Nata con l’obbiettivo di portare avanti, in maniera indipendente, progetti editoriali e discografici
“Terre sommerse” inizia la sua avventura alla fine degli anni ‘90 come casa discografica ed editrice con lo scopo di ricercare e promuovere nuovi talenti nella musica, nella letteratura e nell’arte in genere, con particolare riguardo ai giovani.
Quello su cui punta “Terre Sommerse” è la genuinità e la sensibilità artistica, il talento, la ricerca e la sperimentazione nei diversi generi editoriali e musicali, portando avanti una concezione della musica, della letteratura e dell’arte in genere, lontana ed avulsa dalle logiche unicamente commerciali su cui sono appiattiti il mercato e i principali competitors. Ne abbiamo voluto parlare con Fabio Furnari, founder della label.
Fabio, quando e perché prende il via l’esperienza della label?
“Terre Sommerse” nasce nel 1998 come associazione no-profit costituita da diversi artisti, cantautori, pittori, poeti che erano stanchi di una certa politica praticata sia parte delle case editrici sia delle case discografiche. L’obiettivo è stato quello di portare avanti, in maniera indipendente, progetti editoriali e discografici.
La scelta della label è nata anche sulla base della mia precedente esperienza personale. Avevo lavorato nel campo della discografia e della distribuzione, oltre ad essere un musicista.
Stiamo parlando della fine degli anni ’90. Allora c’erano i negozi di dischi… mi sembra di parlare di secoli fa (ride, n.d.r.). La prima produzione risale al 2002, quasi vent’anni fa e fu il primo disco di Antonio Sardi de Letto, un pianista di musica classica che purtroppo è scomparso nel 2011.
Era un disco con musiche di Listz e Schumann. Da lì abbiamo cominciato a crescere e, devo dire, che oggi abbiamo un catalogo molto vasto con diverse collane, come hai sicuramente potuto vedere nel nostro sito.
Etichette discografiche indipendenti: Terre Sommerse
Come etichetta discografica spaziamo dal jazz al rock, dalla canzone d’autore all’indie-pop, alla musica classica ed etnica, con un unico comune denominatore, quello della genuinità artistica coniugato con un costante spirito di ricerca e sperimentazione musicale.
Oggi vantiamo oltre 400 pubblicazioni tra musica e letteratura oltre ad una fitta rete di concerti e di eventi letterari ed artistici in genere.
Nel tempo ci siamo ingranditi e abbiamo avuto di affiancare all’associazione una società che potesse occuparsi dell’attività commerciale, essendo noi una no-profit.
Che tipo di servizi offrite ai vostri artisti?
Molti artisti ci propongono un prodotto già pronto a livello di master, in caso contrario possiamo contare su due studi di registrazione di cui siamo soci. Si tratta dell’Abbey Red Studio che ha sede a Genzano, in provincia di Roma e del Play Rec Studio di Roma.
Ci occupiamo, ovviamente, sia della promozione e della distribuzione. Abbiamo un contratto con un distributore digitale e, grazie al ritorno del vinile, che recentemente ha sorpassato il CD nelle vendite, abbiamo iniziato a stampare anche su questo supporto.
Quali sono gli artisti che possiamo trovare nel vostro catalogo?
Tra i tanti artisti che in oltre vent’anni hanno arricchito il mondo di “Terre Sommerse” ci sono jazzisti come Pasquale Innarella, Rodolfo Maltese, già chitarrista del Banco del Mutuo Soccorso, Andrea Alberti, Angelo Olivieri, Nicola Puglielli, insieme a molti altri mentre nella canzone d’autore e nella musica italiana posso citare artisti quali Amedeo Minghi, Giampiero Mazzone, Stefano Frollano, Pepy Rap e altri ancora. Con orgoglio deve ammettere che nel nostro catalogo ci sono molte “perle”.
Etichette discografiche indipendenti: Terre Sommerse
Come trovate gli artisti che lavorano con voi?
Le possibilità sono diverse, dallo scouting che facciamo direttamente alle proposte dirette degli artisti o di produttori ma anche, semplicemente, tramite la mail che permette il contatto diretto con noi. Siamo costantemente alla ricerca di nuovi talenti e apprezziamo genuinità, sensibilità artistica, talento, ricerca e sperimentazione.
Grande sogno per un piccolo discografico.
Forse il grande sogno l’ho già realizzato, perché è sempre stato quello di poter dare la possibilità ai giovani, agli artisti, di aiutarli a concretizzare i loro sogni che diventano anche i nostri.
Riteniamo questo molto importante soprattutto perché da parte delle major assistiamo sempre più ad una sorta di disinteresse a proporre artisti non necessariamente mainstream nonostante abbiamo molto da dire, anzi da far ascoltare.
Sono un musicista e quindi capisco cosa si aspettano da me, che vesto i panni del discografico, i miei artisti. Spero di poter continuare a sognare con gli artisti che lavorano con noi con la consapevolezza di conoscere i propri limiti e di possedere la grinta di cercare di superarli a favore dei nostri artisti senza mai illuderli.