C’era un tempo in cui era meglio arrivare ultimi a Sanremo per vincere in Hit Parade, oggi non è più così
L’hit parade sorride al Festival di Sanremo 2021. Dopo quasi un mese, le classifiche di vendita continuano a dare ragione al direttore artistico Amadeus. Otto posti dei primi dieci sono occupati questa settimana ancora da brani in gara al Festival.
Dietro al tormentone di Colapesce e Di Martino c’è la rivelazione Madame con Voce, e a seguire i Maneskin, Fedez-Michielin e Irama. Tutti artisti che sfruttano l’onda lunga del Festival e si ritrovano in classifica anche con altre canzoni.
Fa eccezione solo il 25esimo posto di Ermal Meta, favoritissimo alla vigilia della finale, nelle classifiche Fimi.
Molto bene anche gli ascolti in radio, dove anche Willy Peyote, La Rappresentante di Lista e Malika Ayane stanno spopolando. Amadeus ha vinto la scommessa.
Hit Parade e Sanremo: un binomio spesso poco comune, specie quando a votare erano solo le giurie demoscopiche.
Ossia quelle fantasmagoriche commissioni in grado di portare ben lontano dal podio dell’Ariston canzoni comeVita spericolata o Donne.
I brani che vendevano di più, puntualmente, non erano sul podio dell’Ariston, e in qualche caso nemmeno nella top ten della graduatoria sanremese.
E così per diversi anni si è detto ‘Meglio arrivare ultimi al Festival’.
In effetti la lista di esempi è lunga: Non voglio mica la luna, Con te partirò, A casa di Luca, Quello che le donne non dicono, Ave Maria…
Senza dimenticare le innumerevoli partecipazioni di Mango, Drupi e De Piscopo, sempre assurdamente maltrattati dalle giurie.
‘Il ragazzo della via Gluck’, ‘Patatina’, ‘Ciao amore ciao’: brani addirittura eliminati dal Festival per poi essere ai primi posti delle hit parade.
Potremmo proseguire per ore e non avremmo ancora finito. Va detto, a onor del vero, che su canzoni in 71 anni di storia non potevano vincere tutte. Eppure per anni le cose non sono andate bene.
Arrivarono addirittura quelle edizioni a metà anni ‘70 e a cavallo tra gli anni ‘90 e gli anni 2000, in cui Sanremo sembrava non azzeccarne una: le canzoni non vendevano, e ci si dimenticava in fretta dei loro ritornelli. Anni in cui i dati della hit parade minacciavano la chiusura definitiva della kermesse. Unica eccezione l’edizione 2001, quando Elisa con Luce e Giorgia con Di sole, d’azzurro tornarono a fare resuscitare le vendite.
Le cose sono sicuramente migliorate qualche anno dopo. Nel 2005 i Negramaro, incredibilmente eliminati con Mentre tutto scorre, furono la rivelazione delle classifiche insieme al vincitore dei Big, Francesco Renga, con Angelo. L’anno dopo, in una delle edizioni meno spettacolari che ci si ricordi, gli Zero Assoluto rimasero al primo posto per due mesi e abbandonarono la top ten solo dopo Ferragosto. La loro Svegliarsi la mattina fu il singolo più venduto dell’anno in Italia. Nel 2007 Cristicchi e Moro dominarono le classifiche delle loro rispettive categorie e si confermano nella hit parade.
La più grande svolta avvenne però nel 2011.
Il televoto aveva pieno potere, e così arrivare nei primi posti non era ormai più un cattivo presagio per le vendite. Quell’anno se il vincitore, Roberto Vecchioni, vinse il disco d’oro, per i secondi classificati Modà ed Emma furono più di 60mila le copie vendute della loro Arriverà.
Da quel momento la storia tra Sanremo e hit parade cambiò definitivamente: Non è l’inferno, L’essenziale, Fatti avanti amore, Nessun grado di separazione, Un giorno mi dirai. E ancora Occidentali’s karma, Che sia benedetta, Non mi avete fatto niente, Soldi, Fai rumore. Arrivare sul podio del Festival non fa più paura. E, soprattutto, significa restare in classifica per tanti mesi.
La vera sfida, che non è quella degli ascolti basati su uno show quanto piuttosto quella dell’hit parade, Sanremo l’ha vinta anche quest’anno. Con buona pace dei gufi e di quelli che avrebbero voluto l’annullamento del Festival.
L’Italia ha dimostrato di volere più di ogni altro anno la musica, ossia lo svago, il sogno spensierato di un mondo migliore.
Amadeus con tutta probabilità, come ha dichiarato, lascerà il Festival, e l’eredità sarà sicuramente importante.
Tra poco si inizierà già a pensare all’edizione 2022.
Con la stessa voglia di creare qualcosa di innovativo e vincente come quest’anno. In fondo mancano solo 11 mesi. Noi siamo già pronti, ma prima è giusto godersi questo Sanremo 2021, in fondo solo appena cominciato…
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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