Chiara Alesci, Ogni secondo, una nuova sfida e l’inizio di nuove sorprese
Cantautrice di talento e con un universo musicale illimitato e tutto da scoprire, fatto di ascolti, studio, passione e dedizione. Chiara Alesci è una compositrice siciliana, che ama unire la potenza delle immagini poetiche a quella delle melodie musicali. Ogni secondo, distribuito da More Than Indie Records (MIR), rappresenta, in tal senso una nuova sfida, fatta di maturazione, intensità e nuove diapositive da raccontare. Un brano che abbatte la monotonia e fa uscire l’artista dalla sua comfort zone, tra scrittura, sonorità e un nuovo lato artistico. Il 2023 è partito alla grande con E poi e si è confermato con Ogni secondo, ma ancora tanti sono i sogni e gli obbiettivi, chiusi nel cassetto, pronti ad essere liberati.
Ciao Chiara, partirei subito chiedendoti l’emozione dell’uscita di questo nuovo singolo?
Ciao a tutti!
L’emozione parte già prima che il brano sia effettivamente disponibile al pubblico. Nel momento in cui programmiamo l’uscita con lo staff la mia mente si proietta già al momento in cui la gente ascolterà il brano. Scrivere è una cosa intima, mettere su piazza un prodotto che è nato principalmente come un bisogno personale e di espressione è come mettersi completamente a nudo. Questo pezzo mostra un lato di me che forse ancora non avevo avuto modo di far uscire e questo ha aumentato la tensione, fortunatamente, in positivo.
Giovanissima, ma già con un bagaglio importante di esperienze alle spalle. Una vita dedicata alla musica, ma com’è nata questa passione?
L’espressione è corretta, ho dedicato e sto dedicando la mia vita alla Musica.
La passione nasce da piccolina e anche se i miei genitori non sono musicisti, sono sempre stati dei buoni ascoltatori. In modo particolare, mia madre mi ha fatto conoscere la maggior parte dei cantautori italiani e con mio padre avrò ascoltato la discografia di Vasco Rossi almeno una ventina di volte.
In contemporanea, ricordo che alle elementari il mio maestro di matematica dedicava un’ora alla settimana all’ascolto di brani che, a suo parere, non potevamo non conoscere. Aveva ragione! Ricordo perfettamente la pelle d’oca quando per la prima volta ascoltai le “Quattro Stagioni” di Vivaldi o “Another brick in the Wall” dei Pink Floyd.
Nata la curiosità a casa mettevo i brani dello zecchino d’oro e li imparavo tutti a memoria, o con una pianola cercavo di riprodurre le melodie che sentivo, in fine, armata di coraggio, ho iniziato a cantare in pubblico da solista durante i saggi scolastici. Successivamente, all’età di 13 anni, ho intrapreso gli studi del canto e della chitarra.
Passione, ma anche tanto studio, dall’Accademia di Musica Moderna allo studio della chitarra. La musica come stile di vita e di crescita anche personale…
La musica ti educa. Bisogna saper ascoltare, lasciarsi guidare e lasciarsi andare superando i propri limiti. Lo studio serve a educare il movimento e la tecnica; a educarsi per evolversi in persona.
Per me studiare in Accademia è stato anche questo, diventare umana.
Forse è scontato dire che molti giovani di oggi non hanno sensibilità ma da quel che ho vissuto posso sostenerlo. Il consiglio che mi permetto di dare è quello di condividere. Fate dell’arte un dono prezioso, guardate le persone negli occhi affinché possiate essere la parte migliore di voi stessi, perché essere sensibili non è essere deboli.
Ps. Colgo l’occasione per salutare tutti i miei colleghi, insegnanti e amici dell’Accademia di Musica Moderna.
Ogni secondo è il titolo del brano, un pezzo che è rimasto però nel cassetto, ma come mai la scelta di pubblicarlo ora?
In realtà avrei voluto che uscisse prima ma non trovavamo la chiave giusta per fare girare il brano; quindi, abbiamo provato diversi arrangiamenti per capire come potesse funzionare al meglio.
Come dicevo nelle domande precedenti, Ogni secondo mostra un altro mio lato artistico dove entrano in ballo scrittura, composizione e arrangiamento. Un modo e un approccio nuovo se consideriamo il cantautorato da cui provengo, ma alla fine si è rivelata una bella sfida che ha portato dei risultati e soprattutto un buon riscontro da parte del pubblico.
Il brano – almeno in parte – è autobiografico o è il racconto di un’esperienza alternativa, non necessariamente vissuta?
Forse questo rientra tra i brani meno autobiografici della mia discografia, parlo al plurale perché mi viene in mente anche “Gatta’’. Sono andata per immaginazione, o per avvicinarmi più al concetto, ho scritto ciò che volevo accadesse in quel momento. Avevo bisogno di quel brivido che mi distaccasse dalla monotonia quindi ho voluto immaginarlo di notte, al bar, per strada con la musica e la freschezza di una nuova esperienza.
Come spesso sento dire l’attesa del piacere è essa stessa il piacere.
Ti poni la domanda: “In quale direzione gira il mondo?” Sei però riuscita a darti una risposta?
Ovviamente no. Ci sono giorni in cui credo di avere un quadro chiaro e altri in cui tutte le mie certezze cadono. Credo sia normale, non voglio essere ripetitiva ma siamo umani e siamo influenzati da ciò che ci circonda e da chi ci circondiamo. In questo momento sento che il mondo gira per la direzione che deve girare, una parte va in declino e una per il progresso. È tutto dinamico, soggetto a un peso, mi viene difficile avere un quadro chiaro. Questo si riflette anche e soprattutto nelle relazioni, a volte ti trovi davanti lupi travestiti da agnelli e viceversa.
In Ogni secondo hai sentito il bisogno di cambiare e di proporre un qualcosa di diverso rispetto alle tue precedenti produzioni, ma come mai questa scelta?
Mi piace mettermi in gioco, uscire dalla zona di comfort. Mi piace essere dinamica e non proporre ai miei ascoltatori sempre le solite sonorità, anche per questo ho voluto dedicare a questo brano del tempo, limando i dettagli. Non mi piace pensarmi, a livello musicale, limitata perché comunque stiamo parlando sempre di quel famoso pop che abbraccia e si sviluppa attraverso l’influenza di altri generi musicali. Alla fine, se ci riflettiamo non siamo andati poi così fuori da quel che è il mio genere. Semplicemente credo di star crescendo.
Quella spensieratezza che cercavi, l’hai poi trovata?
L’ho trovata subito dopo. Può sembrare strano ma è stata una situazione del tutto naturale e in realtà me lo aspettavo. Forse è stata una forma di legge d’attrazione, a cui non so se credere o meno ad oggi. Quello che ho capito è che, se chiedi qualcosa all’universo, a Dio, o come volete chiamarlo, chiamatelo, bisogna prestare attenzione a ciò che si chiede perché si potrebbe ottenere.
Io in quel momento ho chiesto e ho ricevuto, di quello ne sono grata ma parlandoci chiaro la spensieratezza non dura a lungo.
Nel 2023 sono usciti E poi e per l’appunto Ogni secondo, ci sarà però l’idea di un album completo o vedremo altri singoli pubblicate nelle piattaforme?
Uno non esclude l’altro. Sicuramente a breve ci saranno delle sorprese e anticipo che i brani non mancano. Abbiamo lavorato bene e intensamente lo scorso anno, non guardavamo orari, festività o distrazioni di qualsiasi genere, l’unica cosa importante era raggiungere i nostri obbiettivi.
Quello che ritengo fondamentale è non rimanere ferma, per l’album poi, chissà!
Dopo l’uscita di questo singolo, hai qualche sogno nel cassetto che speri di realizzare il prima possibile?
Sogni ne ho tanti, vedere la nazionale di pallavolo femminile, un concerto di Venditti o comprare una nuova chitarra. Tutto fattibile, non lo metto in dubbio, ma quello più importante riguarda la mia musica e la mia carriera, se così posso definirla.
Sogno che la gente venga ad ascoltarmi per il piacere di ascoltarmi e non perché si trovi lì per caso, ho tanti obbiettivi che sto raggiungendo piano piano. Ad esempio, qualche anno fa sognavo di cantare in giro, di riuscire a comporre dei brani, di avere un’etichetta dietro che mi sostenesse. Dopo anni posso dire che ho ottenuto tutto questo al di sopra delle mie aspettative e ne sono entusiasta. Un sogno devi sudartelo perseverando, prima di raggiungerlo, solo così riesci ad essere grata di ciò che hai ottenuto, partendo dalle piccole cose per poi crescere e riuscire ad avere non solo sogni ma obiettivi.
È così che l’artista si evolve, a piccoli passi senza neanche rendersene conto.
Articolo a cura di Francesco Nuccitelli