Francesco Sacco: “Ti somiglia ma non sei tu”

Francesco Sacco: “Ti somiglia ma non sei tu”, un riflettore sul presente, un brano pop e spensierato che riflette sulla nostra umanità in un contesto di distrazione mediatica

Francesco Sacco: “Ti somiglia ma non sei tu”

Francesco Sacco è un cantautore e polistrumentista nato a Milano e avvolto fin da piccolo dalla passione per la musica classica. Da adolescente si interessa al blues per poi sperimentare qualche altro genere. Il nuovo singolo è un anti-tormentone estivo che, con toni ironici, pone l’accento sul genocidio del popolo palestinese e sulla distorsione delle notizie da parte dei media occidentali. Come ogni canzone di protesta, il testo è nato dalla rabbia e dallo sconforto ed è stato scritto di getto, quasi come se fosse la canzone stessa a tendere una mano all’artista.

Tu e la musica: che ricordi hai di questo legame?

È una passione nata fin da piccolo in modo abbastanza autonomo e sorprendente, poiché non vengo da una famiglia di musicisti e non ho esperti del settore a casa. Mi sono reso conto che era la forma d’arte che più mi appassionava e rispecchiava e più funzionava per toccare determinate corde.

Qual è il tuo strumento preferito?

Suono un po’ di tutto ma nulla di eccezionale, me la cavo in linea di massima. La chitarra è il mio strumento perché mi ha formato; mi ci sono avvicinato, ho studiato quella classica fin da bambino per 8 anni, poi verso i 14, ho fondato la mia prima band. A livello di scrittura mi è capitato molto di scrivere al piano. Ultimamente invece mi sono avvicinato anche al mondo dei sintetizzatori e in generale della musica elettronica.

Il tuo approccio alla musica è stato influenzato da qualcuno in particolare?

Ho tante ispirazioni diverse, dopo il percorso con la musica classica il mio grande amore è stato il blues, caratteristica che si sente poco nella musica che faccio oggi però mi è rimasta come approccio. Il blues esprime concetti difficili in modo semplice, ha un alfabeto musicale molto ridotto e stretto, è una sorta di gabbia, 12 battute che si ripetono all’infinito con lo stesso giro di accordi. Sembra limitante ma è molto utile, aiuta ad individuare il necessario.

Francesco Sacco (Foto di Dalila Slimani)
Francesco Sacco (Foto di Dalila Slimani)

Entriamo nel focus della tua musica: il tuo nuovo singolo “Ti somiglia ma non sei tu” di cosa parla? Ci racconti la sua storia?

È un brano nato molto velocemente, non avevo particolari intenzioni di scrivere un testo così politico e legato all’attualità. La dinamica di lavoro con Luca Pasquino, il mio produttore, è sempre molto intensa, ci scambiamo molte idee e basi musicali, ci confrontiamo in continuazione. Un giorno è venuto da me con questa bozza, l’ho ascoltata e mi è piaciuta subito. Abbiamo aggiunto le trombe, le chitarre e abbiamo chiuso il pezzo insieme. I testi li scrivo sempre da solo, da questo punto di vista sono una persona che agisce in solitaria. Mi sono chiuso in me stesso, e avendo intorno a me questa situazione geopolitica ho fatto molta fatica a non pensarci. Il testo è intriso dal senso di colpa da salotto.

Che significato ha per te questo brano? Cosa vuoi comunicare di preciso?

Di restare vigili, non solo da artisti ma anche e soprattutto da cittadini e da essere umani. Bisogna rimanere sensibili su determinati temi perché la macchina della comunicazione ci porta a focalizzare la nostra attenzione su un argomento per una settimana per poi archiviarla come se fosse passata o cambiata, come ad esempio i bombardamenti su Gaza. Ogni tanto è giusto porsi qualche domanda, cosa comporta essere un essere umano, che tipo responsabilità ho.

Quali sono, secondo te, oggi gli elementi più distraenti nel genere umano?

La velocità e la tempesta mediatica creano superficialità. Siamo sottoposti ad una quantità industriale di input e di stimoli. Da una parte è positivo, ma dall’altra potrebbe avere un risvolto negativo, ossia un’anestesia in cui non reagisci al bello, al brutto, al tragico, al felice, sei sottopressione costantemente, come se ad un certo punto cadessi in una specie di dormiveglia. Sotto questo aspetto la macchina dell’informazione gioca un ruolo cruciale; questo discorso si sposta anche sulle dinamiche dei social network, nati come spazio di aggregazione digitale ma inevitabilmente sono diventati anche luogo di informazione e comunicazione. Instagram, ad esempio, è come se fosse un giornale in cui posso leggere notizie. Ma non bisogna mai dimenticare che i social devono essere sempre il mezzo e mai il fine.

Francesco Sacco - Ti somiglia ma non sei tu - Cover
Francesco Sacco – Ti somiglia ma non sei tu – Cover

Hai altre passioni oltre alla musica?

Parallelamente all’attività musicale, ho co-fondato insieme a Luca un collettivo di arti performative che si chiama “Cult of Magic”, con cui ci dedichiamo al teatro e alla danza contemporanea, mi piace mescolare insieme le diverse arti. A volte l’arte contemporanea tende a restare un po’ distante dal pubblico, relegata alla sua torre d’avorio. Ci siamo battuti per espanderla a tutto il pubblico.

C’è un momento che ti ha segnato particolarmente durante la tua carriera?

Ce ne sono stati diversi ma te ne cito una abbastanza recente che riguarda sempre il pubblico con l’ultimo EP rilasciato. Quando ci siamo esibiti live, a causa del faro che illumina la platea non vedevamo quanta gente ci fosse; ci aspettavamo circa 150 persone; invece, l’occhio di bue ha allargato ed erano duemila. Non ci eravamo per niente resi conto ed è stato uno shock, un’emozione indescrivibile.

Come vivi il palco durante i live?

Il live mi piace da morire, porto dal vivo ciò che scrivo, si crea più vicinanza con il pubblico. Si crea un gran principio di condivisione sotto al palco, una sinergia tra persone, tra pubblico e artista molto potente.

Francesco Sacco: “Ti somiglia ma non sei tu” 3
Francesco Sacco

Che rapporto hai con la tua gente?

Molto stretto, mi sento benvoluto. Ho radunato un po’ di ascoltatori nonostante le mie canzoni non siano facili. L’arte si fa per il pubblico, la musica è sicuramente una di queste.

Hai mai aperto dei concerti?

Sì, ho fatto diverso aperture. La più importante dell’anno scorso è stata quella a Le Vibrazioni, in provincia di Catania. È stato un bellissimo concerto.

Come hai superato gli ostacoli durante la tua gavetta?

È tutta una questione di tenacia e testa dura. Approcciare in questo mondo da zero è una grande sfida con sé stessi, attraversi sicuramente dei momenti bui. Questo misura quanto tu sia determinato e predisposto a farlo.

Francesco Sacco: “Ti somiglia ma non sei tu” 4
Francesco Sacco

Programmi per il futuro?

Ho appena finito di registrare un nuovo disco, uscirà a novembre. È il mio progetto a breve termine per ora, passerò i prossimi mesi a perfezionarlo.

Una tua canzone manifesto?

“Kabul”, è una canzone longeva che mi rappresenta, racchiude il mio percorso, le mie influenze e il mio sentire.

Hai mai avuto un piano B nella vita?

Non avrei disdegnato l’architettura, una forma d’arte molto interessante, mi affascina perché riguarda in modo molto diretto la società.

Articolo a cura di Simone Ferri

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