Francesca Alotta con Anima Mediterranea riprende il suo volo con tutta la passionalità, i colori e gli odori della sua Sicilia.
Francesca Alotta con ” Anima Mediterranea “, il nuovo disco e il nuovo tour, riprende il suo volo con tutta l’energia ed il calore di donna del Sud, la voglia di portare ancora la melodia italiana nel mondo.
Una splendida voce, che tutti ricordiamo in “Non Amarmi”, quando in coppia con Aleandro Baldi vinse Sanremo nel 1992, che torna ad incantare il suo pubblico accompagnata da musicisti eccellenti.
Nel tuo nuovo progetto “Anima Mediterranea” hai sentito la necessità di tornare alle tue radici, alla tua “Mediterraneità” quale il valore aggiunto?
Ho lasciato la mia terra che amo profondamente per poter fare il mio lavoro che al sud era quasi impossibile. Come per tutti quelli che devono andar via è stata una scelta sofferta fatta con forza e coraggio, perché partire è sempre doloroso.
Ritrovare la mia anima mediterranea e il mio senso di appartenenza è stato inevitabile: i colori, gli odori del Sud sono nel mio DNA, così come la passionalità delle donne meridionali, che hanno sempre combattuto per ottenere ciò che altrove avevano già ampiamente conquistato, fa parte di me in modo ancestrale.
Senti forte il desiderio di portare la tua musica anche all’estero da dove nasce questa esigenza?
È un’esigenza che sento fortissima perché credo che spesso le nostre melodie in Italia siano bistrattate, le guardiamo quasi con disprezzo.
Probabilmente “Non amarmi” è rimasto come un evergreen, ma oggi la musica melodica degli anni 90 è ritenuta fuori moda, seppur rimanga nel cuore di molti il mercato discografico la ritiene obsoleta. Abbiamo un patrimonio culturale melodico da Puccini a Verdi, eccellenza che stiamo perdendo, mentre gli stranieri vi si ispirano noi la mettiamo da parte.
All’estero veniamo apprezzati di più: ho avuto consensi in Cina dove con la King Records è uscito il mio secondo disco, in Giappone, a Londra in Australia e anche negli Stati Uniti.
Mi piacerebbe far sì che questa melodia fosse rivalutata, questo trio nasce con l’esigenza di portare nel mondo la nostra musica; con me ci sono: Paolo Rainaldi alla chitarra acustica e classica, Piero Fortezza alle percussioni, abbiamo iniziato un tour mondiale, abbiamo già suonato a Zurigo e saremo a Malta a Dicembre.
In quale epoca storica ti senti più vicina come cantante?
Sento di non appartenere a nessuna epoca in particolare, non è necessario ingabbiare la musica in etichettature inutili, lo ritengo riduttivo e poco rispettoso.
Appartengo al mondo, a oggi, vivendo appieno il mio tempo e nella libertà che la musica ci regala.
Nel tuo nuovo disco è inserita una canzone dedicata a tuo padre Filippo, ce ne parli?
Si, ho scritto una canzone in siciliano dedicata a mio padre “Ammuri mio”.
Mio padre, seppure sia scomparso nel 2003, mi manca terribilmente, ho condiviso con lui tanto: è stato il mio maestro di vita e di canto, Mi ha insegnato a dare importanza a ciò che conta davvero a prendermi cura della mia anima e a fare il mio lavoro con rispetto e impegno.
Era bello, ma più di tutto con un portamento che lasciava trasparire la sua bellezza interiore, la sua aura era palpabile è quando entrava in una stanza era impossibile non vederla.
Parlando con mia mamma ho compreso quanto sia doloroso separarsi dal compagno di tutta una vita, questa canzone, scritta di getto, è stato naturale scriverla in siciliano.
Nel disco c’è anche un brano con cui lui vinse il Festival della canzone Siciliana nel 1981 “Sona chitarra mia”
Raccontaci qualcosa del tuo nuovo disco che uscirà il 6 dicembre.
Il disco “Anima mediterranea” è molto particolare comprende brani antichi dal ‘700 siciliano e napoletano.
Con mio padre avevamo nel cuore di cantarle in duetto, questo è un regalo che ho voluto fargli; questo disco è dedicato a lui.
Tutto in acustico, i musicisti sono: al piano Cristiano Viti, al contrabbasso Massimo Moriconi (suona con Mina), Luca Tufano alla chitarra acustica e lukulele, alle percussioni Simone Talone e poi in alcuni brani con l’armonica a bocca Giuseppe Milici anche lui un talento straordinario.
Hanno inoltre partecipato trenta coristi del maestro Paolo Lirosi, in più molti strumenti etnici, il basso tuba di Manuel Cavalieri e la fisarmonica di Agostino Casella; abbiamo registrato in una chiesa sconsacrata, c’è uno studio profondo, non vi è nulla di sintetizzato è tutto suonato, dei suoni veri che conferisce una emozionalità particolare e lascia molto spazio alla voce.
Sei un personaggio dei cartoon, quale?
Sicuramente una donna forte, combattente:Lady Oscar? Ho ricordi vaghi, mi ritrovo di più in un personaggio di un libro, in particolare nel gabbiano Jonathan Livingston e nel suo non volersi adeguare alla massa, nel voler superare i propri limiti…volare!
Quali i tuoi progetti futuri?
Nell’immediato la tournée mondiale che nel 2019 ci porterà negli Stati Uniti, stiamo lavorando, come ho detto, per suonare all’estero. Il disco avrà didascalie in inglese e molto probabilmente in francese e i brani saranno anche spiegati.
Il progetto futuro è di fare un disco di inediti e quindi lavorerò in parallelo con altri autori; ho ripreso a suonare il pianoforte e vorrei poter suonare tutti i miei brani con i miei musicisti.