Dentro la Canzone: senza_cri, “Bordi”

“senza_cri” scritto volutamente minuscolo per mantenere un profilo basso e stupire con la musica

Dentro la Canzone: senza_cri, "Bordi"
senza_cri “Quando canto non penso a niente, mi lascio andare e sto benissimo”

Dentro la Canzone: senza_cri, “Bordi”Il nuovo singolo è per una persona che le è sempre vicino partendo dai “Bordi”

Sottrarre anziché aggiungere, mantenendo un profilo basso, perché ad aggiungere ci pensano voce, arte e contenuti. La musica è un’alchimia di suoni e colori, una giostra di emozioni in grado di trasformare l’ambiente in cui si trova, e chiunque abbia a che fare con lei.

Senza_cri, al secolo Cristiana Carella, è una cantautrice brindisina di appena 21 anni, una rappresentante dei millennials che ha fatto propria la filosofia del “low profile” e che vanta un bagaglio di esperienza e maturità già ricco e pesante.

Cresciuta a pane e musica sin dalla tenera età, a quindici anni ha iniziato a scrivere canzoni di suo pugno. E poi sono arrivati i palcoscenici importanti. La scorsa estate si è esibita nel prestigioso contesto del Tenco Ascolta e persino al teatro Ariston di Sanremo per la serata finale del Premio Tenco 2021.

Vincitrice di Area Sanremo, l’abbiamo ritrovata il 15 dicembre cantare “A me” su RAI 1 nella serata Sanremo Giovani. Da poco è uscito il suo primo Ep, un “Salto nel vuoto” di nome e di fatto, perché traccia dopo traccia Cristiana, caleidoscopica e sensibile, ha voluto mostrare ogni parte di sé mettendo a nudo i propri pensieri intorno a temi come la vita, la morte, l’amore. In “Bordi” ha dato spazio a sonorità rock per ringraziare chi le è sempre vicino. A partire, appunto, dai bordi.

Il tuo è stato un super 2021, ne sei consapevole?

Sì e anzi devo dire che mai mi sarei immaginata di poter cantare sul palco del Tenco, poterlo fare e ricevere apprezzamenti dal pubblico è stata un’emozione incredibile, anche perché mi ha dato l’opportunità di ammirare da vicino grandi artisti ed un posto che è stato toccato nel tempo da mani sicuramente più grandi delle mie. Poi c’è stato Sanremo Giovani, altra grande emozione.

In “Bordi” hai tirato fuori un’anima rock, ma tu come sei realmente?

Non sono mai la stessa, semplicemente perché è così nella vita di tutti i giorni. Io cambio continuamente e con me la mia musica, e mi piace abituare le persone a comprenderlo perché anche chi mi ascolta, pur inconsciamente, non resta mai identico a sé stesso.

Cosa invece resta uguale?

I nostri valori, quelli rimangono lì ma tutto il resto è in continua evoluzione. Ecco perché anche nella musica non voglio fare mio un genere soltanto ma esplorare tutto.

C’è una traccia in particolare in cui ti senti totalmente te stessa?

Io sono in tutte le tracce, tuttavia per scrivere “Camaleonte” ho dovuto esaminare un mio problema poiché nella canzone affronto il tema della rabbia che sono consapevole di non riuscire a gestire benissimo.

E ti ha aiutata?

Moltissimo, così come “Edera” mi ha aiutata ad affrontare la morte al punto che questo brano è diventato una vera e propria terapia per me.

Temi importanti…

Ovviamente avrò modo di occuparmi anche di argomenti più leggeri ma per il mio debutto volevo dare qualcosa di impattante.

Di cosa parla “Bordi”?

Di una persona che amo molto e che mi aiuta sempre. A volte non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo ad incontrare questo genere di persone. Nel mio caso si tratta di qualcuno cui ho voluto dedicare questa canzone non solo per dire grazie ma anche che starò al suo fianco finché vorrà e sarò la sua spinta tutte le volte che avrà voglia di volare.

Dentro la Canzone: senza_cri, "Bordi"
senza_cri, “Bordi” – I nostri valori, quelli rimangono lì ma tutto il resto è in continua evoluzione

Ma perché “bordi”?

È come quando stendi una maglietta, per appenderla al filo con le mollette non la prendi dal centro ma dai bordi.

Dunque, significa sostenere?

È un’immagine che ho realizzato per dare agli altri l’idea del sollevare e tirare su. Questa persona (come accadrà a molti altri) mi dà una mano partendo proprio dai bordi, ovvero dall’inizio del problema, e lo fa in modo involontario ma del tutto naturale perché sa come potermi aiutare.

Oltre a ringraziarla intendevi dire qualcosa?

Sì, che posso aiutarla anch’io ma deve lasciarsi andare perché può succedere che ci sia bisogno di qualcuno che ci ama. Poi l’uomo è un animale sociale ha sempre necessità di interagire con gli altri.

Tutto ciò è stato ostacolato dalla pandemia, come l’hai vissuta?

Un periodo terribile perché ci ha privato della possibilità di avvicinarci al prossimo. Speriamo passi al più presto, ne abbiamo tutti bisogno.

Anche per fare live?

Certo, ho una voglia matta di incontrare le persone, per me è una priorità.

Come nasce invece il video di “Bordi”?

Da me stessa. Funziona veramente così, mi vedi parlare fuori dal palco piccolina che mi guardo intorno, poi salgo là sopra e mi trasformo al punto che non mi sento tanto in me. Quando canto non penso a niente, mi lascio andare e sto benissimo. Così ho voluto riprodurre tutto questo esibendomi live in un teatro sul quale mi imbatto per caso.

Finché da ultimo non entra l’addetto delle pulizie…

Che mi riporta coi piedi per terra, smontando il sogno. Così torno me stessa e scappo via dal tetro.

Dentro la Canzone: senza_cri, "Bordi"
senza_cri, “Bordi”

L’impressione è che tu quando canti dai tutta te stessa, è così?

Sì, mi concentro sulla voce e sul pezzo. Pensa che una sera prima di salire sul palco, si avvicinò a me un’altra cantante (con cui sono tuttora in ottimi rapporti).

Indossava un vestito bellissimo e dopo averle fatto i complimenti mi chiese “E tu cosa ti metti?” ma io con i miei pantaloncini e una maglietta in realtà ero già pronta.

La verità è che serve tutto, compreso l’abito giusto, ma io ero talmente presa dall’esibizione che non avevo calcolato per niente l’outfit. Alla fine, però, il mio look mi ha portato ugualmente fortuna.

Perché hai scelto di chiamarti senza_cri?

Mi piace mantenere un basso profilo, così se colpisco riesco a farlo con effetti speciali! Tuttavia, più che sceglierlo, è stato il nome a scegliere me.

Al liceo non amavo molti i social perché preferivo vivere i miei amici nella realtà, così una mia compagna di scuola mi creò un account dandomi come password senza_cri, in modo da esserci senza esserci.

Alla fine, i miei amici hanno iniziato a chiamarmi così e ho deciso di tenermi questo nome perché lo sento veramente mio.

Progetti?

Pandemia permettendo dovrei partire da maggio coi live e non vedo l’ora!

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Sara Chiarei
Sara Chiarei
Laureata in Filosofia, giornalista, presentatrice di ogni genere di eventi: sportivi, festival musicali, instore nei centri commerciali, rassegne letterarie. Ha lavorato sia in tv locali che in radio dove ha condotto per 14 anni un programma Live quotidiano. Ha gestito uffici stampa e tuttora scrive su riviste cartacee e online occupandosi principalmente della sua grande passione, la musica.
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