Francesca Carola: nella mia famiglia la musica è importante

La musica leggera in realtà non è per niente moderna

Francesca Carola: nella mia famiglia la musica è importante
Francesca Carola: Provengo da una famiglia dove la musica è sempre stata importante

Francesca Carola ha iniziato la sua attività concertistica a 8 anni esibendosi in veste di solista e in formazioni da camera, riscuotendo ovunque ampi consensi di pubblico e critica e facendosi apprezzare soprattutto per il suo temperamento, l’ottima tecnica pianistica e la notevole sensibilità espressiva e musicale. Ha svolto concerti in Italia ed Europa, partecipato a Concorsi Nazionali e Internazionali, vincendo più di 40 premi e riconoscimenti ai concorsi.

Ha in repertorio le più significative opere pianistiche dal Barocco al Contemporaneo, con particolare attenzione ad autori come Schumann, Liszt e Beethoven, l’integrale degli Studi op.10 di Chopin, gli Studi Trascendentali da Paganini di Liszt (prima versione del 1838), eseguiti presso la sala Verdi del Conservatorio di Milano, e opere di autori poco conosciuti, come Friedrich Kalkbrenner; si affaccia volentieri anche alla musica contemporanea.

Conosciamola meglio attraverso questa interessante intervista.

Il primo contatto/scoperta della musica e la tua prima esibizione in pubblico.

Musicisti in famiglia? La passione ti arriva da lì?

Provengo da una famiglia dove la musica è sempre stata importante: la mia bisnonna si diplomò in Pianoforte a Santa Cecilia a Roma, mia nonna era appassionata d’opera e mio nonno improvvisava al pianoforte. Hanno fatto studiare musica a tutte e tre le loro figlie: mia zia Federica è diplomata in violino, mia zia Silvia ha studiato in Conservatorio fino all’8° anno, ed infine mia mamma Maria Pia ha scelto la musica come unica professione.

Si è diplomata in Pianoforte al Conservatorio di Milano (con lo stesso insegnante con cui mi sono poi diplomata io) e svolge tuttora attività di concertista e insegnante in Conservatorio. Ho quindi sempre respirato musica, da quando sono nata ed è stato tutto molto naturale: in salotto c’era un pianoforte a coda e ci sono foto di me a 2 o 3 anni che provo a “suonare”.

Ascoltavo mia mamma esercitarsi mentre facevo i compiti, mi svegliavo alla mattina con Sonate di Beethoven, Preludi di Rachmaninov, i Valses Nobles di Ravel o brani di Gershwin e altri pezzi che sono rimasti nella mia memoria in modo indelebile, andavo ai suoi concerti, spesso le giravo le pagine quando suonava con altri musicisti, andavamo a concerti di altri pianisti in grandi sale, ma anche a casa di amici.

Mi ha raccontato che un giorno mentre studiava l’Adagio del Concerto K 488 di Mozart, mi ha trovato commossa in lacrime perché “questa musica mi fa piangere”, avevo 2 anni. Il mio primo rapporto con la musica è stato quindi familiare, naturale, qualcosa che già faceva parte di me e mi ha circondato da sempre. Ho poi cominciato a prendere lezioni regolarmente con un’insegnante eccezionale – Graziella Bianchi – che dava lezioni a me, a sua figlia Francesca e alla nostra amica Alba, anche lei figlia di musicisti.

Tutte e tre siamo diventate pianiste di professione. Erano pomeriggi divertentissimi, ci veniva a prendere a scuola e ci portava a casa sua fino a sera, si faceva merenda insieme, si ascoltavano le lezioni delle altre, si faceva la propria lezione, spesso ci ascoltava anche il marito Leonardo Leonardi, insegnante di mia mamma in Conservatorio con cui ho poi proseguito anche io gli studi. Il tutto con disciplina ma in un clima affettuoso e piacevole.

La mia prima esibizione in pubblico fu proprio in uno di questi saggi organizzati dalla mia insegnante, suonai il Cavaliere Selvaggio di Schumann e dei brani a 4 mani con le mie compagne, avevamo 5 o 6 anni. Il nostro pubblico – oltre ai genitori – erano i bimbi di un asilo e mi ricordo che ci guardavano meravigliati, nonostante avessimo uno massimo due anni in più di loro!

Francesca Carola: Nella mia carriera mi è capitato spesso di lavorare con attori
Francesca Carola: Nella mia carriera mi è capitato spesso di lavorare con attori

Tuo rapporto con il Teatro.

Ti piace lavorare con attori? Le tue esperienze di musica con attori?

Nella mia carriera mi è capitato spesso di lavorare con attori: ho fatto alcune collaborazioni con Luigi Maio (abbiamo messo in scena Pierino il Lupo di Prokofiev con la sua voce recitante), con gli artisti del Piccolo Teatro in un allestimento del Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn trascritto per pianoforte a 4 mani, coro e voci recitanti, ho fatto spesso concerti con letture di testi e proiezioni di immagini, trovo che questa sia una soluzione molto accattivante anche per il pubblico, mi è capitato di mettere in scena spettacoli con musica e danza.

Mi è sempre piaciuta l’unione di musica e teatro, interessantissimo poter associare delle parole a ciò che si suona, sia quando c’è una storia e la musica, dunque, “commenta” e fa da cornice alle diverse situazioni, descrivendole con il suo linguaggio, sia quando una storia non c’è, ma si possono associare a quella musica poesie, racconti, letture, pezzi recitati.

Francesca Carola: Ascoltavo mia mamma esercitarsi mentre facevo i compiti

Pensiamo alle due fazioni che si sono create nell’800 tra chi pensava alla musica come Arte indipendente ed autosufficiente, un linguaggio autonomo e capace di comunicare da sola concetti e idee (Brahms), e chi invece era convinto di doverle associare immagini extra-musicali, siano queste suggestioni paesaggistiche, racconti, poesie, scene teatrali in grado di rendere più intellegibile quel brano musicale (Liszt e soprattutto Wagner, con la sua idea di Opera d’arte totale).

Io non credo che si debba per forza scegliere una o l’altra opinione, si possono perseguire entrambe le strade: la musica talvolta basta a suscitarci emozioni e trasportarci in altri mondi, facendoci immaginare qualsiasi cosa, altre volte è bellissimo vederla associata ad altre forme artistiche, indispensabile collegamento e prezioso commento sonoro (pensiamo ad un film senza colonna sonora!)

Musicisti che ami in particolare del passato e del presente

Non ho un “musicista preferito”. Mi sono spesso trovata nella mia vita ad avere dei periodi in cui ho magari una “fissa” per qualcuno: per esempio ci sono stati un paio d’anni in cui ho avuto il pallino di Prokofiev, ho letto tutte i suoi brani per pianoforte, ho eseguito in concerto la Sesta Sonata in quasi 50 concerti, ho eseguito il suo Terzo Concerto, facevo studiare ad allievi tantissimi suoi brani, ho letto sue biografie e analisi di brani, era il mio idolo anche come persona e caratterialmente. Poi mi è passata.

Ho avuto il “periodo Bach” e anche in quell’occasione suonavo tantissima sua musica, ascoltavo brani pianistici, cameristici, gli Oratori, le Cantate, i Brandeburghesi, avevo studiato le complesse simbologie numeriche e matematiche nei suoi brani. Mia nonna era insegnante di matematica e mi aveva spiegato la sezione aurea, i numeri di Fibonacci e avevo analizzato le Variazioni Goldberg trovando delle corrispondenze incredibili!

Francesca Carola: Al momento sto insegnando Pianoforte al Conservatorio

Poi anche il periodo Bach è passato. C’è stato un periodo Schumann, forse in corrispondenza di un momento tormentato e inquieto della mia vita: mi ero ritrovata nel suo complesso e intenso mondo interiore, così incredibilmente profondo e fragile allo stesso tempo. O anche un periodo Beethoven, con la sua incisività quasi violenta e la sua dolcezza infinita.

Nella musica c’è tutto, nei grandi compositori si trova ogni più piccola e sottile sfaccettatura dell’animo umano. Non ho musicisti preferiti perché ognuno è stato in grado esprimere il proprio mondo interiore in modo universale e in ognuno ritrovo una parte di me.

Francesca Carola: cerco di dare ai giovani gli strumenti per capire ed apprezzare l'enorme e prezioso patrimonio che è la musica classica
Francesca Carola: cerco di dare ai giovani gli strumenti per capire ed apprezzare l’enorme e prezioso patrimonio che è la musica classica

Qualcosa sul tuo lavoro di insegnante. Trovi che i ragazzi oggi abbiano un atteggiamento diverso nei confronti della musica classica?

Insegno da parecchi anni: ho iniziato nel 2005 in alcune scuole private (i Piccoli Musicisti di Milano e CMT di Cambiago), insegnando a bimbi dai 4 anni.

Ho ideato un mio metodo di introduzione allo studio del Pianoforte pubblicato dalla casa editrice CMT. Dal 2019 insegno Pianoforte pre-accademico al Conservatorio di Reggio Emilia e finalmente nel 2021 ho avuto la cattedra di Pianoforte principale, ho insegnato nei conservatori di Pavia, Rodi Garganico, Rimini e ora lavoro a Riva del Garda.

Trovo molto bello il poter comunicare ai ragazzi l’importanza della musica e dello studio di uno strumento, sia per una propria cultura personale, sia per la disciplina e l’ordine mentale che sviluppa, sia per creare un canale alternativo di comunicazione: i ragazzi hanno un incredibile bisogno di esprimersi e spesso il canale scolastico, familiare o delle amicizie non basta.

Io cerco di dare loro gli strumenti per capire ed apprezzare l’enorme e prezioso patrimonio che è la musica classica ed è una grandissima soddisfazione quando questo accade e quando riesco ad accendere una passione. Per qualche allievo è stato così: si sono poi iscritti in Conservatorio, hanno fatto concorsi, esami, e hanno trovato una direzione per la propria vita.

Spesso si crea un rapporto molto forte con i miei studenti ed è uno scambio reciproco di stima ed amicizia, non mi sono mai piaciuti quegli insegnanti che si mettono sul piedistallo e si fanno trattare da divinità, provocando solo ansia e senso di inferiorità nei propri studenti; non lo trovo giusto né costruttivo né particolarmente utile per i ragazzi.

Artisti di musica “leggera” che ti piacciono?

Per quanto riguarda la musica “leggera” in realtà non ho una vera e propria cultura in merito. Mi limito ad ascoltare alla radio quello che capita e ho notato che la musica “di consumo” è ormai sempre più usa e getta, canzoni brevi che durano qualche mese e poi vanno nel dimenticatoio generale.

Non c’è grande attenzione alla qualità di ciò che si produce né tantomeno all’approfondimento, ma si cerca di proporre musica facilmente comprensibile a tutti, orecchiabile, con testi semplici e su argomenti che di solito sono sempre gli stessi.

Questo non vuol dire che sia tutta musica banale, a volte ci sono spunti geniali, soprattutto dal punto di vista timbrico, viste le gigantesche possibilità della musica elettronica e digitale.

Francesca Carola: Trovo molto bello il poter comunicare ai ragazzi l’importanza della musica e dello studio di uno strumento

Quindi a fronte di melodie, ritmi, armonie semplici e oserei dire quasi elementari, si cerca di sviluppare l’originalità dal punto di vista delle sonorità e soprattutto dell’aspetto scenografico e spettacolare: è ovvio che un concerto di Vasco Rossi con tutto il suo impianto di luci, amplificazioni, immagini, costumi ha più presa sui giovani di un Concerto per Quartetto d’archi dove è richiesta la massima concentrazione e silenzio per cogliere le più piccole sfumature degli strumenti.

Quello che cerco di far capire ai ragazzi è che tolti questi aspetti scenografici e di forte impatto visivo, la musica di per sé è estremamente semplificata e ridotta ai suoi aspetti più rudimentali.

Inoltre tutte le canzoni si basano su soluzioni che i compositori di musica classica hanno abbandonato secoli fa per passare a soluzioni più moderne (per capirci la musica leggera è basata sulla tonalità e sul ritmo regolare, cose che già da fine ‘800 sono state superate per altre soluzioni come la atonalità, altre scale musicali che non siano quella diatonica, il ritmo irregolare ecc.…); la musica leggera in realtà non è per niente moderna!

Cosa stai facendo e cosa farai nel prossimo futuro?

Al momento sto insegnando Pianoforte al Conservatorio e penso di continuare anche nei prossimi anni, visto che è un lavoro che mi piace ed un ambiente in cui mi trovo bene. Ho appena concluso un corso di Laurea magistrale in Musica d’insieme al Conservatorio di Milano con 110 e lode e sono molto contenta del mio percorso e dei musicisti con cui ho collaborato, con alcuni dei quali si continuerà sicuramente a suonare insieme anche in futuro.

Ho creato un interessante duo con il violinista e violista Cesare Zanfini e un Quartetto due pianoforti e percussioni con cui abbiamo in programma alcuni concerti. Mi sto dedicando anche alle incisioni discografiche: dopo due CD già prodotti (uno con lavori di Kalkbrenner, un altro con Schumann e Prokofiev) è appena uscito il terzo su Spotify con musiche di Liszt e del compositore vivente Francesco Marino.

Nel mese di novembre ho in programma l’incisione di un quarto CD, dedicato a Chopin e Kalkbrenner. Sono convinta che sia importante essere presente non solo nei concerti dal vivo, ma anche in digitale e in registrazioni, anche per lasciare una “traccia” del lavoro di noi musicisti, che altrimenti esisteremmo solo nei ricordi di chi ci ha ascoltato.

Come possiamo seguire la tua attività 

Di solito pubblico aggiornamenti sulla mia attività su Facebook, Instagram, LinkedIn, sul mio canale Youtube.

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Sergio Scorzillo
Sergio Scorzillo
Autore, attore, regista, formatore. Teatro e Musica sono state da sempre le sue grandi passioni e non solo. Il palcoscenico è il luogo in cui riesco a vincere le mie fragilità, a comunicare e a sentirmi utile e vivo
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