Estro e genialità di un artista poliedrico della musica italiana.
“Quando ti fanno una domanda se non rispondi ti chiedono perché? Ma perché? Ma perché? e via dicendo, se nessuno avesse inventato il punto interrogativo a questo mondo si starebbe tutti meglio.” Anche questo è Jacopo D’Amico, meglio conosciuto come Dargen D’Amico, un rapper italiano estremamente diverso da tutti quelli presenti attualmente nel nostro panorama musicale. Si può parlare di vero e proprio “cantautorap”, come lui stesso definì il suo stile tempo addietro, visto che questo artista coniuga il cantautorato al flow, avvicinando il suo genere più alla poesia che alla canzone.
Non è sempre stata così aulica la strada di Dargen (ex Corvo D’argento), il quale ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel gruppo “Sacre Scuole”, insieme a Guè Pequeno e Jake La Furia. Nonostante il distacco che separò i tre, dividendo anche le loro strade artistiche, la loro unione è rimasta incisa nel primo disco storico dei Dogo Mi Fist, in particolare nella traccia Tana 2000, un vero e proprio esercizio di stile.
Dargen non è un artista facile da comprendere, forse è anche questa la sua forza, poiché è proprio nella sua complessità che arriva d’impatto la sua genialità. L’argomento principale delle sue canzoni non è il classico materialismo ormai “obbligatorio” nel rap, non è l’avere, ma l’essere, in senso particolarmente “frommiano”. Per capire il suo estro, pensate alla difficoltà di comunicare il senso di un pezzo in 18 minuti di rap senza ritornello, Nostalgia istantanea, traccia che Dargen ha scritto “nei momenti che seguono e precedono di poco il sonno, usando quel lessico da narcolettico, quel narcolessico” (cit.). Oppure Malpensandoti, ode di un uomo in viaggio verso Malpensa e delle sue peripezie mentre attende la sua dama, rimasta per mesi lontana, tornare in aeroporto. Ce ne sarebbero davvero tante da citare (Arrivi stai scomodo e te ne vai, Briciole colorate, VV, Siamo tutti uguali, Il presidente, Odio volare, Bere una cosa, Ma dove vai (Veronica), Con te) che hanno portato Dargen a scrivere l’ultimo album D’iO, probabilmente il più alto dal punto formale, nel quale ci sono davvero delle perle come Essere non è da me, Modigliani, L’universo non muore mai, Io, quello che credo.
Recentemente Dargen D’Amico ha deciso di creare una boutique creativa chiamata Gradisca22 in cui sviluppare la genialità musicale, filmica, fotografica, informatica, comunicativa, mediatica di chi deciderà di aderire a questo progetto, che verrà portato avanti in parallelo alla sua etichetta discografica Giada Mesi. Inoltre, tra i fan, è in corso la Dargen World Cup sul gruppo Facebook “D’amici’s Forum” per decidere quale canzone, tra l’intera discografia, sia la più bella. Sono già state stilate le 32 migliori.
Per essere artisti, in tutto e per tutto, deve emergere il vero talento, la scintilla da proteggere e da far brillare. Ascoltando Dargen si capisce quanto le parole siano per lui un dono prezioso da condividere con il prossimo, in metrica con la musica e con la filosofia.