La Salernitana ha da sempre una grande tradizione musicale: scopriamola insieme
Sono in tanti a credere che l’inno della Salernitana sia Vattene amore. Quando nel 1990 la squadra campana tornò in Serie B dopo tanti anni nella terza categoria, Mietta e Amedeo Minghi avevano da poco conquistato il terzo posto a Sanremo con la loro celebre canzone. I tifosi, omaggiando quell’amore tormentato, fatto di alti e bassi ma fondamentalmente inattaccabile per la loro Salernitana, iniziarono così a intonare allo stadio il celebre ritornello. “Magari ti chiamerò trottolino amoroso du du da da da…” divenne così un tormentone per tutta Italia e, in particolare, per lo stadio Arechi.
Alla festa della promozione, quindi, si presentò anche Mietta, cantando insieme ai tifosi la canzone, che nel frattempo stava scalando le classifiche dell’hit parade.
Straordinaria la forza della musica, capace di unire tante anime in un solo abbraccio, proprio come il tifo calcistico. Questo, in grado a sua volta di trasformare una canzone di un amore di coppia in un brano che racconti l’amore per la squadra.
In questo senso i tifosi della Salernitana, in particolare, hanno una storia per cui potrebbero incidere un album.
Anno 1991, Ligabue inserisce nel suo disco Lambrusco coltelli rose e pop corn la famosissima Urlando contro il cielo. Una canzone che è un vero sfogo a squarciagola in un coro sempre coinvolgente. Il calcio e le curve dei tifosi prenderanno, nel corso dei decenni, più volte in prestito questo brano. La prima squadra a farlo è proprio la Salernitana, che adotta il pezzo di Ligabue come inno introduttivo in ogni ingresso dei giocatori nelle partite casalinghe. La struttura del famoso brano ci consente di immaginare facilmente l’entusiasmo e la carica che si crea con quel coro dal quale è impossibile non farsi trascinare.
Arrivarono poi, nell’ordine, canzoni come Go West dei Village People, Mitico amore di Antonello Venditti, Ti voglio tanto bene di Gianna Nannini, A te di Jovanotti, Semplice di Gianni Togni.
La forza della Salernitana è nell’aver sempre saputo pescare brani straordinariamente emozionanti, dedicandoli ai giocatori senza modificare le parole se non aggiungendo proprio il nome della squadra.
Questo amore incondizionato per la musica, quasi sempre italiana, è davvero una peculiarità che rende unica la curva della Salernitana.
Tifosi abituati a lottare e soffrire con i loro undici eroi in campo, spesso per risultati che sembrano impossibili e che invece (come la salvezza dell’anno scorso) si rivelano fattibili grazie a eccezionali dimostrazioni di orgoglio. E, naturalmente, grazie al dodicesimo uomo in campo (la curva) che intona cori e canzoni senza mai arrestarsi nella sua dimostrazione d’affetto.
Ebbene, tutte quelle canzoni che i tifosi fanno diventare autentici tormentoni, non sono però l’inno ufficiale della Salernitana.
Sono però così tante e nessuna mai resa unica per più stagioni, che tuttavia anche gli inni ufficiali della Salernitana sono più di uno.
Si va dalla romantica “Un sentimento che”, brano che racconta una tradizione di famiglia che si tramanda nel tifo per la squadra, fino a Il coro dei granata, ultimo pubblicato in ordine di tempo.
È dello scorso anno infatti questa canzone corale prodotta da Hi Coco (Gianluca Cocomero) e Deeve (Fabrizio De Vito).
Una canzone di grande impatto emotivo, dalle atmosfere rigorose, quasi severe: un canto di combattimento per festeggiare la promozione del 2021 e gli importanti acquisti che hanno permesso la salvezza a fine stagione.
L’inno arriva dopo un’altra canzone dal titolo Il potere deve essere granata, di Sandro Scuoppo. Anche qui si puntava sui brividi di una melodia intensa che andava a crescere sul ritornello corale per spingere la Salernitana.
Dunque, a oggi quello di Hi Coco è l’inno ufficiale. Tuttavia, la Salernitana ci ha insegnato una volta di più che qualunque bella canzone d’amore da cantare in coro, può diventare un inno calcistico. Perché lo sport può e deve essere ancora questo: passione prima di tutto.