Edoardo Bennato è un artista acuto, colto, intelligente. La sua preparazione musicale gli ha dato la possibilità di apportare al cantautorato classico italiano un’impronta blues e soprattutto rock mai sentita prima del suo intervento.
Cantautore e polistrumentista nato a Napoli nel 1946, Edoardo Bennato è considerato uno dei maggiori rocker e cantautori italiani di sempre. Spinto alla musica dalla madre, fin da bambino assorbe l’influenza di alcuni artisti americani come Neil Sedaka, Paul Anka, e partenopei quali Renato Carosone e Aurelio Fierro. Registra 19 album in studio, dal disco d’esordio, Non farti cadere le braccia del 1973 a Burattino senza fili e Sono solo canzonette tra gli anni ’70 e ’80, fino ai giorni nostri con il suo ultimo disco Pronti a salpare.
Fra tutti questi Burattino senza fili è senza dubbio la punta di diamante di Bennato. Il “concept album”, uscito nel 1977 ha venduto circa un milione di copie risultando, quell’anno, l’album più venduto in Italia.
Il disco ripropone le vicissitudini di Pinocchio in chiave metaforica e mostra un doppio piano di lettura; la storia di Carlo Collodi tal quale e la riproposizione allegorica dei modelli dei personaggi in chiave moderna.
Edoardo Bennato propone un album destinato a entrare nella storia, come del resto vi entrò la fiaba italiana — che il cantautore riscrive in chiave moderna — nel 1883 quando venne pubblicata. Le avventure di Pinocchio lascia tutti senza parole e il simbolo proposto da Collodi diventa un’icona mondiale: l’America può vantarsi di uno dei classici Disney più famosi, il Giappone propone un alternativo “anime”, e nonostante i molteplici film proposti, il burattino continua ad avere rivisitazioni al cinema e a teatro. L’intero lavoro di Bennato corre su due linee parallele: da un lato c’è un episodio tratto dal romanzo, dall’altro ciò che quell’episodio rappresenta secondo il punto di vista del cantautore. Proprio per questo, l’album non segue l’ordine cronologico degli eventi descritti nel romanzo. La prima traccia propone addirittura una scena che si troverebbe dopo l’ultimo capitolo e stravolge completamente il finale da “felici e contenti”.
Questo disco è il primo della triade delle favole in musica (seguiranno Sono solo canzonette nel 1980 e E’ arrivato un bastimento del 1983) composte da Bennato e la favola è quella di Pinocchio e dei personaggi che gli gravitano attorno.
Bennato mette in musica i vari personaggi della storia, da Mangiafuoco che rappresenta il potere, che deve avere tutto sotto mano e non tollera chi non accetta di avere fili per essere manovrato, alla Fata che rappresenta l’universo femminile da sempre soggetto a vessazioni da parte dell’uomo, colei che da sempre paga di più e che se cerca di liberarsi veramente rischia di essere tacciata come strega, al Grillo Parlante depositario della “cultura ufficiale” che uccide la fantasia, al Gatto e la Volpe discografici (ma non solo) senza alcuna moralità, subito pronti sfruttare il talento di turno, ai Dotti, Medici e Sapienti professori che cercano di analizzare il giovane malato, ognuno facendo la propria patetica morale e senza dare un motivo reale alle proprie sentenze.
Nel brano È stata tua la colpa il burattino Pinocchio è diventato bambino per sua scelta ed ora rimpiange i tempi in cui era si burattino di legno, ma libero, mentre ora è prigioniero dei fili che inevitabilmente lo costringono. L’autore napoletano punta all’attualità e al sociale nel brano In Prigione In Prigione, in cui Bennato parla di un potere giudiziario corrotto che manda in galera anche gli innocenti, rei di essersi ribellati a un potere che non condividono.
Il disco termina con Quando sarai grande, altro brano particolarmente riuscito, dove il bambino , il piccolo Pinocchio, diventato ormai adulto scopre che tutte le fantasie e tutte le speranze di gioventù si scontrano con una realtà della vita diametralmente opposta, molto lontana da ciò che ingenuamente immaginava.
Il brano Il gatto e la volpe, entrato presto tra i maggiori successi della carriera di Bennato, si può considerare la canzone trainante dell’intero album, grazie all’accattivante motivo “spaccaclassifiche”. Nel testo sono prese di mira, in modo piuttosto chiaro, quelle persone che cercano di sfruttare il prossimo, presentandosi come confidenti e consiglieri, con riferimento anche esplicito allo show business in cui lo stesso Benato gravita («Quanta fretta, ma dove corri, dove vai/se ci ascolti per un momento, capirai/lui è il gatto, ed io la volpe, stiamo in società/di noi ti puoi fidar»).
Burattino senza fili risulta non solo l’opera più ambiziosa realizzata fino a quel momento da Edoardo Bennato, ma anche la più compatta e, artisticamente, la più valida. L’album, disco imprescindibile della musica italiana, è diventato nel 2016 anche un musical. Per lo spettacolo, il cantante napoletano ha composto Il mio nome è Lucignolo, un brano dalla forte connotazioni rock. Siccome nell’album del 1977 mancava una canzone dedicata a proprio a Lucignolo, è stato idealmente forgiato un brano dedicato alla sua figura che lo vede nei panni di un PR completamente allucinato, tanto da arrivare a dire che il suo “non è un mestiere, ma una vocazione”.
Edoardo Bennato è un’artista non sempre affabile, ma acuto, colto, intelligente. La sua preparazione musicale gli ha dato la possibilità di apportare al cantautorato classico italiano un’impronta blues e soprattutto rock mai sentita prima del suo intervento. Lontano dai vizi dello starsystem e dalle logiche commerciali ci ha regalato alcuni fra i più bei dischi che la storia italiana possa vantare.
Grazie
CURIOSITA’: Nell’album Eat the Phikis, Elio e le Storie Tese propongono una loro interpretazione umoristica della storia di Pinocchio, in un brano intitolato Burattino senza fichi.
Tracklist di Burattino senza fili:
- È stata tua la colpa
- Mangiafuoco
- La fata
- In prigione, in prigione
- Dotti, medici e sapienti
- Tu grillo parlante
- Il gatto e la volpe
- Quando sarai grande
- Dotti, medici e sapienti – versione strumentale (ghost track)