Fiorella Mannoia presenta uno spettacolo incentrato sulle emozioni e sull’amore, un viaggio attraverso i suoi brani più belli e intensi
Domenica 10 novembre il Teatro Galleria di Legnano si è trasformato in club “francese” colorato d’incanto nell’attesa di un’artista “senza tempo” e accompagnata dall’Orchestra Saverio Mercadante di Altamura diretta dal Maestro Rocco De Bernardis e composta da 21 elementi.
In una sala gremita è comparsa sul palco “Fiorella Mannoia” con un abito molto elegante tutto bianco, il suo sorriso al pubblico ha scatenato il primo applauso e subito si è rotto il ghiaccio con “Caffè nero Bollente”, eseguito con un interessante arrangiamento di chitarre classiche e percussioni molto sostenute.
La speranza e le donne
Dalla speranza con il brano “I treni a vapore” scritto da Ivano Fossati, l’artista racconta il progetto Una nessuna centomila con il quale sono stati raccolti 300 mila euro per i centri antiviolenza e presenta il brano “Nessuna conseguenza”, – spiega: «è una canzone dedicata a tutte le donne che ce l’hanno fatta, perché da una violenza si può e si deve uscire».
L’ omaggio ai Giganti della musica italiana
Fiorella racconta i grandi degli anni 70, spiegando: «Ci sono canzoni che rimangano intatte, 30, 40 e a volta anche 50 anni, e rimangono qui intatte, come un monolite. Io penso che queste canzoni dobbiate farle ascoltare ai vostri figli soprattutto degli artisti che non ci sono più, perché meritano di essere ricordati per il patrimonio immenso che ci hanno lasciato. Dovete far sì che li ascoltino da piccoli, perché da adolescenti, giustamente seguiranno gli artisti del momento, in questo modo quelle canzoni resteranno nel cuore e nella mente». Segue il capolavoro di Battisti “Io vivrò senza te”, eseguito con grande impatto emotivo da pelle d’oca.
Gli anni ‘ 70 e la speranza di mondo senza le guerre
Con un senso spiccato di ironia Fiorella ha raccontato prima di eseguire “Se io fossi un Angelo” di Lucio Dalla: «Sono stata giovane negli anni ’70 e quelli della mia età ricordano che cantavamo quelle canzoni in cui dicevamo mettete i fiori nei vostri cannoni, oppure cantavamo le canzoni di Gianni Morandi “C’era un ragazzo che come” sulla Guerra del Vietnam e le spillette “fate l’amore e non fate la guerra” che portavamo dappertutto. Noi ci credevamo con le nuove generazioni saremmo riusciti a cambiare il mondo e ci abbiamo creduto. Se ce l’avessero detto allora, che il mondo sarebbe diventato questo. Eravamo freschi dei racconti di guerra dei nostri genitori. Mai saremmo arrivati a pensare ad avere una guerra in Ucraina da 3 anni, senza una volontà politica di farla finire e un conflitto drammatico in Medio Oriente con 45.000 morti, di cui la maggior parte bambini e donne».
L’incontro con De Gregori e la nascita di Giovanna D’arco
Durante una tournée assieme a lui, al termine di una canzone, andammo in un camerino e lui mi disse “sai vedendoti da dietro con quella luce che ti illuminava i capelli, mi sembrava che avessi un casco quasi un elmo, e come se tu avessi una corazza”. Pensai che strana visione. Dopo circa 20 giorni mi richiamò e mi disse “ho scritto una canzone su Giovanna D’Arco e vorrei la cantassi tu”. Per me è una delle più belle canzoni che io abbia mai sentito, ma il merito è di De Gregori che descrive questa ragazzina di 19 anni che negli ultimi istanti, al rogo e legata sul suo palo, riflette sulle battaglie e sulla vita come un campo di grano non ancora attraversato, soprattutto sul fatto che non abbia mai conosciuto l’amore, rammaricandosi “Se ti avessi trovato, se ti avessi cercato, chissà forse la mia vita sarebbe stata diversa”.
Fiorella e il suo “In viaggio” da cantautrice”
Quando un’interprete fa bene il proprio lavoro? Quando a una canzone dà una lettura diversa, valorizzando parole che erano sfuggite, una lettura dal maschile al femminile o viceversa. Ho iniziato a scrivere canzoni con la preparazione di un disco intitolato “Sud”. Ho avuto la fortuna di avere tanti musicisti italiani e stranieri, e le loro storie, soprattutto quelle degli africani, mi hanno così toccato che mi sono immedesimata in quelle madri che vedono i figli andare via e non sanno mai se ritorneranno, se sono arrivati vivi o non sanno nulla di loro. Io ho immaginato queste sensazioni e le ho riportata in una canzone. La soddisfazione più grande che ho avuto nella vita, da quando faccio questo lavoro è stato ricevere decine di lettere e testimonianze di padri e figli che si sono parlarti attraverso le mie parole.
Nel live seguono gli omaggi al cantautore Pierangelo Bertoli con il brano “Il pescatore “, a Riccardo Cocciante con “Margherita” e il capolavoro “Sally” di Vasco Rossi. Nel mezzo l’iconica artista si trasforma in musa danzante con sensualissimo “Besame”. La serata spaziale si conclude con trio di canzoni “La storia siamo noi”, “Quello che le donne non dicono” e “Il Cielo d’Irlanda”.
Fiorella tra la gente, il finale
Ma non è finita, Fiorella è scesa tra il pubblico incredulo, cantando tra la gente in estasi, sotto le note del “Cielo d’Irlanda”, richiamando i fan che si sono avvicinati sotto il palco in festa con stati, selfie e regali per l’artista. Un abbraccio infinito di emozioni che travolge.
Un live di grande successo per Fiorella, molto comunicativa, empatia verso il pubblico, con la sua voglia di mettersi a nudo senza filtri. Una grande presenza scenica, voce in assoluto protagonista con un’orchestra che ha arrangiato i brani in maniera sinfonica.
Articolo a cura di Raffaele Specchia