Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang”

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang”, un’esplosione di esperienza umana che pone tanti interrogativi e poche risposte

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang”
Big Bang il nuovo singolo di Enula

Enula Bareggi, in arte Enula, è una giovanissima ed eclettica artista milanese che ha già tanta strada alle spalle. Vive l’arte a 360° in tutte le sue forme, possiede un talento eccezionale fin da bambina e ha sviluppato un timbro vocale molto raffinato. Il suo nuovo singolo, “Big Bang” coglie l’essenza della vita: se non si vive nel presente, tutto si trasforma immediatamente in un ricordo. Diventa quindi cruciale stare sempre sul pezzo.

Apro questa intervista partendo proprio con il tuo “Big Bang”. Come nasce questa canzone e cosa c’è dentro questa esplosione sonora?

È stato un processo inevitabile per me, fin da bambina ero molto curiosa e mi facevo sempre tante domande su chi fossi e dove sarei andata. Teorizzavo molto sul concetto di vita e morte ed è diventato realtà nel mio nuovo singolo, “Big Bang”. È importante il viaggio che si fa per rispondersi ma non tanto la risposta. D’altronde avere già la risposta equivale a guardare un film ma sapere già il finale. Amo questo mistero che è la vita e ne sono innamorata.

Cosa vuoi comunicare al prossimo con questo brano?

Quando un artista scrive un pezzo e rilascia al mondo la sua arte, il messaggio è di libera interpretazione. Non mi chiedo mai cosa voglio che gli altri percepiscano. Creo la mia emotività e poi la lascio andare nel mondo.

Credo che una delle frasi slogan del brano sia: “Tutti vogliono il paradiso ma nessuno vuole morire”… cosa vuoi esprimere con questo concetto? Cosa c’è nel mezzo?

C’è una grande verità. Tutti vogliono un posto bellissimo ma nessuno vuole lasciare questa vita. Se oggi mi proponessero il paradiso in cambio della mia vita io direi sempre di no perché non sono pronta a lasciare questo posto. Nessuno sceglie di andarci. E nonostante tutte le difficoltà che ci sono oggi, credo che il paradiso sia prima qui che là.

Credo che questa frase possa essere interpretata anche come una metafora. Il paradiso è la confort zone in cui tutti vogliono accedere ma nessuno vuole passare per la strada più tortuosa. Che ne pensi?

Assolutamente sì, è veramente così. Tutti vogliono la bella vita ma allo stesso tempo nessuno vuole arrivarci faticando o sudando un po’. Finché non passiamo per le nostre ombre non possiamo passare per la nostra luce. C’è sempre prima il buio che il sole.

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang” 1
Enula

Che consiglio ti senti di dare alla gioventù di oggi?

L’unico consiglio che darei a chiunque in modo molto umile è proprio la ricerca di sé stessi. Se noi non sappiamo chi siamo non potremo mai raggiungere il prossimo. Bisogna sempre avere la consapevolezza di sé perché alcune volte il mondo non funziona proprio perché le persone non si conoscono.

Il tuo nome, Enula, mi ha incuriosito, è la prima volta che lo sento. Che significato ha?

È un fiore selvatico, l’ha scelto mia madre durante il periodo di gravidanza. Mia nonna studiava i fiori e lei li raccoglieva. È un fiore che nasce a settembre e io per puro caso sono stata concepita proprio in quel mese lì.

La passione per la musica è qualcosa di genetico a casa tua?

Ho una famiglia di artisti, mia madre dipinge così come entrambe le mie nonne; quella paterna suonava il piano, era una cantante. Ho ereditato sicuramente una parte di questo DNA. Io ho scelto la musica in modo naturale e conscia, perché mi sembrava quella più vicina e immediata rispetto alle altre forme come l’arte e la scrittura in cui comunque mi esprimo. In questo caso posso far valere la mia voce e il mio corpo.

Per te la musica è terapeutica?

Assolutamente sì, è proprio la mia terapia. Quando sono triste o felice devo scrivere e creare, aiuta ad espandere le mie emozioni. Preferisco fare questo anziché andare dallo psicologo. La scrittura aiuta a conoscermi e in questo modo scelgo chi essere nella mia vita. Devo sapere da dove derivano i miei comportamenti, visto che oggi siamo tutti molto influenzati e influenzabili.

Quando hai scritto la tua prima canzone?

Sì in età adolescenziale, in realtà non le avevo dato neanche un titolo però parlava dei sogni, in senso sia onirico che filosofico, cioè i sogni dei bambini. Io volevo fare musica e parlavo di ciò che sognavo di notte e di quello che poi volevo fare nella realtà. Era un invito a crederci sempre.

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang” 2
Enula

Il tuo sogno musicale più grande l’hai già realizzato?

Ancora no e quando lo farò probabilmente non me ne renderò conto. La natura intrinseca degli esseri umani è anche quella di volere qualcosa, realizzarla e volerne subito un’altra. È come se non ti basta mai quello che hai. A dir la verità spero non arrivi mai il momento in cui potrò dire di aver realizzato tutto quello che avevo in testa perché poi non saprei più cosa fare.

Come trascorri di solito le tue giornate?

Non ho una routine ben precisa ma l’arte fa sempre parte di me. Adesso sto scrivendo anche un libro che occupa molto del mio tempo durante le giornate. Faccio girotondo con tutte le forme d’arte che pratico.

Che libro stai scrivendo?

Un romanzo che è ispirato a me ma non alla mia vita; è una storia di fantasia ma ogni personaggio ha una parte di me ed infatti lo sto scrivendo in terza persona. In qualche modo dovevo sbarazzarmi di tutte le personalità per non impazzire.

Quando uscirà più o meno?

Di preciso ancora non lo so perché per scrivere un libro ci vuole tempo, però sono già a metà dell’opera.

Tra le tante opportunità che hai avuto, sei stata anche scelta come protagonista per la colonna sonora di un film. Com’è andata questa esperienza?

È stato veramente magico e inaspettato, ho trascorso due mesi intensi; anche il cinema è una mia grande passione che però non ho sviluppato appieno. Mi sono trovata a mio agio con tutto il cast e con il regista, ho capito benissimo le sue direttive. È stato molto bello recitare, a ripensarci mi viene nostalgia.

Con il tuo pubblico che tipo di rapporto hai cucito in questi anni?

Abbiamo un rapporto molto vivo. I ragazzi e le ragazze che mi seguono quando li incontro dal vivo sono come fratelli per me, gli voglio veramente tanto bene e li ringrazio per starmi sempre vicini. Non c’è per niente lontananza, è come se loro avessero sempre qualcosa da insegnarmi.

Enula: un fiore che sboccia dal “Big Bang”

Questa vicinanza è data anche dai social? Ho visto che sei molto seguita, magari questo fattore ha contribuito a creare questo legame…

In realtà per me i social sono un po’ difficili da gestire perché, essendo una persona molto empatica, non mi permettono di capire chi ho davanti. Preferisco molto di più il contatto diretto e visivo.

Che emozioni provi quando sei sul palco?

È come se mi innamorassi per la prima volta, il palco è sempre il mio primo amore. L’ultima volta è sempre più forte della precedente e lì capisci che stai provando amore vero.

Descrivimi la tua musica con tre parole…

Nuvole, sfumatura e dualismo.

Hai una tua canzone manifesto?

Ti direi “(Con)Torta”, è stata la prima e parla di me nonostante sia già passato qualche anno e mi sono evoluta. Parlo dei miei contrasti che si ripetono sempre dentro di me.

E invece una strofa o un verso che hai scritto che più ti rispecchia?

Credo proprio l’inizio di “(Con)Torta”, ossia: “Io non voglio scapole, voglio ali.”

 Adesso su cosa stai lavorando?

In questo momento mi sto dedicando alle prove per i live estivi e sto lavorando in studio sui nuovi pezzi.

Articolo a cura di Simone Ferri

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