Erica Mou: “Cerchi” il settimo album dell’artista, un album che esplora le circolarità del tempo, eventi che ritornano simili nella nostra vita
Cerchi è il titolo del nuovo album di inediti di Erica Mou uscito a novembre 2024. La cantautrice, nel corso della sua carriera dal 2009 al 2024 ha prodotto sette album, collezionando molti importanti riconoscimenti per la canzone d’autore, tra cui Premio della Critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio TV al Festival di Sanremo (2012) e il premio Nilla Pizzi (2022).
Alcune delle sue composizioni sono all’interno delle colonne sonore di film come per “Una Piccola Impresa Meridionale” (2013) di Rocco Papaleo, per cui ha ricevuto una candidatura ai David di Donatello per la Miglior canzone originale. Oltre alla musica, Erica è impegnata nel cinema, nel teatro e nella scrittura.
Come attrice è apparsa sul grande schermo nel film campione di incassi “Quo Vado” (2016) di Checco Zalone e nella commedia “Figli” (2020) di Mattia Torre, con Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi. Dal 2022 affianca Concita De Gregorio nello spettacolo teatrale “Un’ultima cosa,” di cui ha scritto anche le musiche. Nel 2020 pubblica per Fandango Libri “Nel mare c’è la sete”, cui segue nel 2024 il suo secondo romanzo “Una cosa per la quale mi odierai”.
Il mese precedente è uscito il tuo settimo album “Cerchi”. Un album che esplora le circolarità del tempo. È un progetto che segna un punto della tua vita artistica? Come lo potresti definire?
Come avrai notato, tutte le canzoni, pur avendo atmosfere e ambientazioni diverse, sia a livello sonoro che di testo, sono accomunate da questo tema dell’inciampo, perché raccontano storie di eventi che ritornano simili nella nostra vita a distanza di tempo. Quando tornano, sembrano come prima, mentre noi non siamo più gli stessi. Ho compreso questo aspetto mentre lavoravo al disco, poiché tutte le canzoni portano un debito nei confronti del tempo e delle sue circolarità. Da qui è nato il progetto.
“La festa del Santo”, il primo singolo uscito il 7 giugno, racconta la festa a Bisceglie, girato nella tua città. Come è nato questo brano?
È stato un omaggio non solo alla mia città, ma al nostro Sud, alle feste di paese e agli incontri che abbiamo con noi stessi ogni anno. Anche questa è una circolarità. Nella nostra vita, la festa di paese è una certezza che si ripete anno dopo anno, e noi cambiamo tantissimo. Sono andata via da Bisceglie e tornare a viverci dopo tanti anni mi ha dato uno sguardo più fresco e nuovo su alcune cose che davo per scontato. Infatti, nell’album c’è un’altra canzone, “Complici”, che parla di questo: andare via dal posto dove sei nata e cresciuta e poi tornarci da adulta, scoprendo che tutto è diverso.
Hai realizzato questo video nella tua città durante la festa patronale. Hai avuto solo un’opportunità?
Quando abbiamo girato il video, il mio regista era con me. Lui è molto bravo a cogliere l’essenza del live: in quell’occasione è stato come fare un concerto, perché quello che succedeva accadeva in tempo reale. Abbiamo voluto sperimentare, e devo dire che è andata bene. Abbiamo delle immagini bellissime, e se le avessimo pianificate non sarebbero venute così bene. È uno scenario molto naturale, dove incontri persone dopo tanto tempo, ma sembra siano passati solo cinque minuti.
“Madre” è un altro brano importante che racconta il tuo rapporto con tua madre. Contemporaneamente è uscito il libro “Una cosa per la quale mi odierai”. Questa canzone è figlia del tuo libro? C’è un legame madre-figlia tra il libro e la canzone?
C’è un legame tra entrambi. A livello temporale, la canzone è nata prima, ma a livello di influenza si sono influenzati reciprocamente. La canzone ha influenzato il romanzo, perché all’interno del libro c’è un pezzo della canzone che racconta la storia di madre. La canzone è stata la scintilla per il libro, che avevo in mente da tempo. Se non avessi avuto l’urgenza di scrivere questa storia, non avrei fatto il libro.
È un album più cantautorale? Come suono, come lo definiresti?
Sicuramente è un album introspettivo, con una sua spiritualità. Questa è una cosa che è sbocciata spontaneamente in molte persone, riguardante la vita di tutti, a prescindere da quello che uno faccia.
Ho letto in un’intervista che i musicisti con cui collabori ti hanno seguito anche nella produzione dei brani (Molla e Flavia Massimo). Cosa significa per te questo? Sembrate una “cucina sonora” che crea melodie e armonie golose e suggestive
È molto bella questa cosa che dici, perché è un po’ un album domestico con degli arrangiamenti costruiti durante un’esibizione artistica. Abbiamo” vissuto”, mentre arrangiavamo questo disco. Con i miei musicisti ridiamo e scherziamo.
Siamo una famiglia “circense” e il disco è nato con questo spirito. Sono contenta che si percepisca. Flavia e Luca sono musicisti bravissimi e apportano qualcosa di più del loro talento e supporto tecnico; portano una sensazione di intimità in queste canzoni, rafforzando il messaggio di quello che ho scritto.
Sei in tour. Hai già fatto alcune tappe e l’11 gennaio sarai anche a Milano. Cosa ci puoi raccontare di questo tour?
È un Tour ben definito che ha già avuto altre date. È lo spettacolo che mi piace di più per come lo abbiamo strutturato. Suoneremo tutto il disco nuovo e ci sarà una bella finestra sul passato all’interno del concerto. Mi piace molto questa idea. Non potevo fare un tour che si chiama “Cerchi” senza tornare indietro. C’è una mescolanza di presente e passato che avviene in modo simmetrico. Anche le canzoni del passato si adattano a questa nuova veste sonora con il trio che vedrete sul palco.
Oltre a questo progetto legato al nuovo album, sei stata impegnata con il Tour teatrale con Concita De Gregorio. Ci saranno altre date nel 2025?
Nel nuovo anno mi concentrerò sulla promozione del tour e del romanzo. Il progetto con Concita è ancora attivo. Faremo delle repliche a febbraio 2025, saremo a Ravenna, in Campania e in Veneto. A prescindere da questo progetto, sono sicura che la collaborazione artistica con Concita non si fermerà qui. È un vulcano di idee e progetti. È la persona più brillante di intelletto che io conosca, e sono sicura che ci saranno altre possibilità di lavorare insieme.
Hai partecipato a Sanremo nel 2012 con il brano “Nella vasca da bagno del tempo”. Non ci sei più tornata. Ti rivedremo?
Mi piacerebbe tantissimo tornare. È un mio sogno. Come puoi immaginare, occorrono una serie di congiunzioni astrali. Ci vuole il pezzo giusto nel momento giusto, e questo non è ancora successo. Spero che succeda presto. Tornare su quel palco è davvero una lotteria, e non lo snobbo affatto.
Sei stata definita la Carmen Consoli della Puglia. Per te cosa rappresenta questa definizione?
All’inizio della mia carriera me l’hanno detto perché si cercava un paragone per inquadrare il personaggio. Questo confronto mi onora, perché l’amo. Lei è una cantautrice che ha cambiato la musica in Italia e anche la percezione di ciò che significa essere un’artista donna nel nostro paese. È un’artista che suona, scrive e lo mostra. Ha anche una forte vena rock, senza rinunciare alla qualità dei testi, che sono sempre bellissimi e profondi. Chiaramente, uno desidera che la propria personalità venga riconosciuta come unica, perché ogni artista è unico.
Recensione dell’album:
Undici tracce che spaziano nel viaggio della vita, fatta di partenze e ritorni con uno sguardo al futuro con una maggiore consapevolezza. Le diverse sonorità presenti in questo progetto lo rendono curioso e interessante. La cura e scelta degli arrangiamenti non strizzano l’occhio a ostentate ricerche di effetti speciali. Erica e i suoi musicisti con questo album costruiscono musica e testi “essenziali”, dove l’elemento spiccante sono l’arte e la sua spiritualità: comunicano con linguaggio schietto. La musica deve arrivare al cuore e questo album riesce a farlo in modo diretto.
Articolo a cura di Raffaele Specchia
Date Tour:
10/01/2025 SETTIMO TORINESE – TEATRO CIVICO GARIBALDI
11/01/2025 MILANO – TEATRO FILODRAMMATICI