Giacomo Contro: Il suo repertorio spazia dal repertorio lirico a quello antico/barocco e a quello contemporaneo

Musica a Teatro: Giacomo Contro il baritono appassionato
Ho studiato arte scenica ma ho anche fatto parte di una compagnia teatrale. Il resto è tutta esperienza di palco (Foto © Mauro Montanari)

Ha inciso dischi sia di musica antica (Sacred Liturgy in Bologna, ed. Urania Records; Azione Teatrale di G.B.Martini, ed. Tactus) sia di musica contemporanea (Bicinium, Ed. Tactus; Quattro lembi di cielo, ed. Bongiovanni), oltre ad altri dischi come la “Via Crucis” di Liszt ed. Amadeus.

A livello operistico ha debuttato in ruoli quali: Figaro e Fiorello (Barbiere di Siviglia, Rossini), Mill e Slook (Cambiale di Matrimonio, Rossini), Leporello (Don Giovanni, Mozart), Alfio (Cavalleria Rusticana, Mascagni), Giorgio Germont e il Marchese (Traviata, Verdi), Dott. Malatesta (Don Pasquale, Donizetti), Belcore (Elisir D’amore, Donizetti), Morales (Carmen, Bizet), Marullo (Rigoletto, Verdi), Jago (Ernani, Verdi), Il sagrestano (Tosca, Puccini), Lucifero (La Resurrezione, Handel), Capo del Popolo (Il Mosè, Colonna), cantando in molti teatri Italiani e esteri (Germania, Svizzera, Malta, Francia).

Ha riservato parte dei suoi studi e del suo lavoro anche alla ricerca musicale e al canto sacro antico e barocco, curando ricerche e trascrizioni musicali per l’ensemble vocale SAN PIETRO e per molti privati, portando alla luce come direttore musicale e trascrittore il sopra citato disco “SACRED LITURGY IN BOLOGNA” edito da Urania Records 2021.

Mi racconti come ti sei avvicinato alla Musica? Era praticata in famiglia?

Fortunatamente la musica è sempre stata presente in casa: i miei genitori, seppur in maniera più o meno amatoriale sono grandi amanti della musica, in particolare quella sacra.

Loro facevano parte di un importante gruppo di musica medievale degli anni novanta, l’Ensemble Weltgesang, con il quale hanno inciso dischi anche per case internazionali come la Fonè, o partecipato a festival come il Ravenna Festival.

Perciò la musica è sempre stata presente in casa. Furono loro a mandarmi dal mio primo maestro di canto, il M° Delfo Menicucci, con il quale ho mosso i miei primi passi in questo mondo.

Che musica ascolti nei momenti di relax? Solo musica classica o anche “leggera”?

Ammetto che anche nei momenti di relax ascolto principalmente musica “classica”, in particolare musica strumentale nel ‘600 e del ‘700 italiano. Però non diniego certi artisti e stili più “moderni”, in particolare il jazz americano anni ’20, o qualche cantautore italiano.

E a proposito di musica “leggera” quali sono gli artisti che ti piacciono?

Non ho dubbi a scegliere il mio cantautore preferito: Giorgio Gaber. Non mi stanca mai ascoltarlo. Lo trovo geniale sotto molti punti di vista.

Hai cantato sia classico, barocco, romantico, contemporaneo…autori che preferisci?

Questa è la domanda più difficile in assoluto che potessi farmi! Guarda, dipende dalla circostanza.

Se sono in teatro adoro Rossini e Donizetti. Ogni volta che interpreto scenicamente questi due autori mi trovo come non mai a mio agio sul palco.

Se invece parliamo di stili/autori “concertistici” vado totalmente su un altro stile, ossia il rinascimentale e il barocco: tutti gli autori della grande polifonia dal ‘400 al ‘600, quindi da Palestrina, De Victoria, Morales, De Wert fino ai grandi compositori della scuola barocca: Monteverdi, Cazzati, Colonna, Perti, Gabrieli.

Come ti sembra sia il rapporto del pubblico oggi per l’opera lirica? Per la tua esperienza i giovani ne sono attratti?

Anche questa è una domanda (anzi, due domande) molto difficile. Il rapporto del pubblico oggi per l’opera secondo me si divide in due fasce: gli amanti sfegatati (i cosiddetti “loggionisti”) che però spesso cavalcano le onde delle star (del passato o del presente, e a torto o a ragione),

senza guardare minimamente a chi invece rimane “fermo” a ranghi “minori”. So di poter alzare un polverone, ma spesso noto nei grandi amanti della lirica una sorta di “distanziamento” tra i grandi teatri (e chi li calca) e i teatri “minori”, quando invece secondo me non dovrebbe esserci differenza.

L’altra fascia è quella invece di chi l’opera non la conosce, e magari ci si avvicina con non poca diffidenza.

Anche qui si creano secondo me molti disguidi: da una parte abbiamo il mondo dell’opera che prova a volte con successo ad avvicinarsi ai giovani o al grande pubblico con

trovate o progetti interessanti, altre volte invece con “soluzioni” talmente ardite o assurde che non fanno altro che allontanare il nuovo pubblico; dall’altra parte invece abbiamo i grandi media che presentano “soggetti” come cantanti lirici, quando invece ne sono l’esatto opposto, e alimentano solo errori, stereotipi e stupidate sul nostro mondo.

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Musica a Teatro: Giacomo Contro il baritono appassionato – Il pubblico che ascolta l’ opera oggi secondo me si divide in due fasce: gli amanti sfegatati e chi non la conosce e ci si accosta con diffidenza (Foto © Giovanni Modesti)

Dimmi qualcosa sulle tue ricerche …

Dal 2014 circa, insieme ad alcuni colleghi di Bologna, in particolare i M° Antonio Lorenzoni e Lars Magnus Hvass Pujol, abbiamo avviato una serie di ricerche sul repertorio musicale conservato presso l’archivio diocesano musicale della cattedrale di Bologna.

Grazie all’importantissimo contributo e conoscenze dei miei colleghi, in particolare dell’archivista, il Dott. Pujol, abbiamo quindi scoperto una autentica miniera d’oro di musiche inedite, inesplorate, che aprono ad una infinità di progetti editoriali e discografici.

Infatti quest’anno abbiamo realizzato il nostro primo disco dedicato a questo repertorio, inciso per Urania Records, “SACRED LITURGY IN BOLOGNA”, registrato con il gruppo di cui sono direttore artistico, l’”Ensemble bolognese SAN PIETRO”.

Partecipi a “rappresentazioni storiche” in costume, mi pare … sulla prima guerra mondiale? Come è nata questa passione? Ti aiuta dal punto di vista attoriale per il tuo lavoro in scena?

Sulla seconda, precisamente! Allora, la passione per la storia l’ho sempre avuta, soprattutto sulla seconda guerra mondiale, ma 3 anni fa circa, una persona cara mi ha avvicinato a questo mondo fantastico della rievocazione.

Un mondo dove la storia veramente prende vita, e aiutiamo tantissima gente a riscoprire il nostro passato e passaggi fondamentali che ci hanno portato ad essere ciò che siamo oggi, ossia un paese libero.

Dal punto di vista attoriale in realtà non mi aiuta, ma non mi danneggia neanche, anche se in certi momenti avere capacità attoriali aiuta anche in questo “settore”.

Quello che mi aiuta veramente al di fuori del mondo professionale per il mondo teatrale e ovviamente viceversa, è la riscoperta del GDR, ossia dei giochi di ruolo.

Momenti sì di svago, ma dove ci si immerge totalmente nell’interpretazione, personalizzazione, a 360 gradi di personaggi, interrelazioni e introspezioni. Un “gioco” che però per un attore/cantante lirico è veramente un punto importante sì di svago ma anche di “prova”.

Hai repliche in programma di opere diverse. Quali sono? E mi parli dei prossimi progetti?

Se tutto va come deve andare sarà un’estate calda (sotto ogni punto di vista), e per fortuna, i teatri riaprendo, vedo all’orizzonte parecchie opportunità lavorative.

Interpreterò alcuni ruoli che personalmente adoro fare (o addirittura in cui andrò a debuttare): il dott. Malatesta, dal Don Pasquale di Donizetti presso Villa Angeli a Mantova, il Sagrestano, in Tosca di Puccini presso l’arena Rufus Thomas Park di Porretta Terme, poi sarò

corista e comprimario nel Barbiere di Siviglia a Cortina, ma soprattutto debutterò in un ruolo che ambisco da anni, il RE in Aida di Verdi, che non solo è un ruolo sì di comprimario, ma di grande spicco, e avverrà  all’estero, a Francoforte, per la produzione “OPERA CLASSICA EUROPA”, con la quale ho lavorato diversi anni fa, insieme ad artisti di enorme calibro come John Osborn.

Opere “a parte” non abbandonerò certamente il repertorio antico e barocco, partecipando a festival come “Tocco Barocco” di Verona, “Alto Reno MusicAntica Festival” di Bologna, e a un altro importante evento: con l’ensemble bolognese SAN PIETRO siamo stati scelti per eseguire

in prima assoluta mondiale a Cupra Montana nell’ambito del concerto dell’accademia Erard-La Marca Harmonica presso il teatro “Concordia” inaugurato proprio quest’anno, le partiture sacre di Nicolò Bonanni: responsori, tantum ergo, te deum e litanie per soli (di cui io sarò uno di questi), ensemble polifonico e orchestra.

Musica a Teatro: Giacomo Contro il baritono appassionato
Musica a Teatro: Giacomo Contro il baritono appassionato – In teatro mi trovo a mio agio con Rossini e Donizetti, ma adoro cantare in concerto tutti gli autori della grande polifonia, dal ‘400 al ‘600 (Foto © Angelo Palmieri)

Hai studiato anche recitazione?

Ho fatto 10 anni di “studio” con una compagnia teatrale amatoriale diretta da uno di questi registi/attori usciti dalla vecchia “scuola” delle compagnie attoriali anni 30-40, molto in stile “Capocomico”.

Ovviamente ho fatto anche i corsi di Arte scenica in conservatorio, ma per il resto è tutta esperienza di palco, che appunto, calco da parecchi anni, oltre che ovviamente di “phisique du role”.

Buona musica in scena, allora!

La musica ci insegna ad ascoltare. Io sono in perenne ascolto

Musica a Teatro: Maria Laura Platania
Maria Laura Platania Con mia sorella Brunella, con cui ho condiviso “Il Sogno” dell’Accademia (photo © Alex Bresciani)

Oggi incontriamo Maria Laura Platania, che è nata a Roma ma vive nelle Marche. È stata docente di lettere, è giornalista pubblicista, scrittrice, direttore artistico e regista, ha fondato la “Piccola Casa delle Arti, dove le storie cominciano” sede pollentina dell’Accademia Platafisica, scuola di Teatro e Musical.

Ha al suo attivo numerose collaborazioni in radio e si occupa anche di cinema. Scrive romanzi e libretti per musicals. Attrice di prosa, la sua passionaccia è il Musical, tanto che fino a poco tempo fa non si perdeva una prima a Londra.

Accademia si avvale della collaborazione di importanti realtà e personalità del mondo del teatro e del musical da Giò di Tonno a Graziano Galatone, solo per citare, oltre a professionalità residenziali quali il Maestro di recitazione Francesco Facciolli, il vocal coach Massimiliano Luciani, la docente di movimenti coreografici Maestra Elisa Teodori. Direttore artistico e Maestro Coreografo Marcello Sindici

Maria Laura, che musica ascolti abitualmente nel privato?

“Se la musica è troppo alta tu sei troppo vecchio” è una battuta del maligno del Rock Ozzy Osbourne, che nasconde una verità grande.

Più gli anni passano più mi catturano parole di senso, lo sposalizio perfetto tra testo e melodia.

Ho sempre amato il grande cantautorato italiano, da Dalla a De Andrè, da De Gregori a Conte, per citare. Ero adolescente negli anni della rivoluzione musicale che arrivava da Berkley, i Dylan, le Baez… grandi contenuti. Ascolto ancora con passione Simon & Garfunkel e mi commuovo nel ripercorrere il mio “Giulio Cesare” con i sandali di Antonello Venditti…

Non sono ancorata al passato, ma ho difficoltà a trovare consonanza col presente.

In Big Saloon, albo di esordio di 15 anni fa, di Beatrice Antolini, polistrumentista, cantautrice e produttrice discografica, c’è una dedica a me che mi lusinga e mi inquadra. Beatrice lo scorso anno era la Direttrice d’Orchestra di Achille Lauro. Ottima direzione, ma l’artista citato non mi corrisponde. Ecco, mi piace Francesco Gabbani.

Ovviamente il musical è passione. Fino allo scorso anno non ho mancato una novità a Londra.

Maria Laura Platania
Come dice Shakespeare “lo scopo dell’arte è dare una forma alla vita” (photo © Maria Laura Platania)

E il tuo rapporto con la musica sul lavoro?

Il mio è un profilo multitasking. Ho esordito come attrice nel Vivaio di Elsa De Giorgi, sono giornalista e mi sono occupata per anni di critica d’opera, ho insegnato per altrettanto innumerevoli anni, scrivo romanzi. Ogni aspetto è poesia, ogni aspetto è musica.

Aveva ragione il grande Ezio Bosso: la musica ci insegna ad ascoltare. Io sono in perenne ascolto

Mi parli della Scuola? Da dove è venuta l’idea?

Come professoressa ho sempre individuato nel teatro e nella musica quell’educazione alla bellezza che apre le porte del mondo e del cuore. Ho fatto Compagnia, creato spettacoli che sono rimasti incisi nel cuore dei ragazzi. Ho capito quanto fosse importante non disperdere quel patrimonio, senza banalizzarlo. Sono innamorata della letteratura e ho sempre puntato sul senso delle cose che è poi il senso del teatro, il suo grande messaggio

Ho poi una sorella, Brunella Platania, professionista nel mondo del Musical e abbiamo deciso insieme di creare qualcosa di innovativo e così è nata ACCADEMIA PLATAFISICA, gioco quasi enigmistico tra la Patafisica di Jarry e il nostro cognome: una scuola di Teatro e Musical territoriale e diffusa. Abbiamo immaginato Accademia come un fulcro intorno al quale ruotassero artisti di livello nazionale, capaci di nutrire i giovani e meno giovani talenti, abbiamo pensato a quanto sarebbe stato bello potere avere a disposizione in un unico luogo tante personalità che avessero plasmato e generosamente messo a disposizione il loro valore.

Tanto generosi da dividere il palco con gli allievi.

La realizzazione di un sogno…

Un sogno? Si, senza dubbio. Tra Fame e Glee: un sogno fatto di solida realtà. E ci siamo riuscite, oggi abbiamo tre sedi: Macerata, Roma, Monterotondo.

Certo questa situazione attuale, della pandemia intendo, ci ha spiazzato, come tutti, ma non spezzato. Abbiamo cercato di mantenere viva la passione con lezioni online e abbiamo prodotto due video, l’ultimo in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

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Il musical è tutto, teatro, musica, divertimento, colori, vita (photo © Maria Laura Platania)

Quali sono i nuovi progetti?

“FUTURA” sarà il nostro nuovo spettacolo. Serve speranza per ripartire, certo anche aiuto dallo Stato, valorizzazione di ogni realtà che si spende per la bellezza.

Ci sarà una scuola di scrittura drammaturgica, la passione per la letteratura non mi abbandona.

La rubrica settimanale on line “Hook the Book” (in cui parliamo di libri e facciamo interviste) ogni giovedì, proposta a quattro mani con Brunella è la prova.

Abbiamo un bel vivaio, aspettiamo nuovi allievi di ogni età: la scuola è per appassionati oltre che per futuri professionisti.

Ci sono poi Dieci Piccoli Indiani che scalpitano da un anno dentro il cassetto, ricacciati in fretta a ruoli assegnati e prove iniziate.  Penso proprio che torneranno a rivedere le stelle.

Presto….

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