Carmen Consoli ha presentato a Milano il suo nuovo album, “Eco di sirene”. Non è il classico disco dal vivo ma una raccolta con due inediti registrata in presa diretta, un lavoro con “un’orchestrina”, definizione sua, in cui c’è tutta l’anima della cantantessa siciliana.
L’“Eco di sirene” di Carmen Consoli torna a farsi sentire, e lo fa in una forma nuova: dopo un tour fortunato e apprezzatissimo, “Eco di sirene” è diventato un album di 22 canzoni arrangiato e orchestrato da Carmen Consoli e registrato in presa diretta al Forum Village di Roma.
Il Forum Village è uno studio aperto da Ennio Morricone, Armando Trovajoli e Louis Bacalov sul finire degli anni ’60 è già di per sé, solo per questo, emana echi di bellezza. “Eco di sirene” ha acquisito il suono caldo dei pannelli di betulla, delle chitarre acustiche di Carmen e degli archi, suonate da Emilia Belfiore (violino) e Claudia Della Gatta (violoncello).
“Avevo voglia di vedere i miei pezzi sotto un’altra luce. Ho messo su un’orchestrina da camera con le mie amiche Emilia e Claudia, e abbiamo riarrangiato i miei brani, per violino, violoncello e chitarra. Abbiamo provato a fare 9 date live. Le date sono andate bene e sono diventate tantissime, è stata una bella soddisfazione. Vuol dire che il pubblico mi incoraggia in questi miei esperimenti, non si è addormentato nessuno, anche se consiglio di non ascoltare queste canzoni in auto (dice con una battuta, nda). Poi abbiamo pensato di registrare queste canzoni, in uno studio storico. Mi sono levata questo sfizio”.
La scelta di registrare in una sala storica ha portato un tocco di magia, “Ci ha portate a suonare con una intenzione diversa. Abbiamo registrato in analogico, su nastro. Ci siamo dette che visto che siamo fuori moda con questo esperimento, continuiamo a esserlo e facciamo così. Nel disco ci sono imprecisioni umane che noi chiamiamo licenze poetiche, ma non potevamo farci niente: era tutto cantato e registrato sul momento, era impossibile intervenire come si può fare con le tecnologie odierne”.
Nel disco ci sono due inediti: per “Uomini topo” Carmen Consoli ha pensato a “Una fanstastoria in cui gli scienziati incrociano il dna dell’uomo con quello dei ratti. Cerchiamo di mutare noi stessi per adattarci a un pianeta che sarà, mentre stiamo rovinando quello di oggi. L’uomo si modifica, ma quando emerge il topo sapiens cosa succederà? Sarà privato dei suoi sentimenti perché fanno perdere tempo; non si può perdere tempo perché tutto deve essere profitto. Ma noi non siamo uomini topo, siamo uomini”. Si tratta cioè di una critica a una società che toglie empatia, che corre, che anestetizza le relazioni.
Le relazioni sono presenti anche nell’altro inedito, “Tano”. O meglio, come lo chiama Carmen, “L’uomo-Tano. Quello che le donne dovevano sopportare”.