Ave Rico: “Lonely” il nuovo singolo, un brano introspettivo dalle sonorità malinconiche, un urlo disperato alla solitudine che egli stesso combatte attraverso la musica
Riccardo Celi, in arte Ave Rico, è un cantautore torinese che mischia il pop con il punk con uno approccio moderno. Il suo progetto stilistico, coerente e in linea con la sua persona, porta la propria emotività su un altro piano. Il suo nuovo singolo, “Lonely”, è un brano introspettivo dalle sonorità malinconiche, un urlo disperato alla solitudine che egli stesso combatte attraverso la musica, unica via di fuga per non sentirsi veramente solo. Questo viaggio si conclude con una nota positiva, suonare e cantare sono l’unico vero strumento di salvezza per un artista.
Buongiorno e di nuovo bentrovati ai nostri lettori. Oggi siamo qui con Riccardo Celi, piacere di conoscerti! Come stai?
Ciao a tutti, piacere mio! Questo è un bel periodo, si spinge molto sull’acceleratore e non ci si rilassa mai. Sto vedendo i primi risultati attraverso il lavoro e le persone che mi stanno intorno, sono molto contento, mi dà la forza di continuare a crederci e di non mollare.
Come hai scelto il tuo nome d’arte Ave Rico?
Prima di uscire con questo nome, avevo una band metalcore, che era il mio progetto di vita insieme ai miei amici. Quando finì tutto ciò, mi crollò il mondo addosso perché non avevo altre strade percorribili. Mi sono ritrovato da solo e un po’ perso, e un giorno mentre mi ero chiuso a scrivere mi ero imbattuto nel significato di Ave come saluto; avevo letto che oltre al saluto dei gladiatori, era usato anche come augurio di buona fortuna per un nuovo viaggio. Capii che era ciò di cui avevo bisogno e gli ho affiancato Rico come diminutivo del mio nome.
Vivi la tua vita in funzione della musica?
Da sempre occupa tutta la mia vita, non è ancora il mio lavoro e il mio unico obiettivo è farlo diventare tale. Voglio poter vivere di musica. Oggi, più che una passione, la definisco un’ossessione.
Quando hai capito che era la tua ossessione?
Mi sono approcciato alla musica all’età di 16-17 anni, non ero piccolissimo. Ricordo che da adolescente avevo provato a suonare la chitarra e penso che ci sia andato in fissa dopo le prime lezioni. Scoprii uno spartito degli Iron Maiden e piombai in un buco nero. Tutto iniziò con loro che per me hanno rappresentato un bel punto cardinale.
“L’ossessione batterà sempre il talento”. Ti ci ritrovi in questa frase?
Verissimo! È la mia religione. L’allenamento e la fame superano ogni cosa.
Un episodio della tua gavetta che porti nel cuore?
In un paesino qui vicino a Torino, c’era una piazza, una specie di auditorium all’aperto; sognavo di suonarci con la mia band e dopo 2-3 anni che suonavamo lì in zona, siamo riusciti a realizzarlo. Me lo porto dentro e lo custodisco in un angolo del mio cuore. È stato come dire “tutto si può fare, niente è impossibile!”
Quando senti che ti arriva l’ispirazione come procedi?
Tendo a scrivere in due modi: qualcosa di getto, che esce fuori più come uno sfogo emotivo che ti mantiene un equilibrio mentale senza rivali. È molto terapeutico come processo, a tratti anche salvifico. L’altro modo è in compagnia, faccio sessioni in studio con degli amici, scriviamo pezzi a 4 o 6 mani. Generalmente produco, faccio melodie e metto anche nero su bianco insieme a loro. Condivido e collaboro con tanta gente e mi piace molto questa parte della medaglia. Ti fa amare con chi lavori e ti fa scoprire il prossimo.
Concentriamoci ora sul tuo nuovo singolo, “Lonely”: ci racconti la sua dietrologia?
Nasce come un’esigenza personale, riferendomi al primo approccio di scrittura citato sopra. Avevo messo giù una bozza con la prima strofa e il ritornello. Una sera ero particolarmente triste e malinconico, generalmente di notte in cui ci ritroviamo da soli con i nostri pensieri. È un grido di tranquillità e di soddisfazione nel poter dire che, grazie alla musica, non mi sento mai solo effettivamente. Canto per abbattere la solitudine.
L’hai scritta di notte?
Sì, come sempre del resto. La notte mi stimola di più, è magica. Ci sono meno notifiche, meno rumori, influisce tantissimo. La fine della giornata coincide con l’accumulo di riflessioni quotidiane, canalizzi tutto e senti il bisogno di sfogarti prima di andare a dormire.
Il titolo è significativo perché indica uno status da cui sei partito. Avevi bisogno di scrivere di una canzone del genere?
L’esigenza guida le mie giornate, seguo la mia emotività e cerco di non bloccarla mai. Molto spesso è fuori dal mio controllo ma lascio sempre fluire ciò che mi passa per la testa. Non decido io come sentirmi e cosa provare, non voglio domare i sentimenti ma accoglierli e trasformali in energia e produttività.
Cosa speri che recepisca l’ascoltatore?
La prima speranza è che possa emozionare. La seconda è di non sentirsi Lonely; ho fatto questa canzone per non sentirmi così e spero che susciti lo stesso effetto anche per chi l’ascolta.
Cosa vuoi che le persone si aspettino dalla tua musica?
Tanta energia e condivisione, e la sincerità soprattutto. Spero sempre che gli altri si aspettino che io rimanga onesto e sincero con tutti, sia con la musica che faccio che con le parole che uso. Voglio dare sempre il massimo.
Il 2024 è stato un anno ricco di singoli per te. Hanno delle analogie in comune?
La voglia di migliorarsi e di rimanere sinceri nel parlare di sentimenti. Dico sempre che faccio pop/punk ma in realtà non lo è, mi inquadro più nel cantautorato. Quello che spero che unisca tutti i miei singoli è la bellezza di potersi esprimere coerentemente.
Hai conservato degli elementi del Riccardo adolescente che ad oggi sono ancora intatti?
L’energia che mi dà la musica penso che non sia mai cambiata. Sono ancora preso bene quando produco, sono proprio gasato come la prima volta. L’euforia e l’entusiasmo che ho dentro sono il mio motore.
Come gestisci i tuoi canali social?
I social sono lo strumento più potente che ho come artista, è giusto sfruttarli al meglio e ottenere tutti i risultati possibili. Sono l’arma giusta per il mio sfogo di produttività. Pubblico due/tre cover nuove al giorno e sto dando un senso a tutta l’energia che ho dentro. Penso al mio profilo Instagram come la televisione di Ave Rico; ogni volta c’è un programma diverso, una trasmissione continua h24. Inoltre, faccio anche molte live su TikTok e su Twitch, attiro tanta gente simile a me come modi di fare e di pensare. Quando qualcuno si innamora di te per la persona che sei ancor prima di quello che fai la puoi considerare già una vittoria.
Che effetto ti fa un tuo concerto?
È il momento della verità, intesa proprio come connessione tra me e il pubblico. Si crea una magia, uno scambio reciproco di emozioni.
Progetti in cantiere per il futuro?
Sto iniziando a lavorare anche come autore e come producer, entrambi mi stanno appassionando. Sto collaborando con diversi artisti.
Un sogno che hai nel cassetto?
Se devo sparare alto ti dico fare un palazzetto, un forum. Fare un live di quelli epici.