Il brano, scritto con Ermal Meta e cantato con Gessica Notaro racconta la terribile vicenda della giovane riminese
La musica a volte può dire più di mille parole. Perfino su fatti di cronaca realmente accaduti di cui molto effettivamente si è parlato, forse però mai abbastanza.
La dimostrazione sta nel fatto che purtroppo quasi non passa giorno senza dover aggiungere al folle conteggio di violenza o femminicidi, nuovi, orribili casi.
Così un giovane artista, noto al grande pubblico da quando aveva appena 21 anni ha pensato di scrivere a quattro mani con Ermal Meta una canzone che racconta le emozioni, le paure ma anche le speranze di una donna forte come Gessica Notaro, sua amica da moltissimo tempo, che ha dovuto sopportare il dolore tanto fisico quanto interiore provocatole dal suo ex che a gennaio 2017 le gettò dell’acido in faccia.
Dopo aver vinto la prima edizione di X Factor con gli Aram Quartet, l’artista salentino Antonio Maggio inizia ad intraprendere la carriera da solista facendo emergere la sua natura cantautorale che lo porta nel 2013 a vincere Sanremo Giovani con il brano “Mi servirebbe sapere” (in poche settimane già Disco d’Oro) contenuto nell’album “Nonostante tutto”.
Seguono altri dischi e nuovi riconoscimenti fino al ritorno sul palco dell’Ariston nel 2020 per presentare fuori gara il duetto con Gessica. “La faccia e il cuore” è un pugno nello stomaco per la struggente realtà di cui parla, ma anche una dolce carezza per le parole con cui si è scelto di raccontarla.
Che effetto ti ha fatto tornare a Sanremo?
È stato diverso rispetto alla prima volta non solo perché non ero in gara, ma anche perché essere ospite è un privilegio e allo stesso una responsabilità. Senti di dover dimostrare perché sei lì in quella veste sebbene la motivazione fosse più che valida ed evidente.
Volevate lanciare un messaggio?
Si, esatto. La responsabilità sta nel fatto che lanciare un messaggio simile comporta che devi essere pronto ad affrontare il tema sotto tutti i punti di vista. Ma io lo ero, e questo grazie ai tanti anni di amicizia che mi legano a Gessica.
Come vi siete conosciuti?
Per caso. Era il 2013, anno in cui vinsi “Sanremo Giovani” e quell’estate lanciai il singolo “Anche il tempo può aspettare”, ebbene il videoclip di quel pezzo che fu girato ad Urbino aveva come attrice principale proprio questa ragazza di Rimini.
Da lì è nata un’amicizia che continua ancora oggi, insomma ci conosciamo da molto prima che le accadesse quella cosa orribile.
E dopo quel fatto tremendo quando vi siete rivisti?
Ci siamo ritrovati alla partita del cuore di due anni fa dove io giocavo con la nazionale cantanti mentre lei era ospite della manifestazione e rivederla con quella benda sull’occhio, conscio di cosa avesse passato, è stato un colpo al cuore, così ci siamo persi in un abbraccio lungo ed intenso.
Proprio in quell’occasione mi disse che poiché io ero l’unico cantautore che conosceva da molti anni (soprattutto da prima del suo accaduto) sarebbe stata felice qualora le avessi dedicato una canzone.
Ma non una canzone qualunque bensì una che, attraverso la sua storia, potesse divenire un monito per tutte le donne che quotidianamente subiscono violenza.
È stato difficile scrivere il testo?
In queste occasioni bisogna avere piena consapevolezza di quello che è accaduto. Se non si è lucidi nel mettere a fuoco tutti i particolari, non si riesce ad empatizzare fino in fondo con la storia che si racconta.
Non è stato affatto facile ma alla fine si è rivelato fondamentale il fatto che la nostra amicizia venisse così da lontano da precedere la sua aggressione.
Come ha reagito al primo ascolto?
La chiamai i primi di settembre dicendole di presentarsi l’indomani a Milano nello studio da Ermal dove, nel frattempo, avevamo prodotto il brano per farglielo ascoltare.
Ad un primo ascolto non face trasparire nessuna impressione, ma chiese di riascoltarlo. Alla fine, mi guardò dicendomi che avevamo scritto esattamente ciò che aveva in mente lei.
La cronaca riporta all’ordine del giorno episodi di violenza. È impazzito il mondo?
Credo che purtroppo siano sempre stati una grossa piaga del rapporto uomo-donna dettato molto spesso da una profonda ignoranza. Ci son sempre stati, adesso se ne parla sempre di più e fortunatamente sono nate numerose associazioni e numeri telefonici a tutela delle donne vittime di violenza.
Penso oltretutto che si tratti di un punto di arrivo di qualcosa di più subdolo come la violenza psicologica. La sensibilizzazione che si tende a fare adesso anche attraverso i media è fondamentale perché aiuta a non abbassare la guardia.
Quello della violenza sulle donne è un problema da sconfiggere tutti insieme.
Gessica è molto attiva in tal senso?
Si, le arrivano tutti i giorni centinaia di gridi di aiuto da parte di donne che vedono in lei un punto di riferimento e Gessica si spende in prima persona per cercare di aiutarle.
I tuoi progetti futuri?
Sto lavorando al mio nuovo album di inediti che uscirà nel 2022, tanto che vivo praticamente chiuso in studio da due mesi.
Come da tradizione testi e musica sono scritti da me e stavolta più che mai non vedo l’ora di far ascoltare le mie canzoni perché mostreranno un lato inedito di Antonio Maggio, più intimo e personale.
Sarà meno prevalente l’ironia per dar voce ad altri aspetti della mia scrittura, un linguaggio diverso da quello utilizzato nei precedenti dischi.