Dopo “Tale e quale Show” il nuovo singolo “Diversa”. “La diversità è sempre un arricchimento, dobbiamo andare oltre i pregiudizi”
A volte la vita persino nel sottrarre regala qualcosa.
Può capitare, ad esempio, che anche da un’esperienza negativa si acquisiscano gli strumenti per ricostruire le basi dell’edificio che abitiamo, all’interno del quale risiede l’anima e si alimenta la nostra forza.
Riuscire a trovare ciò che di positivo si cela in situazioni avverse è tutt’altro che facile ma estremamente prezioso per uscirne migliori.
Francesca Alotta ha dovuto combattere un cancro che l’ha costretta a guardarsi dentro, superando i propri limiti e forgiando una nuova sé, partendo da quello spirito ribelle insieme al quale è cresciuta.
Una Francesca “Diversa”, proprio come il titolo del suo singolo fresco di pubblicazione in cui racconta la vera storia di una conoscente che non ha mai accettato l’omosessualità di sua figlia, scegliendo di perderla anziché amarla.
Un brano delicato ma dal graffio rock secondo una contaminazione di generi e stili che appartiene da sempre all’artista e che ora più che mai ha trovato la sua massima espressione nell’album cui sta lavorando e in cui si riflettono l’esperienza, il coraggio e il suo nuovo modo di apprezzare la vita.
Francesca Alotta: “Diversa” il nuovo singolo
Come è stata l’esperienza a “Tale e quale Show”?
Molto più impegnativo di quanto si possa immaginare. Dovevamo fare il trucco speciale tre volte a settimana e quello di Adele, per esempio, è durato circa sei ore.
Con tutte quelle protesi in faccia era complicato persino mangiare, però è stato bellissimo, da tempo volevo vivere questa esperienza e sono felice di esserci riuscita.
Sospettavi di essere così eclettica?
Amo da sempre la recitazione ma finora non mi era mai capitato di mettermi alla prova in questo senso, sebbene un interprete si trovi nella condizione di entrare in una parte ogni volta che canta un brano. Ammetto che dentro di me sentivo di potercela fare.
Come reagisci di fronte alle difficoltà?
Sono una che si rimbocca le maniche, l’ho fatto con la malattia come nel lock-down. La prima mi ha cambiata rendendomi più forte; il secondo è iniziato che avevo finito la radioterapia da appena tre giorni così mi sono buttata anima e corpo sulla stesura delle mie canzoni per utilizzare al meglio tutto quel tempo che avevamo a disposizione.
Quindi cerchi sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno?
Esatto. Anche in queste esperienze negative sono riuscita a trovare il lato positivo perché sono certa che ci sia sempre. Io ho capito fino in fondo quanto la vita sia preziosa e che non ne vada sprecato neppure un istante.
Vivo ogni momento in maniera intensa, con coraggio, non concentrandomi sul passato o sul futuro ma sul qui ed ora, ho persino imparato a perdonare e ho ritrovato la fede.
In “Diversa” riveli una vera anima rock…
Sì, anche se in realtà ha sempre fatto parte di me. Ho intrapreso percorsi molti diversi tra loro, studiando pianoforte e violino al conservatorio e facendo parte di due band una jazz, l’altra di musica classica, mi sono anche cimentata con l’operetta.
Qual è il genere che ti senti più vicino?
La verità è che non si può ingabbiare la musica in uno stile, la musica è libertà e a seconda di come mi sento in un determinato momento ascolto l’opera piuttosto che il rock metal.
Il disco “Amina Mediterranea”, ad esempio, contiene brani antichi e la versione in acustico di “Non amarmi “con Aleandro Baldi, un omaggio al mio papà che è stato un grande tenore.
Sei tu l’autrice del brano?
Ho scritto testo e musica mentre l’arrangiamento è di Max Marcolini per l’etichetta Starpoint Corporation s.r.l.
Il brano parla di una storia vera?
Si, racconta di una mia conoscente che sebbene sua figlia avesse già 23 anni, l’ha privata di tutto, a partire dal cellulare, esclusivamente a causa della sua omosessualità. La mandò dallo psicologo, intendeva curarla e non l’ha mai accettata preferendo pagare il costo di vederla star male.
Nel testo dici “Non hai mai guardato dentro me” …
Sì e aggiungo “Tu pensi solo alla gente a quello che potrà pensare, ma ti sei mai chiesta cosa provo io?”. Ed è talmente vero che alla fine questa madre ha scelto di perdere sua figlia piuttosto che amarla come avrebbe dovuto.
Oggi come sta la protagonista di “Diversa”?
È andata via di casa, e oggi convive serenamente con la sua compagna.
Perché hai raccontato questa storia?
Perché se anche un solo genitore inizia a riflettere su questo tipo di atteggiamento e sulle sue possibili conseguenze per me è già una piccola conquista. La musica deve farsi portatrice di messaggi dando voce a chi non ne ha.
Cosa è per te la diversità?
Un arricchimento. Essere diversi sotto tutti punti di vista è affascinante e allargare i propri orizzonti fa bene all’anima.
È vero che sei molto impegnata nel sociale?
Sì, faccio parte di molte associazioni contro la violenza sulle donne e contro il bullismo e anzi sono convinta che bisognerebbe inserire a scuola qualche ora di educazione all’utilizzo dei social.
Progetti?
Sto lavorando al mio nuovo album con Max Marcolini (arrangiatore di Zucchero da 15 anni) uscirà a primavera ed avrà un’impronta rock ma ci sarà spazio anche per il soul e per un brano molto teatrale in dialetto siciliano dedicato a mia madre.