Dentro la Canzone: Emmegi, “Dove esisti anche tu parte 2” un progetto partito nel 2019
Certe volte il destino ha in serbo per noi piani che si riesce a comprendere ed apprezzare appieno solamente guardandoli in prospettiva, proprio come succede con le opere d’arte la cui vera grandezza traspare se osservate da una certa distanza.
Michelle Guimaraes, in arte Emmegi (dalle sue iniziali) ha 25 anni, è nata in provincia di Como da genitori brasiliani e all’età di tre anni si divertiva a battere mestolini e stoviglie alla ricerca di un suono che le piacesse. Già allora alla ricerca di musica.
Quella musica che più avanti l’avrebbe presa per mano come si fa con una cara amica salvandola dai pregiudizi della gente e soprattutto aiutandola ad accettarsi, perché la vera sfida, alla fine, è l’accettazione di sé.
Inizia a scrivere per uscire dal guscio della sua timidezza e della sua adolescenza difficile ispirandosi al suo idolo J-Ax che non ha mai abbandonato ma al quale oggi accompagna una linea melodica percepibile nel brano “Dove esisti anche tu” (2019) e ancora più sensibilmente in “Dove esisti anche tu parte 2” (2021) in cui alla denuncia dell’omofobia si accosta una ritrovata speranza, la luce dell’amore che risplende su ogni cosa.
Quanto c’è in te delle tue origini brasiliane?
Molto poco in realtà. Penso sia semplicemente nel mio sangue, parlo la lingua ma in me non ci sono molte caratteristiche riconducibili a quella realtà.
Quando hai iniziato a scrivere?
Avevo circa dodici anni, professionalmente intorno ai diciannove.
Perché hai realizzato una parte seconda di “Dove esisti anche tu”?
Non era previsto inizialmente. La prima parte è stata molto più studiata, avevo chiaro nella mia testa di voler affrontare il tema dell’omofobia. La second parte invece, è nata molto casualmente.
In che senso?
Mi trovavo al pianoforte e stavo ascoltando una canzone di un artista spagnolo che parla di amore che mi ha fatto nascere dei pensieri sull’amore e LGBT. Ma trattandosi di un pezzo allegro ho deciso di conservare questo mood. Così dopo aver parlato della part più oscura dell’argomento nel 2019, in questo nuovo brano ho pensato di descrivere la parte più luminosa e bella.
Insomma, hai aperto una finestra?
Si, ho voluto dare una speranza anche perché se ci concentriamo sempre e solo sulla parte negativa rischiamo di dimenticare ciò che di bello c’è dietro ogni storia.
Quanto è cambiata Emmegi in questi due anni?
Inconsciamente quando ti affacci al mondo della musica in modo più professionale cambi a prescindere. La passione rimane come punto fermo ma inizi a fare le cose in maniera più ragionata; perciò, sotto l’aspetto psicologico sono cambiata moltissimo anche grazie alle opportunità che mi sono capitate.
E musicalmente?
Sotto questo aspetto non sono cambiata ma evoluta.
Cosa, già nel 2019, ti ha ispirata?
In parte le mie esperienze personali per quanto siano state diverse rispetto a quelle raccontate in “Dove esisti anche tu”. Personalmente non ho mai subito violenze fisiche però ho avuto problemi sul fronte psicologico perché mia madre faceva fatica ad accettare la mia omosessualità.
Siete riuscite a superarla?
Sì, è una cosa recente e probabilmente ha influenzato positivamente il mio nuovo pezzo.
Cosa si dovrebbe fare secondo te per superare l’omofobia?
L’omofobia come termine in sé non ha molto senso, perché tradotto significa paura dell’omosessuale. Io sono contro (più che all’omofobia in quanto tale) alle reazioni che genera.
È un problema di accettazione?
Si, noto che si fa difficoltà ad accettare anche la nuova generazione, cosa che dovrebbe risultare molto semplice. Il fatto che l’omosessuale possa esternare la propria natura spesso spaventa le altre persone che non hanno lo stesso coraggio di esprimersi o cacciar fuori la propria personalità, nascondendosi anche per questioni banali solo per timore di essere giudicati.
Cosa significa accettarsi?
Significa essere sulla buona strada per vivere appieno la vita.
Tu ci sei riuscita?
Sì, anche se per mia natura tendo ad essere molto insicura, ma ci sto lavorando.
Sei polistrumentista?
Ho suonato pianoforte, chitarra e batteria ma mi sono innamorata del pianoforte e ho proseguito da autodidatta su questa strada.
Progetti?
La musica si rinnova ogni giorno e io devo capire esattamente quale sia la mia direzione musicale. Poi, ovviamente sto pensando ad un album selezionando i brani giusti per questo progetto. Ne ho molti pronti (sono miei testo e musica) realizzati in collaborazione con Nicky Noise che cura l’arrangiamento.
Cosa ti aspetti da questo anno?
Sul piano personale un po’ di meritata tranquillità, musicalmente di riuscire a completare Emmegi.