Abbiamo intervistato i due musicisti che ci hanno parlato del loro singolo “Se lo vorrai”, che anticipa l’album “Tracce di vita sul pianeta”

Busciuba e Graziano Migliacci, "Se lo vorrai": una profonda riflessione sul significato dell'empatia 1
Busciuba e Graziano in studio

E’ uscito recentemente il singolo “Se lo vorrai” del cantautore toscano Busciuba (Paolo Angori), prodotto, arrangiato, mixato e masterizzato da Graziano Migliacci, che firma insieme a lui il progetto.

Noi di Musica361 abbiamo intervistato i due artisti che ci hanno parlato della loro ultima fatica, in particolare Paolo ci ha confidato che: «È un singolo scritto e arrangiato “di getto” che ci è molto piaciuto e abbiamo deciso di inserirlo nell’album, parla fondamentalmente della comunicazione e soprattutto dell’ascolto degli altri; in un mondo in cui la comunicazione sembra essere al massimo, ma in realtà siamo tutti autoreferenziali, tendiamo più ad ascoltare noi stessi della voce degli altri, mentre l’attitudine all’ascolto è una cosa molto importante».

Nel video vediamo una bella e giovane ragazza che si sveglia la mattina e trova un filo rosso sopra il letto. Inizia a raggomitolarlo. Comincia così un viaggio esterno alla scoperta della sua città ed uno interno alla scoperta di se stessa. Un finale lieto che dà speranza.

Busciuba e Graziano Migliacci "Tracce di vita sul Pianeta" - cover
Busciuba e Graziano Migliacci “Tracce di vita sul Pianeta” – cover

L’album si sarebbe dovuto chiamare “Tracce”, ma come spiega Paolo: «È uscito un libro postumo di mio cognato di poesie che è stato intitolato “Tracce”, quindi non volevo riprodurre lo stesso titolo anche perché da quel libro sono state tratte 14 canzoni raccolte in un album che si chiamerà “Angeli inquieti».

Secondo Paolo e Graziano “sono stati anni difficili, tormentosi, imprevedibili, terribili, immensi, fantastici, oscuri, luminosi, grigi, dinamici, dolorosi, stagnanti, gioiosi, speranzosi, nebbiosi, limpidi, brumosi, afosi, piccoli, ripetitivi e cangianti, comuni e singolari. Comunque interessanti e comunque, ciononostante, gli unici che abbiamo. Alla fine di tutto ciò rimarranno solo poche “tracce”…

Graziano è un ingegnere del suono, compositore, arrangiatore, dal 1990 attivo sulla scena musicale italiana. Paolo ha scritto più di 150 canzoni e nel 2009 ha vinto il primo premio al concorso “Un notturno per Faber”, ricevendo il prestigioso titolo direttamente dalle mani di Dori Ghezzi, moglie di Fabrizio De Andrè, suo personale mito insieme ai Pink Floyd, mentre tra i punti di riferimento di Graziano ci sono alcuni grandi classici come Yes e Genesis.

Busciuba e Graziano Migliacci in studio
Busciuba e Graziano Migliacci in studio

È un piacere poter parlare con degli esperti e approfittiamo per chiedere alcuni commenti sullo stato attuale dell’arte, come va la canzone italiana? Tra gli autori che Paolo apprezza di più va annoverato Gianluca De Rubertis ex de “Il genio“, che “sta scrivendo delle cose bellissime per esempio ora è uscito con un brano che si chiama “Il Pellicano”, in cui parla di ricordi della sua infanzia e a mio parere fa un omaggio a Franco Battiato ed è di una bravura incredibile”. Graziano parla invece di un declino qualitativo “sotto il profilo soprattutto dell’innovazione  e dello spirito da pionieri, non si ha più il coraggio di fare poesia”.

Il singolo, accompagnato dall’omonimo video, anticipa l’uscita dell’album “Tracce di vita sul pianeta”, frutto del lavoro di collaborazione dei due musicisti, che verrà pubblicato nel dicembre 2023, otto brani per un lavoro impegnativo di cui però i nostri due artisti sono totalmente soddisfatti.

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Abbiamo intervistato l’artista che ci ha parlato del suo ultimo lavoro

Quanto pesa la felicità? Ce lo spiega Massimiliano Martelli 1
Foto: Ufficio Stampa

Strana storia quella di Massimiliano Martelli, da amante dell’heavy metal e del cantautorato italiano una sera accompagna la ragazza che poi sarebbe diventata sua moglie a un concerto di Claudio Baglioni e si converte al pop più tradizionale, e pop è anche il suo ultimo brano, uscito il 20 ottobre, “Starò bene“, primo di 5 nuovi pezzi che usciranno a cadenza mensile per poi essere riuniti in un EP dal titolo “Quanto pesa la felicità”

“Il singolo è nato dalla mia necessità di cambiare mood e di renderlo un po’ più attuale rispetto ai precedenti lavori che avevo fatto, la critica che mi veniva fatta era che gli arrangiamenti erano un po’ stile anni ’90; un cambiamento di “vestito”: ho modificato anche il tipo di scrittura. Ho cercato un produttore che facesse al caso mio e sono venuto a contatto con Maurizio Mariani, persona squisita e grande professionista che ha lavorato anche all’ultimo disco di Barbarossa e insieme abbiamo creato i 5 brani”, ci spiega Massimiliano.

Il filo conduttore è l’amore, inteso in senso lato, non solo quello tra un uomo e una donna, il tutto nasce da una riflessione sulla felicità che ormai nella nostra società, secondo il cantautore, è prerogativa solo dei cosiddetti vincenti e che non ammette debolezze. L’attenzione si pone sull’inseguire questa falsa felicità, mentre si trascurano sentimenti importanti come l’amore e l’amicizia.

Massimiliano Martelli ci tiene a dire che: “Non curare questi sentimenti è il tema alla base di tutte e cinque le canzoni che usciranno mensilmente. Sono microstorie, non proprio personali, ma nate anche sulla base dell’attività lavorativa fatta in tanti anni: ero un operatore socio educativo. Il “Peso della felicità” è una misura, col contagocce, di tutte le situazioni che possono nascere in una coppia. “Starò bene” è il brano che parla di una storia finita, quando arriva il momento in cui uno dei due non ce la fa più e l’altro raccoglie i cocci…”.

L’amore e i sentimenti in generale sono le tematiche principali di Massimiliano che ha i suoi punti di riferimento artistici nella scena romana, ma anche nella scuola genovese, senza dimenticare una madre saggia che lo ha cresciuto a Led Zeppelin e Pink Floyd. Un artista che ai vari talent preferisce la vecchia gavetta e gli spettacoli dal vivo, a questo proposito lo vedrete nei prossimi mesi a Roma e dintorni e non solo…

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Abbiamo intervistato il cofondatore e chitarrista Marco Perrella che ci ha parlato dell’ultimo album: Heilige Luna

Queen Lizard

Efficienti, parsimoniosi, disordinati e autosufficienti, questi gli aggettivi principali per descrivere i Queen Lizard, ma non solo, la band ha anche le idee ben chiare, infatti evita accuratamente di esibirsi in cover e propone solo i pezzi scritti dai componenti del gruppo come ci hanno detto loro stessi: “Tutto quello che hai sei tu e devi tirarci fuori qualcosa. Non ci preoccupa il fatto se i nostri pezzi piaceranno o meno. Sono i nostri pezzi e basta”. Noi di Musica 361 abbiamo intervistato il cofondatore e chitarrista Marco Perrella che ci ha parlato della loro ultima fatica: Heilige Luna.

La band è stata fondata da Marco e dal bassista Mario Costa nel 2016 insieme ad altri componenti che venivano da esperienze diverse e che si sono trovati per caso a suonare insieme al matrimonio di un amico, per pubblicare poi il primo disco nel 2019 ispirati dai loro beniamini: i Sonic Youth, The Velvet Underground, Tom Waits, The Smiths e Nick Cave. Gli altri elementi della band sono: il batterista Lorenzo Capello che ironicamente ci ha confidato di essere “attirato da tutti i generi musicali, ma ho trovato nella musica improvvisata di origine afroamericana il modo migliore per risparmiare soldi in sedute psicanalitiche” e Claudia Pisani, cantante che ha alle spalle una solida formazione accademica e tre pubblicazioni poetiche, una voce che si esibisce in varie lingue: inglese, francese e spagnolo.

Il loro ultimo lavoro si chiama Heilige Luna e vede la partecipazione anche di Raffaele Rebaudengo alla viola, “disco rumoroso e silente. Dodici brani originali nella notte di un giardino segreto dove le assenze parlano di ricordi, fiori notturni ed echi di rotaie lontane. Heilige Luna è una nuotata di notte nella pioggia d’estate, una casa sull’albero alla deriva nelle stelle, luci intermittenti che sono città lontanissime.” Il riferimento è altissimo, il titolo è una citazione dal grandissimo poeta tedesco Friedrich Hölderlin e dimostra la passione che Costa, che è anche insegnante, ha per la letteratura.

Il gruppo si rifà al genere Shoegaze e in particolare ai My Bloody Valentine che “creano dei muri sonori incredibili pieni di riverberi anche riprodotti al contrario, strati di chitarre molto rumorose con la voce sempre un po’ in secondo piano. È il genere che ci rappresenta di più, siamo liguri, riservati, e il nome shoegaze deriva del fissarsi le scarpe, c’è pochissima interazione con il pubblico, suoniamo concentrati sugli strumenti guardando verso il basso”.

I Queen Lizard sono un progetto nato per gioco, ma che non è affatto uno scherzo: “Noi sosteniamo che un musicista interessante debba venire non solo da tanto esercizio, ma anche da tanti ascolti di ogni genere musicale”, ci ha detto Marco e con questa determinazione nei prossimi mesi saranno molto impegnati a fare conoscere in giro il loro ultimo lavoro.

 

 

Queen Lizard 1

 

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L’artista ci parla del suo ultimo singolo “A’ Maronna t’accumpagna”

Acronimo Costanzo 1
Acronimo Costanzo Foto: Ufficio Stampa

 

Acronimo Costanzo, alias Antonio, è un cantautore napoletano ma lucchese di adozione, da solista accompagna le sue canzoni con il pianoforte e la chitarra; in duo propone la sua musica insieme al polistrumentista e arrangiatore Diego Ruschena. La sua Acronimo Costanzo Macrè Ensemble è composta, tra fiati, archi e percussioni, da 12 elementi.

Acronimo è anche un docente della Scuola Primaria “Cesare Guasti” di Prato, dove si occupa di didattica attiva, gioiosa e plurilingue, integrando nelle materie disciplinari le diverse lingue, ben 9, della sua meravigliosa classe multiculturale. Come scrittore ha pubblicato insieme alla moglie Angela Onorato un volume dal titolo “Strambe storie alla luna” (ed. Porto Seguro) e da appassionato di teatro ha organizzato corsi di teatro inclusivo per bambini e ragazzi. Insomma un artista a tutto tondo che vede in Eduardo e nel pianoforte una coppia di “secondi genitori”.

A noi di Musica 361 ha parlato del suo nuovo singolo “A’ Maronna t’accumpagna“, dicendo che: “Nasce dall’affezione per questa frase che mi diceva mia nonna tutte le volte che io mi accingevo ad uscire e che vuol dire “che la Beata Vergine abbia cura di te” durante il cammino e che poi tu possa fare ritorno a casa tranquillamente. Una frase che risale al ‘700 quando decisero di illuminare le edicole votive in modo da illuminare contemporaneamente le strade al fine di ridurre le azioni dei malviventi. Il brano parla anche del tempo che passa inesorabilmente e della bellezza dello sguardo degli altri se noi ci comportiamo in un certo modo”.

Quello dell’educazione è un tema che sta particolarmente caro al Nostro, e non poteva essere altrimenti per un maestro che ogni giorno deve insegnarla ai bambini: “Io sono un docente e quindi sono molto legato a questa cosa: mi ha colpito molto la storia del musicista 16enne a Napoli ucciso da un ragazzino e ci sono state altre storie del genere che mi hanno colpito molto, la vera “Madonna” oggi ad accompagnarci dovrebbe essere l’educazione e il rispetto attraverso un cammino consapevole insieme ai docenti”.

Una soluzione per sottrarre i più piccoli all’eccesso di stimolazione che deriva dai social e alla violenza in generale potrebbe essere l’educazione che “fornisce ai bambini quel pensiero critico che permette di formare le menti anche attraverso l’arte, la musica, attraverso la gestione delle proprie emozioni come la noia, mettendoli in relazione reciproca con gli altri, un lavoro lunghissimo, c’è tantissimo da fare e non può farlo solo la scuola”.

Per quanto riguarda lo stile, “A’ Maronna t’accumpagna” è un’opera più popolare, ma in generale Acronimo Costanzo ha difficoltà a definirlo, infatti nell’album che uscirà nel 2024 ci saranno canzoni molto varie tra di loro, brani vicini al mondo jazz, funky, blues, al mondo indie: “Lo stile è variegato, mi faccio affascinare dalle sonorità che sento. Diciamo che, restando in Italia, amo Eduardo De Crescenzo, Pino Daniele, mio grande idolo partenopeo, Fabio Concato, la nuova scena indie come Frah Quintale e Franco126, perché questo mondo cantautorale sembrava chiuso dopo i grandi nomi del passato come Gaber, ma hanno trovato un’altra strada, un altro modo per farsi ascoltare, molto semplice dal punto di vista delle armonie, degli arrangiamenti, però molto diretto; è un cantato che non si ferma, senza troppe paure, quindi apprezzo molte cose di questa nuova scena”.

Per il 2024 è prevista la pubblicazione di un album di 11 brani, ricco di musicisti e di collaborazioni, mentre in prossimità del Natale 2023 uscirà un videoclip di una canzone in collaborazione con un artista senegalese, ma l’attività di Acronimo Costanzo non si ferma all’ambito musicale, con la moglie scriverà uno spettacolo ispirato alle sue canzoni e un albo illustrato per bambini che si batte contro gli stereotipi usando uno strumento a lui molto caro: l’educazione.

 

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Disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo brano
dell’artista “Dimmi se”

NORMAN

Antonio Casarolo in arte Norman, classe ’95, è un cantautore lucano pop trap emo. Si avvicina alla musica all’età di 11 anni grazie ad una passione del padre. Tra eventi e serate in vari locali, esce a settembre, disponibile su tutte le piattaforme digitali, il nuovo brano dell’artista “Dimmi se” dove l’artista racconta una storia d’amore piena di emozioni e sentimenti. Noi di Musica 361 lo abbiamo incontrato e abbiamo parlato della sua musica intimista e autobiografica e dei suoi punti di riferimento, uno dei quali ci ha davvero stupiti…

 

Ciao Norman, è disponibile su tutte le piattaforme digitali il tuo nuovo brano “Dimmi
se”, vuoi parlarcene?

Certo, dal primo settembre è online il mio nuovo singolo “Dimmi se” dove come nelle altre mie canzoni ho voluto raccontare una storia d’amore, raccontando ovviamente anche parte di un mio vissuto. Sentivo il bisogno di dover esternare determinate sensazioni e sentimenti che sentivo e come sempre grazie alla musica l’ho fatto scrivendo questo brano.

Hai detto: “Ho voluto raccontare ancora una volta una storia d’amore perché, forse, questo è quello che mi riesce meglio, mi sento più a mio agio con questo tipo d’argomento.”, il brano ha carattere autobiografico?

In ogni brano e storia che racconto attraverso la musica metto sempre un qualcosa di mio vissuto in prima persona, perché come già detto, con la musica racconto le mie sensazioni e le mie storie, come ho fatto anche in questa dove ho detto cose realmente vissute da me.

Come pensi che vivano le storie d’amore i ragazzi della tua età, forse sono troppo legati ai social?

I social in qualche modo hanno cambiato le vite di tutti noi, in bene e in male e credo che anche l’amore un po’ ne abbia risentito anche se poi i social o internet in generale hanno aiutato: se si pensa alle storie a distanza oppure a ragazzi che si sono conosciuti tramite i social; l’importante poi è poter creare un qualcosa anche al di fuori, nella vita reale, perché senno l’amore attraverso un social ha un inizio e una fine anche abbastanza brevi.

Oltre all’amore nelle tue canzoni affronti anche altri argomenti, come ad esempio, l’impegno sociale?

Solo in un brano non ho parlato d’amore ma semplicemente perché in quel periodo avevo altre cose per la testa e volevo buttarle fuori, infatti ho parlato di me stesso e della mia vita. Come già detto più volte preferisco parlare d’amore , mi riesce meglio e mi trovo più a mio agio.

Come definiresti il tuo genere?

Non amo etichettare le cose e non amo etichettare la mia musica. Preferisco dire che faccio musica o faccio musica triste che rispecchia tutto quello che è poi la mia musica.

Ti sei avvicinato alla musica molto presto, a 11 anni e grazie a tuo padre, quali sono stati i tuoi punti di riferimento, a quali cantanti o gruppi ti ispiri?

Mi sono avvicinato alla musica all’età di 11 anni grazie a mio padre, poi ho iniziato un mio percorso imparando a scoprire e capire i miei veri gusti, che sono poi la musica che faccio oggi. Diciamo che mi ispirano molto quelle persone di successo che sono partite dal nulla e sono arrivate a far cose grandi come ad esempio Sylvester Stallone. Poi se devo citare degli artisti italiani posso dire Dalla e Celentano, artisti che amo cantare e che mi trasmettono ogni volta vibes bellissime.

Oggi imperversano i talent, cosa ne pensi? Ti piacerebbe partecipare?

Non dico che non vorrei partecipare ad un talent, anzi, ti danno una possibilità enorme e, se vali, in quel contesto hai buone possibilità. Ci sono artisti contenti di “avercela fatta” senza l’aiuto dei talent, perché magari quel contesto li avrebbe potuti cambiare, anche se credo che possa essere un grande aiuto e, ripeto, mi piacerebbe poter vivere un’esperienza del genere.

Segui un grande classico come il Festival di Sanremo e qual è il tuo punto di vista?

Seguo Sanremo e mi piace il fatto che negli ultimi anni si sta avvicinando molto ai giovani, io lo seguo ed è, anche se forse questo è sognare troppo, uno dei miei sogni.

Prima di salutarci vuoi parlarci dei prossimi progetti?

Sto lavorando a nuova musica che a breve verrà pubblicata, ho tante cose ancora che voglio raccontare e sto sistemando tutto per ricominciare a suonare in strada e trovare posti come locali dove esibirmi e cantare le mie canzoni.
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Un Dj producer che fa della musica la propria arte, il proprio stile di vita

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Ares Krieger nasce artisticamente nel 2015 sotto il nome di Krieger (ovvero guerriero nella lingua tedesca) al quale nel 2016 viene aggiunto Ares, il nome del dio greco della guerra, ma le battaglie che Gaetano (questo il suo vero nome) combatte sono quelle per ottenere il favore del suo pubblico, soprattutto, come sostiene lui stesso, “in un mondo in cui i DJ Producer sono talmente tanti che si fa fatica a raggiungere un obiettivo alto, e bisogna tentare di farsi strada e battere l’avversario”.

Il suo primo album NOISES è in stile techno minimale caricato inizialmente su soundcloud e subito dopo su piattaforme digitali più famose come beatport, spotify, google playstore e deezer; nel 2016 cambia il suo modo di produrre non basandosi solo sullo stile techno ma sperimentando nuove melodie dalle influenze elettroniche e ambient. Nello stessa anno produce “You don’t Know How i feel” assieme alla cantante Norvegese “Ratfoot” .

La cosa che sta più a cuore ad Ares Krieger è essere riconosciuto come chi fa della musica la propria arte, il suo stile di vita, il suo stato d’animo, una valvola di sfogo, come ha confidato a noi di Musica 361: “Io vivo di musica, praticamente, non c’è un giorno in cui non metta gli auricolari, non ascolti qualcosa, si scopre un mondo, perché ascoltando musica, un pezzo che ti piace, puoi pensare che da lì puoi  creare un remix, posso farci qualcosa, non c’è mai un limite”.

Vari sono i generi che ascolta dalla musica più leggera all’elettronica, dall’house all’hardcore: “I primi album avevano uno stile minimal, deep house poi con il tempo mi sono direzionato sullo stile ambient sperimentale, trip hop con melodie sempre più malinconiche. Mi sono immaginato lì, in Norvegia, in Russia in un posto sperduto in mezzo alla natura”.

Ma se i generi sono i più disparati, molto chiari sono gli artisti di riferimento: “Sin da piccolo ho sempre seguito Gabry Ponte come tutta la mia generazione, sentivo molto la dance, ascoltavo molto la radio, tipo M2O e volevo sempre di più conoscere questo mondo, quale era il ruolo del DJ, cosa faceva per divertire gli altri, quindi piano piano ho iniziato a capire questo ambiente e mi è cominciato a piacere tantissimo fino a che ho scoperto i primi programmi per mixare, sicuramente influenzato molto dalla musica dance di Ponte e D’Agostino”.

La sua passione per la musica lo spinge a seguire anche il Festival di Sanremo, apparentemente molto lontano dal suo stile (“lo seguo per ascoltare i progetti di altri artisti e pensare a qualche remix o mash up”) e per quanto riguarda i talent ci svela che ha ricevuto anche una proposta, ma per il momento preferisce non spingersi troppo lontano e concentrarsi sui suoi prossimi impegni: “Ora sto lavorando sempre sulla techno e sto rilasciando sempre su Spotify grazie alle mie etichette Boot Records ed Energie Power Radio, sì un progetto c’è: Purple, un progetto che va avanti da parecchi anni, questo inverno uscirà il volume 7”.

 

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Prosegue il tour di uno dei principali cantautori della scena contemporanea italiana

Lucio Corsi tour
Foto: Ufficio Stampa

 

Lucio Corsi, cantautore toscano classe 1993, si è affermato sulla scena cantautoriale mescolando in modo originale il rock d’autore e le sonorità folk, diventando così un artista riconoscibile grazie alla sua cifra unica. Il 2022 è stato l’anno in cui ha presentato il suo ultimo progetto “La gente che sogna” (Sugar Music), un album in cui il glam rock incontra uno sguardo bambinesco incantato sul mondo.

Durante la prima parte del tour, avvenuta nel periodo estivo, è stato riscontrato uno strepitoso successo, ora per gli appassionati suoi fans c’è la possibilità di assaporare i brani del cantante in sette tappe che sono fissate per questo autunno-inverno, sicuri che bisserà la grande affermazione di critica e di pubblico che ha conseguito durante la bella stagione.

Il primo appuntamento è fissato per il 6 ottobre alla Latteria Molloy / Musica da Bere di Brescia, il 7 ottobre a Piazza del Popolo a Faenza in occasione del MEI. Il 10 novembre Lucio si esibirà presso lo Spazioporto di Taranto, il 24 novembre al The Cage di Livorno, il 15 dicembre allo Studio Foce di Lugano per poi terminare il 20 gennaio al Cinema Teatro Magda Olivero di Saluzzo e il 26 gennaio all’Orion di Roma.

Lucio Corsi porterà in giro per l’Italia il suo vortice di utopia e mistero, realtà e immaginazione ricordando al suo folto e attento pubblico l’importanza di non  smettere mai di sognare e non sarà solo, con lui i suoi talentuosi musicisti: alla batteria Marco Ronconi, alle tastiere e all’organo elettrico Giulio Grillo, al basso Tommaso Cardelli, al pianoforte Iacopo Nieri e alla chitarra elettrica e slide guitar Filippo Scandroglio.

Lucio Corsi tour: le date

6 Ottobre – Brescia – Latteria Molloy / Musica da Bere

7 Ottobre – Faenza (RA) – Piazza del Popolo / MEI

10 Novembre – Taranto – Spazioporto

24 Novembre – Livorno – The Cage

15 Dicembre – Lugano (CH) – Studio Foce

20 Gennaio – Saluzzo (CN) – Cinema Teatro Magda Olivero

26 Gennaio – Roma – Orion

 

 

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Sabato 23 settembre si alterneranno sul palco cinque band rock

Rock'n'Roll Milano

 

Sabato 23 settembre a partire dalle 21:00 al Rock’n’roll in via Giuseppe Bruschetti 11 a Milano, si alterneranno sul palco cinque band rock: “Presi Male”, “Soviet Space Dogs”, “Neshamà”, “CreepShow” e “Distimia”. A seguire, un dj set sempre a tema rock by Good Guys.

Presi Male è un progetto completamente italiano che racconta realtà distorte e sogni iper-realistici in chiave surreale. Una potenza di fuoco non indifferente caricata esclusivamente a caramelle gommose.

Piacevoli come una birra ghiacciata in spiaggia, trascinano gli spettatori in un cabaret punk rock insolito che non trova spazio in chi si prende troppo sul serio.

Band coinvolgente composta da 2 gemelli e 2 Andrea, gente alla mano di provincia che suona insieme da più di 15 anni. All’attivo con un ep e un solo album usciranno a brevissimo con un nuovo disco.

I Soviet Space Dogs nascono nel 2022 a Cinisello e, come tutte le band che si rispettino, si sono formati per caso e per fortuna. Servivano dei musicisti per degli eventi sul territorio, e così, in veste di Nasty Neighbours, si sono ritrovati a suonare insieme.

Inizialmente proponevano un repertorio di cover grunge, ma si sono presto resi conto di avere delle idee inedite da condividere e concretizzare. Si ispirano a diversi generi ed artisti, dallo stoner al grunge, dall’alternative rock italiano al rock psichedelico.

I Neshamà sono una band hard rock che porta avanti il proprio progetto artistico con l’intento di sposare musica e riflessioni esistenziali in un particolare connubio che permetta al pubblico di divertirsi, sentendosi parte attiva dello show, ricevendo allo stesso tempo provocatori spunti di riflessioni che azioneranno un dialogo aperto tra tutti i presenti.

I Neshamà all’attivo hanno un concept album, “Animante”, caratterizzato da brani dai colori fortemente rock prog, intervallati da momenti atmosferici e da reading in cui si svelano le trame di questo viaggio musicale completamente incentrato sul dialogo interiore di un uomo con la sua anima.

I CreepShow propongono un tributo alla band americana “SKID ROW” attraverso il loro repertorio più significativo. Da “Skid row” a “Subhuman Race” passando per “Slave to the grind”, il loro tributo esprime tutta l’energia e la grinta con pezzi diventati pietre miliari nella storia dell’hard rock.

La band è composta da musicisti non di primo pelo, ognuno con la propria esperienza artistica, sia live che in studio, con curriculum di tutto rispetto. Nel corso del 2023 hanno partecipato a diversi contest per farsi conoscere, riscontrando sempre grande partecipazione ed energia da parte del pubblico e delle giurie.

I Distimia sono un progetto Metal di ambiziose origini: la band riesce a mescolare spettacolo e sonorità in una esplosiva soluzione di brutale dolcezza. La maschera come simbolo e incipit compositivo, è accessorio caratteristico della band.

I biglietti per poter partecipare all’evento sono disponibili esclusivamente online a questo link.

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17 settembre 2023 ad Ariccia Piazza di Corte ore 20.30

 

Ponte D'Oro 2.0

 

Torna ad Ariccia il Festival della musica emergente e sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare alla Prima edizione del Festival “Ponte D’Oro 2.0”, direttore artistico Tony Riggi, che si terrà il 15 16 settembre, per i partecipanti e serata finale presentata da Ovidio Martucci il 17 settembre alle 20.30 ad Ariccia in Piazza di Corte.

Il Festival, con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale della cittadina, già nota per il suo importante e storico Festival, è organizzato e gestito da Tony Riggi, per Arcadia, che racconta: “Per me organizzare questo festival corrisponde a portare i giovani verso la musica e verso soddisfazioni ed emozioni uniche, la nostra intenzione è di far ripartire questo appuntamento della musica ad Ariccia che ha dato i natali artistici ad alcuni tra i più grandi artisti italiani con il festival allora organizzato da Teddy Reno.”

Il sindaco Gianluca Staccoli afferma: “L’Amministrazione Comunale lieta di patrocinare un’iniziativa come questa che offre, attraverso la musica,  la possibilità ai giovani di farsi conoscere e alla nostra Città  un’importante occasione di visibilità, ha messo a disposizione per la serata finale del Festival,  Piazza di Corte, che  rappresenta il salotto buono di Ariccia e dei Castelli Romani e merita di essere valorizzata in tutte le occasioni possibili.”

Soddisfazione anche del consigliere comunale delegato a Sport-Turismo e Spettacolo Danilo Costantini che dice: “Questo appuntamento sarà sicuramente un bell’ evento musicale che darà prospettiva e visibilità a tanti giovani, per raccogliere l’eredità di un grande festival, fermo da molti anni, che ha registrato in passato il successo di molti big della musica italiana, in particolare Rita Pavone, Claudio Baglioni, i Vianella solo per citarne alcuni.”

Alla serata finale molti ospiti tra cui Stefano De Martino autore e Patron del Premio Lunezia e Loredana D’Anghera docente di canto al Conservatorio di Parma e sul palco anche il direttore artistico Tony Riggi con la sua band i The Knights Templar.

La giuria, con Presidente Claudio Berardinelli (manager e produttore di Rita Pavone, con Teddy Reno, di Patty Pravo e nel management di Noemi), è composta dall’Avvocato Leopoldo Lombardi legale di Xfactor e di molti artisti italiani, Ivano Trau  noto rumorista internazionale e  Catiuscia Siddi (entrambi patron del Talent Fuoriclasse). Filippo Broglia (amministratore di RECmedia comunicazione e promozione, ufficio stampa dell’evento), Massimiliano Agati (già batterista di Marco Masini), Stefano Sovrani (autore colonne sonore di film Federico Fellini), Roberto Del Monte (dir. Big Soul Mama Gruppo già collaboratore di Tiziano Ferro), Enzo Rossi (autore di Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo, Franco Ricciardi, Sal Da Vinci e altri), Danilo Riccardi (già collaboratore di Renato Zero) e Ciro Imperato (Discografico Tilt Corporate)

Saranno inoltre presenti Alfonso Paganini, il Sindaco di Ariccia Gianluca Staccoli  il Consigliere comunale delegato allo Sport e Cultura Danilo Costantini più altre personalità del mondo dello sport ed eccellenze di Ariccia.

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Giuditta: continua il tour in tutta Italia, per la presentazione dell’omonimo EP d’esordio

Giuditta: continua il tour in tutta Italia
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Giuditta: abbiamo intervistato Francesca Cordone, cantante e autrice dei testi della band bresciana che ci ha parlato del loro progetto, rivelandoci anche le prossime date del tour

Continua il ricco tour dei GIUDITTA, intensa alternative rock band di Brescia, per presentare i brani dell’omonimo EP d’esordio e alcune nuove canzoni dalle sonorità post rock e shoegaze, che faranno parte del prossimo progetto in studio: un’occasione per conoscere quel live, intenso e muscolare, che ha permesso loro di essere la Best Band Lombardia all’Arezzo Wave Love Festival del 2021.

Giuditta è una realtà nata nel 2020 dall’incontro di quattro musicisti attivi già da tempo nella scena bresciana. Il progetto, co-fondato da Francesca Cordone (voce e parole) e da Ludovico Di Meco (basso e arrangiamento), ha trovato la sua realizzazione con l’arrivo di Francesco Regazzoli alla chitarra e di Jury Suardi alla batteria.

Ciao Francesca, è appena terminato il vostro tour estivo, come è andato? Che sensazioni ti ha trasmesso?

Il tour è andato bene, è stata un’esperienza nuova per noi perché noi quattro non eravamo mai stati insieme per così tanto tempo. Bello, ma impegnativo: siamo persone molto diverse unite da questo progetto, ma dividere lo spazio musicale è bello tosto.

Particolare è il nome della band, Giuditta, che ha rimandi biblici, un modo anche per parlare di argomenti importanti…

Sì, è nato dal quadro di Klimt, da una Giuditta che per la prima volta guarda lo spettatore, solitamente era stata sempre raffigurata con lei che tiene la testa di Oloferne, quindi quasi come se fosse un personaggio secondario rispetto alla narrazione principale. Un nome femminile che possa rappresentarci e una voce che guarda lo spettatore ed è in grado di raccontarsi e questo cerchiamo di farlo con le nostre canzoni.

Una figura femminile che vuole determinarsi e che rappresenta il diritto alla propria individualità”, in linea quindi con le tematiche attuali dei diritti delle donne e della parità di genere…

Certo, assolutamente sì, non sono temi che affrontiamo in maniera frontale, ma se uno ascolta il testo di “Corri qui”, è un testo che parla di diritti anche se non lo fa in maniera diretta, non vogliamo questa chiave di lettura unica, vorremmo riuscire a lasciare una libertà di ascolto, ognuno ci può leggere quello che vuole.

Giuditta
Giuditta

Siete nati in pieno lockdown, un momento drammatico…

Conte ha fissato il primo lockdown due giorni dopo che noi c’eravamo incontrati per la prima volta in sala prove. Da un lato l’abbiamo preso come un segno del destino, nel senso di “fermiamoci qua”, dall’altro si era raddoppiato il tempo a casa e questo tempo ci ha dato la possibilità di lavorare, anche se lavorare da remoto per la musica è improponibile.

Il vostro album d’esordio è Giuditta, vuoi parlarcene?

L’album è stato una scommessa nel senso che noi avevamo questo progetto di registrare tutti e 12 i brani che avevamo pronti, ma ci siamo scontrati col fatto che avremmo dovuto autoprodurcelo e abbiamo fatto tutto in presa diretta, a livello discografico non premia ma serviva tanto a noi per confrontarci la prima volta. Alla fine abbiamo scelto 5 brani che potessero rappresentare anche gli altri che mancavano.

Come definireste il vostro genere?

Ci hanno definito Alternative Rock con un misto di cantautorato e lasciamo questa definizione, anche se noi non ci definiamo perché veniamo da quattro scuole musicali diverse

Avrete quindi riferimenti artistici diversi?

Ah, litighiamo sempre (ride), il bassista, Ludovico, viene dal Jazz, poi c’è Juri che ha suonato di tutto dal metal al rap, io vengo dalla classica, sono una violinista e il chitarrista Francesco viene dal folk; ma noi crediamo poco nelle fazioni e riusciamo ad andare d’accordo con il confronto.

Cosa ne pensate dei talent?

Penso che scegliendo di non avere una produzione del disco che abbiamo appena fatto già stiamo dicendo tra le righe che vogliamo vedere cosa riusciamo a fare noi da soli. Il talent oggi è lontano da nostro percorso. Se dovessimo scegliere se “accorciare la strada” partecipando a un talent o se continuare a fare un percorso più lungo, però il proprio percorso, ad oggi noi sceglieremmo la seconda strada

Dopo questo tour avete altri progetti per il futuro?

Noi adesso andiamo avanti a suonare, siamo il 7 settembre al Bachelite Club a Milano, il 15 al C.I.Q., il 23 a Pavia a Castle Rock, il 7 ottobre all’Arci Stella di Parma e il 23 all’Osteria del Fico a Cremona, queste sono date sicure ma a settembre e ottobre ce ne saranno altre.

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