Quarto album per Fred De Palma, che si mette allo specchio: bisogno di mettersi alla prova e nuove influenze per dare vita a “Hanglover”.
Fred De Palma ha da poco pubblicato il suo quarto disco, “Hanglover”, arrivato dopo il brano “Adiòs”, il recente disco di platino ottenuto per “Il cielo guarda te” e dopo il nuovo singolo “Ora che”. Tre singoli per un album annunciato in primavera, ma arrivato solo con l’autunno.
Come mai ne hai rimandato l’uscita?
Perché c’erano dei brani in più che volevo aggiungere e dei particolari che ho preferito modificare. Tutti i pezzi che ho scritto li ho inseriti nel disco: erano altri capitoli che dovevo aggiungere, soprattutto ho voluto i featuring che erano importanti per questo album e non potevano mancare.
Diciamo quali sono queste collaborazioni: con Madh, Low Low e Livio Cori, Achille Lauro (lo potete vedere adesso a Pechino Express), Cicco Sanchez, Samuel Heron e Giulia Jean.
Un featuring a cui tengo molto è quello con Cicco Sanchez, rapper emergente di Torino con cui ho fatto tanta musica. Come ho detto, tutte le collaborazioni sono fondamentali per il disco.
“Hanglover” sta per?
È un gioco di parole. Ho immaginato questo disco come la mattina dopo una festa, quando cerchi di ricordare quello che hai fatto la sera prima – e sei in hangover. Nel disco ci sono i ricordi dell’ultimo anno e mezzo, i dischi d’oro e quello di platino. Mi sono risvegliato con “Hanglover” (dove lover si riferisce all’amore che canto ma anche al fatto che mi piace quello che faccio), è qualcosa che mi rispecchia nel mio momento attuale. Rompe gli schemi e ne sono contento. So di spiazzare ogni tanto.
Nelle nuove canzoni parli spesso della sensazione di sentirsi fuori luogo.
Sì. Da un lato parlo dell’amore, dall’altro dei due aspetti della vita dei personaggi pubblici, come si vede anche nel video di “Ora che”. C’è una coppia, sono due personaggi famosi e hanno gli occhi di tutti puntati addosso, anche al ristorante. Ho voluto indagare la differenza che c’è tra persona e personaggio. Capita di abbandonare la persona per tenere vivo solo il personaggio, di questo parla il disco.
A questo proposito, devo dirti che tu di persona sembri diverso da come ti presenti sui social. Non hai mai avuto timore che il personaggio potesse avere la meglio sul “vero te”?
A volte sì, ho avuto paura di questo meccanismo che può travolgerti. Io per fortuna sono sempre riuscito a mediare: non è recitare, ma assumere la responsabilità della tua parte da artista al 100%.
Come riesci, appunto, a mediare?
A volte cerco di isolarmi; stare da solo mi ricorda chi sono realmente. Ho smesso scrivere per un po’ di mesi perche volevo vivere. Farlo mi è servito molto, sono uscito dal vortice e mi sono concentrato su “Hanglover”.
Chi è il tuo mito musicale?
Sono cresciuto con Drake, è il numero 1 in questo momento. Fa quasi solo canzoni sulle donne, sull’amore, e su suo zio – non so perché (ride, nda; da notare che lo zio di Drake era un bassista). Drake parla di sè e questo penso gli abbia consentito di arrivare a tanti.
Tempo di X Factor: parteciperesti mai a un talent?
Mi è stato proposto anni fa, non l’ho fatto e non lo farei. Se scrivi le tue canzoni è limitante, non puoi crescere nell’ambito della tua storia. E poi, ti proietta subito in alto, tralasciando la salita. Il talent invece penso sia perfetto per gli interpreti, come Marco Mengoni: ha una voce incredibile, se non avesse partecipato magari non sarebbe emerso e sarebbe stata una grande perdita per la musica.
Lo faresti come giudice?
Sì. Punterei a tirare fuori la personalità dei cantanti.
Fred De Palma è sbarcato anche sull’app di TIMMUSIC – la piattaforma di TIM dedicata alla musica in streaming – con un’esclusiva AlbumStory in cui presenta “Hanglover”.