Conosci “Accetto miracoli”? Tiziano Ferro ce lo racconta così

Tiziano Ferro ha presentato il suo ultimo album, “Accetto miracoli”. Noi lo descriviamo attraverso le persone che ne fanno parte, così come l’ha raccontato Tiziano in conferenza stampa

Conosci "Accetto miracoli"? Tiziano Ferro ce lo racconta così

V come Victor

Parliamo del marito di Tiziano Ferro per motivi legati alla musica. “La mia vita è cambiata, e questo si riflette nelle nuove canzoni. Avevo scritto “Accetto miracoli” subito dopo aver finito l’album precedente (“Il mestiere della vita”, da cui ci separano ormai tre anni, nda). Stavo facendo le valigie per tornare a casa, tre giorni prima di prendere l’aereo incontro Victor: mai avrei pensato di imbarcarmi in una relazione che avrebbe portato al matrimonio. Io mi sento italiano ed europeo, ma vivo a Los Angeles perché la vita mi ha portato là. Per me il continente più bello è il nostro (Tiziano ci verrà in tour, la prima data italiana negli stadi è il 30 maggio a Lignano, poi dall’11 novembre andrà in Europa a partire da Bruxelles, nda). LA è un posto alienante ma io non ho mai vissuto questo aspetto, ci sono arrivato con amici, musicisti, ho trovato l’amore, io sto in una scatola fatta di cose belle che sta lì. Non mi sentirò mai a stelle e strisce, siamo due cose diverse io e gli USA, l’Europa è casa mia”.

T come Timbaland (e come Tiziano): “Accetto miracoli” nasce – anche – dal loro incontro

“Quasi per caso prendo un caffè con Timbaland, un mio mito, un guru dell’r&b, e mi ritrovo con una canzone e mezza prodotta con lui. Che il giorno dopo mi chiama e mi propone di fare qualcosa insieme. Per me ha significato uscire dalla zona di confort e dalla famiglia di collaboratori con cui avevo sempre lavorato (ma tra i coautori troviamo ancora Emanuele Dabbono e Giordana Angi, nda), ha voluto dire presentarmi da zero a Timbaland che, ovviamente, non parla italiano e non capiva quello che cantavo. Con lui mi sono accorto che con la musica si può ancora giocare”. Comunque, nel disco anche Tiziano per la prima volta diventa produttore di se stesso, nel brano “In mezzo a questo inverno”.

J come Jovanotti

Con lui c’è l’unico duetto del disco, in “Balla per me”. Ricorda Tiziano che “Lui è stato mio primo idolo. È stato il primo a occupare un posto sulla parete con un poster, avevo il suo diario e l’astuccio. A carnevale mi sono vestito da Jovanotti, ho fatto impazzire i miei girando per negozi a Latina alla ricerca di un chiodo rosso, poi avevo le bretelle, il cappellino con scritto boy. Aprii un fanclub dedicato a lui, in classe. Un mio compagno vinse la sfida perché ne fondò uno per Gianni Morandi e a quello si iscrisse la maestra”, racconta ridendo. “Lorenzo raccontava cose coerenti con la vita che vivevo. L’ho conosciuto nel 2005 a New York. Lui mi dice che mantengo sempre una certa timidezza quanto gli parlo, credo non mi passerà mai perché è una sorta di venerazione superiore che ho per lui. Lorenzo stava lavorando al suo disco con Rick Rubin, sono andato da lui in studio con questa canzone e in 48 ore è stato fatto tutto: il pezzo è una bomba e lui è pazzesco”.

M come nonna Margherita

Il brano “In mezzo a questo inverno” è dedicato alla nonna Margherita, è ispirato a lei: “La canzone parla della separazione da una persona importante. Ho pensato a quando ho perso mia nonna Margherita, l’ultima rimasta. Avevo vissuto con lei a 19 anni, quando avevo litigato con i miei. Con la sua scomparsa ho scoperto cosa vuol dire perdere una colonna della vita, lo sapete tutti. Se mia nonna sapesse della canzone si incazzerebbe, era dura, aveva fatto due guerre… La canzone è declinata al maschile, ognuno la può interpretare liberamente ma a me è stata ispirata da un episodio ben preciso. Faccio fatica ad ascoltarla, non dico sia la canzone più importante del disco ma…”. E la frase si perde.

U come Ultimo

Racconta Tiziano: “Adoro la trap e mi diverte il reggaeton, ma mi spiace andare solo in quella direzione. In questo panorama arriva Ultimo e riempie gli stadi, facendo alla vecchia, cioè come accadeva una volta quando i discografici ti facevano crescere demo dopo demo. Lui è la più bella notizia di quest’anno perché sento che gioca per la mia squadra”.

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Francesca Binfaré
Francesca Binfaré
Giornalista, si occupa di musica, spettacolo e viaggi; parallelamente svolge attività di ufficio stampa. Autrice e conduttrice radiofonica dal 1989. Ha vissuto qualche tempo a Dublino, ma non ha mai suonato al campanello di Bono. Ha visto i "duri" Metallica bere un the e Slash senza l’immancabile cilindro. Affezionata frequentatrice del Festival di Sanremo e dei meandri del Teatro Ariston.
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