Abbiamo bisogno del calore dei fan e dell’adrenalina del palco
Lui chiama Simone Costantino, in arte China. Come l’inchiostro, perché lui è con l’inchiostro che scrive le sue canzoni. Se il 2020 è stato caratterizzato da una vera metamorfosi musicale, alla ricerca di nuovi sound e nuove collaborazioni, il 2021 si preannuncia per China come l’anno della svolta. È uscito lo scorso marzo il primo EP di China, dal titolo “Frammenti”, disponibile su tutte le piattaforme musicali, distribuito da The Orchard (Sony Music), realizzato grazie al supporto dell’etichetta discografica Clandestin Recordz, di cui China fa parte. Un prodotto intenso, che l’artista ha dedicato a una sua recente storia d’amore chiusa senza lieto fine. Lo abbiamo incontrato
Simone hai ottenuto un grande risultato con il tuo primo EP, “Frammenti”. Cosa, secondo te, ha convinto gli ascoltatori che ti hanno premiato? Raccontare se stessi non è mai facile, ma può essere più semplice rispetto al raccontare gli altri o il mondo che ci circonda?
Il successo fa sempre piacere, come in questo caso, ma non è mai scontato. Penso che la spontaneità dei testi siano la punta della freccia, ma anche il lavoro nella creazione del suono sicuramente ha nuove idee che non possono passare inosservate.
Ogni artista ha il bisogno di raccontare quello che ha dentro, se fai quello secondo me lo farai sempre nel modo migliore ed io avevo tanto bisogno di trasformare in musica tutto ciò. Credo che il pubblico lo abbia compreso e mi posso davvero ritenere soddisfatto per questo risultato
“Frammenti” è uno spaccato di vita, perché racconta un amore finito male. Quindi il lieto fine è quasi sempre solo nelle favole?
Dico al mondo di non arrendersi mai e di credere sempre in sè stessi e negli altri, l’amore è una cosa bellissima a cui non dobbiamo rinunciare. Tuttavia prima di sapere se esiste chiediamoci cos’è il lieto fine? O per lo meno quale sarebbe per noi… Io non ho ancora avuto il mio lieto fine ma l’ho toccato con le mie mani. E il modo migliore per esprimerlo era trasformandolo in una canzone.
E quale sarebbe la tua favola perfetta?
Esattamente quella per cui lavoro tutti i giorni. Fare musica per il resto della mia vita e poter condividere questo percorso con una persona speciale! Come sarebbe la vita senza avere accanto chi si ama? Ma la musica resta al primo posto, come sempre!
In questo EP hai collaborato con Xibeatz, un ottimo supporter. Cosa vi accomuna?
Più di un collaboratore Xibeatz è un amico! Lavoriamo insieme circa da un anno e da subito c’è stata una forte intesa. In più c’è voglia di crescere e di creare una carriera da entrambe le parti! Crediamo molto l’uno nell’altro e quello che stiamo preparando è straordinario, ve lo assicuro. Penso anche che uno degli ingredienti del successo di un artista stia proprio nel rapporto di estrema fiducia e produttività con il proprio staff.
Oggi la musica è più vicina ai giovani rispetto al passato. Credi che sia il contro divismo che un tempo determinava più il successo della bravura che c’è in artisti come te, ad aver cambiato la rotta?
Per i giovani la musica è stata una colonna portante da sempre! Non conosco un ragazzo che non ascolta musica, qualsiasi essa sia. Sicuramente il rap, la trap danno molto più coinvolgimento ai giovani rispetto alla classica musica italiana pop, ma è una corrente naturale che ha il diritto di prendere il suo spazio. Bravura e successo sono divise oggi da mille sfaccettature, penso che se i cavalli buoni si vedono, alla fine il talento sia il cavallo di cui abbiamo bisogno per vincere.
In un’epoca in cui ci si fa andare bene tutto, per il consenso o semplicemente per evitare di affrontare la realtà, China sotto questo aspetto che persona è?
Penso che sia una realtà lontana anni luce da me, penso a fare quello che mi piace divertendomi e lavorando sodo. Non cerco chi mi dice “bravo” e non giudico quello che fanno gli altri. Sono solo contento per le persone a cui piace e ascoltare la mia musica. Faccio questo pensando anche a loro, come fossero persone alle quali dover fare un regalo.
Cos’hanno in comune Simone e China? E cosa li allontana?
Un po’ come “Venom”, Simone e China hanno in comune la musica, il team, e gran parte della vita personale: apro entrambi i miei mondi a chi mi è vicino ma lì allontanano da me, molte scelte prese nella vita! China ha tolto molto a Simone, ma allo stesso tempo lo ha arricchito e fatto crescere.
Senza il ritorno dei live, sopravviverà la musica?
Pensare alla musica senza live è molto triste, ovviamente la musica deve esserci e non si fermerà, le piattaforme streaming faranno tutto il lavoro possibile, ma i fan hanno bisogno dei live e di vedere i loro idoli, anche noi abbiamo bisogno del loro calore e dell’adrenalina del palco.