Ben prima delle folle oceaniche di Baglioni, Vasco e Ligabue furono per primi i cantautori Francesco De Gregori e Lucio Dalla a riempire gli stadi. Correva l’anno di “Banana Republic”, 1979: una affascinante e fondamentale tappa della nostra storia musicale, documentata nel libro del giornalista Ferdinando Molteni.
Tra le vittime di drammatici momenti legati ad alcuni concerti negli anni ’70 come non ricordare il caso di Francesco De Gregori. Sembrava improbabile che dopo la ferita del “processo” subìto al Palalido di Milano nella primavera del 1976 il cantautore avesse voglia di tornare in scena.
Per qualche mese quasi sparì, poi risorse nell’aprile del 1978 pubblicando De Gregori, LP che si apriva con Generale, diventato uno dei suoi brani-manifesto. E per la promozione dell’album nel luglio di quello stesso anno si esibì persino in concerto con Lucio Dalla, in quel momento all’apice del successo: i suoi dischi erano i più venduti e L’anno che verrà aveva stregato tutti.
Poteva sembrare un episodio singolare ma quell’incontro rappresentò invece il preludio a una ben più prolifica collaborazione.
Cavalcando una vera sintonia non solo nel dicembre 1978 i due firmano Ma come fanno i marinai, «nata a pranzo, quando dopo il caffè ci siamo messi a suonare», come spiegò candidamente De Gregori ma accettarono la sfida di mettere in piedi un’imponente tournée negli stadi: Banana Republic.
Mobilitarono uno staff di produttori, tecnici e musicisti mai visto fino ad allora in Italia:
un vero azzardo in un paese nel quale ancora c’era chi abitualmente sfogava durante i concerti una propria violenza politica, alla quale neppure Dalla era rimasto immune.
“Banana Republic” invece non solo registrò una incredibile e ordinata affluenza di pubblico senza precedenti ma Dalla e De Gregori diedero di fatto inizio ad una nuova era di musica dal vivo diventando una sorta di primissime e atipiche rockstar nostrane.
Come e perché accadde tutto questo?
A 40 anni di distanza il giornalista Ferdinando Molteni in Banana Republic 1979 (Vololibero, 2019) intrecciando documenti d’epoca e parole dei protagonisti e colleghi come Ron e gli Stadio, riporta alla luce genesi, retroscena inediti, curiosità su canzoni, liti, criticità e amicizie dietro ad un tour seguito da seicentomila persone, un disco che scalò le classifiche e persino un film che arrivò nelle sale cinematografiche a consolare chi, come molti di noi, quei concerti non li aveva visti. Non solo per fan.