Francesco Mazzola e Cori Quinn, la musica come strumento per raccontarsi e come mezzo di condivisione tra ricordi, aneddoti e immagini

L’obiettivo di Francesco Mazzola e Cori Quinn, meglio noti grazie a questo progetto con il nome IRA, è raccontare la musica in modo semplice, ma emozionante.
IRA: “L’idea nasce dalla prospettiva di portare in scena un qualcosa di semplice, ma nello stesso tempo che possa lasciare un’emozione”
La musica come strumento per raccontarsi e come mezzo di condivisione tra ricordi, aneddoti e immagini. Un progetto, quello degli IRA, innovativo e volenteroso e che si prende l’arduo compito di emozionare attraverso un viaggio in musica. Noi lì abbiamo raggiunti per una piacevole chiacchierata.

Ciao ad entrambi e benvenuti sulle nostre pagine. Inizierei chiedendovi come state?
Stiamo bene e siamo carichi di entusiasmo per il progetto che stiamo portando avanti da alcuni mesi, siamo nella fase della creazione, come se stessimo modellando una scultura che piano piano prende forma. Stiamo provando tante cose nuove, sperimentando e giocando con la musica, per poterle portare presto sul palco.
Com’è nato questo progetto?
L’idea nasce dalla prospettiva di portare in scena un qualcosa di semplice, ma nello stesso tempo che possa lasciare un’emozione. La scelta dei brani non è a caso. Ogni canzone ci racconta qualcosa, ci fa rivivere ricordi, quindi abbiamo pensato a delle sonorità acustiche, per accompagnare questo viaggio, chitarra e voce, che racconta la nostra storia.
Avete scelto un nome d’arte un po’ particolare per il duo. Come mai??
Effettivamente sì, la scelta è piuttosto particolare. Il nome del nostro duo è IRA. Uno dei peccati capitali e quello con il quale ci siamo conosciuti.
È stato complicato mettervi d’accordo su questa unione musicale?
Assolutamente no! È stata subito questione di feeling, per fare una citazione (ridono ndr.).

Cosa rappresenta la musica per voi?
Cori Quinn dice che è l’unica cosa che non odia al mondo, perché è la sola con la quale non ha mai litigato (ridono ndr.). A parte gli scherzi, è l’ancora di salvezza che ci tiene su, soprattutto nei momenti difficili della vita, il rifugio sicuro nel quale vivere le proprie emozioni liberamente.
Dove spazierà il vostro repertorio? Avete un genere o un artista di riferimento?
Il nostro repertorio è sempre in evoluzione, partendo dal pop al rock principalmente, ma ci divertiamo ad arrangiare ogni genere in chiave acustica, come abbiamo detto prima.
Il 2025 immagino che sarà un anno importante quindi per voi?
È l’anno in cui gli Ira si presentano in duo, in questa nuova veste, in quanto fino a poco fa siamo stati sempre solisti, quindi per noi sarà una sfida importante ma nello stesso tempo affascinante che ci unisce ancora di più.
C’è qualcos’altro che volete raccontare?
Vi aspettiamo ai nostri live!!!