Briga pubblica il 1° giugno il suo nuovo disco: “Che cosa ci siamo fatti” è un concept album che affronta l’incapacità relazionale diffusa nella nostra società.
Briga si presenta con un nuovo progetto e una veste genuinamente cantautorale. “Che cosa ci siamo fatti” è un concept album che parla dell’incapacità relazionale dei ragazzi e delle loro insicurezze, e lo fa lungo 11 canzoni più una ghost track. Questo disco rappresenta un’importante svolta stilistica per Briga, con i suoi suoni e le sue citazioni, e soprattutto con il suo approccio cantautorale. Niente più rap, ambito in cui Mattia aveva iniziato.
Proprio per questo cambiamento, “Il primo impatto con l’etichetta è stato di paura da parte loro. Anche io avevo paura, ma questo disco risponde a un’esigenza, come lo è stato il libro (“Novocaina”, pubblicato lo scorso anno da Briga, nda): questo disco ne è colonna sonora, infatti ci sono diversi rimandi al libro a partire da “Se ti sbranassero gli squali”, poesia che chiude il romanzo e che viene ripresa nel primo brano dell’album. Io vengo dal rap (lo facevo all’inizio perché non mi ritenevo pronto per cantare) ma sono sempre stato un rapper atipico, ho sempre usato ritornelli melodici molto aperti, quindi questa mia evoluzione stilistica si poteva intuire già dal mio primo disco”.
In “Che cosa ci siamo fatti” Briga ha “Trattato le relazioni e l’amore per raccontare la società e dire come sta andando il mondo. Sono un privilegiato perché ho un foglio e una penna, e con un foglio e una penna devo dire qualcosa che mi distingua dal grande fast food in cui tutti siamo immersi. Questo è l’approccio che ho usato per questo disco, che è fatto di brani da repertorio; non volevo puntare alla hit, questo è un album controtendenza e non radiofonico: io voglio differenziarmi, per una questione stilistica”.
E Briga si è chiesto se, con questa scelta, stesse sbagliando? “Se dovesse capitare avrei sbagliato con le mie mani. Ci metto la faccia, scrivo le mie canzoni, possono piacere o meno ma rappresentano il mio punto di vista”.
Guardando al passato, Briga dice che “Non sono qui perché un programma tv (Amici, nda) ha deciso che dovessi fare questo, ma perché sono 10 anni che faccio canzoni. Ho trattato sempre la musica come la cosa più importante del mondo, mettendoci dentro sempre me stesso”. Dal punto di vista vocale, “Non mi sono ispirato a voci di altri, altrimenti rischierei di cadere nel tranello dell’emulazione. Col tempo ho imparato a conoscere la mia voce, Amici da questo punto di vista dà tanto. Cerco di migliorarmi e gestire al meglio le risorse che ho”.
Infine, il pensiero corre spontaneo al fatto che “Che cosa ci siamo fatti” sia la colonna sonora di “Novocaina”: “Mi auguro che il romanzo, che è scritto come una sceneggiatura, possa diventare un film. Il libro e il disco sono una denuncia sociale del nostro momento storico, un periodo in cui la gente è confusa, e vaga come una pallina impazzita”.