Reduci dal grande successo di pubblico riscontrato con il tour di Cisco, ex Modena City Ramblers, i Fratelli&Margherita ci hanno parlato del loro album che contiene parecchi spunti interessanti: El Canguro infatti parla di loro, del concetto di verità e inoltre sa gridare a piena voce la parola Pace, lasciandoci infine una dedica ad un amico che non c’è più…
Ciao, siete reduci da un tour con Cisco, ex Modena City Ramblers, che riscontro avete avuto dal pubblico?
Ciao a tutti! Sì, abbiamo concluso questo meraviglioso tour in apertura al “Riportando tutto a casa tour trent’anni dopo” di Cisco ex Modena City Ramblers. Che dire: è stata una festa ricca di sorprese e di conferme, sorprese come il fuori programma della data di Cesena subito dopo il successo di Brescia, e conferme invece in termini di riscontro con il pubblico, un pubblico vivo e curioso che ha saputo ballare sulle note delle nostre canzoni, che ci ha fatti sentire a casa nonostante la considerevole distanza, un pubblico che ha saputo scherzare con noi durante le provocazioni di Margherita sul palcoscenico, un pubblico che si è avvicinato a noi alla fine dei concerti curioso di sapere chi eravamo e felice di portare a casa qualcosa di noi come una maglietta o il nostro ultimo EP “El Canguro”.
Cisco è sicuramente un punto di riferimento, quanto vi arricchisce questa collaborazione?
Voi siete di Lugo, in Emilia-Romagna, terra di grandissimi artisti, quanto ha influito la vostra origine nel percorso artistico?
La nostra Romagna è divertimento, nell’ arco di pochi chilometri si passa dalle folkloristiche sagre di paese animate dal tradizionale liscio o dalle colorite sfilate dei rioni, fino al mare dove trovi la movida dei bagni, delle discoteche fino alle balere. Ma l’essenza dei Fratelli&Margherita è l’evasione; il volere andare sempre più lontano possibile, esplorare, provare, tentare, pur sapendo di aver sempre un posto sicuro dove tornare che ci piace chiamare Casa.
Di recente è uscito il vostro ultimo album, volete parlarcene?
“El Canguro” è il controverso titolo del nostro ultimo lavoro in studio. Nasce da una storiella semplice, ma che ci ha fatto riflettere. Margherita tornava a notte inoltrata da un turno di lavoro come cameriera di un ristorante, ad accompagnarla a casa fu proprio il suo datore di lavoro. La macchina incedeva tra il buio e la coltre di nebbia tipica del nostro ottobre, quando a un certo punto qualcosa di inaspettato gli ha attraversato la strada, una sagoma imperiosa, alta che saltava su due zampe, occhi sbarrati in direzione dei fari dell’auto, a seguire un silenzio meditabondo dove nessuno sapeva spiegarsi l’accaduto, a rompere il silenzio fu la lecita domanda “Ma era un canguro?!” . Ovviamente nessuno di noi in famiglia e tra gli amici ha creduto all’accaduto, tutto troppo surreale, fantastico! Per anni quando si tornava sull’argomento ridevamo di Margherita chiedendole cosa si era fumata quella sera, ma poi abbiamo scoperto che c’era un bracconiere nella nostra zona che commerciava animali esotici e a volte capitava che questi animali fuggissero dalle gabbie e tra questi un canguro! Dunque la storia si è rovesciata e Marghi ha ritrovato giustizia. La cosa ci ha fatto riflettere sul significato di verità, la società di oggi è pronta a bersi qualsiasi cosa proposta dai media fino a dubitare della stessa realtà che ci circonda. Oltre questo El Canguro è un’ EP che sa raccogliere folklore e cantautorato; che parla di noi, che sa gridare a piena voce la parola Pace e che ritaglia uno spazio per una dedica ad un amico perduto in età prematura in tristi circostanze.
Come definireste il vostro genere e quali sono i vostri artisti di riferimento?
Avete deciso di non ricorrere all’elettronica, ai tempi dell’Auto-Tune è un vero e proprio atto di coraggio…
Oggi imperversano i Talent, cosa ne pensate?
Prima di lasciarci volete rivelarci i progetti futuri?