“I Peggiori” (ma solo di nome!), sono un duo formato da David e Sara. “Sideralmente opposti al modo di credere odierno che ci vuole tutti performanti ed al top”, nelle loro canzoni raccolte in un concept album danno voce agli ultimi attraverso sonorità che, contro il concetto di musica intesa come puro prodotto commerciale, vanno ascoltate con cura…
Ciao, innanzitutto vi chiedo di presentarvi agli amici di Musica361…
Noi siamo un duo di musica cantautorale italiana (David e Sara) che cerca di dar voce agli ultimi, ai disperati, ai dimenticati da questo mondo narcisista e violento dipingendoli attraverso occhi che li vedano per ciò che sono. Loro siamo noi: poveri esseri umani in balia degli eventi.
Il nome del gruppo non passa di certo inosservato, come mai, tra il serio e il faceto, avete scelto un nome così?
Sai, il nome per una band è qualcosa di assolutamente identificativo. È il primo approccio che hai col gruppo, spesso, prima ancora di ascoltarne la musica. E noi volevamo mettere bene in chiaro da che parte stessimo: lontani da chi pensi di essere meglio di altri; sideralmente opposti al modo di credere odierno che ci vuole tutti performanti ed al top, facendoci scordare la nostra propria umanità e il senso di lentezza a cui occorrerebbe tornare per potersi guardare intorno: per potersi non dimenticare degli ultimi, dei reietti, dei peggiori per questo tipo di società che, personalmente, ripudio.
Quali sono i vostri cantanti o gruppi di riferimento?
Si è partiti con l’assoluta convinzione di seguire il filone del Murder Folk americano con, come zenith assoluto, Amigo The Devil e tutto il suo giro. Ma poi, col cambio di lingua, ci si è infilata con forza anche tutta la parte di cantautorato, passato e presente, che il nostro paese abbia donato al mondo. Da De André e Guccini, passando per Brunori SAS e Mannarino fino ai più alternativi Il muro del Pianto.
Il vostro primo album si intitola Ballate Appese, volete parlarcene?
“Ballate Appese” (che si sarebbe dovuto chiamare Ballate Appese tra cappi e stelle) è un disco uscito il 5/01 di quest’anno attraverso Maledetta Records. È stato composto a valanga in pochissimo tempo: non più di dieci giorni nei quali, col primo chitarrista del progetto, abbiamo tirato giù una quindicina di brani dalla cui scrematura son rimasti gli otto che abbiamo utilizzato. L’album è stato poi registrato presso i Bleach Recording Studio di Andrea Maglia (TARM, Generic Animal, ecc) che ne ha saputo tirar fuori il miglior “peggio” possibile. La copertina è una mia creazione che nasconde 21 riferimenti segreti (chi li riesce a trovare tutti?) a leggende, arte pittorica ed esoterismo.
Si tratta di un concept album, quale filo lega i vari brani?
È un concept album come tutti quelli che abbia scritto negli anni con le mie bands. Qui i testi si dividono in due macro aree. La prima “del peccato” ha dentro brani come “Il Giocatore”, “Il mendicante di sorrisi” e “Sentieri” che parlano della parte più pruriginosa del nostro essere. Quella parte di noi stessi che è componente fondamentale dell’essere umano ma, anche quella che più si cerchi di celare. Sesso, vizio e peccato ne sono il trait d’union. Mentre la seconda “dell’Amore e della Morte” tratta dell’incontro, cammino e fine della storia tra due esseri umani. Tra due anime affini che si son amate fino alla scomparsa di uno dei due con la conseguente scelta del suicidio dell’amante sopravvissuto.
Particolarmente importante è Fantasmi che ha un punto di riferimento molto alto: Marina Abramovic… “Fantasmi” chiude il tutto uscendo dal seminato e, partendo dalla fine della storia tra Abramovich ed il suo Ulay. I due per chiudere la propria storia d’amore partirono da punti opposti della grande muraglia cinese. E viaggiando per 90 giorni, appena rincontrati si abbracciarono per darsi il proprio addio.
E questa vuole essere una speranza ed un augurio per tutte quelle coppie che finiscono il proprio cammino di vita insieme. E che invece oggi riempiono tristemente le pagine della cronaca nera con violenze, abusi e femminicidi. Situazione intollerabile e che spegne ogni giorno di più la vita di donne, vittime di una mentalità patriarcale e misogina quasi sempre dei propri compagni. E che viene negata ogni giorno dalle più alte cariche istituzionali, ricoprendo di vergogna questo paese.
Tornando a voi, quali criticità avete riscontrato nel fare musica in Italia?
Quante pagine ci puoi mettere a disposizione? L’elenco di difficoltà che questo paese pone a chiunque voglia suonare sono infinite. Partendo dal non rispetto del lavoro che facciamo. Considerato ancora oggi poco più che un hobby per ragazzini o, come nel mio caso, di vecchi che non vogliono rassegnarsi. Peccato che invece dietro ci siano lavoro, un profondo amore e tanto tempo/soldi/sacrificio.
Oggi imperversano i Talent, cosa ne pensate?
Che siano lo specchio di questa società usa e getta. La musica si trasforma in mero prodotto da skippare ogni 15 secondi come le storie dei social. E la nostra musica va ascoltata. Ha temi e parole pesanti che non potrebbero esser comprese nell’attimo concesso dalla nostra attenzione.
Prima di salutarci ci rivelate i progetti futuri?
Il prossimo concept sarà anticipato da un doppio singolo. Una canzone inedita ed una cover di Bob Marley, la stupenda “Redemption song”. Ma in realtà per ascoltare già il tutto vi basterebbe venire ad uno dei nostri live. Non siamo la band che tiene nascosto nulla di ciò che scrive e nei live stiamo eseguendo i brani che comporranno i prossimi lavori. Per cui… vi aspettiamo.
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