Il cantaviatore Enrico Giaretta si racconta a Musica361: musica, album, collaborazioni e tanto altro in quest’intervista.
Definito il cantaviatore perché oltre ad essere un cantautore e un pianista, è anche un pilota di linea, Enrico Giaretta ha raccontato il suo mondo a noi di Musica361. Dai suoi album, alle esperienze con i grandi artisti, fino ai progetti solidali legati alla sua musica.
È uscito il tuo ultimo disco. C’è un brano al quale sei più legato? Se si, perché?
Un brano a cui sono molto legato si chiama Blu, che è quello che dà il titolo all’album. Questa canzone è nata in uno studio di registrazione con un produttore che io amo molto, che si chiamava Lilli Greco: era stato il talent scout più famoso che c’era stato nella casa discografica e primo produttore anche di Paolo Conte e Francesco De Gregori. In 48 ore nacque questo brano, che a Lilli piacque molto e si commosse, dato che in quel periodo stava poco bene. Mi disse che anche se non sapeva cosa avrei fatto della mia carriera, sicuramente questo era un paletto importante. Insomma, ne vado fiero.
Nell’altro album sono presenti anche due canzoni particolari: l’inno degli Amici Cucciolotti e Black Rhino, legate ad un progetto solidale. Di che cosa si tratta?
Amici Cucciolotti è una collezione di album e figurine che esiste ormai da 11 anni in Italia e da qualche anno in tutto il mondo. è un successo devastante tra i bambini perché è una collezione eticamente molto alta e famosa per salvare gli animali, cosa di cui i bambini sono consapevoli. Questo progetto nasce dalla mia amicizia con Dario Pizzardi, che un bel giorno mi chiama per mettere in musica questo album, che era fatto solo di figurine: è nato l’inno e dall’inno l’idea di fare un disco. Abbiamo poi deciso di coinvolgere Paolo Conte, che è un grandissimo appassionato di animali. Paolo, naturalmente, quando ha conosciuto Dario se n’è innamorato, sono due persone molto simili, solitarie, selettive, un po’ sopra le righe.
Oltre ad essere un pianista ed un cantautore, sei un pilota di linea. Questo tuo lavoro influisce sulla tua musica e sul tuo percorso musicale?
Assolutamente si perché metto tutte le note che ho suonato nei cieli che volo e metto tutti i cieli che ho volato nella mia musica: c’è proprio uno scambio reciproco. Il complimento più bello che mi ha fatto un mio collega in atterraggio è stato “Questo non è un atterraggio da pilota, ma da musicista” perché c’era brutto tempo e ho fatto un buon atterraggio.
Paolo Conte ha parlato molto bene di te, dicendo di aver trovato finalmente un allievo. Quanto è importante il suo giudizio e che rapporto hai con lui?
Il suo giudizio conta molto perché lo stimo come uomo e musicista. Sulla sua frase ci scherzo sempre su, anche con lui, e dico che si è pentito di averla detta qualche minuto dopo, ma ormai era troppo tardi perché l’avevo già raccontato a tutti. L’anno scorso per la prima volta mi ha chiamato maestro e mi ha detto che potevamo darci del tu: per me è stata una grande soddisfazione. Ho un ottimo rapporto con lui, io lo stimo molto e lui piano piano ha imparato a stimarmi e a fidarsi di me perché poi abbiamo iniziato a collaborare e non ho mai tradito la sua fiducia artisticamente, facendo sempre quello che era giusto per lui.
Sei stato per anni il pianista di Franco Califano. Che cosa ti ha dato l’esperienza al suo fianco?
È stata una grandissima esperienza in quanto Califano ha cambiato molti pianisti e musicisti, ma sicuramente io vanto una convivenza con lui di 10 anni e penso di essere stato l’unico. Per me è stato come un padre: ci siamo visti e frequentati fino all’ultimo giorno.
Hai collaborato anche con tanti altri artisti. C’è qualcosa che porti sempre con te di ognuno di loro?
Da ognuno ho preso molto. Ho frequentato un periodo Renato Zero – con Califfano andavo spesso a casa sua – e da lui ho preso l’umiltà e la semplicità, nonostante lui fosse un grande artista e una persona fantastica. Quando lo incontro, per timidezza e per discrezione, non gli vado incontro ed è sempre lui poi a fermarmi per strada. Questo mi fa molto piacere.
Ti piacerebbe collaborare con qualche altro artista in particolare?
Sembra strano, ma ho sempre amato Vasco Rossi. Mi sarebbe piaciuto molto collaborare con lui perché è molto divertente e un bravo artista.
Hai altri progetti per il futuro?
Si, ne ho cinque esattamente. Sto facendo tre dischi di solo pianoforte, che inizieranno ad uscire da settembre: mi sto divertendo molto con questa cosa e sono passato da Piano City Milano il 21 maggio. Inoltre, ho fatto un trio per un piccolo progetto di musica elettronica, nel quale molto probabilmente coinvolgerò anche Paolo, e continuo il mio percorso con i Cucciolotti. Sto portando avanti tutto insieme, tra un decollo, un atterraggio e una registrazione.