Sono un cantante Rock che ama Vivaldi.
Enrico Capuano è considerato il capostipite del Folk Rock italiano, le sue canzoni promuovono la pace, la libertà e l’amore; il rock d’impegno sociale.
Fonda la sua etichetta discografica, la Blond Record, come unica missione quella di promuovere musica di qualità “non omologata”.
Ribelle e libero in ogni cosa che fa, l’abbiamo incontrato e a ruota libera ha parlato di se.
Sei appena rientrato dall’estero per il tour, come ti recepisce il pubblico italiano rispetto a quello straniero?
Il pubblico italiano è un pubblico fantastico, molto attento che si lascia coinvolgere.
Il pubblico estero è incuriosito perché porti con la tua musica le radici di un paese straniero senza gli stereotipi dell’italiano a cui sono abituati; ascoltano perciò con molta attenzione il brano ma anche le presentazioni.
In questo momento, all’estero è molto forte l’attenzione ai concerti live, sono molto seguiti, più che in Italia, dove in effetti si sente la crisi dovuta probabilmente al poco sostegno che ha la musica oggi.
Ami definirti ribelle, cosa significa per te?
Chi come me ha una formazione Rock, che è cresciuto con i Clash, l’Hard Rock, con i movimenti giovanili, la musica popolare che non è solo una musica rituale, ma ha a che fare con le condizioni di vita dell’uomo, dal mondo contadino a quello operaio, non si può omologare ai cliché musicali che spesso vengono imposti dalle multinazionali: questo per me significa essere ribelle.
Se vuoi fare un discorso strettamente commerciale devi tener conto di quelle che sono le tendenze, o di quello che viene imposto a livello commerciale, ma se vuoi esprimere un elemento artistico con la tua musica, hai qualcosa da dire, in questo modo sei “diverso” e perciò ribelle.
Oggi la ribellione è un valore aggiunto, è espressione di un pensiero critico.
Hai la possibilità di usare la macchina del tempo, quale epoca sceglieresti e perché?
Come musicista ne sceglierei due: farei un salto nel tardo barocco veneziano, quando Vivaldi scriveva la sua musica tra il 1600 e il 1700; l’altro, ovviamente, essendo amante della cultura giovanile degli anni 60 e 70 farei un salto ai concerti di Jimi Hendrix, dei Beatles e di altre band, vivere di persona quelle atmosfere, così come la musica progressiva italiana della PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, capire come reagiva il pubblico e come viveva questa musica.
Cuore fa sempre rima con Amore?
Per me il cuore è un argomento importante: nel 2016 sono stato trapiantato. Ho atteso un anno e mezzo con una prospettiva di vita assai breve. Dopo aver fatto un sogno incredibile in cui ho visto una donna che mi abbracciava, ho ricevuto la telefonata in cui mi dicevano che c’era un cuore per me.
Aspettando di entrare in sala operatoria: con una paura incredibile da una parte e dall’altra la consapevolezza di non poter fare altrimenti, ho sentito dire che quel cuore era di una donna.
A lei ho dedicato il mio brano “Viva” e grazie a lei mi porto dentro una sensibilità al femminile.
Per questo, il rapporto cuore amore fa parte del mio vissuto; la vita, ogni vita è speciale e per questo irrinunciabile, sempre. Una sconosciuta con amore mi ha donato il cuore e una nuova vita.
Oggi, in questo nostro mondo, dove i cuori si induriscono e il cinismo la fa da padrone; noi abbiamo il dovere di ridare significato a questa relazione forte che c’è tra il cuore e l’amore e che da sempre è esistita in ogni forma d’arte senza banalizzarne il significato profondo.
Che significato ha per te la spiritualità?
La spiritualità ha senso quando la si intende un’estensione verso valori universali come l’amore, la fratellanza, il rapporto con lo sconosciuto, il rapporto nei confronti di una realtà che va al di là di quello che percepiamo; deve essere di aiuto nel dare significati concreti e non astratti alla nostra quotidianità.
Per me spiritualità è quel concetto di fratellanza, sorellanza che non è legato alla religiosità, ma è un concetto rivoluzionario che dovrebbe essere riattualizzato, in questo mondo sempre più chiuso in se stesso c’è assoluto bisogno di spiritualità per meglio interpretare il senso vero della vita è della condivisione fraterna.
Quando sei a casa libero da impegni, come trascorri il tuo tempo?
Ascolto musica, anche lontana da me, mi piace capire e scoprire nuovi giovani artisti non solo italiani, ma da tutto il mondo.
Mi piace scovare musicalità diverse che provengono da culture lontane per trarne stimolo e ispirazione per arrangiare o scrivere i miei brani.
Quindi impiego il mio tempo libero nello studio, nell’ascolto anche di cose che non mi piacciono, ritengo che ascoltare sia fondamentale per chi come me ha scelto di “raccontare” con la propria musica.
Se riesco mi piace trascorrere del tempo con gli amici o in viaggio. Il viaggio come elemento di conoscenza.
Sei riuscito a realizzare i sogni di quando eri bambino?
Quando avevo quattro o cinque anni imbracciavo la racchetta e immaginando che fosse una chitarra, cantavo “Erba di casa mia” di Massimo Ranieri. Ben presto ho incominciato a sentire i dischi dei miei fratelli maggiori: i Black Sabbath, Chuck Barry e mi muovevo a ritmo di rock’n’roll scimmiottando i cantanti che ascoltavo e vedevo in televisione.
Ho sempre sognato di essere ciò che sono, quindi nonostante le difficoltà posso dire di aver realizzato i miei sogni; l’ho fatto da indipendente con tanti sacrifici e tanta fatica.
Posso ritenermi quasi un miracolo anche perché arrivo dagli anni ’80, oggi per i giovani che sono costretti dai talent a percorrere strade prestabilite, se non hanno un forte sostegno economico, è quasi impossibile.
Il mio appello accorato ai giovani artisti è di non mollare mai, di resistere e di fare musica per il solo piacere di farlo, sono disponibile a dare consigli a chi chiede un mio parere, non mi costa nulla se non dedicare del mio tempo.
Perseverate e coltivate le vostre passioni, credeteci fino in fondo!
Quale il complimento che più ti piacerebbe ricevere?
In assoluto il complimento che apprezzo di più è quando chi mi ascolta, pur non condividendo il mio pensiero, ne riconosce l’autenticità.
Mi gratifica che la gente mi percepisca per quello che sono e capisca che sto dicendo esattamente ciò che penso. Non intendo costruirmi un personaggio ma essere me stesso: operazione oggigiorno assai rischiosa ma, gratificante.
È certamente molto bello, come artista, sapere che chi ascolta le tue canzoni ci si riconosce.