Belle canzoni, ma anche qualche delusione. Poca orchestra, tante gaffes. Inutile prendersela con i Jalisse
I Jalisse, su cui anche Fiorello ha bonariamente (anche un po’ inutilmente) scherzato la prima sera, non sono a questa edizione di Sanremo, e questo ormai lo sapevamo da tempo. Quel che non si poteva prevedere era il livello bassissimo di qualcuna delle canzoni in gara. Sono pochissime, per carità, si contano davvero sulle dita di una mano. Eppure, tutte concentrate nella seconda serata, bastano a farci domandare: ma i Jalisse sarebbero stati così fuori luogo a questo Festival? L’inizio della seconda serata ci ha inesorabilmente indotti a tale quesito. Sangiovanni è più che impreciso e non convince, sovrastato dall’emozione. Dichiara: “Non avrei mai creduto di aprire una puntata di Sanremo”. Parlando di “Puntata” e non di “Serata”, dimostra la sua abitudine a partecipare a trasmissioni televisive più che a kermesse.
Truppi presenta una canzone a metà tra un rap e una melodia. Da riascoltare, diamo tempo al pezzo di poter entrare nelle orecchie. In canottiera come fosse agosto a Riccione, ma quel palcoscenico scotta e non solo perché anche Achille Lauro lo calca sempre mezzo nudo. Lì c’è tensione, e i cantanti la sentono.
Truppi la supera bene però: già vincitore del Premio Lunezia per i contenuti. Favorito per il Premio della Critica.
Le canzoni più brutte arriveranno nel corso della seconda serata. Quella in cui il problema non è solo musicale. Per la verità ci si chiede anche perché ci sia Lorena Cesarini, che fatica tanto ad aprire quanto a chiudere una catechesi sul razzismo. Dopo un discorso del genere, però, chi potrebbe mai accusarla di essere eccessivamente abbandonata alla commozione? Chi potrebbe lamentare di vederla leggere troppo la cartelletta quando deve presentare? E allora via di applausi. Ma i ritmi rapidi della prima serata ce li possiamo dimenticare. Troppe chiacchiere, brodi allungati forse troppo forti dei risultati dell’audience di martedì. Tante gaffes e risate nervose per riempire gli imbarazzi: sembra mancare qualcosa allo show.
Il livello si alza con Checco Zalone più che con le Vibrazioni, in evidenza più che altro per il bell’omaggio a Stefano D’Orazio, disegnato sulla batteria. Il comico pugliese, invece, dopo aver preso in giro Amadeus, come al solito sa divertire alla sua maniera. Sfruttando il politically uncorrect ci sa sempre educare in qualche modo. E fa tutto quello che nessuno ha mai osato fare a Sanremo: persino parodizzare una poesia di Lauzi per Mia Martini. Lo fa benissimo: Almeno tu nell’universo in una versione portoghese per descrivere la diversità culturale è qualcosa di sublime.
Con la Pausini si rimette in sesto anche l’eleganza della serata. Certo, alla quinta partecipazione mai in gara in sette anni, verrebbe da dire: “Ora basta”. D’altronde però è lei la cantante italiana per eccellenza, l’orgoglio tricolore nel mondo. E infatti questa volta più che mai la sua presenza non è casuale: in un’atmosfera magica regala un duetto dolcissimo con Mika che serve a ufficializzare ciò che si sapeva da settimane. Saranno loro due a condurre l’Eurovision Song Contest 2022, insieme ad Alessandro Cattelan.
Finalmente l’Italia ha scoperto l’importanza di organizzare al meglio la manifestazione europea. Pensare che 25 anni fa i Jalisse (sì, sempre loro a farne le spese) furono praticamente fatti fuori per evitare una vittoria che avrebbe costretto a raccogliere una sfida complicata per la Rai. I tempi sono cambiati, per fortuna.
Quando riprende la gara sono le 22.18. Emma elegantissima conta sulla sua voce per superare l’evidente emozione e ci riesce perfettamente prima di sfogarsi in un pianto liberatorio alla fine del pezzo. Un po’ straniante Francesca Michielin come direttrice d’orchestra e, a dirla tutta, non sembra troppo convinta nemmeno lei.
Matteo Romano si fa notare anzitutto per una giacca doppiopetto oversize blu abbinata a un pantalone nero. Perlomeno lui l’eleganza l’ha tentata. Padrona del palcoscenico Iva Zanicchi che, dopo essere entrata da vera donna di show, impreziosisce con un’elegante poesia d’altri tempi il palcoscenico. D’altri tempi, sì. Ma è quel che serve a ricordarci cosa voglia dire fare Sanremo con tanta orchestra, senza autotune o nuove tecnologie. Il pubblico la applaude con una standing ovation e lei si emoziona teneramente. L’energia di Ditonellapiaga e Rettore si fa evidente nell’inevitabile movimento del piede di chi ascolta, oltre che nei loro vestiti in contrasto bianco e nero: gli anni Settanta sono tornati.
Elisa emoziona oltremisura, confermando tutto quel valore che già alla vigilia la poneva tra i superfavoriti. Moro intenso come sempre, ma un po’ meno forte di altre volte. Dinamico e arruffato Tananai. Irama, vestito con un’amaca, canta ed emoziona come Ultimo. Aka 7even scalda la platea. Ma i ritmi lenti di inizio serata hanno ormai condizionato la struttura intera del secondo appuntamento. Non aiuta a evitare il sonno, per quanto dolce, il duetto di Highsnob e Hu: altri due che hanno tolto il posto a Jalisse e vari esclusi dalla gara. E persino il curriculum non sembra parlare troppo di loro (di Hu non esiste nemmeno una pagina su Wikipedia).
Vale la pena fare un’osservazione sull’orchestra: elegante e composta come deve essere, anche i Maestri non sembrano voler partecipare a certi show visti negli anni precedenti.
L’orchestra si dedica alla musica, quando viene chiamata in causa. Sì, perché il problema sembra essere questo: molte canzoni hanno grandi parti preregistrate e, così, l’ensemble vede ridurre il suo effettivo ruolo in più di un’occasione.
La seconda serata, cominciata con l’applauso alla scomparsa Monica Vitti, convince meno della prima sul piano dello spettacolo. Conferma in generale un buon livello di canzoni: ad alcuni ascolti imbarazzanti fanno da contraltare altrettanti brani travolgenti, destinati a restare.
Arisa, Malika Ayane e Ermal Meta gli altri ospiti musicali. Ma in un Festival così ricco di Big e di chiacchiere, quasi perde il senso di avere fuori gara cantanti meno importanti. I Big, invece, quest’anno conversano molto con il conduttore, cosa che non accadeva da tantissimo tempo. Il clima è solare. Si respira una bella aria a Sanremo 2022. Peccato solo che manchino i Jalisse: ora che il Festival non si vergogna più ad ammettere la sua natura melodica, come accadeva invece negli ultimi anni, la loro melodia avrebbe potuto trovare uno spazio. Almeno come ospiti, quantomeno per un duetto di venerdì.
Classifica parziale della seconda serata: prime Elisa ed Emma, ultimo Tananai. Così la sala stampa premia chi vincerà anche al televoto. Sanremo 2022 sembra già un affare tra i super favoriti della vigilia. Elisa davanti a Mahmood nella prima generale.