È amato e odiato, hanno tentato persino di copiarlo, eppure ogni volta va in cima alla classifica.
Fabio Rovazzi è un artista poliedrico. Nasce videomaker, anche di alto livello e arriva al successo grazie ad una canzone comica, il tutto senza essere un cantante, come lui stesso ammette. Capite che, con una storia del genere, non si può che parlare di genialità guardando i risultati. Ma questo non basta, ci sono altri dettagli fondamentali da analizzare per capire quanto Fabio Rovazzi sia davvero un genio.
Partiamo da “Andiamo a comandare”. Questa traccia aveva tutte le carte in regola per diventare un successo e poi, con un po’ di fortuna, è arrivata oltre al suo target di riferimento, spopolando e coinvolgendo bambini e genitori. Ma quali sono stati i fattori vincenti di questo progetto? Intanto l’idea di fare un traccia coinvolgendo nel video tutti gli Youtuber più influenti. Questo è stato un colpo da biliardo, considerando che ogni creator si porta dietro milioni di visualizzazioni, era ovvio che mettendone molti nello stesso video i risultati sarebbero stati positivi. A questo punto bisognava garantire una grande musicalità al pezzo, quindi sono stati scelti Merk & Kermont, Sissa e Danti per la produzione e i testi, professionisti internazionali che hanno fatto un lavoro con i fiocchi. Punto numero tre: il balletto con le spalle. In questo caso bisogna andare indietro col tempo e aver seguito altri Youtuber (presenti nel video ufficiale) come Homyatol o Dread, che spesso, come lo stesso Rovazzi, lo hanno proposto nei loro video. Molto probabilmente l’idea si è unita al concept finale ed è stato inserito come “movenza ufficiale”. La divulgazione esponenziale che ha avuto il video ha fatto avere molto fortuna anche al balletto. Ultimo, ma non meno importante, il video, ciò ha contribuito a dare ancora di più un tono catchy al progetto.
Le mosse di Rovazzi, da grande conoscitore del web e dei relativi feticci ad esso legati, non sono casuali, anzi sono ben piazzate. Ecco tirare fuori dal cilindro Enrico Papi, il quale, dopo il ritorno in televisione con “Tale e Quale Show”, ha infiammato i social, già nostalgici da tempo della sua “Mooseca”. Con “Tutto molto interessante” si va a replicare la formula di “Andiamo a Comandare”, ancora una volta mostrando grande intelligenza e tattica. Intanto, proprio Enrico Papi è sempre stato uno dei personaggi con più meme sui social.
Poi il concetto ironico del «Ti mostro la vastità del ca… che me ne frega» è stato di tendenza proprio nei mesi antecedenti all’uscita della canzone, tanto che, guardando i vecchi video di Rovazzi, ne possiamo trovare uno a tema. È stata riproposta la formula della produzione, del testo e del video fatti all’occorrenza, qualità che non sono da prendere per scontate. Lo stesso Papi, dopo il successo di questa canzone, ha provato a fare il Rovazzi, scontrandosi con la dura verità: solo Rovazzi può continuare per quella strada, poiché lui ha l’intelligenza per creare progetti così vincenti, divertenti e ad alto tasso di condivisione.
Chi, da musicista o da purista, mette davanti l’orgoglio non riconoscendo la genialità di questo ragazzo è soltanto qualcuno che vuole nascondersi dietro ai soliti cliché del “la musica è tutta un’altra cosa”. Partorire delle idee come quelle che ha avuto Rovazzi gli fanno meritare assolutamente l’etichetta di artista, coerente ad un’ipotetica “new net-art”.
Chi, invece, ha colto l’alto tasso di genialità è stato Gianni Morandi, coinvolto in “Volare”, nuovo progetto vincente per le stesse identiche ragioni già citate. “Mi fa volare” è una frase che, guardando le storie di Instagram di Fedez e Rovazzi, è stata pronunciata migliaia di volte. Gianni Morandi, oltre ad essere una pietra miliare della musica italiana (non a caso il singolo si chiama “Volare”), è una leggenda sui social. La produzione di Lush & Simon è perfetta. Connubio al bacio.
Rovazzi non sarà un cantante, ma merita al cento per cento tutti i suoi successi e il ruolo di Re della Meme-Music. È lui un simbolo dell’importanza di avere grandi idee. Chi conferma di averne sempre più spesso può essere soltanto chiamato in un solo modo: genio.