Quattro chiacchiere con Caravaggio, cantautore e polistrumentista dall’ispirata visione artistica
E’ disponibile dallo scorso 26 novembre “Le donne di Botero”, il nuovo singolo di Andrea Gregori, meglio noto con lo pseudonimo di Caravaggio. Reduce dalla positiva esperienza di Musicultura, abbiamo incontrato l’artista per ripercorrere con lui questo suo proficuo e soddisfacente 2021.
Cosa hai voluto raccontare con questo nuovo brano?
Questo brano ha un’anima dissidente, vuole essere un invito a pensare con la propria testa e a non uniformarsi ciecamente al pensiero dominante. Botero nella sua arte sfida i canoni estetici e ci mostra la meraviglia di corpi aggraziatamente oversize, in totale controtendenza con l’attuale stereotipo di bellezza. Trovo tutto questo splendidamente eretico e sano.
Quali sensazioni e quali stati d’animo ti hanno accompagnato durante la fase di composizione di questa canzone?
Il brano è nato durante il primo periodo pandemico e subisce un po’ l’influenza del senso di smarrimento di quei giorni. Per me la libertà di movimento e di pensiero sono fondamentali e devo ammettere che il periodo dei lockdown fu un vero e proprio incubo. Ancora una volta la musica mi venne in soccorso, la creatività mi ha sempre salvato la vita.
A livello musicale, che tipo di sonorità hai scelto di abbracciare?
L’arrangiamento creato dal mio producer Oniq per questa song ha un sapore squisitamente indie-funk. Il percorso che portiamo avanti da un po’ punta dritto all’essenzialità. Vogliamo creare delle piccole opere minimali ma di spessore. Credo che questo brano sia ad oggi la cosa migliore che abbiamo mai prodotto.
In percentuale, quanto cuore e quanta tecnica ci vogliono per comporre un’opera musicale?
Mettiamola giù così, c’è voluto molto lavoro e tanto tempo affinché imparassi a dimenticare la tecnica e a usare il cuore in maniera efficace. Se dovessimo parlare in termini di percentuali direi 70% cuore e 30% mestiere.
Il 2021 ti ha dato sicuramente tante soddisfazioni, qual è il tuo personale bilancio di questo ultimo anno?
Nonostante il momento storico surreale che stiamo vivendo devo ammettere che quello appena trascorso è stato un anno positivo per la mia arte. Lo zenit è stata la vittoria a Musicultura 2021, dove sono arrivato fra i 4 finalisti con un brano per nulla catchy. La canzone era “Le cose che abbiamo amato davvero”, accolta con grande calore dal pubblico e dalla critica, al punto da ricevere anche il premio AFI come miglior progetto discografico. Un oceano di soddisfazioni.
Desideri e obiettivi per il 2022?
Caravaggio sta crescendo, brano dopo brano, in termini di ascolti e di seguito. Continuerò a lavorare con passione e determinazione come ho fatto negli ultimi anni e se arriverà la “hit che cambia la vita” mi troverà pronto. Mi piacerebbe suonare tanto dal vivo, ho una splendida band e uno show che è una bomba.