Il cantautore carrarese Francesco Gabbani, trionfatore nella Sezione Giovani del Festival di Sanremo con Amen, ha da poco lanciato in radio Eternamente ora, secondo singolo estratto dall’omonimo album.
Scrivere qualcosa a proposito di un disco pubblicato circa quattro mesi fa, quando l’artista titolare ha fatto boom vincendo in maniera stramba la Sezione Giovani del Festival di Sanremo, non è poi così male. Anzi, permette di prendere un po’ le distanze dal polverone mediatico che inevitabilmente gli si crea intorno e attuare una sana riflessione. Francesco Gabbani è il protagonista di tutto ciò, Amen la canzone imputata, Eternamente ora il disco in questione.
Si può dire che la faccia giusta c’è, segnata da quel baffetto che contorna un sorriso sornione e catturante, in più l’aspetto dinoccolato (il video di Amen è tutto dire), una voce alquanto originale e infine una copiosa presenza sui social con tanto di foto o video ammiccanti a ogni passo. Un contorno che non guasta quando è associato a una sostanza esistente. Sì, perché Gabbani – classe 1982 – non è uno di primo pelo, ma ha alle spalle una lunga gavetta iniziata a 18 anni con il gruppo Trikobalto (due album incisi e una serie di live in tutta Italia e Oltralpe), un precedente disco da solista (Greitist iz contenente I dischi non si suonano e Clandestino), un contratto di esclusiva come autore con la BMG Right Management italiana.
La partecipazione sanremese, dunque, ha rappresentato per il nostro non certo un punto di partenza ma un passaggio, neanche tanto obbligato, per farsi conoscere dal grande pubblico. Tornando a Amen, anche Premio della Critica (Sezione Giovani) e Premio Sergio Bardotti come miglior testo (scritto da Fabio Ilaqua), è un brano che acchiappa al primo ascolto, ben costruito nelle parole e nella musica, oltre che nell’arrangiamento incalzante ed elettronico, che fa battere il piede, spacca in radio – ma attenzione, alla lunga potrebbe anche stancare – e si stampa nella mente in quel “dimentichiamo tutto con un amen”.
Gli altri episodi, otto in tutto, seguono la scia della hit sopra citata, variando nelle intenzioni, a volte introspettive (La strada), a volte sociologicamente attuali (Software), a volte spruzzate di sentimento (Eternamente ora), dotati di testi non prevedibili e di facile consumo ma ironicamente intelligenti e acuti. Certo, l’album non brilla per varietà, nel senso che i pezzi girano suppergiù intorno allo stesso loop; non c’è una canzone emotivamente coinvolgente o d’atmosfera, di quelle che ti inchiodano o ti fanno vibrare qualcosa dentro come potevano essere Il re del mondo o Luna indiana in L’era del cinghiale bianco (1979) di Franco Battiato. È solo un antipasto, e come tale va preso. Un disco che, si spera, sia preludio a un lauto pasto.
Tracklist di Eternamente ora:
- La strada
- Amen
- Per una vita
- Software
- Eternamente ora
- In equilibrio
- Prevedibili
- Il vento si alzerà.