Bellavista: il cantante emergente di Napoli si racconta in questa intervista
Come mai questo nome “Bellavista”?
Innanzitutto la parola bellavista è legata alla mia infanzia, in quanto la mia famiglia aveva un ristorantino che si chiamava “Bellavista” e poi perché adoro il film ‘Così parlò Bellavista’ di Luciano De Crescenzo. Mi piaceva molto il protagonista, che ha uno spirito critico e denuncia gli aspetti più strani della sua terra. La coincidenza tra le due cose non poteva rimanere una casualità.
Hai parlato di terra e di denuncia. Cosa ne pensi dei rapper campani che utilizzano le proprie canzoni anche come forma di denuncia?
Oggi il rap è diventata una tendenza, una moda. Se uno ha qualcosa da dire, al di là dello stile, va sempre bene. Io non ho mai pensato di avvicinarmi a quel genere, non fa per me, sono contro l’omologazione. Il disco vuole essere una controtendenza.
A proposito dell’album, parlacene un po
L’album è nato fondamentalmente per raccontare storie di persone che incontravo attraverso metafore e simboli. L’intero disco è un veicolo metaforico, lo stesso titolo (Tarantella nel castello Putipù) è un po’ strano, abbiamo utilizzato molte citazioni simpatiche.
Non credi che sarebbe stato meglio utilizzare un titolo più diretto e semplice?
Il titolo prende il nome da una canzone che si trova all’interno del disco per cui ho seguito quel filo. Poi a dir la verità io caratterialmente sono un po’ criptico e misterioso per cui credo che mi rispecchi molto.
Hai una personalità forte, ma c’è qualcuno da cui ti lasci influenzare?
In realtà a me piace molto scrivere quindi conosco bene i cantautori, posso citartene qualcuno come Dalla, De Gregori, Pino Daniele. Il mio primo amore però sono stati i Beatles.
Quali sono i brani più rappresentativi dell’album?
“Tutti” sarebbe banale come risposta, probabilmente quelli più autobiografici e quindi “La vera bellezza“, “L’Italienne” e “Il pilota con i baffi“.
Hai in mente delle collaborazioni?
Sono pronto a qualsiasi tipo si sinergia, dico sempre che la musica è la più alta forma di condivisione. Oggi impazzisco per Elio e le storie tese, potrebbe essere un avvicinamento molto onorato.
Progetti futuri?
Girare l’Italia, cantare, viaggiare. Ora mi concentro sulla promozione di questo album ma in realtà ne ho già un altro pronto.
Intervista a cura di: Paolo Aruffo