Sono tre gli inni principali della Cremonese
Questa sera sarà la volta di Roma-Cremonese. Per la seconda giornata di campionato, i grigiorossi, tornati in Serie A dopo 26 anni, si sfidano con la squadra di Mourinho in cerca di un riscatto dopo la sconfitta maturata all’ultimo minuto contro la Fiorentina.
L’obiettivo della Cremonese è naturalmente la salvezza, per cui dovrà battagliare fino alla fine della stagione ben sapendo che non sarà facile. Tuttavia l’entusiasmo dei tifosi sarà la spinta in più per cercare di raggiungere l’ambizioso risultato. E la voglia di andare lontani, uniti dalla fede nella squadra, non è mai mancata alla città che, non a caso, può vantare diversi inni nella sua storia.
Oggi dunque, con MusiCalcio, ripercorriamo la storia degli inni della Cremonese.
Il primo risale al 1977, anno della promozione in Serie B dopo oltre vent’anni nelle categorie minori.
A cantare Cremonese Alè Alè Alè ci pensa l’interprete Alfredo Baini. Si tratta di una canzone che fa risuonare l’atmosfera di una sagra di paese: fisarmoniche e armoniche (sebbene nel testo si parli di trombe) festeggiano il successo della Cremonese con un dovuto entusiasmo senza limiti. Orgogliosi di essere entrati nel grande calcio, i tifosi cantano così su quei ritmi cadenzati dal classico Alè Alè Alè caratterizzante l’urlo delle curve. Niente cori eclatanti, ma altresì la sfida è lanciata a tutti: “E ora non ti fermerai”, intona Baini. In realtà la squadra torna in B ma, appena sei anni dopo, eccola addirittura in Serie A.
Qui il coro, introdotto da una batteria di tamburi che riecheggia i suoni tipici dello stadio, si fa ancora più sfrontato per certi versi. “Ogni squadra ormai più paura ci fa”, urlano i ragazzi.
Forza forza Cremonese sei squadra grande sei squadra forte, sarà sempre lotta dura e vincerai senza paura”.
Tutto questo viene cantato in un classico ritornello anni ‘80, che unisce un ritmo vivace a una melodia dolce e romantica. Perché proprio così deve essere interpretato il calcio: come un gioco, dove ogni risultato va premiato per l’impegno e la forza d’animo. Un calcio che solo le squadre provinciali sanno ancora riconoscere. In effetti la canzone non vuole davvero pensare che si tratti di una squadra da scudetto, ma parlare di Cremonese Superstar è un modo per incitare gli undici in campo, finalmente pronti a confrontarsi coi grandi della Serie A.
Il clima è ancora quello di una squadra di provincia, consapevole dei propri limiti ma che ha voglia di sognare come tutte le altre. Ecco perché l’inno ha le medesime sembianze di quelli delle squadre avversarie: c’è tanta poesia e tanta unità nel ritornello tutto da ascoltare.
Sono gli anni della Cremonese di Gianluca Vialli, con Emiliano Mondonico in panchina.
La squadra va e viene dalla A, salvo poi fermarsi nel calcio che conta per qualche anno in più negli anni Novanta.
È il periodo in cui la società, lanciata dai gol di Andrea Tentoni, dà il via alla carriera di futuri campioni come Enrico Chiesa, Michelangelo Rampulla, Giuseppe Favalli.
Arriva poi la fase discendente della Cremonese, almeno fino a inizio nuovo Millennio. La società ha ormai compiuto da un po’ i suoi 100 anni e la cover band Diskorario, conosciuta in tutta la Lombardia, incide un nuovo inno. Si intitola È tempo di volare e incita la Cremonese a tornare a credere nelle proprie forze.
Gli autori sono Vigolini e Quinzani. A cantare nel coro è proprio la Curva Sud, che si lascia guidare da un pop rock scoppiettante, ben lontano dai classici inni. Chitarre elettriche, batterie, suoni digitali, un ritmo più che mai agguerrito: il nuovo inno lascia tutti sbalorditi per l’unicità con cui si contraddistingue da ogni altro. Nel testo, ovviamente, non mancano parole di orgoglio per i gloriosi anni Novanta. Un inno questo deve fare: ricordare, in musica, i motivi migliori per appartenere a certi colori e farli sventolare nella bandiera.