Franco Battiato: “non è mai stato un solitario” di Giordano Casiraghi “Battiato. Incontri”
Si tratta di un lavoro, questo di Casiraghi, che getta una luce peculiare sul maestro Franco Battiato e lo fa attraverso la voce delle persone che l’hanno effettivamente incontrato e conosciuto. Al libro partecipano oltre cento voci.
Si tratta di musicisti che sono stati con lui, sul palco o che hanno suonato nei suoi dischi, tecnici e operatori che hanno vissuto le sue tournée, produttori e discografici che, sorpresi dalla sua straordinaria creatività, lavorarono con lui, i fonici delle sale di registrazione che hanno visto trasformarsi la sua creatività in musica compiuta oltre a artisti, giornalisti e fotografi.
Un collage di materiali che Casiraghi ha ricostruito grazie agli oltre quaranta anni di conoscenza dell’artista.
«Non ero ancora nato e già sentivo il cuore che la mia vita nasceva senza amore» cantava Franco Battiato nell’album Fetus, quell’album che fu un capitolo fondamentale nella discografia degli anni Settanta.
Franco Battiato è stato, non per scelta, un apripista per molti di quegli artisti che avrebbero, nel tempo, intrapreso un cammino musicale sganciato dai luoghi comuni.
Punto di partenza dell’ultimo lavoro di Giordano Casiraghi dal titolo “Battiato. Incontri”, edito da Officina Di Hank e uscito lo scorso mese di aprile, è una dimostrata affermazione che si fluidifica nella lettura del libro: «Battiato non è mai stato un solitario.
Stare con lui significava incontrare altre persone, tutte interessanti.
Una delle cose che ha lasciato è proprio questa: non siamo rimasti soli, perché noi che ci trovavamo magari in sala di incisione ad ascoltare in anteprima le sue canzoni siamo ancora in contatto e lo ricordiamo con gratitudine» come ha dichiarato recentemente in un’intervista l’autore.
È del 1965 un reportage fotografico di Uliano Lucas che accompagna Battiato nei locali di Milano e della provincia al fine di realizzare un servizio fotografico che, solo, in minima parte finisce su qualche rotocalco d’epoca.
Un reportage in gran parte inedito che assume importanza nel libro in questione.
Casiraghi lo scopre poco più di una quindicina di anni fa e propose a Lucas di poterlo pubblicare, in parte sul libro allora che era ancora nella fase di gestazione.
Sono stati scelti venti scatti, belli e suggestivi, ambientati in una Milano che non esiste più, quando Franco Battiato e Gregorio Alicata, si facevano chiamare Gli Ambulanti e furono immortalati fuori da una fabbrica, alla darsena, con gli studenti all’uscita di un liceo, al mercato delle bancarelle.
Un Battiato, quello del 1965. Sconosciuto ai più, si tratta di un Battiato che guardava con interesse a Bob Dylan e scriveva canzoni di protesta.
Un capitolo del libro è dedicato alla pittura e uno al docu-film “Attraversando il bardo”, dedicato alla ricerca mistica e spirituale, argomento da sempre al centro della produzione musicale e cinematografica di Battiato e, nelle sue 316 pagine, ci racconta un artista che non ha mai smesso di stupire sia per la sua onestà intellettuale sia per la sua creatività al di fuori dall’ordinario.
Completa il volume la postfazione di Fabio Anibaldi Cantelli.