“Strada dei pensieri sospesi” è il suo nuovo singolo di Diego Rojas Chaigneau, attore e cantautore Italo Cileno
La musica è da sempre la migliore compagna di viaggio di Diego Rojas Chaigneau, attore e cantautore Italo Cileno, nato e cresciuto a Firenze.
Figlio d’arte, padre chitarrista, madre pianista e pedagoga musicale, studia Teatro e Cinema a Roma. Dopo aver cominciato a lavorare come attore in teatro, e avere preso parte a qualche serie e diversi cortometraggi decide di tornare a Firenze, dove la passione viscerale per la musica si risveglia.
Si dedica allo studio della voce, della chitarra e ad altri cordofoni latino-americani come il “tres” il “Cuatro”, e il “Charango”.
Assieme ad una ricca eredità artistica, all’eterna compagna sindrome di tourette, e volendo fare sempre il contrario di ciò che gli viene detto, nasce “Sentieri”, un album che cerca di unire stili e ritmi di tutto il mondo traendo ispirazione dal folklore latino-americano del quale suo zio, Josè Seves, cantante storico degli Inti Illimani, fu portavoce.
“Strada dei pensieri sospesi” è il suo nuovo singolo disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 10 novembre.
Oggi parliamo con Diego per provare ad addentrarci nel suo magico mondo musicale.
Di cosa parla il tuo nuovo brano e cosa rappresenta per te?
La canzone è una grande metafora: racconta il sentiero che è dentro di noi e che tutti percorriamo durante tutta la vita, tramite gioie, sofferenze, soddisfazioni. Una strada sui cui inciampiamo, cadiamo, ci facciamo male, ma da cui sempre ci rialziamo. Perché non c’è altra scelta, no? Bisogna avere degli obbiettivi che ci diano la forza di risollevarci quando oramai ci sembra impossibile.
Cos’ha di diverso rispetto ai brani in circolazione?
È un mix di diverse culture: un brano rock con diversi elementi punk, come le chitarre elettriche. È un brano ispirato a una scala orientale, in particolare giapponese, come tipologia di rock.
Riusciresti a definirlo con tre aggettivi?
Energico, positivo e vibrante.
All’interno di “Strada dei pensieri sospesi” gli strumenti musicali giocano un ruolo fondamentale alla buona riuscita della canzone. Cosa vuol dire per te pubblicare un singolo suonato dall’inizio alla fine e dove non sono presenti effetti vocali e sonori che oggi è facile trovare nella maggior parte dei pezzi, come ad esempio l’Auto – Tune?
Ho una tipologia di voce che non mi permette di usare l’Auto – Tune perché questo strumento la rende finta. Ci sono voci che non cambiano molto quando viene impiegato questo software, mentre nel caso della mia si assiste a una vera e propria trasformazione. Soprattutto quando ho provato a impiegarlo sulle note lunghe ho notato come la mia voce risultasse completamente diversa, come se fosse di qualcun’altro.
Cosa vuol dire per te essere un artista oggi, all’interno di un panorama musicale, come quello italiano, molto complesso?
Si è artisti a prescindere da quello che vuole il mercato musicale. Anche se non sopporto chi si crede e si sente un artista senza aver studiato. Giustamente non posso essere avvocato, se non ho una laurea in giurisprudenza e se non ho superato un concorso. Lo stesso vale per gli artisti: bisogna studiare per esserlo realmente. L’artista sicuramente non è un interprete e nemmeno un esecutore. È una persona capace, attraverso le sue doti creative, di farci andare oltre a quegli schemi che ogni giorno la società ci impone. Potremmo definirlo a tutti gli effetti come un inventore. Si può essere artisti in moltissimi campi, l’importante è che si cerchi il più possibile di differenziarsi dagli altri.
Tornando a te ma sempre rimanendo nell’ambito dell’arte, i tuoi studi teatrali hanno influito sul tuo modo di fare musica?
Non potrei salire sul palcoscenico oggi, come musicista e cantante, se non avessi studiato per sei anni recitazione. Il teatro permette di imparare a gestire l’ansia e soprattutto di riuscire a canalizzarla nel modo migliore possibile, trasformandola in qualcosa di positivo.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
A breve uscirà la versione in lingua spagnola di uno dei miei ultimi brani, intitolato “Strega”. Nel frattempo, continuerò a portare in giro la mia musica in diversi contest che spero mi consentano di arrivare a più persone possibili.
Articolo a cura di Stefano Grandi