Gaia Fusani: Non è mai troppo “Tardi¿”

Gaia Fusani  con “Tardi¿” manifesta il nuovo percorso artistico mescolato da diversi generi e sonorità, come quelle brasiliane

Gaia Fusani: Non è mai troppo “Tardi¿”

Gaia Fusani è una cantante che nasce a Carrara, in Toscana, da una famiglia appassionata di musica. Per motivi di studio e di lavoro si trasferisce a Madrid dove trova la sua seconda casa; ultimamente si sta avvicinando alla musica urban e house e sta esplorando il clima che si respira in Spagna, contaminato dai paesi circostanti. Il suo nuovo singolo nasce da una sensazione interiore, quella di non essere in tempo a realizzarsi e la conseguente paura di smarrimento. Si chiama FOMO, ossia Fear Of Missing Out: è il tema centrale della canzone, con cui la maggior parte dei giovani hanno a che fare. Le ritmiche sudamericane sono molto coinvolgenti emotivamente e le permettono di esprimere al meglio la sua vocalità.

Buongiorno Gaia e bentrovata nel nostro spazio. Come hai vissuto il trasferimento dall’Italia alla Spagna?

In Italia vivevo in una città molto piccola che non mi dava la possibilità di esprimermi come volevo. Anche quando mi sono trasferita a Bologna ho percepito un ambiente stretto e ho deciso di virare altrove. I miei studi linguistici mi hanno sempre portato a pensare alla scena estera e l’anno scorso ho avuto la fortuna e l’opportunità di venire a studiare qui in Spagna, mi sono resa conto che l’ambiente mi ispira moltissimo, mi sento a casa. A prescindere da questo, mi sono sempre sentita vicina alla scena spagnola e mi trovo benissimo anche con le persone che vivono qui. Ad oggi mi sento carica e sto ritrovando la mia strada, cosa voglio fare e con quali intenzioni.

Cosa stai studiando in questo momento?

Sono venuta qui per completare lo studio di relazioni internazionali ma mi sto dedicando soprattutto alla musica che è la mia priorità. Sto facendo molte session con i produttori.

Ti sei fatta un’idea del clima musicale si respira in Spagna? Come pensano loro la musica?

Qui è tutto molto istintivo e a sentimento. Fanno sempre quello che sentono, spesso si muovono verso cose più esotiche che uno non si aspetta, vedo un mondo molto aperto a scoprire ed a inseguire la novità.

Analogie e differenze tra la musica spagnola e quella italiana?

Di musica italiana ne ascolto poca, qui sento che c’è più varietà sia a livello di generi prodotti che ascoltati. C’è un’industria musicale completamente diversa, si sperimenta molto di più; mi sono avvicinata anche alle sonorità brasiliane e africane.

Gaia Fusani: Non è mai troppo “Tardi¿” 1
Gaia Fusani

Hai trovato un genere in cui ti identifichi?

Mi sto cimentando nello stile pop, pop urban, un genere moderno e sperimentale. Mi piace mischiarli e dare un tocco personale. La Spagna è una terra fortemente influenzata dal contorno.

Quale strumento senti più tuo?

Ho iniziato il mio percorso musicale suonando il pianoforte a nove anni, da quel momento ho iniziato a scrivere, a cantare e ad accompagnarmi con questo strumento. Mi piacerebbe suonare anche la chitarra.

Come ti arriva l’ispirazione di solito?

Vado molto ad istinto, seguo la spontaneità. Ogni cosa che penso la scrivo subito e poi mi dedico al sound.

Parliamo del tuo nuovo singolo, “Tardi¿”. Come nasce e che cosa vuoi comunicare nello specifico?

È una canzone nata negli ultimi mesi, l’ho scritta in un momento in cui stavo ascoltando un dubbio interiore, la solita ansia di non riuscire a vivere la propria vita. Dobbiamo ricordarci che abbiamo la fortuna di essere giovani e di non essere mai fuori tempo per fare una cosa, non è mai troppo tardi per realizzare un desiderio, lo dico anche nel testo. Se hai energia, voglia e determinazione, questi ingredienti possono portarti ovunque.

Ho notato che affronti anche il tema della FOMO nel testo. Ne parli in prima persona perché l’hai vissuta direttamente?

In molti momenti della mia vita, mentre scrivevo canzoni, mi ritrovavo in camera in preda all’ansia e alla paura di non farcela e di essere fuori fuoco.

Che consiglio daresti ad una persona che oggi vive questa tua stessa situazione?

Faccio mie le parole di mia madre, ossia prendi una cosa alla volta, la vita è fatta per godersela tutta passo dopo passo; non bisogna mettere mille carni al fuoco. Non affrontare tutto insieme ma dividere.

C’è un momento della tua infanzia legata alla musica che ricordi in modo particolare?

Quando ero piccola mi mettevo nel salone di casa a suonare le canzoni classiche e volevo capire e sentire che sensazioni davano suonante al pianoforte, quindi mi registravo col telefono, era un modo per misurarmi.

Gaia Fusani: Non è mai troppo “Tardi¿” 2
Gaia Fusani

In cosa ti vedi cambiata oggi rispetto alle tue prime volte?

Sono riuscita ad abbattere quel muro che mettevo tra me e la musica e chi l’ascolta. All’inizio scrivevo in inglese per timore che qualcuno potesse capire il testo e potesse muovere qualche critica. La scelta della lingua era un parafulmine. Adesso ho superato questa paura e comunico ciò che sento.

Che emozioni provi quando sei sul palco?

Dipende sempre dalla situazione; se c’è tanta gente sono più rilassata, se sono in mezzo a poche persone mi viene un po’ più d’ansia perché le guardo in faccia, mi fa l’effetto contrario.

Una tua canzone manifesto che ti rappresenta?

Ti direi “Ma okay”, è uscita a gennaio dell’anno scorso, l’ho scritta qui a Madrid e la sento molto mia. È movimentata ma anche eterea, soprattutto a livello di ritmiche.

Descrivi la tua musica con tre parole chiave…

Spericolata, eterea e organica.

Progetti in cantiere?

Presentare dal vivo la mia musica, è l’aspetto che mi manca di più. Poter vedere la gente come reagisce e comprenderne l’impatto.

Un sogno musicale che hai nel cassetto?

Collaborare con qualche artista che ritengo super importante.

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Simone Ferri
Simone Ferri
Ho 24 anni, vivo a Roma e nutro una forte passione per il giornalismo, in particolar modo per il settore della musica e dello spettacolo. Mi piace rimanere aggiornato con le ultime uscite musicali, scovare nuovi talenti e cantanti emergenti, intervistarli, ma soprattutto andare sempre alla ricerca della novità. Come risultato finale, si mette tutto nero su bianco, perchè le parole restano!
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