntamenti futuri…

Il prossimo appuntamento è il 20 agosto quando avrò il piacere di incontrare Jo Squillo ad Ortona.

 

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Condotto da Andrea Delogu e Nek con la partecipazione de Gli Autogol

 

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Foto: PamelaRovaris

 

Sarà Piazza Fellini a Rimini a fare da cornice al nuovo appuntamento con TIM Summer Hits, lo show musicale di Rai 2, in onda in prima serata domenica 16 luglio e condotto da Andrea Delogu e Nek. Ancora una volta, tanti gli artisti di fama nazionale e internazionale che promettono di regalare momenti di puro divertimento al pubblico a casa, con alcuni dei brani più noti dell’estate 2023.

Imperdibili come sempre, poi, le attesissime incursioni nel backstage di TIM Summer Hits, da parte de Gli Autogol che con la loro verve riescono sempre a strappare interessanti curiosità agli artisti ospiti della serata. Non mancheranno poi i collegamenti dal box di Rai Radio 2 che, per le date riminesi, sarà presieduto da LaMario.

Ospiti di questa puntata: Aka 7even, Alexia, Ana Mena, Angelina Mango, Annalisa, Blanco, Ciccio Merolla, Claude, Coma_Cose, Diodato, Elettra Lamborghini, Emma, Gabry Ponte e Hosanna, Gaia, LDA, Mara Sattei, Nina Zilli, Olly, Paola & Chiara, Raf, Renga e Nek, Rocco Hunt, Tananai, Tommaso Paradiso, Tony Effe.

TIM Summer Hits, visibile in contemporanea anche su Rai Radio 2 e disponibile su RaiPlay, è un branded content di Rai Pubblicità e TIM, prodotto da FriendsTv. Un progetto innovativo capace di valorizzare i 4 partner dell’evento: TIM – title sponsor, Suzuki – Auto del TIM Summer Hits, Carrefour e Canta Tu.

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Abbiamo intervistato la giovane cantante romana

Veroniva Petruccelli
Foto: Ufficio Stampa

Cantante e musicista, Veronica Petruccelli nasce a Roma 21 anni fa con la passione per la musica sin da piccola, pur non provenendo da una famiglia di musicisti. All’età di 9 anni inizierà gli studi di chitarra che continueranno fino ai 13 anni, contemporaneamente prenderà lezioni di canto. La musica l’accompagnerà anche nei periodi più bui della sua vita. Iscritta all’università, frequenta un corso organizzato dal DAMS, che gli permetterà di ampliare le sue conoscenze artistiche nelle diverse discipline. Nel 2022 inizierà gli studi presso l’Accademia Artisti di Roma. Proprio in questi anni inizierà a pubblicare i suoi primi contenuti musicali sui social, cominciando presto a farsi conoscere.

Libera di (Essere) è il primo singolo della cantante romana disponibile su tutte le piattaforme di streaming e download online. Qual è il significato della canzone? Libera di (essere) nasce come inno alla Libertà, intesa sotto ogni sua forma: libertà di amare, libertà di espressione , libertà di scelta, libertà di essere…

Con il suo primo singolo Veronica vuole ricordarci di essere liberi e di avere il coraggio di essere chi ci pare, come ci pare, esplorando le mille sfaccettature di cui siamo composti, senza mai reprimere la nostra essenza. Opponendoci ad una società che ci uniforma, ci intrappola in pregiudizi, imponendoci un percorso già scritto.

Ciao Veronica, ci parli della tua ultima canzone?

Libera di (Essere) nasce come un inno alla libertà, come fosse un riscatto dopo tanto tempo che la società ci ha intrappolato in alcuni pregiudizi, ci traccia un percorso già scritto. Con questa canzone ho celebrato la libertà sotto ogni sua forma, come la libertà di amare (vediamo in questo periodo storico quante volte ci è limitato questo aspetto). Canto un inno all’essere se stessi, ci tengo molto a mettere enfasi alla parola “essere”.

È una canzone anche contro il body shaming?

Esatto, contro il body shaming, contro ogni insulto verso il corpo, il fisico, o contro l’idea che una donna deve essere presentata in un determinato modo e se quella donna presenta qualche chilo in più, allora viene criticata.

Per quanto riguarda la libertà di amare, come vedi i tuoi coetanei?

Sono molto contenta e fiera perché vedo che i miei coetanei vivono l’amore senza doverlo classificare per forza, si riesce a vivere liberamente l’amore, poi ovviamente dipende molto dalla famiglia e dalla storia personale da cui si parte.

Come definiresti il tuo stile musicale?

Ci tengo molto ad andare a prendere spunto dalla musica un po’ più vecchia, detto tra virgolette, la musica di oggi mi piace ma mi piace molto di più il suono e il modo in cui certe tematiche venivano trattate anni fa, quindi i miei punti di riferimento sono Tiziano Ferro, Laura Pausini, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante.

Cosa pensi dei vari Talent?

Mi piacciono molto, sono un bel trampolino, ti danno tanta visibilità perché al giorno d’oggi è importante farsi sentire, ascoltare, fare gavetta, andare nei locali, esibirsi davanti alla gente. Siamo talmente tanti oggi a fare questo mestiere che ci vuole qualcosa che ti dia credibilità, come X Factor e The Voice.

E un grande classico come Sanremo?

Sanremo è nel mio cuore, è un punto al quale vorrei arrivare ma vorrei arrivarci anche molto preparata, in modo maturo, adesso sto facendo un po’ di gavetta e vediamo come reagisce il pubblico.

Per il futuro che progetti hai?

Ogni mercoledì pubblico delle cover per il mio pubblico, mentre per quanto riguarda i live sto partecipando ad alcuni concorsi e farò alcuni concerti nei locali romani…

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Abbiamo intervistato il giovane cantante siracusano

Mirko Bianca: con "Parole al vento!" canta il suo inno alla libertà
Foto: Ufficio Stampa

È da poco uscito Parole al vento!, il nuovo singolo del cantante siracusano Mirko Bianca, prodotto in collaborazione col noto DJ e Producer Funkyman. Noi di Musica 361 abbiamo intervistato Mirko che ci ha parlato di questo brano fresco ed orecchiabile, con delle sonorità che richiamano un po’ gli anni ’80 e la musica disco, una denuncia a chi giudica, critica e impone la propria e personale visione della vita agli altri. Un inno alla libertà, un invito a vivere la vita come si vuole, come meglio si crede, seguendo il cuore e l’istinto, ignorando i pregiudizi e i preconcetti sociali, come omofobia, razzismo, ecc…

 

Ciao Mirko, il tuo nuovo brano è un inno alla libertà, un invito a vivere la vita come si vuole, come meglio si crede, seguendo il cuore e l’istinto, ignorando i pregiudizi e i preconcetti sociali…

Da tanto tempo volevo produrre un brano che parlasse di questo, e ho trovato il modo più giusto per realizzarlo, l’anno scorso mi è venuta in mente questa melodia e poi man mano è nato il testo e abbiamo prodotto questo brano con un sound un po’ anni ’80. Nonostante il suono possa farlo sembrare più leggero, dietro nasconde un significato più profondo.

Hai detto che ti sei rifatto agli anni ’80, cosa conosci di quegli anni e c’è qualche cantante di quegli anni che ti ha ispirato particolarmente?

Non è un segreto che la musica odierna stia seguendo questa scia, la novità del momento è proprio quella di rifarsi al passato. Io mi faccio ispirare da molti artisti americani di quell’epoca come Michael Jackson e tanti altri.

Il video è molto particolare, soprattutto per una canzone estiva: ambientazione urbana atmosfera ombrosa…

Sì, diciamo che con i videomaker che hanno realizzato il video (F-Service) abbiamo concepito questa idea di rendere questo contrasto tra le riprese notturne, in un ambiente cittadino che possa far immaginare un inquinamento anche metaforico, e le immagini più solari in cui io ho abiti bianchi, simbolo di purezza.

È prodotto in collaborazione col noto DJ e Producer Funkyman, come è stato lavorare con lui?

Siamo entrambi siciliani, lui catanese io dalla provincia di Siracusa, e io lo conoscevo già da prima di fama, ma non personalmente, poi mi sono trasferito a Catania per proseguire gli studi e frequentando varie persone abbiamo fatto amicizia realizzando questo rapporto lavorativo con la produzione di Parole al vento!, nato da una amicizia e da una stima lavorativa. Da lui ho cercato di raccogliere il più possibile, come una spugna.

Tra le altre cose, tu da bambino hai partecipato a un film horror, la carriera di attore ti tenta?

Da quando sono nato ho avuto questo interesse verso l’arte in generale, mi sono laureato all’Accademia di Belle Arti e mi sono trovato a studiare “di tutto e di più”, l’arte ha sempre fatto parte della mia vita e quando ero più piccolo avevo questa propensione a giocare recitando. mi si è presentata  l’occasione di questo film e l’ho fatto volentieri, ma quello che mi soddisfa di più è l’ambito musicale, anche se poi nei videoclip mi trovo a recitare.

Con i Talent che rapporto hai?

Sono sempre stato incuriosito da quel mondo, mi piacerebbe partecipare, una volta ho anche tentato, ma ero più piccolo e non sapevo ancora chi fossi e cosa volevo. Mi piacerebbe poter partecipare per una questione di visibilità, chi partecipa sa che lo scopo è sì studiare ma anche farsi riconoscere.

Prossimi appuntamenti?

È ancora tutto “work in progress”, ci stiamo lavorando ancora, non ci sono delle date definitive ma sicuramente ne usciranno tante e nei prossimi mesi vedranno la luce altri singoli, mi sono preparato nella realizzazione delle basi musicali e delle registrazioni vocali: è già quasi tutto pronto e usciranno altri prodotti che spero potranno piacere molto.

Mirko Bianca, nato a Siracusa il 24 Novembre 1994, già da piccolo ha la passione per il canto, ma solo a 16 anni trova il coraggio di cantare per la prima volta su un palco. Nonostante abbia studiato canto solamente da autodidatta, ha un riscontro positivo da parte del pubblico e supera audizioni giudicate da Grazia Di Michele e Garrison Rochelle (Entrambi insegnanti storici del Talent Show “Amici”). Inizia così a caricare varie cover su Facebook (Raggiungendo fino a 37.000 visualizzazioni per video) e il pubblico di internet comincia a notarlo e a condividere i suoi video, rendendolo sempre più “visibile”. Infatti, viene contattato da un produttore di Milano che gli propone di firmare un contratto con la sua casa discografica. Da lì, vengono pubblicati su iTunes e in tutti i negozi di musica digitale i primi singoli di genere Pop scritti interamente da Mirko. Dal 2015 è presente sulle note piattaforme musicali VEVO e Spotify con i video musicali/singoli “Apri gli occhi” (2015), “Tonight with you” (2016), “Never” (2019) e “Keep On Running” (2020), grazie ai quali viene invitato a partecipare in stazioni radio e programmi televisivi regionali e gli vengono dedicati vari articoli (in edicola e sul web).
Attualmente Mirko è un artista indipendente, impegnato con la promozione del nuovo singolo “PAROLE AL VENTO” (Prodotto in collaborazione col noto DJ e Producer Funkyman) e con la produzione di nuovi brani, da inserire successivamente nell’album di debutto.

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 La risposta nella terza edizione della ricerca “Women in Music” di SAE Institute

Il corpo delle artiste sui social, cosa ne pensano i giovani?

 

Recentemente ha visto la luce la terza edizione di “Women in Music”, il progetto di ricerca portato avanti da SAE Institute Milano, che da tre anni si fa teatro del dibattito intorno alla rappresentazione di genere nell’industria musicale. La ricerca, contenuta in un’opera collettanea dedicata alla musica e non solo, dal titolo “POCHE” ed edita da Write Up Books, ospita contributi rivolti all’industria creativa nel suo complesso, audiovisivo e gaming inclusi.

“Questo libro è un tentativo di fotografare lo stato dell’arte e vuole diventare un punto di incontro tra industria e accademia: oggi i risultati ci dimostrano che l’attenzione intorno a queste tematiche c’è ed è sempre più vigorosa, che esiste in effetti una questione di genere, seppur la strada da percorrere sia lunga e dissestata, tanto che qualcuno ha parlato addirittura di un secolo prima di poter vedere un cambiamento concreto – commenta Alessandra Micalizzi, psicologa e docente, che ha curato il progetto dal principio – Dal canto nostro evidenziamo alcuni aspetti qualitativi, come il fastidio che questo dibattito suscita o l’istinto di tirarsi indietro e mettersi sulla difensiva. Tutti temi che non fanno che sottolineare l’urgenza di questo confronto, di sedersi a un tavolo e discutere, dando voce alle reti di rappresentanza e a quel dinamismo culturale che, per fortuna, si sta radicando sempre più nel sottosuolo”.

L’autorappresentazione delle artiste: 10 esempi del panorama musicale nostrano e il concetto di “artista-prodotto”

Un aspetto a cui la ricerca ha dato particolare rilievo, sia per l’entità del fenomeno, sia per il suo impatto nell’immaginario collettivo, riguarda l’autorappresentazione delle artiste italiane e il riflesso di tali pratiche nella costruzione di un modello di genere nel pubblico, specie nei più giovani, in una delle platee più potenti di oggi, Instagram. Questa piattaforma, infatti, fa dell’autorappresentazione il suo contenuto principale, contribuendo, secondo alcuni esperti citati dallo studio, alla creazione di una performatività gendered. Il focus su questo punto diventa ancora più calzante se lo si inserisce nel più ampio dibattito sull’artista-prodotto, che oggi non può più essere inteso soltanto come performer ma va pensato nel suo complesso, come personaggio, musica e testo, arrangiamenti, comunicazione, posizionamento nel mercato e presenza sul palcoscenico.

I risultati di questa parte hanno l’obiettivo di comprendere due processi: da un lato l’iter di autorappresentazione sui media e dall’altro gli effetti di questa costruzione nell’audience. L’analisi include lo studio di immagini pubblicate sui profili di dieci artiste, per un totale di quasi mille foto, nel periodo compreso tra marzo e ottobre 2022. Tre sono stati i driver principali: il corpo, suddiviso in scoperto o coperto; la postura, spontanea o artificiale; e il contesto, ovvero lo spazio che fa da cornice all’immagine e che può essere performativo o informale. Le artiste coinvolte sono: Elettra Lamborghini, Emma, Alessandra Amoroso, Elodie, Annalisa, Francesca Michielin, Madame, Levante, Gaia e Victoria dei Måneskin, ordinate in maniera decrescente per numero di follower.

Le interviste con foto-stimolo: centralità del corpo, posture costruite e messaggi di emancipazione

La ricerca, tuttora in corso, prevede un secondo momento di interviste con foto-stimolo a giovani di età compresa tra 18 e 25 anni in base al genere in cui si ritrovano, da cui sono emerse alcune considerazioni comuni. Il corpo assume un ruolo centrale nell’inquadratura, con posture ricercate, quindi costruite, e o-scene, ovvero private della scena e incoerenti con il resto del post (ad esempio con la didascalia). Inoltre, quasi in tutti i casi il corpo assume posizioni erotiche, con riferimenti volutamente provocatori o mirati a “restituire una retorica della trasgressione consolidata”, oppure con l’intenzione di ottenere un riscontro dall’utente (like, commento, ricondivisione).

Esposizione del corpo: scelta espressiva o strategica?

Per quanto riguarda invece le domande agli intervistati, sono necessarie alcune premesse. Innanzitutto, al campione sono state sottoposte foto decontestualizzate e senza volto, così che non potesse essere influenzato dal sapere di chi si stesse parlando. Inoltre, in ambito musicale, il panorama internazionale rimane il punto di riferimento, tanto che la maggioranza dichiara di non ascoltare autrici italiane se non per caso. Ne risulta quindi una scarsa conoscenza del repertorio, affiancata però a una conoscenza dei personaggi in relazione alla loro esistenza al di fuori del contesto prettamente musicale.

Stupisce, a proposito, che le artiste nazionali siano quasi considerate pudiche rispetto alle colleghe oltre confine, sia per i ragazzi che per le ragazze, che concordano anche nel pensare che l’essere un personaggio pubblico renda meno controversa la decisione di esporre il proprio corpo. Tuttavia, nel campione maschile prevale la convinzione che si tratti di una scelta strategica e commerciale, mentre per le ragazze sussiste una possibilità espressiva che è solo appannaggio delle artiste.

In estrema sintesi, il giudizio espresso da ambo le parti è positivo e considera gli scatti estetici non tanto espressione di una “spregiudicatezza” ma più che altro una dimostrazione della piena consapevolezza di sé. Con l’età, poi, aumenta la distanza tra quei profili e quelli delle intervistate più adulte, che dichiarano di non condividere immagini simili, nonostante tutte concordino nel comprenderne le intenzioni: rendere noto un momento di affinità e armonia con il proprio corpo. Gli intervistati uomini, invece, hanno evidenziato la libertà di ognuno di esprimersi come crede, purché ci si assuma la responsabilità delle conseguenze, e la rivelazione del volto non faceva che supportare la loro tesi della strategia di posizionamento e vendita. In secondo luogo, chi ha risposto tra gli uomini ha prevalentemente cercato di razionalizzare il tema del gender gap, considerato sì un problema sociale ma di cui loro non si sentono responsabili. Infine, si evince una piena interiorizzazione dei valori connessi al patriarcato, che sembrano attivarsi in automatico.

“Questo studio aveva l’ambizioso obiettivo di comprendere se stesse con una presa di distanza dallo stereotipo di cantante-vetrina, sia da parte delle artiste che dal pubblico. Possiamo affermare che le artiste non si sottraggono alle dinamiche dei social, dove l’immagine regna sovrana, ma quello che sembra distinguersi dal passato sono le intenzioni di auto-affermazione del sé. Si nota un vero cambiamento da parte degli utenti, che guardano a questi scatti come a un messaggio di emancipazione, con ammirazione, anche per il senso di accettazione di sé che trasmettono. Sembrano un po’ più indietro gli uomini, che riconoscono sì la libertà di espressione ma leggono l’esposizione del corpo come una mossa strategica, soprattutto se scoperto, che lascia trasparire una certa insicurezza. Qualcuno ha anche definito questa esposizione come una mercificazione del corpo, pur sempre con una buona dose di timore di essere giudicati per le loro posizioni – conclude Micalizzi – Ciò che ci premeva è l’importanza della diversità nella rappresentazione, per favorire l’identificazione di ciascuna nei tanti modi possibili, superando i rigidi standard e l’obsoleta dicotomia suora-sgualdrina”.

Videogaming e audiovisivo, a che punto siamo?

Il fil rouge che lega i contributi del libro, tra industria musicale, audiovisiva e gaming, è l’aggettivo poche. Poche, infatti, sono le donne rappresentate in un settore spesso influenzato e co-costruito dai media. In questo scenario nascono però realtà impegnate nel portare un cambiamento: Equaly, per la musica, Women in Games, per il videogioco, e Amleta per le arti performative. L’intera compagine di autrici, infine, si trova d’accordo con quanto riportato dal Ministero della Cultura – sussiste una condizione di squilibrio generalizzata in diversi settori (…) che fa emergere un dato incontrovertibile e trasversale a tutti gli ambiti: la disparità di potere tra uomini e donne nella cultura italiana, pur con differenze e specificità per ogni ambito – e sull’urgenza di scalfire queste discrepanze e demolire ogni pregiudizio di sorta.

 

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Il chitarrista Leonardo Fortunati ci ha parlato di “A cosa serve questa paura”

NUR

 

A distanza di quattro anni dall’uscita del primo disco, i NUR. pubblicano il loro secondo album, “A cosa serve questa paura”. Il disco, autoprodotto, è stato registrato e mixato da Undergrind Records nella primavera del 2023. “A cosa serve questa paura contiene tutto quello che avremmo voluto sentirci dire ogni volta che siamo stati male. Otto tracce per parlare di dubbi, delusioni, rabbia e speranza, silenzio e misericordia.”

NUR. è una band di Perugia che prende vita dalla collaborazione tra Leonardo Fortunati (chitarra) e Massimiliano Rrapaj (basso), ai quali si sono uniti, nel tempo, Beatrice Bernardini (voce), Tommaso Donati (synth) e Francesco Busti (batteria). Precedentemente noti come “We could be happy”, canzone dopo canzone emergono sempre di più le influenze alternative ed elettroniche del progetto. Dopo diverse date in centro Italia, tra le quali figura la vittoria del contest Unimusic nell’ambito del Festival Umbria che spacca, ad aprile 2018 cambiano nome ed entrano in studio per registrare il loro primo album. A Febbraio 2019 esce quindi “Alea”, promosso attraverso vari concerti e partecipazioni a festival fino a inizio 2020. Durante i mesi della pandemia i NUR. intraprendono poi un percorso di composizione, terminato a gennaio 2023 con la realizzazione di “Tensione superficiale”, singolo preludio di “A cosa serve questa paura”, secondo album della band uscito a maggio, di cui abbiamo parlato con il chitarrista Leonardo Fortunati.

 

Ciao Leonardo, recentemente è uscito il vostro secondo album “A cosa serve questa paura” preceduto dal singolo “Tensione superficiale” volete parlarcene?

Durante la pandemia c’è stata l’esigenza di tornare a creare qualcosa visto che i concerti erano tutti fermi e abbiamo trovato uno sfogo in questo progetto che ha 8 tracce e che ha come tematica principale la paura, come quella per il futuro o quella di interpretare in modo sbagliato i rapporti in una relazione oppure l’angoscia verso la crisi climatica.

Ci sono dei cambiamenti rispetto al primo album “Alea”?

Il primo album è stato composto in un momento di transizione del gruppo, erano tematiche più legate al trovare un posto nel mondo, a trovare la propria identità. Il secondo album è più maturo sia da un punto di vista compositivo che di registrazione, ci siamo affidati a uno studio di Perugia composto da ragazzi molto bravi che si chiama Undergrind e questo ci ha dato nuove idee in sede di registrazione, in sede di mixing: è stata un’esperienza molto formativa.

Il titolo è senza il punto di domanda, quindi la paura può avere anche degli effetti positivi?

Sì, perché dai momenti di crisi nasce sempre una evoluzione che ti offre delle possibilità, che invece nei momenti di quiete possono non esserci.

Davanti a una paura preferisci reagire con rabbia o lucidità?

All’inizio c’è una certa rabbia che è propria anche della nostra età, una rabbia che a volte è fatta di voglia di farsi sentire, a volte dovuta all’impotenza che si prova davanti a certe situazioni. Ma dopo questa rabbia, che trova sfogo in vari modi tra cui quello artistico (e questo si nota perché il disco è carico a livello strumentale), c’è sempre una fase di ragionamento a mente più fredda. Ma la spinta irrazionale ti permette di esprimerti a livello artistico e di produrre qualcosa di originale.

“Non sono gli incubi a fare paura”, cantate in Ancora una volta, quindi è la realtà a fare più paura?

Gli incubi sono lì, nella realtà e nella interpretazione che noi abbiamo della realtà, la radice è sempre un fatto reale che viene poi processato nella nostra interiorità, ma è come noi ci poniamo di fronte ad essa a fare la differenza.

Fate parte della scena elettronica alternativa, quali sono stati i vostri punti di riferimento?

Nel gruppo abbiamo dei background musicali differenti, per cui i riferimenti vanno dai Radiohead che sintetizzano la parte di chitarra e di tastiere, ai Massive Attack, passando agli italiani possiamo citare i Fast Animals and Slow Kids che ci hanno sicuramente segnato.

Siete perugini, la provincia italiana è stata più uno stimolo o un freno?

Una persona può essere portata a pensare che città come Milano e Roma diano più possibilità, e in parte è vero, ma sono più legate al mainstream, la provincia ti consente di crescere, di costruirti da te le possibilità grazie a un rapporto più diretto con le istituzioni, lo sappiamo bene noi che abbiamo fatto parte di associazioni studentesche e culturali.

Rispetto ai percorsi tradizionali come Sanremo o i vari Talent come vi ponete?

Non abbiamo mai considerato più di tanto queste strade perché il nostro obiettivo è fare musica che ci piaccia e che dia un contributo innovativo al panorama musicale, quindi noi cerchiamo di fare sempre qualcosa che possa dare un sostegno alla scena attuale. Questi talent si basano su competizioni che, è un opinione personale, a livello artistico stonano un po’ perché si basano su valutazioni soggettive, spesso si ricordano più i pezzi che sono arrivati a metà classifica di quelli che hanno vinto.

Nel vostro immediato futuro cosa c’è?

Tra le varie date la più importante è sicuramente quella del 1° luglio a Umbria che Spacca, insieme a Elephant Brain e Verdena, due gruppi ai quali ci ispiriamo molto, ci fa veramente piacere essere stati selezionati perché abbiamo vinto un contest attraverso il quale siamo riusciti a essere ospiti di questo Festival e suoneremo prima dei Verdena che sono i nostri idoli.

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